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venerdì 22 luglio 2011

SPUNTI DI SPORT-L'IMPRESA DI OSCAR PISTORIUS.


In un momento in cui il calcio sembra quasi essere diventato una specie di uno contro tutti (come la vicenda INTER-JUVE di questi giorni ci ha purtroppo mostrato), per fortuna esistono ancora delle storie di sano e buon sport che meritano di essere raccontate. Storie in cui un sogno, apparentemente impossibile da realizzare, per fortuna diventa una bellissima realtà.

La storia in questione riguarda un ragazzo sudafricano di 24 anni, che purtroppo, all’età di 11 mesi, subisce l’amputazione di entrambe le gambe. Questo giovane però ha grinta, ha coraggio, ma soprattutto ha un sogno:correre in mezzo ai normodotati. Questo giovane, per chi non l’avesse ancora capito, è OSCAR PISTORIUS.

In questi anni di attività agonistica non sono mancate polemiche, a cominciare da chi afferma che le protesi da lui indossate, potrebbero generare un vantaggio nella corsa. Ipotesi che le varie perizie smonteranno facilmente, con il TAS di LOSANNA che dichiarerà le protesi regolari. Oscar corre, vince nelle PARAOLIMPIADI, ma il sogno di gareggiare una OLIMPIADE tra i soggetti normodotati, quello c’è sempre. Un sogno che, finalmente, martedì scorso, 19 Luglio, è diventato finalmente realtà.

Siamo a LIGNANO SABBIADORO, al meeting SPORT e SOLIDARIETÀ. È un meeting molto importante per OSCAR. Dopo il modesto 46”65 di PADOVA di domenica scorsa, è l’ultima occasione concessagli dalla federazione sudafricana per qualificarsi nella gara dei 400 metri ai MONDIALI di ATLETICA LEGGERA, che si svolgeranno tra poco più di un mese in COREA DEL SUD, e più precisamente a DAEGU dal 27 Agosto al 4 Settembre.

Pistorius si trova in terza corsia, non proprio tra le condizioni a lui più favorevoli. La partenza sembra essere faticosa, ma poi, piano piano Oscar comincia a prendere ritmo, tanto che, giunto al primo rettilineo l’azione è decisamente più efficace. Inizia così una rimonta rapida che porta Oscar rimontare velocemente tutti gli altri concorrenti, e a passare in testa con una facilità quasi impressionante. Gli ultimi 80 metri sono una vera e propria cavalcata trionfale, con PISTORIUS che taglia il traguardo in 45”07, riuscendo in un colpo solo sia a migliorare il suo record personale di ben 54 centesimi, ma soprattutto a qualificarsi contemporaneamente sia ai mondiali di DAEGU, superando il minimo fissato dalla IAAF per la qualificazione (45”25) che Oscar inseguiva da tre anni, sia addirittura per le Olimpiadi del prossimo anno a Londra.

Grazie al preziosissimo aiuto di un carissimo amico, LUIGI, che ringrazio veramente di cuore, siamo in grado di poter vedere la grande impresa compiuta martedì sera da PISTORIUS in questo filmato, che andiamo ora a vedere.


Dunque, con la qualificazione ai Mondiali di DAEGU, ma soprattutto con la qualificazione alle OLIMPIADI di LONDRA, Oscar potrà realizzare il suo sogno di poter gareggiare in una manifestazione mondiale contro atleti normodotati. Un sogno che, spero veramente di cuore, possa riservare non solo a Oscar, ma anche a tutti noi, ulteriori piacevoli sorprese come quella di martedì sera. Sarebbe non solo la vittoria di un grande campione quale Oscar ha sempre dimostrato di essere, ma, e di questo ne sono certo, anche una bellissima pagina di sport e soprattutto di vita.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

martedì 19 luglio 2011

SPUNTI DI SPORT-16 LUGLIO:CORSI E RICORSI STORICI.


Corsi e ricorsi storici. Ci sono delle date, infatti, che molto spesso vengono associate a delle squadre, o meglio a delle imprese calcistiche più o meno rilevanti.

Può avvenire nelle squadre di club, ma può avvenire anche nelle nazionali. Pensiamo un attimo a quanto avvenuto pochi giorni fa, sabato 16 Luglio, quando l’URUGUAY ha battuto l’ARGENTINA ai calci di rigori per 6-5, nei quarti di finale di COPPA AMERICA,complice l’errore decisivo di TEVEZ dal dischetto. Vediamo, nella foto sopra riportata, la gioia dei giocatori al termine della lotteria dei rigori.

Al termine della partita, alcuni giocatori uruguayani affermavano che da un punto di vista scaramantico la tradizione del 16 Luglio di 61 anni fa aveva portato bene. Ecco, cosa è successo il 16 Luglio 1950 per essere così ben ricordato dai giocatori uruguayani?
Il 16 Luglio 1950 è la data in cui l’URUGUAY si aggiudicò il secondo titolo mondiale, andando a battere il padrone di casa del BRASILE, allo stadio MARACANÀ, al termine di una partita che tutto il mondo ricorda come il DISASTRO DEL MARACANÀ. Ma, cosa successe, in quella partita? Attraverso un’attenta documentazione, siamo riusciti a ricostruire cosa successe quel giorno.

IL MONDIALE DEL 1950.
 


Il Mondiale del 1950, organizzato in Brasile, a dire il vero, fu l’unico Mondiale che non prevedeva una vera e propria finale. Dopo il classico girone eliminatorio, le squadre partecipanti ala seconda fase vennero riunite in unico girone finale, che alla fine avrebbe costituito la classifica finale. Questo girone era costituito da SVEZIA, SPAGNA, URUGUAY e BRASILE. Dopo le prime due giornate il BRASILE era nettamente al comando, avendo battuto brillantemente le squadre europee. L’unica squadra che poteva privare il BRASILE del titolo poteva essere l’URUGUAY, ma si trattava di un’impresa comunque molto difficile. Il Brasile nelle prime due giornate del girone finale, come detto sopra, aveva vinto contro le due squadre europee, segnando 13 goal, e subendone 2, per cui, anche il pareggio contro l’URUGUAY poteva andare benissimo. L’URUGUAY, invece, per poter pensare di vincere il MONDIALE, doveva assolutamente vincere.

