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sabato 31 dicembre 2011

SPUNTI DI SPORT-BUON ANNO!



Cari amici,
tra poche ore, dunque, si concluderà questo 2011, tra le sue luci e ombre.
Non ve lo nascondo: ho pensato molto a come impostare questa ultima puntata del 2011 della nostra rubrica; se cioè fosse il caso di ripercorrere o meno i principali fatti sportivi dell'anno che si sta andando a concludere.
Avevo ormai deciso di percorrere questa strada, quando, ecco, balenare un'idea, che, devo dire la verità, ha cominciato a intrigarmi:perchè non fare una puntata speciale, una puntata, insomma, diversa dal solito? Una puntata cioè diversa da tute quelle finora pubblicate.

Da questa idea nasce la puntata di SPUNTI DI SPORT che state leggendo. Perchè non riproporre quei pezzi di musica classica, eseguiti durante il CONCERTO DI CAPODANNO di VIENNA (il mitico e celeberrimo NEUJAHRSKONZERT) in cui ci fosse un riferimento diretto e/o indiretto al calcio, o comunque allo sport? Apparentemente potrebbe sembrare una ricerca senza senso, eppure sono comunque riuscito a scovare qualcosa. Si tratta, per la precisione, di due brani eseguiti durante il NEUJAHRSKONZERT del 2008, eseguito dai WIENER PHILARMONIKER, diretti per l'occasione da uno dei più grandi direttori d'orchestra a livello mondiale, il francese GEORGES PRETRE.

La scelta dell'anno, il 2008, non è casuale, in quanto proprio lo stesso anno SVIZZERA e AUSTRIA ospitarono gli EUROPEI DI CALCIO. Motivo per il quale, per celebrare questo importantissimo evento sportivo, fortemente sentito dagli stessi austriaci, durante il Concerto di Capodanno del 2008 comparvero questi due momenti di grande musica. 
 
Il primo pezzo musicale che andiamo a vedere è la celeberrima TRISCH TRASCH POLKA op. 214 di JOHANN STRAUSS JUNIOR, eseguita per la prima volta a Vienna il 24 Novembre 1858 alla taverna ZUM GROSSEN ZEISIG, situata nel sobborgo di NEUBAU, e che in questo filmato vediamo rappresentata con una coregorafia di matrice calcistica.
Siccome purtroppo le immagini di questo brano in singolo non erano di ottima qualità, sono stato costretto a selezionare il presente filmato che vede prima l'esecuzione della BLUETTE-POLKA FRANCAISE op. 271, e poi, dal minuto 4:12 la TRISCH TRASCH POLKA con questa coreografia di matrice calcistica, che ci andiamo ora a vedere.


Il secondo e ultimo pezzo che andiamo a gustarci è la SPORT POLKA op. 170 di JOSEF STRAUSS. Questo pezzo, nel CONCERTO DI CAPODANNO del 2008, è stato inserito come primo bis nella parte finale (gli altri due bis erano il celeberrimo valzer SUL BEL DANUBIO BLU e la MARCIA DI RADETZKY). Dopo aver concluso il programma tradizionale del concerto con la Polka Schnell “DIE BAJADERE” op.351 di JOHANN STRAUSS JUNIOR, il maestro PRETRE sale sul podio portando con se il pallone ufficiale di EURO 2008. Gli orchestrali iniziano ad indossare la sciarpa dell'AUSTRIA, e PRETRE, dopo aver annunciato al pubblico il titolo del brano, inizia a dirigere dando il fischio d'inizio, come normalmente fa l'arbitro con la partita di calcio. Da rilevare, durante l'esecuzione, il cartellino giallo, sventolato per gioco durante l'esecuzione da PRETRE a un suo orchestrale, che poi si vendica al termine del brano, sventolando il cartellino rosso a PRETRE, che scherzando, si allontana momentaneamente.


Con la SPORT POLKA di JOSEF STRAUSS si va dunque a concludere questa ultima puntata del 2011 di SPUNTI DI SPORT. Un 2011 veramente esaltante per questa nostra rubrica, nata a GIUGNO di quest'anno come esperimento estivo. Non solamente SPUNTI DI SPORT ha riscontrato un buon apprezzamento durante l'estate, che ha fatto si venisse tuttora riconfermata, ma addirittura molte puntate hanno suscitato profondo interesse. Si può quindi parlare di una scommessa vinta da parte di questa nostra rubrica, che cerca di alternare eventi di attualità sportiva al sano AMARCORD, cercando di spaziare non solo sul calcio, ma anche negli altri sport.

Prima di concludere sulle note del BEL DANUBIO BLU questa nostra puntata, approfitto per fare alcuni auguri veramente speciali.

BUON ANNO veramente con tutto il cuore a tutti gli amministratori della nostra pagina fan : GIACOMO, FATIMA, STEFANO, ALESSANDRO, GASPARE e SALVATORE. In particolare, un grazie speciale va a GIACOMO (oltre ad essere l'ideatore della nostra pagina, è al contempo un carissimo amico, che ho avuto il piacere di poter conoscere ancora meglio durante la visita alla redazione del GUERINO, una giornata per me veramente speciale che resterà per sempre nel mio cuore) e a FATIMA (non solo una vera amica, con la A maiuscola, ma anche un vero e proprio braccio destro in pagina. Fatima ama talmente tanto questa pagina, a tal punto da aver voluto quota 5.000 in pagina, facendo la DIRETTA LIVE lo scorso luglio di ARGENTINA-URUGUAY di COPPA AMERICA con ben 39° di febbre. Avevo invitato FATIMA a riguardarsi, ma nonostante tutto volle fare e portare a termine la DIRETTA LIVE della partita, per rispetto nei confronti dei lettori. Chi lo avrebbe mai fatto? Credo pochissime persone).

BUON ANNO veramente con tutto il cuore al Direttore, MATTEO MARANI, che non ringrazierò mai abbastanza per averci dato la possibilità di poterlo incontrare dal vivo in redazione. Si è trattata di una bellissima giornata che abbiamo trascorso assieme a GIACOMO, e che resterà sempre nel mio cuore.

BUON ANNO veramente di cuore a LUIGI (che non ringrazierò mai abbastanza per tutta la pazienza), e approfitto di questo augurio per estenderlo anche alla sua famiglia.

BUON ANNO veramente di cuore a GIOVANNI, che abbiamo conosciuto assieme a GIACOMO durante la visita alla sede del GUERINO, e con cui è nata una bellissima amicizia su FACEBOOK.

