Si
può festeggiare un titolo europeo venendo ingiustamente malmenati al
momento di esultare, arrestati e passare la notte in carcere, per
poi essere liberati? A sentirla potrebbe sembrare una storia che non
sta assolutamente in piedi, e invece, come molto spesso succede,
rappresenta la verità dura e cruda.
Protagonista
di questa vicenda ai limiti dell'incredibile il 36enne attaccante del
Valdagno e della nazionale azzurra di hockey su pista, Massimo
Tataranni.
Andiamo
con i fatti. Alcobendas, Spagna, Sabato 19 Luglio. Dopo aver
affrontato, rimontato e battuto la Francia per 5-4 grazie alla
doppietta finale decisiva di Tataranni (autore sia del 4-4 con cui la
squadra azzurra pareggiava l'incontro che del 5-4 grazie al quale non
solo gli Azzurri capovolgevano il risultato ma si aggiudicavano il
confronto stesso), la
nazionale azzurra di hockey su pista guidata dal ct azzurro, Massimo
Mariotti, assiste all'incontro finale del torneo tra Portogallo e i
padroni di casa della Spagna. L'Italia ha 13 punti, gli stessi che
la Spagna conquisterebbe in caso di vittoria contro il Portogallo. In
caso di arrivo a pari punti, la Spagna sarebbe avvantaggiata per
miglior differenza reti. L'unica speranza, quindi, è che il
Portogallo fremi in qualche modo i padroni di casa spagnoli.
Un'impresa quasi impossibile da pensare, ma che invece si verifica
puntualmente. Il Portogallo va in vantaggio, segnando prima il primo
goal, poi passando in vantaggio per 4-2, poi per 6-4. La Spagna prima
riduce le distanza e poi pareggia il conto, portandosi sul 6-6 con
Pedro Gil. Gli ultimi minuti vedono la Spagna supportata dal proprio
pubblico portarsi in avanti alla ricerca del goal della vittoria che
non arriva.
Quando
la sirena pone fine alle ostilità, è fatta: dopo 61 dalla prima
storica vittoria di Ginevra, dopo 24 anni dalla vittoria europea di
Lodi, gli Azzurri di mister Mariotti sono campioni d'Europa per la
terza volta nella storia.
I
giocatori festeggiano esultanti dalle tribunette del palazzetto di
Alcobendas dove si svolge il torneo, e piano piano si dirigono verso
il palco dove verranno premiati e dove riceveranno la coppa dal
presidente della federazione internazionale, il portoghese Fernando
Claro. Le immagini riportate sul sito ufficiale della federazione
hockey su pista ci mostrano mister Mariotti e i suoi giocatori
festeggiare questa vittoria assolutamente insperata alla vigilia del
torneo, visto che l'obiettivo massimo della squadra azzurra era il
terzo posto.
Eppure,
in mezzo a tutta quell'euforia, manca qualcosa. Un qualcosa di cui
nessuno si accorge: dov'è finito Massimo Tataranni? Dov'è finito
l'autore della doppietta decisiva?
Le
notizie riportate poi dai principali media sportivi ci racconteranno
che il giocatore del Valdagno nel mezzo dei festeggiamenti è stato
arrestato dalla polizia spagnola e da lì portato nel carcere di
Alcobendas dove ha trascorso la notte tra sabato e domenica prima di
essere liberato nella tarda mattinata di domenica, intorno alle
13:30, grazie all'intervento decisivo dell'avvocato d'ufficio, Dario
Garcia Aznar, e di un traduttore. Ad attenderlo all'uscita del
Tribunale di Alcobendas il consigliere federale Marcello Bulgarelli,
l'unico componente azzurro ad aver aspettato Tataranni e ad avergli
consegnato la tanto agognata e meritata medaglia d'oro.
 |
Massimo Tataranni all'uscita del Tribunale di Alcobendas con la medaglia d'oro. |
La
domanda che a questo punto, molti di voi si staranno giustamente
chiedendo è: cosa è successo al giocatore azzurro? Per quali motivi
la polizia spagnola lo ha arrestato? Parola allo stesso Tataranni e
al consigliere federale Marcello Bulgarelli che hanno così
ricostruito l'accaduto.