I brasiliani erano praticamente certi di aver già vinto il Mondiale, tanto che addirittura per le vie del paese, nonostante la partita on l’URUGUAY fosse ancora da giocare, le fonti dell’epoca raccontano di caroselli festanti, e addirittura la mattina del 16 Luglio venne organizzato un Carnevale per le vie di Rio De Janeiro. Ma i toni trionfalistici non si fermavano solo alle strade. Pensate, cari amici, che addirittura vennero vendute addirittura oltre 500.000 mila magliette con su scritto BRASILE CAMPIONE DEL MONDO, e anche la stampa brasiliana il giorno stesso della partita esaltava la propria squadra. Per farvi alcuni esempi, il DIARIO DI RIO aprì la prima pagina, con il titolo, IL BRASILE VINCERÀ, per non parlare, ad esempio, del quotidiano O MUNDO, che pubblicò in prima pagina la foto della formazione brasiliana, intitolando “QUESTI SONO I CAMPIONI DEL MONDO”. Questi, giusto alcuni esempi.

Il giorno della partita, l’esterno dello stadio Maracanà di Rio De Janeiro venne tappezzato con dei cartelloni con su scritto “Omaggio ai campioni del Mondo”. I tifosi brasiliani credevano moltissimo a quella finale, tanto che fonti dell’epoca parlano di un MARACANÀ gremitissimo in ogni ordine di posto, con circa 173.850 spettatori paganti, e 199.854 quelli presenti. La partita era in programma intorno alle ore 15:00. Prima che l'arbitro fischiò l'inizio della partita, il generale ANGELO MENDES DE MORAIS, prefetto del Distretto federale brasiliano, pronunciò un discorso da cui si evinceva come i brasiliani fossero pressochè certi della vittoria della propria squadra.
Queste le parole del generale DE MORAIS:
Voi, brasiliani, che io considero vincitori del Campionato del Mondo.
Voi, giocatori, che tra poche ore sarete acclamati da milioni di compatrioti
Voi che avete rivali in tutto l'emisfero. Voi che superate qualsiasi rivale.
Siete voi che io saluto come vincitori”.

La partita, però, si rivelò ben più diversa da quello che si aspettavano i tifosi verdeoro. Se è vero che il Brasile andò in campo con uno schema assai offensivo, e più precisamente un 2-3-4-1, bisogna però rilevare che i brasiliani non riuscirono mai nel primo tempo a sfondare la difesa uruguagia, rischiando semmai diverse volte sul contropiede degli avversari.
Nella ripresa, la partita sembrò cambiare. Dopo due minuti, infatti il Brasile si portò in vantaggio in vantaggio con il centrocampista FRIAÇA, abile a sfruttare un intervento non impeccabile del portiere uruguayano MASPOLI.
Sembrava, a questo punto, che tutto fosse fatto per il Brasile, con il pubblico in festa sugli spalti del Maracanà, ma l'Uruguay non si perse d'animo, e al 66, giunse al pareggio. Dopo una rapida percussione sulla fascia, GHIGGIA saltò il brasiliano BIGODE, passò la palla a SCHIAFFINO, che battè il portiere BARBOSA. Il punteggio era quindi sull'1-1. Il pareggio, lo ricordiamo, avrebbe permesso comunque ai brasiliani di vincere il Mondiale, eppure quel pareggio rappresentò una mazzata micidiale per i giocatori brasiliani, che smisero praticamente di giocare. Al 79° avvenne quello che nessuno avrebbe mai osato immaginare alla vigilia della partita. GHIGGIA servito da Perez, superò nuovamente la difesa brasiliana, e realizzò il 2-1 a favore dell'URUGUAY. Sul Maracanà cadde il gelo. Da favorito il Brasiloe stava perdendo il Mondiale. I giocatori brasiliani si buttarono in avanti alla ricerca di quel goal che avrebbe consentito loro di pareggiare la partita, e quindi di vincere il Mondiale, ma fu tutto vano:l' URUGUAY battè il BRASILE per 2-1, e, a sorpresa, si aggiudicò il suo secondo titolo mondiale. Vediamo, a questo punto, le immagini più salienti di quella partita.


LE REAZIONI DEL DOPOPARTITA.

I tifosi brasiliani erano talmente convinti, talmente sicuri della vittoria della loro squadra, che quando l'arbitro READER fischiò la fine della partita, circa una decina di tifosi vennero colti da infarto, e almeno due tifosi si suicidarono lanciandosi dagli spalti dello stadio Maracanà. Fu un momento molto difficile per lo stesso Brasile: vennero infatti proclamati tre giorni di lutto nazionale. Pensate, cari amici, che molta gente, era talmente sicura della vittoria del Brasile che aveva scommesso praticamente tutti i suoi averi sulla vittoria della squadra brasiliana, trovandosi al termine della partita, praticamente senza nulla. Motivo per il quale molta gente o si suicidò, o si trovo praticamente in rovina. Alla fine il bilancio ufficiale parlerà di 34 suicidi e di 56 morti per arresto cardiaco, al termine della partita.
Non solo la gente comune, ma anche la FEDERCALCIO BRASILIANA credeva talmente tanto nella vittoria dei suoi giocatori, a tal punto che aveva fatto stampare migliaia di cartoline celebrative della vittoria del Mondiale, e fatto coniare 22 medaglie d'oro che le autorità avrebbero dovuto consegnare ai giocatori. Con la sconfitta rimediata contro l'URUGUAY, tutto questo andava praticamente a farsi friggere. Ma non solo. Sembra infatti, secondo fonti dell'epoca, che la premiazione, si sarebbe dovuta svolgere in questa maniera. All'uscita del tunnel, in mezzo al terreno di gioco, si sarebbe dovuta formare una guardia d'onore, composta da due file di guardie, attraverso la quale sarerbbero dovuti passare sia i rappresentanti del governo brasiliano, sia il presidente FIFA, JULES RIMET, che avrebbe dovuto consegnare la coppa nelle mani del capitano brasiliano, e che avrebbe dovuto pronunciare un discorso in lingua portoghese, per celebrare la vittoria brasiliana.

Con la vittoria dell'Uruguay, il ceremoniale fu ovviamente modificato, con la totale assenza delle guardie, e con RIMET lasciato da solo a premiere i giocatori uruguayani. RIMET consegnò la coppa al capitano uruguagio, VARELA, ma non riuscì neppure a dirgli una parola di congratulazioni per la vittoria mondiale. Ma non solo. La banda non suonò neanche l'inno nazionale uruguayano (come invece era previsto, nel caso in cui avesse vinto il Brasile), perchè, convinti i brasiliani fino in fondo della vittoria del Brasile, non le era stato consegnato lo spartito dell'inno uruguayano, perchè ritenuto inutile.
Questo il ricordo di quel dopopartita, attraverso le parole del giocatore uruguayano JUAN ALBERTO SCHIAFFINO. “Lasciammo l'angustia che ci aveva accompagnato per tutta la partita, versando lacrime di gioia, pensando alle nosttre famiglie in Uruguay, mentre i nostri avversari piangevano di amarezza per la sconfitta. Ad un certo punto provai pena per quello che stava accadendo”. 

