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venerdì 27 aprile 2012

SPUNTI DI SPORT-L'ULTIMO TANGO DI PEP.


Un vero e proprio commiato. Questo è stata oggi la conferenza stampa con cui l'allenatore del BARCELLONA, PEP GUARDIOLA, ha ufficializzato la sua decisione di lasciare la guida della squadra blaugana per riposarsi un pò.
Oltre al presidente ROSELL e al ds ZUBIZARRETA, a sorpresa, in conferenza stampa ecco arrivare i giocatori del BARCA. Tutti, tranne MESSI, che ha disertato l'appuntamento, per impedire alle telecamere di riprendere la sua tristezza, come spiegherà più avanti. La sensazione che si ha è come se qualcosa stesse per concludersi.
La conferenza stampa inizia con le parole del presidente del BARCELLONA, SANDRO ROSELL, che ufficializza quanto nelle ultime ore già si sapeva: a fine stagione GUARDIOLA non sarà più l'allenatore del BARCELLONA.

A questo punto, però, rivivamo direttamente con le parole dei protagonisti, la conferenza stampa di oggi pomeriggio.

ROSELL. "Comunichiamo ufficialmente che l'allenatore non sarà Guardiola per la prossima stagione. Lo ringraziamo per aver migliorato il nostro mondo calcistico e per i suoi risultati, per aver onorato i nostri valori e la nostra bandiera".

GUARDIOLA. "Non è una situazione semplice per me. Cercherò di spiegare le mie sensazioni; mi dispiace per l'incertezza che si era creato, per i problemi creati a chi stimo e chi mi circonda. Mi dispiace se qualcuno ha messo in dubbio la mia serietà e la mia continuità. Prima di essere stato allenatore, sono stato giocatore del Barça, questa è sempre stata casa mia. Quattro anni sono un'eternità al Barça. A ottobre avevo già parlato con Rosell e con la direzione della squadra, della mia possibile volontà, ma non potevo dirlo a stampa e giocatori.
Sapevo ad ottobre che la mia avventura si stava concludendo. Restare qui vuol dire restare ogni giorno al 100% e l'allenatore deve avere l'energia per contagiare la squadra e l'ambiente -ammette, mentre tra il pubblico si notano gli sguardi commossi dei giocatori-. Provo stima incredibile per i giocatori, per tutto, per l'ambiente e sono soddisfatto dei risultati ottenuti in questi anni. Nessuno può capire quanto sia bello aver allenato questi ragazzi e vincere così tante cose insieme. 
Il responsabile del mio addio è solo il tempo, il tempo che è passato. Allenare al 100% è una fatica, qui, quattro anni sono un'eternità. Però sono orgoglioso di esser stato qui tutto questo tempo. La forza di questo club è incredibile, non saprei che altro dire. "Mi piace l'idea di andar via avendo fatto bene, non lascerò mai quel che mi hanno lasciato nel cuore i miei predecessori. Qualsiasi cosa ho detto e pensato, è perché ce l'avevo dentro, perché credo nelle cose che dico, sino in fondo. Non credo di aver voglia di allenare subito, di riprendere immediatamente a guidare un club. E' una questione individuale, personale, non ha influito la mia famiglia che ho comunque consultato".

ROSELL. "Sarà sempre uno dei nostri, un amico del Barcellona. Lo ringraziamo anche per il gioco espresso e per l'immagine che ha dato alla nostra squadra, per i trofei vinti, per tutto quello che ha fatto con noi e per noi. E poi anche il trofeo dell'orgoglio, di aver vinto giocando bene".

ZUBIZARRETA. "Ha reso grandi i valori del Barça, adesso ci lascia una grandissima sfida. Ripartiamo da qui, ripartiamo da quel che ci ha lasciato Guardiola. Non ci volevamo credere a quel che voleva fare, al suo addio, sin da ottobre. Molte volte lui ce l'ha ripetuto, l'importante sono i valori che ci rendono diversi dagli altri. Chi lo può sostituire? All'inizio l'interrogativo è difficile, poi abbiamo capito che serviva qualcuno che conoscesse questa realtà complessa. E allora abbiamo fatto un nome chiaro: Tito Villanova. Rappresenta una scelta coraggiosa, ma anche la continuità del nostro progetto". 

ROSELL. "La giunta direttiva deve ratificare questa scelta, ma abbiamo voluto guardare dentro la società. Non è una decisione recente, è stata maturata da tempo, visto che Pep aveva già parlato con la società. E' stata sì difficile dal punto di vista emotivo e sentimentale, poi è una decisione sua, personale". 

GUARDIOLA. "Io ho iniziato al Barça B, in questo senso so che significhi stare qui a lungo e Tito è la persona giusta, non ho espresso alcuna perplessità al club. Credo che tutti siano pronti per accoglierlo. E' una persona con grandi capacità, è preparato, i giocatori lo conoscono e sanno con chi lavoreranno. L'addio? Non è maturata l'idea dopo la sconfitta col Chelsea; non avevo più il brivido giusto per allenare, sapevo che era l'ultimo anno. La reazione della squadra? Mi hanno trattato malissimo, ma sanno già chi sarà l'allenatore. Senza voci, senza polemiche, e finché sarò qua, sino a fine stagione darò il massimo". 

ZUBIZARRETA. "Ora pensiamo al finale della stagione, poi sarà il momento di Vilanova, il momento di Tito. Sinora abbiamo aspettato e lo faremo ancora. Non avrei mai voluto parlare di queste cose, è una situazione dolorosa, ma andiamo avanti perché questo è un progetto a lungo termine. La Champions o la Liga non si vincono da un giorno all'altro, le pressioni e le responsabilità ci sono ma noi siamo abituati. C'è chi chiamava Guardiola visionario, ora si sono tutti ricreduti ed è questo l'obiettivo, è questa l'idea anche con Tito Vilanova". 

MESSI RENDE OMAGGIO A GUARDIOLA. 

La stella del BARCELLONA, LIONEL MESSI, era l'unico giocatore del BARCELLONA assente alla conferenza stampa di oggi. Il perchè lo ha spiegato lo stesso giocatore poco dopo la conclusione della stessa, ringraziando il suo allenatore. "Voglio ringraziare di tutto cuore Pep per tutto quello che mi ha dato nella mia carriera professionale e a livello personale. In considerazione della grande emozione che provo, ho preferito non essere presente alla sua conferenza stampa, davanti a tutti i cronisti, soprattutto perché sapevo che le telecamere avrebbero cercato i volti tristi dei giocatori, ed è proprio quello che non volevo mostrare".  
                                                        Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

SPUNTI DI SPORT-IL FUTURO DI PEP.