BUON ANNO a tutti quei lettori della pagina che ho conosciuto tramite la nostra pagina su FACEBOOK, e con cui alla fine è nata un'amicizia virtuale, a volte molto più veritiera, rispetto a moltio amici reali. In particolare un GRAZIE a DENIS, DANIELE, ANDREA, EMILIANO, CARLO, ecc.

BUON ANNO veramente fatto con tutto il cuore a un gruppo di amici della mia città, Viareggio, che ha un posto veramente speciale nel mio cuore: mi riferisco a STEFANO, DANIELE e a MICHELA. Questi tre amici, con la A maiuscola, mi sono stati accanto non solo quando le cose andavano bene, ma sopratutto nei momenti più difficili, che, in particolare nella prima parte dell'anno, non sono mancati con alcuni amministratori in pagina fan. A DANIELE (colgo l'occasione di estendere gli auguri più sinceri di BUON ANNO anche a sua moglie, MOIRA), a STEFANO e a MICHELA, un GRAZIE veramente sincero con tutto il cuore.

BUON ANNO, infine, veramente con tutto il cuore, a voi, cari amici, che ci seguite in pagina fan tutti i giorni, e che seguite con grande affetto anche il nostro SPUNTI DI SPORT.


A voi tutti, cari amici, reali e virtuali, l'augurio veramente sincero di BUON ANNO, con l'auspicio che questo 2012 possa dare a ognuno di noi tutte quelle gioie e soddisfazioni che merita veramente con tutto il cuore, e che sopratutto possa essere meglio di questo 2011 che si sta ormai andando a concludere. 


BUON 2012 A TUTTI!

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

giovedì 29 dicembre 2011

SPUNTI DI SPORT-LA FORZA DI LUCA.

Nella settimana di Natale, si è molto parlato del gesto del giocatore del GUBBIO, SIMONE FARINA, che, non solo ha rifutato 200.000 Euro per alterare il risultato della partita di COPPA ITALIA tra CESENA e GUBBIO, giocata lo scorso 30 Novembre, ma ha avuto sopratutto il coraggio di denuciare questo illecito sia alla propria società che alla procura federale, permettendo così di smscherare questo secondo filone del CALCIOSCOMMESSE, tornato purtroppo di moda in questi mesi. Gesto, quello di SIMONE, che verrà premiato nei prossimi mesi con una “convocazione” etica da parte del ct azzurro, CESARE PRANDELLI, che, per fare sentire al giocatore la massima vicinanza della nazionale per quanto da lui fatto, lo ha invitato ad allenarsi con gli azzurri in occasione di una delle prossime amichevoli (si parla di quella con gli USA, in programma a fine febbraio).

Durante la settimana di Natale c'è stato però un altro episodio, di cui si è parlato un 'po' meno, e che, a giudizio di chi scrive, avrebbe meritato un po' più di attenzione, e che vede protagonista una delle realtà più serie dello sport italiano, il COMITATO PARAOLIMPICO, e il suo presidente (nonché vicepresidente del CONI), LUCA PANCALLI.


Negli ultimi tempi, infatti, il governo italiano aveva tagliato sei miliardi di euro al COMITATO PARAOLIMPICO (CIP). In poche parole, il 100% dei fondi che il CIP riceveva puntualmente dallo stato. In virtù di questa decisione, il COMITATO PARAOLIMPICO avrebbe rischiato la chiusura, terminate le OLIMPIADI di LONDRA del prossimo anno. Ma non solo. Il comitato avrebbe avuto i soldi per salire sull'aereo, ma non i soldi per garantire allenamenti, tecnici e raduni.
Ma non solo. Recentemente il CIP era stato premiato con il PARALYMPIC ORDER, massimo riconoscimento mondiale, e davanti a 170 paesi era stato indicato come modello da imitare. Un modello che avrebbe rischiato di sparire. Vista la situazione il presidente PANCALLI ha lanciato un vero e proprio grido di allarme, chiedendo aiuto a tutte le forze politiche, rivolgendosi al neo ministro dello SPORT, PIERO GNUDI, e scrivendo persino una lettera al CAPO DELLO STATO, GIORGIO NAPOLITANO, informandolo della situazione.
Se da una parte PANCALLI era stato rassicurato un po' da tutti, dall'altra parte, trattandosi di una somma ritenuta da tutte le forze politiche degli spiccioli (sei milioni di euro) la preoccupazione da parte del presidente PANCALLI era che questi spiccioli venissero dimenticati “sul comodino”.

Preoccupazione che per fortuna, alla fine, si è rivelata essere infondata. Lo scorso 21 Dicembre, ecco la notizia tanto attesa. “Ho appreso con grande gioia dell'approvazione, da parte della V Commissione bilancio della Camera, del finnaziamento del Comitato Italiano Paraolimpico” racconta il presidente PANCALLI. “Ringrazio il Governo ed, in particolare, il Ministro per lo Sport, Piero Gnudi, per l'attenzione da lui riservata, sin dall'inizio, a questa delicata vicenda, che metteva a rischio la vita stessa della nostra organizzazione, decisione peraltro maturata in un momento drammatico per l'intero Paese, che avrebbe giustificato un taglio allo sport paralimpico, come già accaduto con il Coni. Li ringrazio e speriamo di ripagare l'investimento a Londra 2012, nel corso dei Giochi Paralimpici”.

Un investimento in favore dello sport nei confronti di un comitato che, per primo, ha annullato le differenze nella società civile, e che rappresenta una di quelle poche eccellenze italiche che il nostro Paese, in questo momento di crisi, può esibire con grande orgoglio e profonda ammirazione.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

sabato 24 dicembre 2011

SPUNTI DI SPORT-LA PRIMA EDIZIONE DELLA COPPA INTERNAZIONALE (1927-1930)

Una formazione azzurra schierata nel 1930.
Una vera e propria antesignana degli attuali Europei, nonché la prima competizione calcistica tra le nazionali dell'EUROPA CENTRALE. Questa è stata, tra il 1927 e il 1960 la COPPA INTERNAZIONALE.

LA STORIA DELLA COPPA INTERNAZIONALE.

Sei, innanzitutto, le edizioni che si svolsero di tale manifestazione, tra il 1927 e il 1960. Lo scopo della COPPA INTERNAZIONALE era quello di eleggere la migliore nazionale dell'EUROPA CENTRALE. Quattro le nazioni che fondarono questa competizione, che, se vogliamo, erano anche le nazionali che in quel dato momento storico stavano dominando il calcio continentale europeo: AUSTRIA, ITALIA, CECOSLOVACCHIA e UNGHERIA. Squadre, insomma, che tra gli anni 20 e 30 sarebbero state a comparire quasi sempre sui principali podi delle manifestazioni sportive dell'epoca, tra tornei olimpici e campionati del mondo. A queste 4 squadre si aggiunse anche la SVIZZERA.