Questa la foto della nazionale uruguayana campione del Mondo 1950.  


Per motivi precauzionali venne invitata la nazionale uruguyana a lasciare immediatamente il Brasile, dirigendosi verso Montevideo. Ciò, però, non impedì una vera e propria aggressione ai danni di GHIGGIA, che dovette tornare in Patria con le stampelle.
Il disastro del Maracanà fu, quindi, una vera e propria mazzata per il Brasile e per la sua nazionale, a tal punto, che non solamente la squadra stette ferma per due anni (la nazionale sarebbe tornata in campo il 6 aprile 1952, battendo il Messico per 2-0, nel Campionato Panamericano), ma addirittua cambiò il colore della sua maglia. Se fino al disastro del Maracanà, la squadra indossava una maglia bianca, con colletto blu, e con pantaloncini e calzettoni bianchi, tra il 1952 e il 1954, la squadra cambiò divisa, indossando una maglietta azzurra, con pantaloncini bianchi, e calzettoni azzurri, fino al 1954, quando il Brasile si presentò con la divisa che indossa tuttora:maglietta giallo-oro con colletto verde, pantaloncini blu e calzettoni bianchi. D'allora la nazionale brasiliana venne soprannominata, in onore della nuova divisa, come la nazionale verde oro.
Ecco, dunque, cosa rappresentò il 16 Luglio 1950 per la nazionale uruguayana, e perchè i giocatori della nazionale celeste abbaino voluto accennare quella data. Vorrei concludere, con un altro particolare significativo.
Il 16 Luglio 1950, dunque, la nazionale uruguayana battè i padroni di casa del BRASILE vincendo i Mondiali. Il 16 Luglio 2011 l'URUGUAY di OSCAR WASHINGTON TABAREZ batte ai calci di rigore l'ARGENTINA, guarda caso, anche questa volta, padrone di casa della manifestazione in questione.
Corsi e ricorsi storici del nostro amato calcio.


Rüdiger Franz Gaetano Herberhold


domenica 17 luglio 2011

CORREVA L'ANNO-SPORT ED EMOZIONI IN VINILE (16/07/2011).

DALLA PAGINA FACEBOOK DEL GUERIN SPORTIVO.


Cari amici, iniziamo il nostro viaggio con la stagione 1967768, stagione che vide la vittoria del MILAN, con il NAPOLI secondo classificato. Vediamo, pertanto, dalla stagione 1967/68, le immagini più salienti del big match NAPOLI-MILAN, terminato sul punteggio di 1-1. 

  
Passiamo ora a una canzone del 1967. Chi non ha mai sentito la celeberrima STASERA MI BUTTO? E pensare che questa celebre canzone, cantata da ROCKY ROBERTS, nacque come sigla televisiva. Ebbene si, amici:era la sigla d'apertura di un programma condotto da MINA, intitolato SABATO SERA. Ma ora, ascoltiamoci ROCKY ROBERTS in STASERA MI BUTTO. 

  
Cari amici, della serie cosa si può fare a tempo di record, siamo riusciti a ritrovare la sigla originale del programma di MINA, SABATO SERA, in cui fece il suo esordio la canzone STASERA MI BUTTO, che ascoltiamo interpretata dagli AIRDALES e da ROCKY ROBERTS. 

  
Passiamo alla stagione 1963/1964, che vide la vittoria del campionato da parte del BOLOGNA. Nel 1964 a SANREMO vince GIGLIOLA CINQUETTI, con Non ho l'età, ma in quello stesso anno, gareggia una canzone, cantata da BRUNO FILIPPINI, e intitolata SABATO SERA. Vediamo questa canzone, nell'esibizione tratta dal SANREMO 1964. 

  
Concludiamo questa minipuntata di CORREVA L'ANNO, con il 1958. Anno in cui la JUVE torna a vincere il campionato. Ma il 1958 è anche l'anno di una celeberrima canzone, DOMENICA È SEMPRE DOMENICA, la sigla finale che chiudeva uno dei programmi televisivi di maggior successo, IL MUSICHIERE, nella versione interpretata dal mitico MARIO RIVA. Una vera e propria chicca! Buon ascolto!

  
Cari amici, siamo arrivati anche questa sera al termine di questa puntata LIVE di CORREVA L'ANNO-EMOZIONI IN VINILE. Nel ringraziarvi veramente di cuore per averci seguito, vi lascio ai PRONOSTICI DEI LETTORI. Buona serata a tutti! 


                                                       Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

lunedì 11 luglio 2011

SPUNTI DI SPORT- ITALIA MUNDIAL (11 LUGLIO 1982)


"CAMPIONI DEL MONDO, CAMPIONI DEL MONDO, CAMPIONI DEL MONDO!". Ci sono tante emozioni, che possono essere legate a una vittoria, ma non c'è dubbio che quel triplice CAMPIONI DEL MONDO, pronunciato dal grande NANDO MARTELLINI, al termine della telecronaca della finale dei mondiali di calcio 1982, sia una delle immagini entrate nella storia di quel 11 Luglio 1982, quando gli azzurri, allenati dal grande Vecio, ENZO BEARZOT, battendo in finale per 3-1 allo stadio SANTIAGO BERNABEU di MADRID la GERMANIA OVEST, si aggiudicarono la COPPA DEL MONDO.

Celeberrima, durante il viaggio di ritorno, a bordo dell'aereo che riportava in patria gli Azzurri e la coppa del mondo, l'immagine della partita di scopa, che vide contrapposti il presidente della Repubblica, SANDRO PERTINI, in coppia con FRANCO CAUSIO, contro la coppia costituita dal ct azzurro, ENZO BEARZOT e il capitano azzurro, DINO ZOFF, come possiamo vedere nella fotografia sotto riportata. 


Gli Azzurri, dunque, tornano in patria in trionfo per la vittoria conseguita nel Mondiale spagnolo. E pensare che l'inizio non era stato dei più esaltanti.
Nel Gruppo 1, infatti gli azzurri pareggiarono a llo stadio BALAIDOS di VIGO tutte e tre le gare della prima fase, rispettivamente il 14 giugno  contro la POLONIA per 0-0, il 18 giugno contro il PERÚ per 1-1 (vantaggio azzurro al 18° di CONTI, pareggio peruviano all'83° di DIAZ), e il 23 Giugno sempre 1-1 contro il CAMERUN (vantaggio azzurro al 61° con GRAZIANI, immediato pareggio camerunnse al 62° con M'BIDA). Gli Azzurri passarono quindi alla fase successiva, a parità di punti con il CAMERUN, per un goal segnato in più rispetto ai giocatori africani.