Poche ore. Ancora poche ore, e poi scopriremo il futuro di PEP. Cioè, se l'autore del miracolo Barcellona resterà ancora in blaugrana, oppure divorzierà dal club catalano del presidente ROSELL.
Le ultime notizie che giungono dalla Spagna, sempre se confermate, parlerebbero di un divorzio, onestamente difficile da comprendere.
Vero, il BARCELLONA è stato eliminato nella semifinale della CHAMPIONS LEAGUE, ha ormai perso la LIGA, e la squadra quest'anno ha cominciato a dimostrare qualche segno di stanchezza (occasioni sprecate a volontà e diverse partite in campionato che ha visto il BARCA vincere in rimonta, soffrendo (come non succedeva negli ultimi anni)) denotando così, più che la chiusura di un ciclo, forse la stanchezza della squadra (da rivitalizzare con l'innesto di alcuni giovani, cosa che PEP stava già cominciando a fare).
Ma, nonostante questo, bisogna dare comunque atto alla squadra di GUARDIOLA in CHAMPIONS di essere uscita, sopratutto per quanto riguarda la gara di ritorno, veramente a testa alta, con un rigore sbagliato da MESSI che alla fine ha decretato l'eliminazione, nonostante il forte dispendio di energie della squadra catalana in occasione del CLASICO contro il REAL MADRID. Per non parlare poi del campionato, che, sebbene abbia denotato un calo fisico degli uomini di GUARDIOLA, vede al momento il BARCELLONA al secondo posto con ben 81 punti, sette in meno del REAL, ma 26 in più del terzo classificato, il VALENCIA.
Un'annata meno positiva (parlare di annata negativa con questi numeri mi sembra onestamente esagerato) nella legge dei grandi numeri ci può stare, per cui non si riesce a capire come mai GUARDIOLA possa aver deciso di lasciare il BARCA.

Una decisione, quella di lasciare il BARCA, che, se confermata, aveva cominciato a girare, un'ora dopo laconclusione della gara di ritorno contro il CHELSEA, quando il tecnico blaugrana aveva rilasciato le seguenti dichiarazioni. Il mio futuro? Quando avrò deciso quello che farò, lo saprete tutti. Sul mio rinnovo decideremo nei prossimi giorni. Messi? Se siamo arrivati qui lo dobbiamo a lui, quindi non posso che ringraziarlo per quello che ha fatto per il Barcellona. Il bello del calcio è che a volte si ride e a volte si piange»
A queste dichiarazioni aveva risposto, il presidente del club catalano, SANDRO ROSELL, al MUNDO DEPORTIVO. «Confidiamo nel rinnovo di Guardiola affinchè il gruppo resti unito e il prossimo anno punti a vincere tutto».

Dunque, il presidente ROSELL e tutto il club catalano auspicavano il rinnovo in blaugrana del proprio allenatore.
A questo punto, sarebbe diventato decisivo l'incontro tra il presidente ROSELL e GUARDIOLA, che, secondo le prime informazioni, si sarebbe dovuto svolgere nei prossimi giorni a casa del tecnico, ma che apprendiamo da MUNDO DEPORTIVO essersi svolto mercoledì, all'indomani della partita con il CHELSEA, a casa del presidente ROSELL.
Durante l'incontro, durato circa 3 ore, alla presenza anche del d.s. ANDONI ZUBIZARRETA, e del vice presidente, JOSEP MARIA BARTOMEU, il presidente ROSELL avrebbe offerto a GUARDIOLA carta bianca, un assegno in bianco in mod da 'poter far deicdere a GUARDIOLA il proprio compenso, libertà totale di decisione per quanto riguarda il calciomercato e per le questioni tecnico-sportive, e quindi l'ultima parola, su acquisti, cessioni e staff dei suoi collaboratori. Questo per dimostrare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l'assoluta stima e fiducia che il club blaugrana aveva nei confronti del suo allenatore.
Nel ringraziare profondamente il proprio presidente, GUARDIOLA avrebbe però chiesto, prima di annunciare la sua decisione, di poterne parlare prima con i suoi giocatori alla ripresa degli allenamenti, previsti per oggi, per poi dare la sua risposta definitiva. Scelta, questa, che farebbe pensare (in questi casi, meglio usare il condizionale!) a un divorzio.

Intanto sempre dal quotidiano'Mundo Deportivo' apprendiamo che nel caso Guardiola lasci il suo posto verrà preso da ERNESTO VALVERDE o da LAURENT BLANC, con MARCELLO BIELSA decisamente più staccato.
Nel frattempo, impazzano le voci di CALCIOMERCATO, qualora alla fine PEP dovesse veramente lasciare il BARCELLONA. Oltre alle voci che vorrebbero GUARDIOLA o in PREMIER LEAGUE, al CHELSEA, in caso di mancata riconferma di DI MATTEO, o in ITALIA sulle panchine di INTER, o MILAN (se fosse vera questa notizia, da capire su quali basi si potrebbe sostenere una convivenza pacifica tra GUARDIOLA e IBRA, visto il loro screzio al BARCELLONA), nelle ultime ore girerebbe la voce di un contatto della FA inglese con il tecnico blaugrana, al quale sarebbe stata offerta la panchina della Nazionale di cui fino a pochi mesi fa era ct Fabio Capello, attualmente occupata ad interim da STUART PEARCE. Secondo quanto apprendiamo dal sito del CORRIERE DELLO SPORT, anche a Londra, Guardiola avrebbe carta bianca e potrebbe avere come assistente, come a Barcellona, Tito Villanova. I dirigenti inglesi avrebbero già parlato con l'agente del tecnico, Josep Maria Orotbig. L'offerta, della FA inglese, sempre se confermata, potrebbe avere già valore sia per EURO 2012, sia successivamente.

In attesa, dunque, di avere notizie più attendibili, dunque, il BARCELLONA e il popolo blaugana aspettano con ansia decisioni da parte di GUARDIOLA. Con la speranza di poter continuare insieme un'avventura, fino a ora, piena di tante soddisfazioni insieme, e al contempo con l'auspicio che questa stagione non sia stato il loro ultimo tango.

diger Franz Gaetano Herberhold

mercoledì 25 aprile 2012

SPUNTI DI SPORT-TRIBUTO AD ANDREA FORTUNATO.



Un ragazzo il cui ricordo ha un posto speciale nel cuore di tutti gli appassionati di calcio, indipendentemente dal credo calcistico. Questo è ANDREA FORTUNATO, il giovane difensore della JUVENTUS, che il 25 Aprile 1995 perse la via a soli 23 anni in seguito a una grave forma di leucemia.