La prima edizione della COPPA INTERNAZIONALE (che più avanti svilupperemo) venne disputata tra il 1927 e il 1930, e vide la vittoria degli AZZURRI, con un punto di vantaggio sull'AUSTRIA. Una considerazione merita la formula del torneo, che rimarrà intatta per tutte e 6 le edizioni del torneo. La formula del torneo prevedeva un doppio girone all'italiana, con gare di andata e ritorno, di cui una in casa e una in trasferta Gli incontri non venivano organizzati preventivamente dalle federazioni, ma organizzati in base della disponibilità o meno delle date federazioni ad ospitare quella data partita. La vittoria valeva 2 punti in classifica, il pareggio un punto a testa. La COPPA INTERNAZIONALE sarebbe stata vinta da quella formazione che avrebbe ottenuto più punti al termine di questo doppio girone all'andata, tra gare di andata e gare di ritorno.

Come già detto, la prima edizione vide la vittoria dell'ITALIA. In palio per i vincitori una coppa in cristallo di BOEMIA, donata dal premier cecoslovacco, ANTONIN SVEHLA.

La prima edizione ebbe un tale successo, che tra il 1931 e il 1932 si svolse la seconda edizione, e in questo caso fu l'AUSTRIA ad aggiudicarsi la COPPA, relegando gli AZZURRI al secondo posto.

La terza edizione vide vincere ancora una volta gli AZZURRI, ma caratterizzò anche in questo caso con il duello tra la nazionale azzurra, e quella austriaca veramente molto forte. Nella gara di andata, giocata a TORINO nel Febbraio del 1934, gli AZZURRI persero per 4-2, ma nella gara di ritorno, giocata nel marzo del 1935 a VIENNA, vinsero per 2-0, grazie alla doppietta di SILVIO PIOLA, che peraltro debuttava in quella partita con la maglia azzurra.

La quarta edizione venne interrotta dopo le prime partite a causa dell'annessione dell'AUSTRIA alla GERMANIA NAZISTA.

La quinta edizione, si svolse nel 1948 nell'immediato dopoguerra, motivo per il quale, a differenza delle edizioni precedenti, vennero profondamente dilatate: causa anche la guerra fredda che stava iniziando, e il cambio di regime di UNGHERIA e CECOSLOVACCHIA, ci vollero ben 5 anni per giocare tutte le partite! La manifestazione venne vinta dall'UNGHERIA. Per gli azzurri, reduci dalla tragedia di SUPERGA, un penultimo posto, giusto prima della SVIZZERA.

La sesta e ultima edizione si giocò tra il 1954 e il 1960, con il patrocinio dellaneonata UEFA, e con la JUGOSLAVIA come sesta partecipante. Questa ultima edizione venne vinta dalla CECOSLOVACCHIA, con gli azzurri penulktimi, davanti al consueto fanalino SVIZZERA.
Conclusa la sesta edizione, nel 1960 la COPPA INTERNAZIONALE, che nel frattempo aveva perso interesse, venne sostituita dal CAMPIONATO D'EUROPA PER NAZIONI, in poche parole gli attuali EUROPEI, organizzati direttamente dall'UEFA.

LA PRIMA EDIZIONE DELLA COPPA INTERNAZIONALE.

La prima edizione venne disputata tra il 1927 e il 1930. Come già detto in precednza, sarebbe stata eletta come formazione vincitrice la squadra che, al termine del girone di ritorno, avrebbe ottenuto più punti, dopo aver disputato gare di andata e per l'appunto di ritorno tra le 5 formazioni partecipanti al torneo. Vediamo i risultati di quella prima edizione, e la relativa CLASSIFICA FINALE.

Praga, 18 Settembre1927 CECOSLOVACCHIA-AUSTRIA 2-0
Budapest, 25 Settembre1927 UNGHERIA-AUSTRIA 5-3
Praga, 23 Ottobre1927 CECOSLOVACCHIA-ITALIA 2-2
Bologna, 6 Novembre 1927 ITALIA-AUSTRIA 0-1
Genova, 1°Gennaio 1928 ITALIA-SVIZZERA 3-2
Roma, 25 Marzo 1928 ITALIA-UNGHERIA 4-3
Vienna, 1° Aprile 1928 AUSTRIA-CECOSLOVACCHIA 0-1
Budapest, 22 Aprile 1928 UNGHERIA-CECOSLOVACCHIA 2-0
Vienna, 7 Ottobre 1928 AUSTRIA-UNGHERIA 5-1
Zurigo, 14 Ottobre 1928 SVIZZERA-ITALIA 2-3
Vienna, 28 Ottobre 1928 AUSTRIA-SVIZZERA 2-0
Budapest, 1° novembre 1928 UNGHERIA-SVIZZERA 3-1
Bologna, 3 Marzo 1929 ITALIA-CECOSLOVACCHIA 4-2
Vienna, 7 Aprile 1929 AUSTRIA-ITALIA 3-0
Berna, 14 Aprile 1929 SVIZZERA-UNGHERIA 4-5
Losanna, 5 Maggio 1929 SVIZZERA-CECOSLOVACCHIA 1-4
Praga, 8 Settembre 1929 CECOSLOVACCHIA-UNGHERIA 1-1
Praga, 6 Ottobre 1929 CECOSLOVACCHIA-SVIZZERA 5-0
Berna, 27 Ottobre 1929 SVIZZERA-AUSTRIA 4-5
Budapest, 11 Maggio 1930 UNGHERIA-ITALIA 0-5.

CLASSIFICA FINALE. ITALIA 11 punti; AUSTRIA e CECOSLOVACCHIA 10; UNGHERIA 9; SVIZZERA 0.

Come già detto, in precedenza, dunque fu l'ITALIA (guidata in quella prima edizione da ben tre commissari tecnici: fino al 10 Giugno 1928 da AUGUSTO RANGONE; tra il 14 Ottobre 1928 e il 28 Aprile 1929 da CARLO CARCANO, e poi, dal 1° Dicembre 1929 da VITTORIO POZZO) a vincere la prima edizione, anche se, a dire il vero, gli AZZURRI non partivano proprio come favoriti.