Nella fase successiva, un vero e proprio girone a 3, in cui passava solo la prima classificata, agli azzurri di BEARZOT tocca un vero e proprio girone di ferro:le altre squadre presenti nel girone, infatti, sono l'ARGENTINA campione del mondo uscente, allenata da MENOTTI, e il BRASILE di ZICO.  Un girone veramente duro, che suscitò la preoccupazione dei tifosi azzurri, dopo quanto visto nella prima fase.

Ma, come si dice, è quando il giuoco che si fa duro, che i duri cominciano a ballare, e in questo caso gli azzurri cominciano a cambiare completamente ritmo. Nelle due partite giocate allo stadio SARRIA di BARCELLONA, il 29 Giugno l'ITALIA batte l'ARGENTINA per 2-1(con reti al 55° di TARDELLI, al 67° di CABRINI,  e rete argentina all'83°di PASSARELLA), e il 5 Luglio il BRASILE (tripleta di PAOLO ROSSI al 5°, 25° e 74°, e goal per il BRASILE  al 12° di SOCRATES, e al 69° di FALCAO) in una partita talmente intensa da essere stata entrata nella storia come una delle partite più belle giocate nella storia della nostra NAZIONALE.
L'Italia, dunque, si qualifica per la SEMIFINALE, dove incontra, al CAMP NOU di BARCELLONA, l'8 Luglio di nuovo la POLONIA. Ma, rispetto alla prima fase, è indubbiamente un'altra ITALIA, e infatti gli AZZURRI vincono per 2-0, con una doppietta  al 22° e al 73° di PAOLO ROSSI.

Con questo risultato, la squadra di BEARZOT si qualifica per la finale, dove, l'11 Luglio 1982, allo stadio BERNABEU avrebbe incontrato, a distanza di 12 anni dalla celeberrima semifinale dei mondiali del 1970 disputati in MESSICO, la GERMANIA OVEST.

Una finale che tutta Italia segue con ansia e con trepidazione. In merito a questa finale c'è unpiccolo aneddoto da raccontare. Per la giornata di domenica 11 luglio era stato infatti indetto uno sciopero dei giornalisti radio-televisivi, per cui la partita sarebbe stata a serio rischio. Per fortuna, alla fine, prevalse il buon senso, e così anche in Italia fu possibile seguire la finale dei mondiali di calcio del 1982.

A questo punto, però, mi fermo con il racconto, perchè mi piacerebbe dare modo sia ai lettori della pagina più giovani, che non ebbero modo di vedere questa partita, sia a tutti coloro che quella sera erano allo stadio BERNABEU a tifare ITALIA, sia semplicemente a chi desidera rivedere questa partita, di rivivere le emozioni della finale, pubblicando la telecronaca INTEGRALE della finale dei mondiali di calcio 1982, tra ITALIA e GERMANIA OVEST.
Mi scuso fin da ora con tutti se questa versione risulta essere sponsorizzata, tra le varie versioni disponibili in rete, è la più completa, tra presentazione delle squadre con rispettivi inni nazionali, e premiazione finale. Buona visione a tutti!

1°PARTE.

2° PARTE.

3° PARTE.

4° PARTE.

5° PARTE.

6° PARTE.

7° PARTE.

8° PARTE.

9° PARTE.

10° PARTE.

11° PARTE.

12° E ULTIMA PARTE.

Cari amici, andiamo, ormai, verso la conclusione di questa SERATA AMARCORD di grande calcio. Prima, però di chiudere, sperando di farvi cosa gradita, concludiamo con una vera e propria chicca, e più precisamente con il referto arbitrale di questa bellissima partita.

                                                       Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

CORREVA L'ANNO-SPECIALE PER FATIMA.

Ciao Fatima,
eccoci quà. Questo, è un normalissimo post come tanti di VARIE NEWS. Ma in realtà è un post speciale, perchè l'ho fatto SOLO ed ESCLUSIVAMENTE per te.  Ho pensato molto, durante la giornata di oggi, cosa fare, per augurarti in maniera simpatica, ma sincera IN BOCCA AL LUPO per il corso. Ci ho pensato molto, fino a chè miè venuta in mente l'idea di dedicarti una puntata speciale di CORREVA L'ANNO, pensata apposta per te. Spero ti possa piacere.

Prima però di iniziare, c'è un mio carissimo amico, che ti voleva augurare IN BOCCA AL LUPO. Non te lo nascondo, è un pò bizzarro. Indossa gli occhiali da sole, e veste un pò alla hawayana, ma ci teneva anche lui a farti gli auguri di BUON INIZIO CORSO.


Vado a iniziare questa puntata speciale di CORREVA L'ANNO, con la colonna sonora di SCANDALO AL SOLE, che se non erro, ti era piaciuta.



Passiamo al 1962. Il 1962 è l'anno dei mondiali in CILE, purtroppo amari per l'ITALIA. nonostante il pareggio per 0-0 contro la GERMANIA OVEST, e la vittoria per 3-0 contro la SVIZZERA, decisiva fu la sconfitta degli azzurri per 2-0 contro il CILE, in una partita ricordata come la BATTAGLIA DI SANTAGO, per la violenza che caratterizzò quell'incontro.
Il 1962 è anche l'anno di questa famosissima canzone, cantata da un giovanissimo GIANNI MORANDI, che un pò idealmente rappresentava il boom degli anni 60:ANDAVO A CENTO ALL'ORA.

Il 1962 è anche l'anno di questa celebre canzone dei LOS MARCELLOS FERIAL, QUANDO CALIENTA IL SOL.

Vado ora al 1964, con una sequenza indimenticabile, tratta dal musical MY FAIR LADY, intitolata AVREI DANZATO ANCOR, in cui vediamo la grande AUDREY HEPBURN, doppiata da TINA CENTI.

Avrai sentito, Fatima, a un certo punto, la protagonista partlava di VOLARE. Non so te, amica mia, ma a me mi viene in mente una celebre canzone del 1958, interpretata dal mitico DOMENICO MODUGNO.

Al momento in cui scrivo questa puntata, il prossimo brano si presta abbastanza bene. Ascoltiamo, infatti, NON TI FIDAR DI UN BACIO A MEZZANOTTE, nella interpretazione del QUARTETTO CETRA.

Nel 1960 RENATO RASCEL assieme a TONY DALLARA vince il FESTIVAL di SANREMO, con ROMANTICA. Ascoltiamo la canzone vincitrice nella versione cantata da RASCEL all'EUROFESTIVAL 1960.