Andrea, nato a SALERNO il 26 Luglio 1971, fece il suo esordio nel mondo del calcio come terzino sinistro nel COMO disputando due stagioni dal 1989 al 1991. Nella prima stagione (1989/90) in SERIE B collezionò 16 presenze (fece il suo esordio il 29 Ottobre 1989 contro il COSENZA; partita che vide il COMO vincere 1-0), nella stagione successiva (1990/91) in SERIE C1, giocò 27 partite come titolare, e fu valorizzato dal suo tecnico, EUGENIO BERSELLINI, chiamato dalla dirigenza comasca con il compito di riportare in SERIE B la squadra.

Le prestazioni di ANDREA vengono seguite con molto interesse da parte del GENOA. Il presidente dei Grifoni, ALDO SPINELLI, per 4 milioni di lire lo porta in rossoblù. Giunto a Genova, ANDREA vive una prima fase in rossoblù non proprio facile. Da una parte la panchina (il brasiliano BRANCO è infatti il titolare della fascia sinistra), dall'altra un litigio con il braccio destro di BAGNOLI, MADDÈ, spinse la società rossoblù a mandare nel novembre 1991 ANDREA in prestito in SERIE B al PISA (dove collezionerà 25 presenze), per poi fare il suo esordio in rossoblù la stagione successiva. 
Una stagione, quella 1992/93, che vede diverse novità. Per prima cosa, per quanto riguarda lo staff tecnico, il duo BAGNOLI-MADDÈ si è trasferito all'INTER, e sulla panchina rossoblù arriva BRUNO GIORGI. Se da una parte questa stagione vedrà soffrire il GENOA (ben 3 allenatori: GIORGI dalla 1° alla 9° giornata, MAIFREDI dalla 10° alla 21° giornata, e infine MASELLI dalla 21° giornata fino a fine campionato), dall'altra vedrà ANDREA giocare 33 partite e segnare addirittura 3 goal. In particolare l'ultimo goal, segnato contro il MILAN, fu decisivo per le sorti della sua squadra, in quanto fu proprio il goal di ANDREA a salvare il GENOA, pareggiando per 2-2 contro il MILAN.
Andiamo, quindi, a vedere il goal di ANDREA FORTUNATO, nella sintesi di GENOA-MILAN, tratta da 90°minuto dell'epoca.


IL PASSAGGIO ALLA JUVENTUS.

Nel Giugno 1993, ANDREA passa alla JUVENTUS. Pochi giorni dopo questo nuovo trasferimento, FORTUNATO tornò nella sua SALERNO, e in quell'occasione rilasciò a ROBERTO GUERRIERO, giornalista di TELECOLORE, emittente televisiva della sua città, un'intervista in cui commentava, per prima cosa, il suo passaggio in bianconero.


Nella stagione 1993/94, con la maglia della JUVENTUS, ANDREA ottiene 27 presenze, segnando addiritura un goal,all'OLIMPICO contro la LAZIO.
Nel frattempo, però, ANDREA aveva fatto anche il suo esordio in NAZIONALE. L'allora ct azzurro, ARRIGO SACCHI, lo stava seguendo con profondo interesse, e così il 22 Settembre fece il suo esordio con la maglia della NAZIONALE AZZURRA a TALLINN contro l'ESTONIA.

Tutto sembra proprendere per una convocazione in azzurro del giovane difensore campano anche in vista dei prossimi mondiali in America. Cosa che però non avviene.
Da qualche tempo, e più precisamente dalla primavera del 1994 ANDREA accusa un vero e proprio calo, con i tifosi che addirittura lo accusano di scarso impegno, e addirittura di essere un malato immaginario. Cosa sta succedendo a questo ragazzo?

Come racconta PIERO BIANCO in un articolo, pubblicato all'epoca dal quotidiano LA STAMPA, Venerdì 20 Maggio 1994 Andrea e' stanco, irriconoscibile in campo, lui che e' sempre stato un concentrato esplosivo di energia; fatica a recuperare, e' tormentato da una febbriciattola allarmante. Il dott. Riccardo Agricola, responsabile del servizio sanitario bianconero, prescrive una serie di analisi. La diagnosi mette subito paura: leucemia acuta linfoide, fattore Filadelfia positivo. Quanto di peggio ci si poteva immaginare. Fortunato viene ricoverato nella Divisione Universitaria di ematologia dell'ospedale Molinette”.
Tre giorni dopo la diagnosi, il 23 Maggio 1994, il giorno successivo alla seconda seduta di chemioterapia, Andrea riceve la visita di un gruppo di ultras bianconeri, della curva Scirea, quelli che qualche mese fa lo presero a uova in faccia, lo accusarono di essere un lavativo. Soprattutto, di essere un malato immaginario. Il terzino della Juve non aveva reagito, aveva incassato senza fiatare. Gli ultras in quell'occasione non poterono parlare direttamente con ANDREA, ricoverato in isolamento in una camera asettica, ma poterono fargli avere un mazzo di fiori e un biglietto di auguri.

Secondo quanto afferma l'articolo di PIERO BIANCO, pubblicato sul quotidiano LA STAMPA nel 1995, poche ore dopo la scomparsa di ANDREA, e in cui venivano ricostruiti gli ultimi mesi di vita del giovane difensore bianconero, secondo i medici, può farcela. “Andrea e' giovane, la sua tempra robusta lo aiutera'>. Ma l'ottimismo di facciata e' una pietosa bugia. Gli specialisti sanno bene che solo un trapianto con un donatore compatibile potra' restituire la vita a quel ragazzo coraggioso, assistito dalla fidanzata, Lara, e dai genitori, mamma Lucia e papa' Giuseppe, che e' cardiologo all'ospedale di Salerno e che ha l'immediata percezione del dramma. Tre settimane di terapia intensiva. Un netto miglioramento, valori verso la normalita'. L'organismo combatte, i globuli bianchi in eccesso spariscono, tecnicamente si parla di remissione completa della malattia. Un passo importante. <Voglio farcela, voglio vincere questa guerra terribile>, dichiara il giocatore. Ma la battaglia e' ancora lunga. I medici non riescono a reperire, in tutto il mondo, un donatore compatibile per il trapianto. Sono solo tre i potenziali donatori, ma tutti troppo lontani. Cosi' il 9 luglio si tenta un'altra strada. Fortunato viene trasferito a Perugia, al Centro Trapianti diretto dal dott. Andrea Aversa e dal prof. Massimo Martelli. Sono passate sette settimane. Nel giorno del suo 23° compleanno, il 26 luglio, gli vengono infuse le cellule sane della sorella Paola, opportunamente <lavorate>. Poi seguono altri due innesti. Ci vorranno un paio di settimane per avere certezza che il midollo si sia spontaneamente rigenerato. L'11 agosto si annuncia come un'altra data importante: Fortunato viene trasferito in un reparto pre-sterile. Combatte, fino a quando le forze lo sorreggono. Parla al telefono con i compagni, puo' leggere qualche giornale <sterilizzato>, segue la sua Juve in tv. Andrea si e' ormai reso conto che la battaglia e' piu' dura del previsto, pero' scova insospettabili forze. Poi, dopo Ferragosto, il primo crollo. Il suo organismo non ha assorbito le cellule della sorella Paola. Il rigetto fa ripiombare Andrea nella disperazione. Si tenta ancora, si spera in un altro miracolo. Papa' Giuseppe prova a donargli le cellule del suo midollo. Ad Andrea inizialmente non lo dicono, si parla di normali terapie. Eppure la seconda infusione sembra miracolosamente attecchire, anche se allarma una febbre persistente. Il fisico reagisce bene, Fortunato torna in un reparto <normale>, puo' perfino iniziare una riabilitazione in palestra. Il 14 ottobre lascia la camera d'ospedale. I compagni (Ravanelli, Vialli e Baggio, su tutti) lo incoraggiano, lo tempestano di telefonate: <Ti aspettiamo>. L'ottimismo si fa nuovamente strada. “.