Le prime due partite, come possiamo vedere, videro infatti all'esordio un pareggio a PRAGA strappato veramente con i denti, e poi, una sconfitta casalinga contro la fortissima AUSTRIA. Successivamente l'ITALIA riuscì a battere in casa il fanalino di coda SVIZZERA. Non c'è dubbio, però, che il riusultato più prestigioso fu conseguito il 25 Marzo 1938, quando gli AZZURRI riuscirono a battere la fortissima UNGHERIA per 3-2. A dire il vero, la partita non era iniziata molto bene, con gli AZZURRI che avevano chiuso il primo tempo soptto di due reti; ma poi nela ripresa gli AZZURRI riuscirono a rimontare e poi a superare la squadra ungherese, grazie a un goal dell'oriundo LIBONATTI, a cinque minuti dalla fine. Una vittoria, quella contro l'UNGHERIA, che peraltro portò un premio ai singoli giocatori azzurri di ben 24.000 Lire.

Dopo il torneo olimpico di AMSTERDAM, dove gli Azzurri giunsero terzi, in autunno riprese il torneo, con però un nuovo allenatore alla guida: VITTORIO POZZO.
Gli AZZURRI vinsero in trasferta contro la SVIZZERA, e poi, il 4 MARZO 1929, a BOLOGNA, gli Azzuri vinsero contro la CECOSLOVACCHIA per 4-2.

A questo punto, però, ci fermiamo un attimo con la storia, in quanto, per la prima volta, possiamo farvi vedere delle immagini. La partita contro la CECOSLOVACCHIA è infatti la prima partita della storia della NAZIONALE di cui abbiamo testimonianza filmata su INTERNET. Il filmato è in bianco e nero, e muto, ma rappresenta un documento veramente molto significativo, perchè ci permette di poter meglio vedere come giocavano gli AZZURRI all'epoca.


Dopo la vittoria con la CECOSLOVACCHIA, gli Azzurri vennero purtroppo sconfitti dalla solita AUSTRIA per 3-0. Al termine del penultimo turno, la classifica vedeva in testa a 9 punti ITALIA e UNGHERIA, seguite a 8 punti da AUSTRIA e CECOSLOVACCHIA. La SVIZZERA era ferma a 0 punti. Diventò così decisiva l'ultima giornata, dove sia l'AUSTRIA che la CECOSLOVACCHIA dovevano giocare contro il fanalino di coda SVIZZERA, e al contempo era previsto a BUDAPEST lo scontro diretto tra UNGHERIA e ITALIA.

Se le vittorie di AUSTRIA e CECOSLOVACCHIA erano pressochè scontate contro la SVIZZERA, nessuno potè immaginare cosa sarebbe successo l'11 Maggio 1930, data dello scontro diretto UNGHERIA-ITALIA. Gli Azzurri andarono infatti a vincere con un netto 5-0 a BUDAPEST, grazie a una tripletta di GIUSEPPE MEAZZA, aggiudicandosi così la prima edizione della COPPA INTERNAZIONALE.

Mi sarebbe piaciuto pubblicare le immagini di quella partita, ma purtroppo non sono riuscito a trovare le immagini su Internet. In compenso, attraverso una lunga e attenta ricerca, sono riuscito a ritrovare le formazioni di quello storico 11 MAGGIO 1930.

L'UNGHERIA, guidata dal tecnico HIRZER, schierò questa formazione: Akai, Koranji I, Fogl III, Borsanyi, Turay, Vigh, Markos, Takacs II, Opata, Hirzer, Titkos.

Gli AZZURRI, guidati da VITTORIO POZZO, scesero in campo con questa formazione: Combi, Monzeglio, Caligaris, Colombari, A. Ferraris, Pitto, Costantino, Baloncieri, Meazza, Magnozzi, Orsi.
L'arbitro fu il tedesco BAUWENS.

Come detto precedentemente, gli Azzurri vinsero contro l'UNGHERIA per 5-0, grazie alla tripletta segnata al 17°, al 65° e al 70° da MEAZZA, al 72° da MAGNOZZI, e all'84° da COSTANTINO, aggiudicandosi così la COPPA INTERNAZIONALE, il primo trofeo aggiudicato da POZZO alla guida della NAZIONALE. 

Fotografia raffigurante una formazione azzurra del 1930. Da sinistra: Baloncieri, la riserva Degani, Ferraris IV, Pitto, Magnozzi, Monzeglio, Calligaris, Orsi, Meazza e Colombari. Nella foto mancano altri due protagonisti della storica vittoria contro l'UNGHERIA: Rosetta e Costantino.

Dopo quello storico trionfo sarebbero seguiti altre grandi soddisfazioni per il calcio, sempre con POZZO in panchina: i due MONDIALI del 1934 e del 1938, e il torneo OLIMPICO a BERLINO del 1936. Ma questa, come direbbe il grande MICHAEL ENDE, è un'altra storia.

Cari amici, siamo ormai giunti al termine di questa nostra 53° puntata di SPUNTI DI SPORT. Tra poche ore, sarà NATALE, e proprio al NATALE sarà dedicata la nostra prossima puntata,dove, tornando all'attualità calcistica, vi racconteremo due vere e proprie storie di NATALE.

Nel frattempo, colgo l'occasione per porgere a voi tutti, cari amici, i più cari e sinceri auguri di BUON NATALE. 

 
                                                  Rüdiger Franz Gaetano Herberhold.

martedì 20 dicembre 2011

SPUNTI DI SPORT-CIAO, PEROGATT!


Un grande artista, ma sopratutto uno di noi. Lo scorso 13 dicembre, è venuto, infatti, a mancare, all'età di 82 anni, a GUANZATE, in provincia di COMO, uno dei più grandi fumettisti italiani: CARLO PERONI.

CARLO PERONI, chiamato anche PEROGATT, nel corso della sua lunghissima carriera, iniziata giovanissimo, ha disegnato numerosi personaggi non solo per il GIORNALINO, il celebre settimanale per ragazzi dei paolini, ma anche per altri periodici illustrati, quali IL CORRIERE DEI PICCOLI e il leggendario VITTORIOSO: DRAGHIOTTINO, SLURP, GIANCONIGLIO, ZIO BORIS, NEROFUMO, PACIOCCO, e l'ispettore PEROGATT, che vediamo qui raffiguato.





Tra i suoi personaggi, non possiamo neanche dimenticare NOSTRADAMUS JUNIOR (1992), che di fatto portò i lettori del GIORNALINO (per il quale disegnò anche le storie italiane dei personaggi di HANNA E BARBERA, in particolare I FLINTSTONES e YOGHI) all'anno 2000, con il leggendario GIOCACALENDARIO.

PERONI, peraltro, fu anche l'ideatore di CALIMERO, che qui andiamo a rivedere nel suo primo, storico CAROSELLO del 1963.