Questa
la versione di Massimo Tataranni.
"Non riesco neanche a descrivere quello che mi è successo. So
che ero sulla ringhiera, stavo scavalcando per andare a festeggiare
coi miei compagni, quando mi sono sentito afferrare. Il primo uomo mi
ha tirato un pugno sul naso. Non avevo capito che fosse un
poliziotto. Poi mi hanno portato via. Sono stato tutta la notte in un
gabbiotto che sarà stato tre metri per tre. Non ho mai dormito, a un
certo punto ho urlato che mi portassero almeno un po' d'acqua. Ma
sono arrivati solo dopo un bel po', al piano dove ero io mi pareva
che non ci fosse nessuno. C'era solo un gran silenzio. Pensavo: sono
campione d'Europa. E così mi tenevo su di morale".
Così
Marcello Bulgarelli ha ricostruito quanto accaduto a Tataranni. “Non
ho visto la scena personalmente, ma tutte le testimonianze che ho
raccolto dicono la stessa cosa. Comprese quelle della delegazione
tedesca e persino quella del presidente della federazione europea,
Fernando Graca. Ovvero che i giocatori sulla tribunetta a loro
riservata non ci stavano tutti. Così qualcuno di loro ha assistito a
Spagna-Portogallo nello spazio tra quella tribuna e quella delle
autorità. E quando la partita è finita, sul 6-6 che ha dato il
titolo all’Italia, Massimo si è messo in piedi sulla ringhiera ad
esultare. E’ stato lì che due uomini lo hanno afferrato per il
collo. Forse scambiandolo per un tifoso, anche se pare strano, perché
indossava la polo della nazionale. E poi comunque non stava facendo
nulla di grave. Lo hanno preso per il collo e lo avrebbero anche
colpito con pugni. Il nostro medico federale ha detto che Massimo
sanguinava dal naso. I due erano in borghese, nessuno aveva capito
che fossero poliziotti, fino a quando hanno tirato fuori le manette e
l’hanno portato via”.
Tornato libero, Massimo Tataranni è potuto così
tornare a casa a Matera sia per festeggiare con i propri cari la
vittoria mondiale, sia per le tanto meritate vacanze, al termine di
un campionato molto duro e di un Europeo altrettanto intenso ma pieno
di soddisfazioni in pista per il giocatore.
Da un punto di vista legale, il giocatore ha dovuto
fornire al momento del rilascio il domicilio nel caso in cui le
autorità spagnole dovessero decidere nel giro dei prossimi due mesi
di procedere ulteriormente verso di lui. Nel caso dovesse accadere,
oltre a contattare le autorità italiane, Massimo e la Federazione
Hockey si riserveranno di fare causa per il comportamento assunto dai poliziotti della polizia nazionale spagnola sabato sera.
Questo il comunicato stampa da parte del Presidente
della Federazione Italiana di hockey su Pista, Sabatino Aracu,
diffuso domenica pomeriggio.
Il
Presidente Aracu, a nome della Federazione Italiana Hockey e
Pattinaggio esprime il proprio sdegno per quanto accaduto ieri sera
all'atleta della nazionale italiana di hockey su pista Massimo
Tataranni,
arrestato in modo brutale e senza motivo dalla Polizia Locale di
Alcobendas al termine della partita Spagna-Portogallo. Il fatto,
accaduto a pochi metri dalla tribuna delle autorità e dello spazio
riservato agli atleti delle squadre nazionali, non ha la benchè
minima giustificazione. L'atleta italiano, che indossava la divisa
della sua nazionale, non ha fatto nulla che potesse giustificare
l'intervento della forza pubblica presente all'interno del palasport;
si è limitato a festeggiare, al pari dei suoi compagni di squadra,
il titolo di campione europeo appena conquistato.
Ancor più
grave è il fatto che, di fronte all'inconsistenza
delle accuse, la
Polizia Locale abbia proceduto nell'iter e consegnato Massimo
Tataranni in custodia alla Polizia Nazionale che lo ha posto in stato
di fermo, rifiutando l'immediato rilascio e trattenendolo per tutta
la notte tra sabato e domenica. Una circostanza che ha impedito
all'atleta di ricevere, assieme ai compagni, il meritato
riconoscimento nel corso della cerimonia di premiazione.