C'è grande ottimismo intorno ad Andrea: le cure, come detto, sembrano funzionare, a tal punto MARCELLO LIPPI, arrivato nell'estate 1994 a TORINO ad allenare la JUVENTUS, in occasione di SAMPDORIA-JUVENTUS, in programma Domenica 26 Febbraio 1995 alle ore 20.30, convoca ANDREA. Andrea però non ce la fa ancora, e così assiste in tribuna a Marassi alla partita tifando i suoi compagni di squadra.
Quando sembra che finalmente tutto stia procedendo per il verso giusto, purtroppo, in seguito a un'influenza, trasformatasi poi in polmonite, dovuta a un improvviso abbassamento delle sue difese immunitarie, il 25 Aprile 1995 alle 8 di sera, Andrea purtroppo muore. I compagni di squadra di ANDREA, impegnati con la NAZIONALE a VILNIUS, apprendono questa triste notizia alla vigilia della partita contro la LITUANIA. In onore e ricordo di ANDREA FORTUNATO, il giorno dopo venne osservato un minuto di silenzio. Gli azzurri giocarono con il lutto al braccio e vinsero la partita grazie a un goal di GIANFRANCO ZOLA, che dedicò il goal al compagno scomparso.


Pubblichiamo ora l'ultima intervista rilasciata nel MARZO 1995 da ANDREA FORTUNATO.

«Undici mesi di malattia è una cosa lunga, infinita. Ma di tremendo, a parte i periodi di grande crisi fisica, ci sono stati solamente i primissimi momenti; dopo ho combattuto. Invece, all’inizio è stato diverso; il giorno prima stavi fra i sani, il giorno dopo passi fra i quasi incurabili. Non si può descrivere che cosa si prova».

Come si reagisce? «Ti senti perduto e, nello stesso tempo, diventi curioso; è una sensazione strana. Vuoi sapere ogni cosa della tua malattia, ti interroghi sui sintomi, sulle cause, sulle possibili conseguenze. Sai che non ti diranno tutto, provi ad indovinare le bugie, ma poi fingi di crederci, ti convinci che è meglio, altrimenti impazzisci. Quando un medico ti spiega quali sono i sintomi della leucemia ti senti sprofondare; e più parla, più tu capisci che tutto corrisponde, che è davvero il tuo caso. In quel momento il male ti prende in ostaggio; ma tu devi impedirgli di ammazzarti».

Come ci si può riuscire? «Con l’aiuto di Dio e dei medici, ma anche con un pensiero fisso: ce la devo fare. Me lo ripetevo ogni giorno e me lo ripeto ancora; neppure per un istante ho pensato che avrei perso la partita. Lo chiamano atteggiamento positivo, pare sia una mezza medicina».

Vuoi fare ancora il calciatore? «Questo è un pensiero che non mi ha mai abbandonato. Mi sono sentito un atleta anche nei giorni più difficili, quando ero più di là che di qua. Ho lottato con spirito sportivo, si può dire che non mi sono mai tolto la maglia di dosso. Rimetterla davvero, ma non solo; ho chiesto, mi sono informato, mi hanno spiegato che tanti atleti sono tornati all’attività dopo la leucemia. Credo, spero di riuscirci».

Come cambia la vita, dopo un’avventura del genere? «Cambia tutto, ti costruisci una scala di valori nuova; dai importanza alle cose che valgono davvero e non te la prendi più per le sciocchezze. E capisci che l’amicizia è la prima cosa; io, per esempio, ho un fratello in più, Fabrizio Ravanelli. È stato incredibile, mi ha messo a disposizione una parte della sua vita, non solo la sua famiglia e la sua casa di Perugia; non si può descrivere con le parole. Il giorno più bello, in questi mesi di malattia, l’ho vissuto quando lui ha segnato 5 goal al Cska, in Coppa; quella sera ho capito davvero che cosa è la felicità; ed è stato altrettanto bello, vedere Fabrizio esordire in Nazionale, proprio a Salerno, la mia città».

Ti sono servite le vittorie bianconere? «Non solo quelle, ma la costante presenza dei compagni e della società; un’altra famiglia, davvero. Se sono vivo lo devo anche a loro, al loro affetto».

C’è un momento, di questi mesi, che ricordi con particolare intensità? «L’uscita dall’ospedale a Perugia, dopo il secondo trapianto; non mi sembrava vero, vedevo diverse tutte le cose, mi parevano straordinarie anche le più insignificanti. Non immaginavo quanto potesse essere meravigliosa anche una semplice passeggiata».

Cosa insegna la malattia? «Che nella vita c’è di peggio di uno stiramento che ti tiene fuori dal campo per due settimane. Che ogni giorno muoiono bambini leucemici senza che nessuno lo sappia e senza che si possa fare nulla. Che in Italia abbiamo i migliori medici del mondo; a Perugia vengono ad imparare le nostre tecniche dall’America, da Israele, dalla Francia. Però, le strutture sono quelle che sono, mancano gli spazi, c’è gente in coda da mesi per un trapianto. Bisogna donare il midollo, senza paura, perché questo salva la vita agli altri e da senso alla tua».