Dicevo all'inizio che con la scomparsa di PERONI era venuto a mancare uno di noi, perchè durante gli anni 70, per diverso tempo, PERONI collaborò con il GUERIN SPORTIVO, andando progressivamente a sostituire progressivamente le vignette di MARINO, gravemente malato.
Un maestro del fumetto, CARLO PERONI,che, grazie ai suoi lavori, vivrà per sempre nel cuore non solo di noi guerinetti, ma anche in quello di tutti gli appassionati di questo genere, oltre che in quello dei suoi fedelissimi ammiratori.

Vi lascio ora al racconto che PERONI stesso fece all'interno del suo blog, PEROGATT, qualche anno fa, in merito all'esperienza vissuta al GUERIN SPORTIVO, e in cui raccontò numerosi aneddoti dell'epoca, assolutamente da leggere, e all'interno del quale sono state pubblicate alcune vignette disegnate e pubblicate sul GUERIN SPORTIVO dell'epoca.

Ciao Perogatt, grazie per aver fatto sognare noi giovani con i tuoi personaggi, e sappi che sarai sempre nei nostri cuori.
                                                                       Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

DAL BLOG PEROGATT.



Bartoletti io lo avevo conosciuto anni addietro, agli inizi degli anni '70, perché ero stato chiamato dal Conte Rognoni, il proprietario del giornale sportivo "Guerin Sportivo", per sostituire "Marino" (non ricordo proprio qual era il suo cognome dato che tutti lo avevano chiamato con il suo nome d'arte "Marino", con il quale firmava anche le vignette), il bravissimo e noto disegnatore ufficiale di quel giornale (che usciva il lunedì nello stesso formato dei quotidiani, anzi forse di più: misurava cm. 43 x 59; stampato in nero con la testata "Guerin Sportivo" in verde). Marino stava molto male ed aveva dato il permesso che qualche disegnatore affidabile lo imitasse. Io feci velocemente qualche prova che sottoposero a Marino e questi le approvò subito: lo avevo imitato alla perfezione.
Così per molto tempo io andavo in redazione tutte le domeniche pomeriggio e dovevo realizzare ultravelocemente le vignette, tutte di formato gigante, cercando di inventare le battute in base ai risultati delle partite appena concluse; le schizzavo e le sottoponevo al Direttore (il
Conte Rognoni) per l'approvazione; qualche volta lui mi faceva fare qualche piccola modifica ma in genere era molto soddisfatto. Così tornavo nella stanza che mi avevano assegnato per realizzare i disegni originali con lo stile di Marino: uno stile piuttosto difficile da imitare, ma c'ero riuscito abbastanza bene. Il Conte Rognoni, prima di iniziare a lavorare con le vignette, mi chiese per quale squadra io tifassi e gli risposi timidamente che... in effetti io non ero proprio un tifoso: mio padre era uno Juventino e di conseguenza io e mio fratello fummo Juventini (mio fratello era molto più appassionato di me riguardo il calcio: io invece lo seguivo molto poco). Quindi dissi al Conte che ero... Juventino. Lui mi disse "Bene, perché se lei era un milanista l'avrei mandato subito via!" Insomma, il Conte Rognoni odiava il Milan (anche se non ho mai saputo di preciso per quale motivo, ma sapevo che lui aveva appena acquistato la squadra del "Cesena" che, anche grazie agli interventi del Conte, subito dopo era riuscito ad arrivare in Serie A) e mi spingeva a fare sempre, su tutti i numeri, vignette contro il Milan. A me la cosa non andava tanto, ma... dato che lui era il Direttore (e proprietario) mi rassegnai; oltre tutto, cosa da non dimenticare, per quelle vignette mi pagavano piuttosto bene. Quindi mi specializzai nel fare caricature dei giocatori del Milan, ma soprattutto di Gianni Rivera.  