Ascoltiamo, ora, tratto dal SANREMO 1984 il grande CLAUDIO VILLA in UN AMORE COSÌ GRANDE. 

Ho dovuto mettere il collegamento ipertestuale, perchè non mi trovava il video. Ascoltiamo ora la stessa canzone dal versione registrata nell'LP.

Negli anni 60, tra le varie musiche in voga, andava per la maggiore il lento, da ballare stretti con il proprio, o con la propria partner. Una delle canzoni sicuramente più romantiche è LEGATA A UN GRANELLO DI SABBIA, cantata da NICO FIDENCO, che ascoltiamo nella versione originale registrata nel 1961. Buon ascolto! 
  
Una canzone può essere legata al successo di un grande programma televisivo? Nel caso della canzone che andiamo ad ascoltare, la risposta non può essere che SI. Ascoltiamo, infatti, DOMENICA È SEMPRE DOMENICA, la sigla finale che chiudeva uno dei programmi televisivi di maggior successo, IL MUSICHIERE, nella versione interpretata dal mitico MARIO RIVA. Una vera e propria chicca! Buon ascolto! 

Concludo con una canzone decisamente più recente di GIGI D'ALESSIO del 2002, NON MOLLARE MAI. 


Siamo oramai arrivati al termine di questa puntata speciale di CORREVA L'ANNO.  Cara FATIMA, a te, amica mia, il più sincero e sentito IN BOCCA AL LUPO veramente con tutto il cuore. 


Concludo, come consuetudine, con la mitica MOON RIVER. 


                                                               Un abbraccio forte. Ruggero

sabato 9 luglio 2011

SPUNTI DI SPORT-ITALIA MONDIALE (9 LUGLIO 2006).



“Il cielo è azzurro sopra Berlino!” Con queste parole, il telecronista della RAI, MARCO CIVOLI, celebrava, al termine della telecronaca di ITALIA-FRANCIA, finale dei mondiali di calcio 2006, disputata in GERMANIA, la vittoria del Mondiale da parte degli Azzurri.
Dunque, un tabù era stato sfatato, o almeno sembrava così in quel momento. Dopo le delusioni mondiali ai rigori nel 1990 contro l’ARGENTINA in semifinale, nel 1994 contro il BRASILE in finale, con ROBERTO BAGGIO che tira sopra la traversa, il rigore decisivo, e l’eliminazione nei quarti di finale nel 1998 contro la FRANCIA, a causa di un rigore decisivo sbagliato da DI BIAGIO, gli azzurri possono finalmente assaporare la gioia di una vittoria dal dischetto.
Una vittoria che all’inizio nessuno avrebbe sicuramente pronosticato, e su cui sicuramente ha influito non solo il grande spirito di gruppo, cementato dall’allora ct azzurro, MARCELLO LIPPI, ma soprattutto lo scandalo di CALCIOPOLI, allora nelle primissime fasi, che accompagnò la partenza della squadra per la GERMANIA.
La squadra di LIPPI era inserita nel girone E, che comprendeva GHANA, STATI UNITI, e REPUBBLICA CECA.

Il 12 Giugno 2006, allo stadio di HANNOVER, gli azzurri battono il GHANA per 2-0, grazie ai goal al 40° e il goal all'83° di IAQUINTA. Questo il referto arbitrale della partita.

Alla vittoria contro il GHANA, segue, però, contro gli USA, il 17 giugno al FRITZ WALTER STADION di GELSENKIRCHEN il pareggio contro gli USA. Gli azzurri passano in vantaggio al 22° con GILARDINO, ma, dopo 5 minuti, gli USA pervengono al pareggio, al 27°, con una autorete di ZACCARDO. Da rilevare la fallosità di questa partita, a tal punto che le squadre terminano in 10 contro 9. Per l'Italia dobbiamo rilevare l'espulsione per una gomitata allo statunitense BRIAN MC BRIDE di DANIELE DE ROSSI, che priverà gli AZZURRI del centrocampista romanista per le successive 4 partite. Questo il referto arbitrale della partita.

Gli azzurri per passare alla fase successiva devono assolutamente vincere, (anche per evitare di incontrare il BRASILE agli ottavi) e così si giocano la qualificazione, giovedì 22 Giugno, contro la REPUBBLICA CECA di PAVEL NEDVED, allo stadio di AMBURGO. La partita, purtroppo non inizia sotto i migliori auspici, a causa dell'infortunio di ALESSANDRO NESTA, avvenuto al 17° del primo tempo. LIPPI sostituisce NESTA con MATERAZZI, che, dopo nove minuti porta in vantaggio gli Azzurri. Nella ripresa, al 60° LIPPI sostituisce GILARDINO con PIPPO INZAGHI, ed è proprio l'attaccante milanista a segnare, a tre minuti dal termine, il raddoppio. L'ITALIA batte per 2-0 la REPUBBLICA CECA, (questo il referto arbitrale dell'incontro) e si qualifica agli ottavi di finale, dove incontrerà l'AUSTRALIA, guidata da una vecchia conoscenza del calcio italiano, GUUS HIDDINK.

La paura è tanta nell'ambiente azzurro. Anche se certamente l'AUSTRALIA non è il BRASILE, preoccupa questo nuovo scontro con HIDDINK. Ricordiamo, infatti, che anche nella precednte edizione del Mondiale, gli azzurri giocarono contro una formazione di HIDDINK, la COREA DEL SUD, padrona di casa del torneo mondiale, in una partita passata alla storia per gli errori dell'arbitro BYRON MORENO. Ma questa è un'altra storia.
Dunque, l'Italia torna in campo al FRITZ WALTER STADION di KAISERSLAUTERN lunedì 26 giugno 2006, contro l'AUSTRALIA, e, come volevasi dimostrare, la partita si dimostra più complicata del previsto per la squadra di LIPPI, anche a causa dell'ingiusta squalifica al 50°di MATERAZZI, decretata dall'arbitro spagnolo LUIS MEDINA CANTALEJO. La partita sembra procedere stancamente verso i supplementari, con un'Italia fisicamente stremata, quando improvvisamente al 95° GROSSO riesce a ottenere un calcio di rigore, che FRANCESCO TOTTI, subentrato al 75° al posto di DEL PIERO, non sbaglia. Gli Azzurri, dunque, battono per 1-0 l'AUSTRALIA (questo il referto arbitrale dell'incontro), e incontreranno, venerdì 30 giugno ad AMBURGO, l'UCRAINA di ANDRY SHEVCHENKO.