Il tuo sogno? 
«La leucemia mi ha insegnato a non fare progetti a lunga scadenza e neppure a media; non per paura, ma per realismo. La prima volta che programmai il ritorno a Torino, mi alzai la mattina con la febbre; nulla di grave, per fortuna, ma ci rimasi male. Vivere alla giornata non è una sconfitta, semmai un modo per apprezzare davvero la vita in ogni attimo, in ogni sfumatura. È quello che farò».

Due giorni dopo la scomparsa di ANDREA, il 27 Aprile 1995, si svolsero a SALERNO, i funerali di ANDREA, a cui parteciparono oltre 5.000 persone, compreso lo staff tecnico della JUVENTUS.
Particolarmente toccante fu l'orazione funebre di GIANLUCA VIALLI.


Nella stagione 1994/95 la JUVENTUS guidata da MARCELLO LIPPI si aggiudicò lo scudetto, che venne a lui dedicato.
Nel corso degli anni la JUVENTUS, non ha mai dimenticato questo giovane campione, strappato troppo presto allo sport, ma sopratutto alla vita.
Anche oggi, infatti, a poche ore dalla partita in programma a CESENA allo stadio MANNUZZI, sul sito ufficiale della società bianconerà è apparso infatti un comunicato ufficiale.

"Ben 17 anni sono passati dal 25 aprile più triste della storia della Juventus. Nel 1995, tutto il mondo bianconero piangeva la scomparsa di Andrea Fortunato. Dopo un anno di cure, a neppure 24 anni di età, il giovane difensore salernitano perdeva la sua battaglia contro la leucemia. Una tragedia che sconvolse tutti. In particolare i suoi compagni di squadra che, allora come oggi, erano alla rincorsa di un grande obiettivo. Compagni come Gianluca Vialli, che commosse tutti con il suo discorso pronunciato durante il funerale. «Ti credevamo invincibile. In questi undici mesi sei stato un esempio per noi, per come hai saputo affrontare problemi veri, non quelli legati a semplici vittorie o sconfitte, con coraggio e serenità, forza e determinazione. Ti abbiamo voluto bene, ti portiamo nel cuore. Onore a te, fratello Andrea Fortunato». Compagni come Antonio Conte che, questo pomeriggio a Cesena, avrà un motivo in più per portare al successo la Juventus. Un successo da dedicare alla memoria dell’indimenticato Andrea Fortunato".

Così è stato. Non solo oggi la JUVENTUS ha vinto a CESENA, ma l'autore del goal partita, MARCO BORRIELLO, ha voluto dedicare il suo goal proprio ad ANDREA FORTUNATO.

Una cosa è comunque certa: ANDREA FORTUNATO avrà sempre un posto speciale non solo nel cuore dei tifosi bianconeri ma anche nel cuore di tutti noi appassionati di calcio.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

giovedì 19 aprile 2012

SPUNTI DI SPORT-LA VITTORIA DI NICO. IL PUNTO SUL GP DEL BAHREIN.

Il podio del GP di CINA. Vediamo da sinistra a destra: JENSON BUTTON (MC LAREN), il vincitore NICO ROSBERG (MERCEDES), il vicepresidente della MERCEDES per le attività sportive NORBERT HAUG, e LEWIS HAMILTON (MC LAREN).
57 anni. Questo il lasso temporale intercorso dall'ultima vittoria della MERCEDES in un gran premio di FORMULA 1, con il mitico JUAN MANUEL FANGIO, e la vittoria di domenica scorsa in CINA con NICO ROSBERG.
L'ultima vittoria di una monoposto di STOCCARDA in FORMULA 1, risaliva infatti all'11 Settembre 1955, quando nel GP d'ITALIA di FORMULA 1, disputato sull'anello veloce, allora utilizzato, del circuito di MONZA, ci fu una vera e propria doppietta MERCEDES, con JUAN MANUEL FANGIO a bordo della W 196 carenata davanti a PIERO TARUFFI, sempre su MERCEDES. Terza la FERRARI di CASTELLOTTI. Sperando di farvi cosa gradita, andiamo a rivedere alcune brevi sequenze di quel GRAN PREMIO di MONZA 1955.


NICO ROSBERG, quindi, dopo 57 anni, ha rotto questo tabu, andando a vincere dopo 111 gare il suo primo GP in carriera, dopo aver conseguito il giorno prima, sabato, la sua prima POLE POSITION, e portando alla vittoria la MERCEDES per la prima volta dopo il suo rientro, avvenuto, lo ricordiamo nel 2010.
C'era grande timore in casa MERCEDES, per la durata delle gomme, visto come nei due GP precedenti sia ROSBERG, sia SCHUMACHER, le avessero consumate rapidamente in pochissimi giri. Questa volta, invece, tutto ha funzionato per la perfezione per la prima volta in tre anni, e così ROSBERG ha potuto fare una gara di altissimo livello, riuscendo a gestire molto bene le gomme, grazie al grande lavoro fatto prima del GP (finalizzato proprio alla risoluzione di questi problemi legati alle gomme) e grazie sopratutto all'abilità di ROSS BRAWN, capace dal muretto di prendere la strategia più corretta, riuscendo a far fare a NICO 2 pit stop anziché 3.

Se ROSBERG può quindi festeggiare la sua prima vittoria in FORMULA 1, bisogna però dire che non tutto è andato correttamente nei box della MERCEDES. A rimetterci le penne è stato, infatti, il sette volte campione del mondo, MICHAEL SCHUMACHER, costretto al ritiro a causa della gomma anteriore mal fissata durante il primo pit stop. Cosa questa, che nel giro di pochissime curve, per motivi di sicurezza, ha spinto il pilota tedesco al ritiro, nel timore di perdere la gomma sul circuito, ma che ha altresì spinto la FEDERAZIONE INTERNAZIONALE a comminare alla MERCEDES una multa di 5.000 Euro.
Oltre alla vittoria di ROSBERG, in casa MERCEDES c'era grande soddisfazione per aver occupato anche gli altri due gradini del podio con le MC LAREN di BUTTON (sfortunato ai box) e di HAMILTON (partito 7° per la sostituzione del cambio) che hanno confermato, quasi mai ce ne fosse bisogno, l'assoluta competitività della loro monoposto.

Quarta e quinta le due RED BULL, con WEBBER ancora una volta davanti a VETTEL (partito 11° davanti a MASSA), a dimostrazione, caso mai ce ne fosse bisogno, di come, rispetto agli anni scorsi, VETTEL non riesca a trovarsi in sintonia con la nuova monoposto, a differenza di WEBBER, capace di adattarsi alla meglio con la nuova RED BULL. E non a caso, a partire dal prossimo GP in BAHREIN, VETTEL seguirà la stessa configurazione degli scarichi assunta da WEBBER in questa gara.