La FIHP
nell’apprendere del rilascio appena avvenuto, ribadisce solidarietà
e incondizionato appoggio
a Massimo Tataranni ed esprime il rammarico per questo episodio che
ha macchiato un campionato europeo esemplare sotto il profilo
dell'organizzazione e della correttezza di pubblico e atleti.
Queste le dichiarazioni rilasciate sul sito del CERH,
l'organismo dell'HOCKEY SU PISTA europeo, da parte del Presidente,
Fernando Graca, in merito a quanto successo sabato. Lo
andiamo a leggere prima in inglese, poi in traduzione italiana.
CERH wants to express with full transparency and
accountability, its position before the events the involve the
Italian player, Massimo Tataranni, which we consider extremely
serious and that we hope will not be repeated in later competitions.
Winning and losing are two realities that are present
in any sporting competition. In this case, some members of CERH were
witnesses of the facts that led to the initial incident, which, in
our view, deserve our outrage and indignation.
If it is certain that the player in question should
have used his common sense, trying to avoid – near the Portuguese
and Spanish supporters that were in majority – to exercise the
legitimate expression of his joy for the victory that he and his team
reached for their country, the fact remains that he has always made
it in a totally peacefully way, without compromising the dignity and
the honour of any rival teams. In fact, both he and another player -
who, however, withdrew from the site – were addressing to their
teammates - who were in another nearby area but on a lower level of
the their position - chanting and screaming in which only two stood
out words: ITALIA + CAMPIONI.
It is important, therefore, to emphasize that, in our
opinion, the effective responsibility of the beginning of all the
confusion was originated by two "spectators" who, by his
violent and totally unreasonable actions, were clearly responsible
for all the mess created. When we abandon the site - together with
other authorities – in order to go to the rink and to participate
in the closing ceremony of this Championship, the player was fully
immobilized and without any visible reaction. At that same moment,
some elements of the Italian delegation were on the scene of the
incident and we all thought that the problem could be quickly and
definitively resolved.
It is sure that we are not aware about any
previous situations that could have contributed for the action
that was developed by these two “spectators”. Besides that,
we don’t know if the later occurrences that were not witnessed by
us could legitimize the decision to arrest the player Tataranni. The
fact is that, after we verifying the absence of the player Tataranni
in the prize-giving and closing ceremony, we request a clarification
to that fact, having been informed that the player would have been
driven to a prison. We knew then that the two "spectators"
in question would be, after all, law enforcement officers that,
although dressed "plainclothes", were in fact insuring the
security of the political authorities who share with the members of
CERH the same place of the rink.
Without questioning the existence of other facts
which may not have been informed to us, one thing is certain: the
initial intervention of the two elements in question was not the most
appropriate to the specific situation they wanted to "settle".
With common sense and with another type of
attitude, not ruled by violence, we believe it would have been
possible to solve the "problem" in accordance with its
true dimension and importance: it was, after all, the celebration
of a sport winning of greatest relevance to the athlete and to his
own country and that, somehow, could justify the means that were used
to repress it.
It was a championship that - both in organizational
terms and in a purely sporting plane – it was held in a truly
exemplary manner. Some of the matches were even guided by a great
emotion, given the brilliance of the performances of the teams and
also the "fair play" shown by all participants, thus
providing an excellent promotion and reaffirmation of rink-hockey as
a sport of excellence.
We regret, therefore, that events that have
nothing to do with our sport have spotted, so unnecessary and
forceful manner, the prestige and greatness of this rink-hockey
important event, not only in European but also worlwide.
Fernando Graça
CERH President
TRADUZIONE
ITALIANA.
CERH
vuole esprimere in piena trasparenza e responsabilità, la sua
posizione riguardo gli eventi che hanno coinvolto il giocatore
italiano, Massimo Tataranni, che riteniamo estremamente gravi e che
speriamo non si ripeteranno nelle competizioni successive.