Nel frattempo, però, una brutta notizia giunge inaspettata nel ritiro degli AZZURRI. L'ex giocatore della JUVENTUS, GIANLUCA PESSOTTO, riiratosi al termine di quella stagione, e, nominato pochi giorni dopo, il 27 Maggio del 2006, TEAM MANAGER della JUVENTUS, ha tentato il suicidio. PESSOTTO, infatti, si è buttato da un abbaino della sede della JUVENTUS, tenendo tra le mani un rosario. Cadendo verso il basso, il giocatore atterra, distruggendola, sulla ALFA 147 di ROBERTO BETTEGA, e, molto probabilmente è stato proprio l'urto contro l'ALFA 147, enon con il suolo, a salvare la vita all'ex calciatore juventino. Tutti i giocatori azzurri sono scossi dalla notizia, e in particolare i giocatori juventini presenti in azzurro . In particolare FABIO CANNAVARO, GIANLUCA ZAMBROTTA, CIRO FERRARA e ALESSANDRO DEL PIERO vengono autorizzati a lasciare momentaneamente il ritiro, per andare a trovare all'ospedale LE MOLINETTE DI TORINO, il loro ex compagno di squadra. Al termine del Mondiale, DEL PIERO, CANNAVARO ed altri giocatori della NAZIONALE torneranno alle MOLINETTE per portare a PESSOTTO la COPPA DEL MONDO vinta. Ma, torniamo alla sfida con l'UCRAINA.

Gli azzurri sono scossi da quanto accaduto, e allora vanno in campo ancora più motivati, in modo da poter con la loro prova, dare più coraggio a PESSOTTO. E infatti, ad AMBURGO, gli azzurri battono per 3-0 l'UCRAINA, con reti di ZAMBROTTA, dopo soli 6 minuti, e la doppietta al 59° e al 69°di LUCA TONI. Questo il referto arbitrale dell'incontro.

Gli azzurri si qualificano così per la semifinale, dove, martedì 4 luglio, al WESTFALEN STADION di DORTMUND, incontreranno la GERMANIA di JURGEN KLINSMANN. Gli azzurri giocano quella che, a detta di molti, può essere considerata la più bella partita di tutto il torneo, e, nonostante al 90° debba andare ai tempi supplementari sullo 0-0, la sensazione è quella di una squadra estremamente in palla. A ulteriore conferma, PIRLO e ZAMBROTTA colpiscono rispettivamente palo e traversa. Comincia quasi a serpeggiare la paura che il pallona non voglia entrare in rete. Quando, improvvisamente, al 119°cambia la partita. Al 119°, sugli sviluppi di un corner, PIRLO vede GROSSO, che lascia partire un sinistro dal limite dall'area di rigore, che si va a infilare nell'angolino della porta difesa da LEHMANN. L'Italia è in vantaggio, e un minuto dopo, al 120°, ecco il raddoppio. Contropiede di CANNAVARO per TOTTI, TOTTI cede la palla per GILARDINO, che con un colpo di tacco destro passa la palla a DEL PIERO, che lascia partire un tiro che si va a infilare all'incrocio del palo destro della porta difesa da LEHMANN. L'Italia batte, dunque, la GERMANIA, per 2-0, e il 9 Luglio, affronta all'OLYMPIASTADION di BERLINO, la FRANCIA in finale. Questo il referto arbitrale.

Parlare della finale contro la FRANCIA vuol dire aprire tanti ricordi, tra cui la celebre sequenza dei rigori, che ora andiamo a vedere, tratta dalla telecronaca RAI dell'epoca, con la cronaca di MARCO CIVOLI, e il commento tecnico di SANDRO MAZZOLA. 


Dunque, segnando i rigori, l'ITALIA vince i MONDIALI 2006. Ma, come siamo arrivati a quella finale? E sopratutto cosa accadde in quella finale? Rivediamolo in maniera più completa, con questo filmato, diviso in 4 parti, realizzato dalla trasmissione di RAI TRE, SFIDE. Un filmato veramente interessante, che andiamo a vedere. 

1° PARTE.

2° PARTE.

3° PARTE. 

4° E ULTIMA PARTE. 

Dunque, al termine della finale, battendo la FRANCIA per 5-3 (questo il referto arbitrale della finalissima), l'ITALIA si aggiudica il suo quarto mondiale, dopo quelli del 1934, del 1938, e del 1982. Un Mondiale che sarebbe rimasto nel cuore di tutti noi, e che avrebbe mostrato che l'Italia del calcio non era solo CALCIOPOLI, ma un gruppo di giocatori unito, e affiatato, che almeno per un mese ha fatto sognare il nostro bellissimo Paese e tutti noi, tifosi di sano e buon calcio.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

venerdì 8 luglio 2011

SPUNTI DI SPORT-LA TRAGEDIA DELLO STADIO ENTSCHEDE.


Una nuova tragedia scuote purtroppo il mondo del calcio. E anche in questo caso è coinvolto uno stadio. Durante i lavori di ampliamento dello stadio del Twente a Entschede, che sarebbero dovuti terminare a fine luglio, in tempo per lo svolgimento del terzo turno dei preliminari di CHAMPIONS LEAGUE, e che avrebbe dovuto portare la capienza dell'impianto a 30.000 posti, nella giornata di ieri una parte del tetto dello stadio purtroppo ha completamente ceduto. L'incidente purtroppo ha determinato 1 morto e 14 feriti, tra gli operai che stavano lavorando nello stadio, ma si teme il bilancio possa purtroppo essere più alto, visto che almeno 2-3 dei feriti sembra versino purtroppo in condizioni gravi.

Secondo le primissime ricostruzioni a cedere sarebbero stati due piloni del tetto della tribuna laterale destra, proprio nella zona dove era in corso la ristrutturazione. Ci sono addirittura alcune fonti che sosterrebbero che il crollo potrebbe essere stato provocato da una gru in movimento.

Agghiaccianti le descrizioni fornite dai testimoni oculari. Una ragazza che lavora come impiegata allo stadio ENTSCHEDE, così spiega l'accaduto al telefono all'ANSA. Il crollo "é avvenuto nel punto dove è in corso l'ampliamento dell'impianto. "Ho visto crollare la tribuna, è stato terribile, siamo scioccati", ha raccontato una giovane testimone all'Ansa. "Quando è avvenuta la tragedia, ero con i miei colleghi  negli uffici che si trovano all'interno dello stadio, noi stiamo bene ma siamo scioccati", ha detto la ragazza. Il crollo del tetto, ha spiegato, "è avvenuto nel punto dove c'è una tribuna in costruzione, nella parte dove è in corso l'ampliamento dello stadio". "Noi che lavoriamo negli uffici stiamo tutti bene, non sappiamo cosa sia successo, stiamo cercando di capire e siamo solo scioccati, è una cosa inspiegabile", ha ripetuto la ragazza.