Oggi come oggi le gomme sono diventate un elemento a dir poco fondamentale in FORMULA 1. Basta o una pessima strategia, o, peggio ancora, una loro non corretta gestione per buttare via una gara. Basti vedere quanto accaduto a KIMI RAIKKONEN, autore fino al 49° giro di una gara di grandissimo livello con addirittura il secondo posto a portata di mano, senonchè a causa dell'eccessiva usura delle gomme, ha finito con il perdere in pochissimo tempo numerose posizioni, andando alla fine a concludere la gara al 14° posto.

Passiamo ora alla FERRARI. E qui arriviamo alle note dolenti. Detto molto chiaramente: con la F 2012 non ci siamo proprio per niente. La vettura sul GP della CINA ha denotato dei gravi limiti di trazione, e una scarsa velocità di punta. Se a Sepang ALONSO ci aveva fatto sognare con quella vittoria conseguita sotto la pioggia, e mettendoci molto del suo, purtroppo su una pista asciutta, non c'è stato assolutamente niente da fare. ALONSO ha provato a fare la sua gara, al meglio delle sue possibilità, ma se ti manca nei rettilinei la velocità di punta, allora tutto diventa più difficile, compresi i sorpassi con il DRS (ala mobile). Motivo per il quale ALONSO, compiendo a suo giudizio, delle manovre alla GILLES VILLENEUVE, ha dovuto cercare i sorpassi in altre parti della pista, rischiando, però, come successo nel tentativo del sorpasso a MALDONADO di commettere un errore.

Due parole su MASSA. Al contrario delle gare precedenti, FELIPE finalmente ha dato qualche segnale di ripresa, anche se non ci siamo ancora. Se andiamo a vedere i punti delle classifiche piloti e costruttori, ALONSO è terzo a 37 punti, e la FERRARI ha guarda caso proprio 37 punti. In poche parole, i punti di ALONSO. Mentre MC LAREN, e RED BULL hanno i punti di entrambi i piloti, la FERRARI per ora può contare solo sui punti del pilota asturiano. Se davvero la ROSSA vuol pensare al TITOLO COSTRUTTORI, forse è il caso che FELIPE cominci a fare qualche punto.

L'attualità, però, ci spinge già a parlare del prossimo GP, che si svolgerà nel BAHREIN, sul circuito del SAKHIR, già domenica prossima, 22 Aprile. Del rischio sicurezza ne avevamo già parlato nel corso della puntata precedente.

Nonostante gli appelli di AMNESTY INTERNATIONAL, dunque, la gara si svolgerà regolarmente, salvo ripensamenti dell'ultim'ora. Al momento sul circuito del SAKHIR la situazione tutto pare tranquillo. Pare. Nelle ultime ore, infatti, sono statie arrestate circa 80 persone, aderenti alle manifestazioni denominate “I giorni della rabbia”, previste per boicottare il GP in programma domenica prossima. Ricordiamo che in BAHREIN è in corso una grave crisi politica, con incidenti e violenze innescate dall'opposizione sciita, che rivendica le mancate riforme da parte della dinastia sunnita, organizzatrice, peraltro anche del GRAN PREMIO.
Da quanto abbiamo appreso questa mattina, pare che BERNIE ECCLESTONE, il capo della FORMULA 1, abbia ordinato la censura delle immagini televisive che arriveranno nelle nostre case.
Dobbiamo inoltre raccontare che purtroppo vicino SUMATRA ci sono degli striscioni molto polemici verso il GRAN PREMIO (vedi foto), ritenuto dall'opposizione una censura della reale situazione politica del paese. Si prospetta una gara blindata.


Al momento di pubblicare questa puntata, apprendiamo una notizia purtroppo molto grave, e che se vogliamo pone dei seri punti interrogativi sulla reale sicurezza dell'evento. Nella serata di ieri, quattro meccanici del team FORCE INDIA  sono rimasti coinvolti negli scontri della capitale Manama. I quattro, di ritorno dal circuito, si sono ritrovati nel bel mezzo di uno scontro tra i manifestanti e le forze dell'ordine con un ordigno, molto probabilmente una bomba molotov, che è esplosa a pochi passi dal camion della FORCE INDIA. Non ci sono stati feriti e la vettura non era l'obiettivo dell'ordigno, ma dopo l'episodio un altro membro del team, di cui non sono state fornite le generalità, ha chiesto di poter tornare a casa ed è partito per la Gran Bretagna.
In merito a questo episodio è intervenuto ZAYED R ALZAYANI, presidente del Circuito internazionale del BAHREIN, che ha dichiarato «Si e' trattato di un incidente isolato e anche mia moglie vi e' rimasta coinvolta. I manifestanti non avevano preso di mira le macchine.E' successo solo perche' si trovavano li' e nessuno e' rimasto ferito».
John Yates, membro della polizia inglese arrivata a monitorare la riorganizzazione delle forze di sicurezza del Bahrain, ha detto invece al Guardian  che "non ci sono garanzie certe di sicurezza, ma faremo il possibile".

Dopo aver parlato della situazione ambientale molto difficile in cui si svolgerà la gara, andiamo ora a scoprire il circuito del SAKHIR con questo filmato.


Come visto, un elemento chiave della gara saranno le gomme, e, allora, andiamo a scoprire come si presenta il GRAN PREMIO dal punto di vista delle gomme, con la PIRELLI che, dopo il non svolgimento della gara lo scorso anno, si presenta al debutto sul circuito del SAKHIR.



Concludiamo la puntata, facendo una breve analisi tecnica, con MC LAREN sicuramente in evidenza, con la RED BULL vicina e con grande curiosità per la MERCEDES. Dopo aver vinto in CINA con temperatura tra 22-24°, la gara del BAHREIN rappresenta la vera prova del nove per la macchina progettata dal duo WILLIS-COSTA , sopratutto per quanto riguarda le gomme.
Per quanto riguarda la FERRARI, la gara del BAHREIN dovrebbe essere l'ultimo circuito di sofferenza, con la monoposto destinata, secondo le previsioni, a soffrire su questa pista come non mai, a causa (manco a dirlo!) della trazione e della bassa velocità di punta. Elementi questi (trazione e velocità di punta) basilari su questa pista. Speriamo, almeno per una volta, che le previsioni si siano sbagliate, e di vedere ALONSO e MASSA un po' più competititivi del solito. Almeno, si spera.

diger Franz Gaetano Herberhold

sabato 14 aprile 2012

SPUNTI DI SPORT-FORMULA 1:IL PUNTO SULLE QUALIFICHE DEL GP DELLA CINA.