Vignetta pubblicata sul GUERIN SPORTIVO del 24 Dicembre 1973.
Devo dire che, per guadagnare tempo, il Direttore del giornale mi aveva dato il permesso di preparare in studio alcune vignette che trattavano argomenti generici, sempre di calcio, ma non di attualità molto stretta. Così alla domenica arrivavo con alcune vignette già pronte, ma la maggior parte dovevo farle al momento, appena terminate le partite e saputi i risultati ed eventuali errori degli arbitri oppure discussioni varie fra i giocatori, insomma tutto quello che si riusciva a sapere che potesse dare degli spunti per creare delle vignette apposite sulle partite principali della giornata con battute adeguate.
Nella stessa stanza che mi avevano affidato c'era anche un certo Marino Bartoletti... sì, proprio quello che, anni dopo avrebbe inventato e presentato la trasmissione "Quelli che il calcio". Lui era stato molto gentile e comprensivo con me. Bartoletti era impegnato, come me del resto, solo che lui doveva commentare con la macchina da scrivere i risultati delle avarie partite appena concluse. Tutto si operava con la massima velocità perché il giornale andava in stampa pochissimo tempo dopo. Come già detto, io non sono mai stato un esperto di calcio ed avevo accettato quell'incarico con molta incoscienza (come al solito...) perché lì bisognava per forza essere invece degli esperti... Per fortuna che confessai questa mia mancanza a Bartoletti e lui mi aiutò sempre e mi diede una mano nei punti dove ero insicuro; a volte, per esempio, non ricordavo che numero avessero alcuni giocatori e lui prontamente me lo diceva; poi, dovevo fare velocemente delle caricature di calciatori che non avevo mai visto, ma avevo a disposizione una persona al mio servizio che, dietro mie richieste, immediatamente riusciva a scartabellare nell'ampio archivio delle redazione e mi faceva avere le foto dei calciatori richiesti. Io sceglievo quelle che più si adattavano e mi mettevo a disegnare. Solo che il "fotolitista" (cioè quello della tipografia - che era situata nel palazzo accanto - incaricato di trasformare in "cliché", cioè "fotolito", agendo con degli acidi speciali, otteneva il mio disegno "completamente rovesciato" in modo che poi stampato diventava diritto) mi aspettava dietro le spalle e mi faceva sempre fretta. Dato che, per imitare lo stile di Marino, non potevo usare dei pennarelli, ma dovevo usare l'inchiostro di china su una carta speciale (che aveva dei puntini a rilievo che servivano per creare alla fine un effetto tipo "retino" usando una matita dalla "mina grassa") che aveva anche la particolarità che l'inchiostro asciugava molto lentamente; allora qualcuno mi procurò un phon e, mentre io andavo avanti a disegnare le altre vignette, questi cercava di asciugare i disegni e quando io li giudicavo pronti, il fotolitista faceva poi delle corse pazzesca per riuscire a guadagnare dei minuti preziosi. Insomma, il tutto era eseguito completamente di corsa ed all'ora fissata, quasi per miracolo, tutto era pronto: il giornale poteva andare in stampa ed io tornavo a casa con una delle primissime copie stampate con l'inchiostro (stavolta quello della stampa) ancora bagnato... Qualche giorno dopo il Conte Rognoni mi disse che stava cercando con urgenza una segretaria affidabile. Io gli proposi mia figlia e lui mi disse di portarla per fare un colloquio. Fu subito assunta. Mia figlia era al suo primo lavoro: prima aveva frequentato varie scuole, fra le quali anche la scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta dal famosissimo Strehler. Aveva anche frequentato la Scuola del Cinema di Milano. Insomma, come attrice non era un gran ché... ma quelle esperienze le servirono molto nella vita: imparò anche a "recitare" sul lavoro. Insomma, con il Conte Rognoni "recitò" così bene la sua parte che lui era convinto che quel lavoro lo avesse fatto da sempre; insomma era molto soddisfatto di lei: era una brava segretaria e soprattutto molto veloce, qualità questa che il Conte apprezzava molto.
Qualche tempo dopo si seppe che il disegnatore "Marino" era morto ed ora al giornale non sapevano come comportarsi: "Marino" era una della colonne portanti del giornale (oltre al famoso giornalista sportivo Gianni Brera che curava sempre una sua rubrica fissa - veniva tutte le domeniche ma non parlava mai con nessuno di noi). Ed ora? Io proposi al Conte Rognoni di proseguire io quelle vignette, ma cambiando lo stile: stavolta con il mio e non imitando quello di Marino. Lui era dubbioso, ma quando vide le mie prime vignette (quelle con il mio stile) rimase entusiasta: non erano assolutamente inferiori a quelle di Marino! Così i lettori seppero che, dopo la triste scomparsa del vignettista Marino, aveva preso il suo posto Carlo Peroni, un altro noto vignettista. Ma nessuno seppe mai che per oltre un anno Marino non aveva più disegnato: le vignette che i lettori avevano visto con la sua firma, in effetti erano mie...
Avevo accennato al fatto delle vignette contro il Milan, vero? Beh, una volta stavo per pagarla cara... Era il periodo in cui tutte le domeniche non si poteva circolare con l'auto, salvo i servizi speciali e la stampa: noi avevamo ricevuto uno speciale contrassegno di permesso per circolare ed inoltre avevamo messo molto in grande la testata del "Guerin Sportivo" sull'auto. Ho già detto - almeno mi sembra... - che io non guido, (a proposito: quasi nessun disegnatore guida l'auto e non si sa il motivo...) Così mi facevo accompagnare da mia moglie che, approfittando dell'assenza completa (o quasi) delle auto in città, approfittava per correre un po' di più anche perché io dovevo arrivare molto presto in redazione. Ad un incrocio un vigile ci fischiò. Noi mostrammo il permesso e lui vide che avevamo a che fare con il Guerin Sportivo. Il vigile chiese che cosa facevamo di preciso in quel giornale. Io gli risposi che facevo le vignette sul calcio. Il vigile allora si infuriò e mi disse che avrebbe controllato tutta la macchina per farci una bella multa, ma non trovando niente da... multare, mi fece una ramanzina: "Se lei disegna ancora una vignetta contro il Milan, la prossima volta le faccio la multa!" Così arrivai un po' in ritardo in redazione. Ne parlai con il Conte Rognoni e lui mi disse di non lasciarmi influenzare: "Quello è un milanista ed è ovvio che sia arrabbiato perchè loro non sanno giocare! Quindi, la prossima volta che lo ferma gli faccia vedere una vignetta che avrà fatto nel frattempo contro l'Inter, così almeno si calma." Infatti, la domenica successiva, il vigile fischiò di nuovo. Ma stavolta, appena ci fermammo, io fui più veloce di lui e gli feci vedere una vignetta contro l'Inter che avevo già preparato e che sarebbe stata stampata proprio in quel numero... Infatti ci lasciò passare subito dicendo che avrebbe avvertito i sui colleghi, quindi potevamo andare anche più veloci. 

Vignetta pubblicata sul GUERIN SPORTIVO del 4 Febbraio 1974
C'era un periodo in cui il Conter Rognoni mi aveva incaricato di fare qualche vignetta contro Gheddafi. Io gli dissi che personalmente non avevo nulla da dire contro Gheddafi, ma lui mi obbligò a preparare delle vignette in quel senso. Mi spiegò che in quel periodo Gheddafi si stava comportando molto male contro l'Italia e bisognava fare delle vignette contro di lui. Io dovetti obbedire e feci quelle vignette, cercando di essere cattivo il meno possibile. Comunque quelle vignette vennero stampate e con il mio nome. Qualche giorno dopo ricevetti una telefonata da un individuo con un accento chiaramente nordafricano (probabilmente libico) che mi disse: "Lei si è permesso di fare delle vignette contro Gheddafi" Io gli spiegai che non erano idea mia, ma dovevo farle perché me le aveva chieste il Direttore. Quel tizio mi disse allora: "Se lei disegna ancora una vignetta con la caricatura di Gheddafi, si ricordi che lei ha una famiglia... Quindi se non vuole guai non ne faccia più." E terminò la telefonata. Il giorno dopo ne parlai con il Conte Rognoni e gli dissi che non me la sentivo più di fare quelle vignette contro Gheddafi. Il Conte capì e mi disse che avrebbe sostituito l'argomento. Così mi diede da fare delle vignette dove c'erano in ballo gli Israeliani ed i Palestinesi... Mi trovai di nuovo a dover discutere... Trovammo un compromesso: feci delle vignette dove non criticavo nessuno dei due, cioè davo ragione ad entrambi. Quella volta non ricevetti nessuna telefonata con minacce... 