"E' stato come se arrivasse una grande tempesta, tutto ha cominciato a tremare. Abbiamo pensato che fosse un terremoto", ha riferito un altro testimone oculare alla televisione olandese. Secondo altri, al momento del crollo, diversi operai sarebbero stati sul tetto. Sul posto, dopo il crollo, sono arrivate squadre dei vigili del fuoco e dei soccorritori che hanno liberato le persone rimaste sotto le macerie, aiutati anche dai cani. Nel corso della giornata è arrivato il commento del presidente del TWENTE, JOOP MUNSTERMAN, che ha dichiarato "Queste cose si vedono nei film catastrofici, non nella vita reale", spiegando che l'intero club è sotto shock.

Nel tardo pomeriggio sono state concluse le operazioni di salvataggio, non essendo più rimasta nessuna persona sotto le macerie.

L'augurio che ci sentiamo veramente di fare di tutto cuore è che questo bilancio, già purtroppo grave, non aumenti ulteriormente, con l'auspicio che gli operai, feriti gravemente dal crollo del tetto dello stadio, possano progressivamente riprendersi. Al contempo, però non possiamo non pensare alla famiglia di questo operaio che purtroppo a causa di questo grave incidente ha perso la vita, e alla quale, veramente con tutto il cuore, mandiamo un forte e sincero abbraccio.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

mercoledì 6 luglio 2011

SPUNTI DI SPORT-RITORNO AL SECONDO EXTRACOMUNITARIO.


 Un ritorno al passato recente. È questo quanto accaduto ieri pomeriggio in seguito alla decisione del CONSIGLIO FEDERALE della FIGC di ripristinare in SERIE A, dopo un anno di pausa legato alla delusione mondiale in SUDAFRICA, e che tante liti aveva originato tra LEGA DI SERIE A e LEGA PRO (su posizioni decisamente opposte), l’ingaggio del secondo giocatore extracomunitario.
Nella fattispecie, la nuova regola, sancita ieri, prevede che le squadre di SERIE A possano ingaggiare al massimo due nuovi giocatori extracomunitari a stagione, a patto che a ogni nuovo ingresso di un giocatore extracomunitario in rosa debba per forza di cose corrispondere la cessione di un giocatore extra comunitario presente in rosa, per evitare di superare il limite massimo di due giocatori extracomunitari.

I COMMENTI IN MERITO ALLA NORMA.

Dopo la decisione del CONSIGLIO FEDERALE, sono, via via, arrivati i primi commenti in merito alla nuova norma, tutti estremamente positivi.
Il primo ad aver anticipato la decisione del Consiglio Federale era stato, uscendo da VIA ALLEGRI, il vicepresidente vicario della FEDERCALCIO, CARLO TAVECCHIO. “C’è stato il via libera, siamo tutti soddisfatti”.

A queste parole è poi seguito l’annuncio ufficiale del presidente della FEDERCALCIO, GIANCARLO ABETE. “Su richiesta della Lega A il consiglio federale ha approvato una norma che consentirà, per la stagione 2011-2012, la sostituzione di due extracomunitari per le società di Serie A, limitando le fattispecie relative alla sostituibilità dei calciatori con un primo contratto da professionisti. Abbiamo deliberato all’unanimità su un problema strategico per il calcio italiano. È una norma in linea con quella del 2009 e 2010, ma con dei correttivi, in quanto si è voluto evitare che giovani che diventano professionisti vengano utilizzati per la sostituzione di un extracomunitario. È una norma di garanzia. Siamo rimasti all’interno delle quote previste dal CONI che individuano il numero massimo di nuovi contratti per gli extracomunitari in 60 ”.

Al termine del Consiglio Federale, cosi si è espresso il presidente della LEGA DI SERIE A, MASSIMO BERETTA. “Il ritorno ai due extracomunitari comporta per il calcio italiano un recupero importante di competitività per le squadre di Serie A. Su questo tema c’è stata una sintonia tra tutte le leghe, quella di A, B, Lega Pro, e dilettanti. Questo è un passo importante nella direzione di trovare rapporti più stretti in particolare con la LEGA PRO, con cui nei mesi scorsi avevamo avuto un rapporto più conflittuale”.

Tra i presidenti della SERIE A, è poi intervenuto, il presidente della LAZIO, CLAUDIO LOTITO. “La decisione presa è nell’interesse del sistema e servirà per portare in Italia i migliori calciatori”.

LA LEGGE DELLA SCORSA STAGIONE.

Perché, dopo solo una stagione, in cui era stato deciso di presentare un solo extracomunitario in squadra, si è deciso di tornare a poter riavere due giocatori extracomunitari in squadra? Ma soprattutto, in cosa consisteva la regola dello scorso anno, che tante polemiche aveva suscitato?

La regola dello scorso anno prevedeva la possibilità di tesserare un solo giocatore extracomunitario SOLO a certe condizioni:
  1. che andasse a sostituire un altro giocatore extracomunitario che si trasferisca all’estero
  2. che rimpiazzi un giocatore con contratto scaduto lo scorso 30 Giugno
  3. che acquisisca la cittadinanza di un Paese aderente all’Unione Europea.

A queste regole si aggiungevano i presenti divieti:
  1. I calciatori da sostituire dovranno essere indicati dalla società, e i subentranti non potranno essere tesserati per un altro club italiano nella stessa stagione sportiva
  2. Chi non ha tesserato extracomunitari ( o ne ha minimo 1), potrà acquistarne 3.

GIOCATORI EXTRACOMUNITARI:QUANTI CAMBI DI REGOLAMENTO!

Dunque, con la nuova regola, stabilita ieri, i club torneranno a tesserare due giocatori extracomunitari per squadra. Bisogna però dire, che questa regola, nel corso degli anni, è stata sempre oggetto di diverse variazioni nel corso degli anni.

Innanzitutto, teniamo a precisare che per calciatori extracomunitari ci si riferisce a calciatori provenienti da una federazione, il cui Paese non sia membro dell’Unione Europea.

Il primo cambio relativo al tesseramento dei calciatori extracomunitari risale al 2000, quando una sentenza del Tribunale di REGGIO EMILIA, a cui si era appellato il giocatore nigeriano EKONG ( che all’epoca militava nel campionato di Serie C1, e più precisamente nella REGGIANA), cancellò ogni limite al tesseramento di giocatori extracomunitari, annullando la differenza di status tra comunitari e non, limite però reintrodotto dalla FIGC nel 2002, che fece sì che in quella stagione non fu possibile ingaggiare giocatori extracomunitari.
Nel 2003 entrò in vigore la legge BOSSI-FINI, e pertanto ogni club potè tesserare un solo calciatore extracomunitario, a patto di cederne uno all’estero, limite poi passato a due nel 2008, a uno lo scorso anno, e di nuovo tornato a due, nella giornata di ieri.