Con ancora nel cuore le immagini della splendida vittoria di FERNANDO ALONSO sul circuito di SEPANG, in MALESIA (a cui dedichiamo la foto di presentazione), dopo due settimane torna la FORMULA 1 con il doppio appuntamento in CINA e BAHREIN.

Un appuntamento, quello del GP della CINA, che intanto si apre già con una sorpresa nelle qualifiche ufficiali: dopo 41 gare (GP ABU DHABI 2009) SEBASTIAN VETTEL, grazie a una strategia francamente incomprensibile (mettere lo stesso set di gomme morbide per tutto il tentativo) vista il poco gap emerso tra i vari team, non passa alla Q3, qualificandosi 11°, nonostante il compagno di squadra, MARK WEBBER in Q2 avesse fatto centrare il miglior tempo. Cosa succede al bicampione del mondo? La prima sensazione che si ha dall'esterno, è che VETTEL non si riesca a trovare con la nuova vettura, con cui invece WEBBER sembra trovarsi meglio. Staremo a vedere.

La sorpresa, se vogliamo, della giornata è la prima position in carriera , dopo 110 gare, di NICO ROSBERG che porta la MERCEDES a festeggiare la prima POLE POSITION dal 1955 a oggi (l'ultima risaliva al GP d'ITALIA a MONZA con JUAN MANUEL FANGIO). Terza posizione per l'altra MERCEDES di MICHAEL SCHUMACHER, che, vista la penalizzazione di HAMILTON, partirà secondo, al fianco del proprio compagno di squadra.
Mercedes che, ricordiamo, era finita in queste prime gare nell'occhio del ciclone per un condotto aerodinamico che, sopratutto in qualifica, associato all'alettone mobile, risultava essere una specie di F DUCT, conferendo così molta più stabilità alla vettura. La LOTUS aveva fatto ricorso contro questo sistema, ritenuto però regolare dalla Federazione dell'Automobile (FIA). Pertanto è molto probabile che fin dai prossimi GRAN PREMI le altre scuderie copieranno questo progetto.

Secondo si è qualficato LEWIS HAMILTON, che, in seguito alla sostituzione del cambio (deve durare almeno 4 gare, pena la perdita in griglia di partenza di 5 posizioni), partirà dalla 7° posizione. Considerando la penalità di HAMILTON, terza fila per il compagno di squadra di LEWIS, JENSON BUTTON, giunto 6°, e quindi 5°, e per MARK WEBBER, giunto 7°, e quindi partirà 6°.

Le qualifiche del GP DELLA CINA hanno confermato la buona salute della SAUBER, con questa volta KOBAYASHI (5°, con la penalità di HAMILTON partirà 4°) davanti a PEREZ, 8°, e della LOTUS-RENAULT, con un convincente KIMI RAIKKONEN 4°, e quindi 3°con la penalità di HAMILTON.

A questo punto andiamo in casa FERRARI. ALONSO si qualifica 9°, davanti all'altra LOTUS -RENAULTdi GROSJEAN, 10°. MASSA si ferma al 12° posto, non qualificandosi nanche questa volta per la Q3, e partendo accanto a VETTEL, ma in compenso, in Q2, si avvicina ai tempi del proprio compagno di squadra: nel tentativo più veloce era a soli 3 decimi da ALONSO: di questi tempi non è male.
In ottica F 2012, la FERRARI ha portato circa 5 aggiornamenti sulla vettura in questa gara, ma si tratta, come già detto, prima di arrivare in CINA, sia dal DT, PAT FRY, sia dallo stesso ALONSO, di poca roba. Gli aggiornamenti più significativi arriveranno nella prima gara europea, a Maggio, sul circuito del MONTMELO per il GP DI SPAGNA, e dopo esser state provate nei test che si svolgeranno al MUGELLO nella prima settimana di Maggio (si parla di una parte posteriore della vettura con gli scarichi della vettura stile SAUBER).
In questa fase, quindi, la F 2012, come nelle prime gare, dovrà ancora un po' soffrire, cercando di portare a casa più punti possibili.

Per quanto riguarda la gara di domani, le ultime previsioni meteo parlano della possibilità al 40% di pioggia. Vedremo cosa succederà. Nel frattempo, però, andiamo a scoprire questo circuito, molto abrasivo per quanto riguarda le gomme con l'animazione realizzata da FABIANO VANDONE per il video ufficiale della PIRELLI.


Concludiamo questa nostra analisi con un'ultima considerazione. C'era grande attesa per la decisione in meritoalla prossima gara in BAHREIN, che, ricordiamo, lo scorso anno non si era svolta, a causa della difficile situazione politica del Paese, e per i conseguenti combattimenti. Nonostante,purtroppo, si continui a combattere, la FIA e BERNIE ECCLESTONE, hanno deciso di far svolgere ugualmente la gara, nonostante i combattimenti in corso, per non perdere praticamente i diritti commerciali (si parla di fior fiori di quattrini).

Panoramica del circuito di SAKHIR, sede del GP del BAHREIN.
Questo il comunicato ufficiale della FIA.
La FIA si assicura che ogni evento parte di un campionato FIA sia organizzato in ossequio allo Statuto della FIA e alle regole Sportive e Tecniche e che la sicurezza del pubblico, del personale, dei piloti e dei team sia assicurata durante tutto il corso di ogni evento. La FIA deve prendere decisioni razionali sulla base delle informazioni che ci vengono fornite dalle autorità del Bahrain e dal detentore dei diritti commerciali. Lontano dalle luci dei riflettori la FIA ha ricevuto notizie costanti dalla maggior parte degli ufficiali senior in Bahrain e da altri esperti indipendenti. Sulla base delle attuali informazioni in possesso della FIA in questa fase, le misure di sicurezza in atto per lo svolgimento del GP Bahrain sono soddisfacenti. La FIA conferma che il GP Bahrain 2012 si terrà come previsto”.

Dunque, il GP si correrà, nonostante l'appello di AMNESTY INTERNACIONAL, che aveva invitato la FIA a non far disputare la gara per non incorrere in una violazione dei diritti umani.