Vignetta pubblicata sul GUERIN SPORTIVO del 4 Febbraio 1974
Qualche anno fa mi chiamarono per far parte di una giuria per una mostra-concorso di vignette, a Milano, che avevano come argomento lo sport. Appena arrivai alla mostra scoprii che in effetti i giurati eravamo in due: io e... Gianni Rivera (che nel frattempo era diventato onorevole). Appena mi presentai, lui mi chiese: "Peroni?... Non sarà mica quello che faceva le vignette sul Guerin Sportivo?". Alla mia risposta affermativa, lui mi disse che ormai aveva accettato di far parte di quella giuria, ma si ricordava di come lo avevo "trattato" con quelle vignette sul giornale... però non gli faceva piacere essere lì con me. Io cercai di rassicurarlo: non ce l'avevo mai avuta con lui, il mio era solo un lavoro... Ma Rivera non si convinse tanto e ci demmo subito da fare per giudicare le vignette e scegliere le vincitrici. Poi se ne andò subito, senza nemmeno salutarmi. A quel punto mi dissi che forse avevo fatto bene a fare quelle vignette tanti anni prima: magari se le era meritate...”  

venerdì 16 dicembre 2011

SPUNTI DI SPORT-BENTORNATO, MONDO!

Cari amici,
con questa puntata riprende il nostro ciclo di appuntamenti con SPUNTI DI SPORT. Ricordo a chi ci seguisse per la prima volta, che SPUNTI DI SPORT è una rubrica in cui affrontiamo i principali avvenimenti sportivi. Ma non solo. SPUNTI DI SPORT è anche una rubrica dove, più volte abbiamo avuto modo di rivivere anche dei veri momenti di sport attraverso i nostri fantastici AMARCORD (come è successo, ad esempio, con le 12 puntati del ciclo dedicato alle più belle vittorie della FERRARI conseguite a MONZA, che forte apprezzamento ha riscontrato).

Nell'ultima puntata, la 50°, scritta ai primi di novembre, avevo voluto rendere merito alla grande impresa di ALEX ZANARDI, che nella categoria HANDBIKE, aveva vinto la MARATONA DI NEW YORK. Nela puntata odierna, quasi avoler mantenere un filo conduttore con la puntata precedente, vorrei raccontare una bellissima storia di calcio, ma anche di vita. Una storia di cui ci siamo già occupati durante una dele primissime puntate di questa nostra rubrica, e in seguito alla quale abbiamo poi lanciato poi un'iniziativa che ha riscosso veramente un grosso apprezzamento in pagina.

Nel calcio, come nella vita, ci possono essere simpatie, come antipatie. Ma a volte, ci sono dei personaggi che, con la loro umiltà riescono a farsi apprezzare da tutti. Uno di questi è sicuramente EMILIANO MONDONICO.
Nella puntata di SPUNTI DI SPORT, pubblicata lo scorso 15 Giugno, vi avevo raccontato della decisione di MONDONICO di lasciare il calcio per poter meglio curare il tumore all'addome che era stato diagnosticato al tecnico di RIVOLTA D'ADDA. L'ex allenatore dell'ALBINOLEFFE, pochi giorni dopo la sua decisione, si era fatto operare, e l'operazione era andata decisamente a buon fine. E poi? Cosa è successo al MONDO in questi mesi?

A fine Ottobre EMILIANO MONDONICO era tornato a parlare di calcio (e non solo) a QUELLI CHE IL CALCIO, con VICTORIA CABELLO. Vediamo le immagini.



Sempre nello stesso mese di Ottobre, peraltro, il Mondo aveva tranquillizzato tutti sulla completa guarigione, al punto che si dedicava ad allenare i ragazzi dell'ospedale di Rivolta d'Adda con problemi da dipendenza, cosa questa, citata anche nella intervista con la CABELLO. Adesso ci siamo. Per davvero.

Il tecnico ha raccontato tutto in tv, a "Verissimo", in una puntata andata in onda sabato scorso, 10 Dicembre. Ha detto Mondonico: "I chirurghi che mi hanno in cura e i macchinari dicono che sono guarito. Non ho mai avuto veramente paura di non facela. Forse a volte di notte in ospedale, quando ero solo e non potevo fare altro che stare lì ad aspettare. Ma poi, appena le prime luci del giorno iniziavano a filtrare dalle finestre, si riaccendeva la speranza. Pregare ho pregato, ma non per me. Pregavo per i bambini malati di tumore che stavano lì in ospedale e ho anche detto a Dio che non mi sembrava giusto che soffrissero così. Cosa farò adesso? Il calcio è la mia vita. Ho sempre fatto questo mestiere e probabilmente è l'unica cosa che so fare".

Bentornato Mondo! In attesa di poterti finalmente vedere di nuovo in panchina, sappi che ti aspettiamo veramente con tutto il cuore a braccia aperte!

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

martedì 8 novembre 2011

SPUNTI DI SPORT-LA LEZIONE DI ALEX.


Una lezione di sport, ma sopratutto una vera e propria lezione di vita. È quella che ci ha dato domenica ALESSANDRO ZANARDI, andando a vincere la maratona di NEW YORK nella categoria HANDBIKE. Una lezione, quella di ALEX, che va al di là della vittoria ottenuta domenica, e che ci dimostra, come, con la buona volontà, e sopratutto tanto amore e passione per lo sport che si pratica, si può riuscire anche a vincere anche quando sembra che la vita ti abbia voltato le spalle.

Abbiamo tutti noi negli occhi le immagini del terribile incidente del LAUSITZRING, quando la vettura del pilota italo-canadese ALEX TAGLIANI, colpì la vettura di ZANARDI in due, spaccando di fatto la REYNARD-HONDA del pilota bolognese. Fu un incidente bruttissimo, con ALEX in condizioni disperate. L'incidente aveva provocato purtroppo l'amputazione di entrambi gli arti inferiori (il sinistro al di sopra del ginocchio, il destro al di sotto del ginocchio). Alex arrivò in fin di vita all'ospedale di BERLINO, dove rimase in coma farmacologico per due settimane, e dove subì l'amputazione definitiva del ginocchio destro, definitivamente compromesso, ma per fortuna riuscì a riprendersi.
Iniziò così un lungo periodo di riabilitazione,periodo nel quale ALEX mostrò una grandissima forza d'animo, riuscendo dopo pochissimi mesi,nel Dicembre 2001, durante la premiazione dei CASCHI D'ORO, svoltasi durante il MOTORSHOW di BOLOGNA e organizzata in collaborazione alla rivista AUTOSPRINT, ad alzarsi in piedi grazie a delle protesi,per la prima volta dopo il tragico incidente prima di ricevere il premio da MICHAEL SCHUMACHER.Rivediamo insieme le immagini di quel bellissimo momento, veramente emozionante.