Vincere
e perdere sono due realtà che sono presenti in ogni competizione
sportiva. In questo caso, alcuni membri del CERH sono stati testimoni
dei fatti che hanno portato l'incidente iniziale, che, a nostro
avviso, meritano il nostro sdegno e indignazione.
Se è certo che il giocatore in questione avrebbe
dovuto usare il suo buon senso, cercando di evitare – vicino ai
tifosi portoghesi e spagnoli che erano in maggioranza - di esercitare
la legittima espressione della sua gioia per la vittoria che lui e la
sua squadra hanno raggiunto per il loro paese, resta il fatto che lo
ha sempre fatto in maniera del tutto pacifica, senza compromettere la
dignità e l'onore di tutte le squadre rivali. In realtà, sia lui
che un altro giocatore - che, tuttavia, si è allontanato dalla
posizione- si erano rivolti ai loro compagni - che erano in un'altra
zona vicina, ma su un livello più basso della loro posizione -
cantando e urlando le parole : ITALIA + CAMPIONI.
E
'importante, quindi, sottolineare che, a nostro parere, l'effettiva
responsabilità che ha generato tutta la confusione è stato
originata da due "spettatori" che, con le loro azioni
violente e totalmente irragionevoli, hanno chiaramente generato tutto
il caos creato. Quando abbiamo abbandonato la postazione - insieme
ad altre autorità - per andare alla pista e di partecipare alla
cerimonia di chiusura di questo campionato, il giocatore è stato
completamente immobilizzato e senza alcuna reazione visibile. In
quello stesso momento, alcuni elementi della delegazione italiana
erano sulla scena dell'incidente e tutti abbiamo pensato che il
problema potrebbe essere rapidamente e definitivamente risolto.
E
'certo che non siamo a conoscenza di eventuali situazioni precedenti
che potrebbero aver contribuito per l'azione che è stato sviluppato
da questi due "spettatori". Oltre a questo, non sappiamo se
gli avvenimenti successivi che non sono stati testimoniati da noi
potrebbero legittimare la decisione di arrestare il giocatore
Tataranni. Il fatto è che, dopo aver verificato l'assenza del
giocatore Tataranni nella premiazione e cerimonia di chiusura, ho
chiesto un chiarimento in merito a ciò, essendo stato informato che
il giocatore sarebbe stato condotto in una prigione. Sapevamo quindi
che i due "spettatori" in questione erano alla fine le
forze dell'ordine che, anche se vestite "in borghese", il
cui compito era quello di assicurare la sicurezza delle autorità
politiche che condividono con i membri del CERH la presenza sulla
pista di pattinaggio.
Senza mettere in discussione l'esistenza di
altri fatti di cui potremmo non essere a conoscenza, una cosa è
certa: l'intervento iniziale dei due elementi in questione non era il
più appropriato per la situazione in questione.
Con buon senso e
con un altro tipo di atteggiamento, non regolamentato dalla violenza,
crediamo che sarebbe stato possibile risolvere il "problema"
in conformità con la sua vera dimensione ed importanza: era, dopo
tutto, la celebrazione di una vittoria sportiva di grande rilevanza
per l'atleta e per il suo paese e che, in qualche modo, non poteva
giustificare i mezzi che sono stati utilizzati per reprimerlo.
E
'stato un campionato che - sia in termini organizzativi e in un piano
puramente sportivo - si è svolto in maniera davvero esemplare.
Alcuni degli incontri sono stati anche guidati da una grande
emozione, data la brillantezza delle prestazioni delle squadre e
anche il "fair play" dimostrato da tutti i partecipanti,
fornendo così un'eccellente promozione e riaffermazione della pista
di hockey come uno sport di eccellenza.
Ci rammarichiamo, quindi,
che gli eventi che non hanno nulla a che fare con il nostro sport
abbiano macchiato in maniera così inutile e forte, il prestigio e
la grandezza di questo importante evento di pattinaggio, hockey, non
solo europea, ma anche mondiale..
Fernando Graça
Presidente
CERH
Questo, dunque, il comunicato del presidente
internazionale, Fernando Graca. L'augurio veramente sincero, è che
la situazione possa quanto prima risolversi, e che a Tataranni
possano arrivare le scuse francamente meritate.
Rüdiger Franz
Gaetano Herberhold