In questa fotografia vediamo una donna con il tipico velo e un bambino osservare un disegno fatto, presumibilmente da alcuni manifestanti, nelle ultime settimane su un muro in BAHREIN.
Questa la nota ufficiale diffusa in queste ultime ore da AMNESTY INTERNACIONAL, e che qui pubblichiamo.
''Disputare il Gran Premio in Bahrain nel 2012 rischia di essere interpretato dal governo come un simbolico ritorno alla normalita'. La comunita' internazionale non deve chiudere un occhio sulla crisi dei diritti umani ancora in atto nel paese.
Si tenta di far passare il Bahrain come un paese stabile e sicuro. Ma mentre ci si prepara ad ospitare il Gran Premio di Formula 1 dal 20 al 22 aprile, dopo che la gara dell'anno scorso fu cancellata proprio a causa dell'instabilita' nel paese, le quotidiane proteste contro il governo continuano a essere violentemente represse dalla polizia, che usa i gas lacrimogeni senza alcune restruizione, spesso con effetti fatali. E negli ultimi tre mesi sono considerevolmente aumentati anche gli atti di violenza dei manifestanti contro la polizia''.

Per giustificare questa decisione, ne sono state dette tante. Quello che mi chiedo, però, è: vale la pena mettere a rischio la sicurezza di centinaia e centinaia di persone (tra piloti, tecnici e meccanici) per andare a disputare il Gran Premio in un paese dove si sta tuttora combattendo, con un manifestante che giusto poche settimane fa ha perso la vita, solo e unicamente per soldi? Ai posteri l'ardua sentenza.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

venerdì 13 aprile 2012

SPUNTI DI SPORT-FORZA ERIC!


Nove ore. Questa la durata dell'intervento al fegato al quale è sottoposto martedì 10 Aprile il giocatore del BARCELLONA e della nazionale francese, ERIC ABIDAL. Abidal è entrato nella sala operatoria dell'ospedale BARNACLINIC di BARCELLONA intorno a mezzogiorno. L'intervento ha visto due fasi: prima l'operazione sul donatore, il cugino di ERIC, GERARD, e poi, il trapianto vero e proprio che si è concluso intorno a mezzanotte.

Da fonti ospedaliere abbiamo poi appreso che l'intervento è stato complesso, ma che per fortuna le condizioni del giocatore tendono ad evolversi positivamente. Subito dopo il termine della partita vinta contro il GETAFE, il tecnico del BARCELLONA, GUARDIOLA, era venuto in sala stampa a fare il punto della situazione. «Vengo solo per dire che l'intervento è stato molto, molto lungo e che noi dobbiamo essere prudenti. In ogni caso voglio ringraziare i medici per tutto quello che hanno fatto. Altra cosa che voglio dirvi è che dedichiamo la vittoria contro il Getafe a lui e al cugino Gerard che ha fatto questo grande dono ad Eric. Dobbiamo avere tanta fede in questo momento perché Abidal è una persona forte e può recuperare in fretta la forma».

Il giorno dopo, Mercoledì 11 Aprile, oltre alle dichiarazioni del presidente del BARCELLONA , SANDRO ROSELL (“Abidal e suo cugino presentano una buona evoluzione. Non posso dire nulla di più perchè la famiglia ci ha chiesto di non dire nulla di più. Se l'evoluzione rimarrà positiva, questo può essere un giorno fantastico”), sulla pagina ufficiale di Facebook di ABIDAL è intervenuta sua moglie, HAYET, con una breve nota, per rassicurare i tifosi. “Sono Hayet Abidal, la moglie di Eric - si legge nella nota - e oggi scrivo sulla sua pagina facebook su sua richiesta. Eric e suo cugino Gerard sono stati operati ieri a Barcellona e per il momento va tutto bene. Grazie a tutti per i vostri messaggi, il vostro sostegno e tutta la forza che trasmettete. Grazie. Hayet Abidal”.

Dunque, al momento tutto sembra procedere per il meglio, ma quando si può considerare realmente riuscito l'intervento, senza considerare minimamente un'ipotesi di rigetto? Sull'argomento è intervenuto VINCENZO MAZZAFERRO, trapiantologo dell'Istituto Tumori di Milano.
Sia per i trapianti da cadavere che in quelli da vivente, come in questo caso, il paziente passa i primi sette giorni tra la terapia intensiva e i reparti ultraspecialistici. Questo periodo è fondamentale per capire se l'organo trapiantato funziona, o se la sua ripresa è più lenta, o se addirittura è necessario ripetere l'intervento. Dopo questa fase critica inizia un periodo più tranquillo, che si passa sempre in ospedale, e che può durare da pochi giorni a qualche settimana, a seconda anche delle condizioni del paziente prima dell'intervento.
Una volta dimesso il paziente di solito resta per circa un mese nei pressi dell'ospedale per modulare la terapia antirigetto e gli altri farmaci necessari; in seguito il paziente deve sottoporsi a controlli periodici, di solito per il resto della vita. La sopravvivenza dopo l'intervento è molto alta, ormai ci sono pazienti che hanno festeggiato i 30 anni dal trapianto. Per il donatore invece di solito c'è un mese di osservazione, ma se non insorgono problemi può tornare alla vita che faceva prima dell'operazione”.


IL FUTURO. Se, dunque, occorrerà aspettare più o meno una settimana per capire se l'intervento è realmente riuscito, una domanda che molti sportivi si sono posti è se ABIDAL, conclusa la convalescenza, potrà o no tornare a giocare sui campi di calcio. Mazzaferro non si sbilancia.
“I pazienti normalì tornano alle attività di sempre, compresa quella fisica, ma in questo caso si tratta di un livello di stress molto elevato per il corpo e non è possibile fare previsioni».

GAETANO IDEO, invece, epatologo clinico alla MADONNINA di MILANO, in una intervista rilasciata poco prima dell'intervento ad ABIDAL, esclude un ritorno in campo del giocatore blaugrana.

"Se Abidal potrà tornare in campo? Lo escludo. Assolutamente no. Non per il trapianto, ma perchè per il resto della vita avrà difese immunitarie basse. Potrà fare attività fisica, ma non da professionista. Rischierebbe di contrarre una malattia, come la polmonite per citarne una, che lo ucciderebbe.
Essendo un soggetto forte, e considerati i progressi medici, l'operazione non durerà più di 7 ore. In 15 giorni sarà dimesso dalla clinica, poi però dovrà sottoporsi a una lunga serie di cure. Dovrà curarsi per tutta la vita. E se il rischio di rigetto ormai è molto debole, c'è invece la possibilità che sviluppi una epatite di tipo C. Il tumore? E' tornato una volta, quindi potrebbe ricomparire. Ma si tratta di un atleta, con capacità fisiche notevoli e struttura robusta, quindi le cure che seguiranno dovrebbero abbassare notevolmente il rischio di ricomparsa".

L'augurio veramente sincero che ci sentiamo di fare è che l'uomo ABIDAL possa superare definitivamente con tutto il cuore questo difficilissimo momento.
FORZA ERIC, SEI TUTTI NOI!

diger Franz Gaetano Herberhold