Nel 2002 tornò in CHAMP CAR disputando una gara a TORONTO. Nel 2003 ALEX tornò al LAUSITZRING, invitato dall'organizazzione del GP, per terminare idealmente il GP corso nel 2001 e interrotto a causa del drammatico incidente. ALEX corse a bordo di una vettura modificata appositamente gli ultimi 13 giri, facendo registrare dei tempi velocissimi,k che, se iscritto al campionato, avrebbero garantito additittura il 5° posto. Ripreso così a correre, ALEX tornò a vincere una corsa il 28 Agosto 2005 nel CAMPIONATO TURISMO sul circuito tedesco dell'OSCHERSLEBEN. Altre vittorie nel 2006 a ISTANBUL, e nel 2008 a BRNO.

L'AVVENTURA IN HANDBIKE.


Nel 2010, terminata l'avventura con le macchine, ALEX iniziò a correre nella categoria H4 in HANDBIKE. Il 19 Giugno dello scorso anno vinse la maglia tricolore ai campionati italiani di ciclismo su strada a TREVISO, e ai mondiali di ROSKILDE in DANIMARCA, la medaglia d'argento nella prova a cronometro, andando a conquistare, in anticipo, la partecipazioni alle PARAOLIMPIADI del 2012 a LONDRA.

LA MARATONA DI NEWYORK.

Lo scorso 6 Novembre ZANARDI ha gareggiato alla maratona di NEW YORK, andando a vincere con la sua HANDBIKE, in 1h 13 minuti e 58 secondi, stabilendo il nuovo primato della corsa.
E pensare che la corsa, per il corridore bolognese, non è stata assolutamente una passeggiata.

Riviviamo la corsa attraverso il racconto dello stesso campione bolognese. “Siamo partiti velocissimi. Lo statunitense PILON e il polacco WILK sono stati ossi duri. Abbiamo rallentato un poco all'ingresso a nord di CENTRAL PARK. Mi fidavo del mio sprint e ho cercato di rimanere davanti per poter rispondere subito ad un eventuale attacco”.

Tutto stava procedendo bene per il campione bolognese della BARILLA, quando, improvvisamente, quello che nessuno si aspettava. A COLUMBUS CIRCUS ZANARDI con la sua handbike colpisce il gradino del marciapiede, perdendo la catena. Gli avversari sorpassano ALEX, sembra che ormai non ci sia più nulla da fare. Ma si sa, è quando il gioco si fa duro, che i duri cominciano a ballare. “Tutto andava secondo i piani-racconta ZANARDI- ma a COLUMBUS CIRCUS, dove si svolta a destra per rientrare a CENTRAL PARK, ho toccato il marciapiede, e mi è scesa la catena. A volte credo di essere l'artefice delle mie sventure, visto che subito prima della gara avevo maneggiato sulla mia bicicletta, cambiando il paracatena. Fortunatamente sono stato bravo a non innervosirmi, e così sono stato bravo a rimetterla subito su. Mancavano circa 400 metri al traguardo e lo statunitense Pilon ha provato a scappare. L'ho ripreso subito, e l'ho passato. Mentre ero lanciato ho sentito un gran rumore alle mie spalle, e ho capito che Pilon si era schiantato contro i cartelloni pubblicitari. È stata dura, ma è una vittoria importantissima di che mi rende orgoglioso. Questa vittoria mi da ancora più fiducia. Correrò altre maratone per arrivare a LONDRA nelle migliori condizioni ”. 

Una vittoria, quella di domenica, che ci ha dimostrato la grande emozione che ci possa essere dietro una vittoria, ma sopratutto ci ha mostrato una vera e propria lezione di vita fornita da un grande campione con la C maiuscola, ALEX ZANARDI.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

SPUNTI DI SPORT-L'AUT AUT DI MONTEZEMOLO.


Un vero e proprio ultimatum lanciato alla FORMULA 1. Questo quanto lanciato dal presidente della FERRARI, LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO, durante le FINALI MONDIALI FERRARI, che si sono tenute sul circuito del MUGELLO lo scorso fine settimana. Il presidente MONTEZEMOLO è intervenuto, parlando della FORMULA 1 del futuro, chiedendo a gran voce dei cambiamenti radicali su almeno 3 punti: meno esasperazione sull'aerodinamica, ritorno ai test durante la stagione e la possibilità di poter schierare una terza vettura ad opera di team satellite.

Queste le dichiarazioni del presidente della FERRARI, che ha inoltre confermato per il 2012 in FORMULA 1 il duo ALONSO-MASSA.

«La Formula 1 rimane la nostra vita ma senza Ferrari non c’è al Formula 1 così come senza Formula 1 la Ferrari sarebbe diversa», ha iniziato Montezemolo. «Abbiamo tanta pazienza ma ci sono delle condizioni precise per proseguire nel nostro impegno. Corriamo non soltanto per farci pubblicità ma soprattutto per fare ricerca avanzata per le nostre vetture stradali, su tutti gli aspetti: motori, telai, meccanica, elettronica, materiali e aerodinamica, tanto è vero che il trasferimento di tecnologia dalla pista alla strada è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi vent’anni. Quello che non ci sta più bene è che il 90% della competitività sia basato esclusivamente sull’aerodinamica o che il nostro sia l’unico sport in cui siano proibiti i test. Costruiamo macchine, non elicotteri o razzi o aerei. Certo, non dobbiamo tornare agli eccessi di qualche anno fa ma non possiamo nemmeno ritrovarci nella condizione di non poter dare sbocco ad esempio ai giovani che stiamo facendo crescere nella Ferrari Driver Academy. In ultimo, c’è il tema della terza macchina che, badate bene, non lo sosteniamo tanto per il nostro interesse quanto per quello dello sport in generale. Siamo convinti che l’attenzione di tifosi, media e sponsor possa aumentare se in pista c’è un numero più ampio di vetture competitive e non macchine più lente di due o tre secondi al giro che vengono doppiate dopo poche tornate. Come esempio, ricordo che, nel 1961, Giancarlo Baghetti vinse il Gran Premio di Francia a Reims con una Ferrari messagli a disposizione da un privato: ecco, sarebbe bello vedere in futuro una nostra macchina correre con i colori americani, cinesi o, magari di Abu Dhabi. Sosterremo le nostre ragioni nelle sedi e nei modi più opportuni ma saremo molto chiari e a chi sta bene bene altrimenti se ne faranno una ragione. Se vorranno ancora la Ferrari, la Formula 1 deve cambiare e tornare ad essere ricerca avanzata, sempre con una necessaria attenzione ai costi. Noi non siamo in Formula 1 come degli sponsor ma come costruttori», ha concluso Montezemolo.

Un aut aut molto chiaro quello del presidente della Rossa. Aspettiamo notizie sia dalla FEDERAZIONE, sia dalla FOTA (l'associazione dei costruttori). Risposte che sicuramente non mancheranno.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold