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venerdì 13 aprile 2012

SPUNTI DI SPORT-FORZA ERIC!


Nove ore. Questa la durata dell'intervento al fegato al quale è sottoposto martedì 10 Aprile il giocatore del BARCELLONA e della nazionale francese, ERIC ABIDAL. Abidal è entrato nella sala operatoria dell'ospedale BARNACLINIC di BARCELLONA intorno a mezzogiorno. L'intervento ha visto due fasi: prima l'operazione sul donatore, il cugino di ERIC, GERARD, e poi, il trapianto vero e proprio che si è concluso intorno a mezzanotte.

Da fonti ospedaliere abbiamo poi appreso che l'intervento è stato complesso, ma che per fortuna le condizioni del giocatore tendono ad evolversi positivamente. Subito dopo il termine della partita vinta contro il GETAFE, il tecnico del BARCELLONA, GUARDIOLA, era venuto in sala stampa a fare il punto della situazione. «Vengo solo per dire che l'intervento è stato molto, molto lungo e che noi dobbiamo essere prudenti. In ogni caso voglio ringraziare i medici per tutto quello che hanno fatto. Altra cosa che voglio dirvi è che dedichiamo la vittoria contro il Getafe a lui e al cugino Gerard che ha fatto questo grande dono ad Eric. Dobbiamo avere tanta fede in questo momento perché Abidal è una persona forte e può recuperare in fretta la forma».

Il giorno dopo, Mercoledì 11 Aprile, oltre alle dichiarazioni del presidente del BARCELLONA , SANDRO ROSELL (“Abidal e suo cugino presentano una buona evoluzione. Non posso dire nulla di più perchè la famiglia ci ha chiesto di non dire nulla di più. Se l'evoluzione rimarrà positiva, questo può essere un giorno fantastico”), sulla pagina ufficiale di Facebook di ABIDAL è intervenuta sua moglie, HAYET, con una breve nota, per rassicurare i tifosi. “Sono Hayet Abidal, la moglie di Eric - si legge nella nota - e oggi scrivo sulla sua pagina facebook su sua richiesta. Eric e suo cugino Gerard sono stati operati ieri a Barcellona e per il momento va tutto bene. Grazie a tutti per i vostri messaggi, il vostro sostegno e tutta la forza che trasmettete. Grazie. Hayet Abidal”.

Dunque, al momento tutto sembra procedere per il meglio, ma quando si può considerare realmente riuscito l'intervento, senza considerare minimamente un'ipotesi di rigetto? Sull'argomento è intervenuto VINCENZO MAZZAFERRO, trapiantologo dell'Istituto Tumori di Milano.
Sia per i trapianti da cadavere che in quelli da vivente, come in questo caso, il paziente passa i primi sette giorni tra la terapia intensiva e i reparti ultraspecialistici. Questo periodo è fondamentale per capire se l'organo trapiantato funziona, o se la sua ripresa è più lenta, o se addirittura è necessario ripetere l'intervento. Dopo questa fase critica inizia un periodo più tranquillo, che si passa sempre in ospedale, e che può durare da pochi giorni a qualche settimana, a seconda anche delle condizioni del paziente prima dell'intervento.
Una volta dimesso il paziente di solito resta per circa un mese nei pressi dell'ospedale per modulare la terapia antirigetto e gli altri farmaci necessari; in seguito il paziente deve sottoporsi a controlli periodici, di solito per il resto della vita. La sopravvivenza dopo l'intervento è molto alta, ormai ci sono pazienti che hanno festeggiato i 30 anni dal trapianto. Per il donatore invece di solito c'è un mese di osservazione, ma se non insorgono problemi può tornare alla vita che faceva prima dell'operazione”.


IL FUTURO. Se, dunque, occorrerà aspettare più o meno una settimana per capire se l'intervento è realmente riuscito, una domanda che molti sportivi si sono posti è se ABIDAL, conclusa la convalescenza, potrà o no tornare a giocare sui campi di calcio. Mazzaferro non si sbilancia.
“I pazienti normalì tornano alle attività di sempre, compresa quella fisica, ma in questo caso si tratta di un livello di stress molto elevato per il corpo e non è possibile fare previsioni».

GAETANO IDEO, invece, epatologo clinico alla MADONNINA di MILANO, in una intervista rilasciata poco prima dell'intervento ad ABIDAL, esclude un ritorno in campo del giocatore blaugrana.

"Se Abidal potrà tornare in campo? Lo escludo. Assolutamente no. Non per il trapianto, ma perchè per il resto della vita avrà difese immunitarie basse. Potrà fare attività fisica, ma non da professionista. Rischierebbe di contrarre una malattia, come la polmonite per citarne una, che lo ucciderebbe.
Essendo un soggetto forte, e considerati i progressi medici, l'operazione non durerà più di 7 ore. In 15 giorni sarà dimesso dalla clinica, poi però dovrà sottoporsi a una lunga serie di cure. Dovrà curarsi per tutta la vita. E se il rischio di rigetto ormai è molto debole, c'è invece la possibilità che sviluppi una epatite di tipo C. Il tumore? E' tornato una volta, quindi potrebbe ricomparire. Ma si tratta di un atleta, con capacità fisiche notevoli e struttura robusta, quindi le cure che seguiranno dovrebbero abbassare notevolmente il rischio di ricomparsa".

L'augurio veramente sincero che ci sentiamo di fare è che l'uomo ABIDAL possa superare definitivamente con tutto il cuore questo difficilissimo momento.
FORZA ERIC, SEI TUTTI NOI!

diger Franz Gaetano Herberhold

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