Dunque, con l’approvazione da parte del CONSIGLIO FEDERALE, si risolve una querelle durata per mesi, tra SERIE A e LEGA PRO, con l’auspicio, però, di vedere per davvero dei giovani campioni, e non dei ragazzi, il cui valore economico è sicuramente inferiore rispetto ai nostri giovani, ma che non hanno niente di più e niente di meno, rispetto ai giovani ragazzi nostrani che ogni giorno si allenano duramente e che, per mancanza di spazio nelle nostre squadre di elite, sono costretti ad andare all’estero, o a giocare nelle categorie inferiori per mostrare il loro valore.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

domenica 3 luglio 2011

EMOZIONI IN VINILE-5°PUNTATA (02/07/2011).

DALLA PAGINA FACEBOOK EMOZIONI IN VINILE.

Cari amici, buon sabato sera, e bentrovati a tutti! Iniziamo la puntata di questa sera, con uno dei pezzi più celebri eseguiti da GLENN MILLER e la sua orchestra, STRING OF PEARLS, che ascoltiamo in una registrazione del 1942. Buon ascolto! 

  
Passiamo al 1964, e ascoltiamo ora un grande successo italiano:CITTÀ VUOTA, nella interpretazione dell'indimenticabile MINA. Buon ascolto! 


Andiamo al 1969, e ascoltiamo uno dei più grandi successi del duo BATTISTI-MOGOL: DIECI RAGAZZE. 

  
Torniamo adesso al 1964, e ascoltiamo un vero e proprio classico della canzone italiana, scritto da CARLO ALBERTO ROSSI, e da GIORGIO CALABRESE, con arrangiamenti di AUGUSTO MARTELLI, e interpretato da MINA: E SE DOMANI. Ascoltiamo e vediamo MINA in un filmato tratto da una trasmissione televisiva RAI dell'epoca. 

  
Torniamo al 1969, e torniamo con ACQUA AZZURRA, ACQUA CHIARA del duo BATTISTI-MOGOL. Una piccola chicca:sia ACQUA AZZURRA, sia DIECI RAGAZZE facevano parte dello stesso album, che MOGOL e BATTISTI fecero ascoltare a RENZO ARBORE, che le avrebbe dovute presentare in anteprima in un suo programma. Arbore rimase talmente impressionato dalla bellezza di ACQUA AZZURRA, ACQUA CHIARA, a tal punto che convinse gli autori a metterla sul LATO A, e mettere DIECI RAGAZZE sul LATO B.

  
Restiamo nel 1969, sempre con LUCIO BATTISTI. Nel 1969 BATTISTI si presentò a SANREMO con una canzone, scritta da MOGOL, e musicata da BATTISTI stesso, che sarebbe arrivata 9°:UN'AVVENTURA. Buon ascolto! 

  
SANREMO 1969: BATTISTI A SANREMO CON UN'AVVENTURA. Cari amici, sperando di farvi cosa gradita, ecco il filmato dell'esibizione a SANREMO nel 1969 di LUCIO BATTISTI con UN'AVVENTURA. 

  
Passiamo a una canzone del 1938, scritta da ALFREDO BRACCHI, e musicata da GIOVANNI D'ANZI, interpretata da ENZO AITA e dal TRIO LESCANO, su arrangiamento del maestro PIPPO BARZIZZA:MA LE GAMBE NO. Buon ascolto! 

  
Nel 1932 DAN CASLAR (DONATO CASOLARO) e MICHELE GALDIERI scrissero una canzone, QUEL MOTIVETTO CHE MI PIACE TANTO, che ascoltiamo in questa registrazione del 1940, interpretato dall'ORCHESTRA BARZIZZA. 

  
Nel 1976 nella trasmissione televisiva, DUE RAGAZZI INCORREGGIBILI, e più precisamente nella parte intitolata RICORDANDO, FRANCO FRANCHI e CICCIO INGRASSIA, con la partecipazioni di DANIELA GOGGI, fecero un MEDLEY di MA LE GAMBE NO, e di QUEL MOTIVETTO CHE MI PIACE TANTO. Buona visione! 

  
Nel 1966 MINA canta una canzone entrata a far parte della storia della musica, SE TELEFONANDO.Buona visione! 

  
Cari amici, siamo arrivati anche questa sera al termine del nostro appuntamento con EMOZIONI IN VINILE. Nel ringraziarvi veramente di cuore per avermi seguito, sulle note della bellissima MOON RIVER, auguro a tutti voi una BUONA SERATA, e una BUONA DOMENICA. 


                                                      Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

EMOZIONI IN VINILE-4° PUNTATA (28/06/2011)

TRATTO DALLA PAGINA FACEBOOK EMOZIONI IN VINILE.

Cari amici, iniziamo con uno delle canzoni più celebri del film MY FAIR LADY, del 1964:"Avrei danzato ancor", con la grande AUDREY HEPBURN, doppiata in italiano da TINA CENTI. Buona visione! 

  
Vista la tarda ora, il prossimo brano è molto adatto. Parliamo del celebre NON TI FIDAR DI UN BACIO A MEZZANOTTE, che ascoltiamo nella versione del QUARTETTO CETRA.


  
Passiamo al 1959. dopo la vittoria dell'anno prima con VOLARE, DOMENICO MODUGNO bissa la vittoria del FESTIVAL DI SANREMO con PIOVE. Vediamo adesso PIOVE, tratto dall'esibizione di MODUGNO, sempre del 1959, all'EUROFESTIVAL. 

  
Passiamo al 1964. Una giovanissima cantante, GIGLIOLA CINQUETTI, vince a 16 anni il FESTIVAL DI SANREMO, con una canzone, NON HO L'ETÀ, che pochi mesi dopo avrebbe vinto persino l'EUROFESTIVAL.

  
Passiamo ora al 1955, con una bellissima canzone di GARINEI e GIOVANNINI, ARRIVEDERCI ROMA, che ascoltiamo cantata da RENATO RASCEL. 

  
Passiamo ora a una bellissima canzone di DOMENICO MODUGNO. Ultimamente è stata ripresa dai NEGRAMARO, ma in realtà chi l'ha portata al successo è stato il grande DOMENICO MODUGNO. La canzone è MERAVIGLIOSO, che vediamo in una esibizione di MODUGNO del 1968. 

  
Cari amici, siamo arrivati anche questa sera al termine del nostro appuntamento con EMOZIONI IN VINILE. Nel ringraziarvi veramente di cuore per avermi seguito, sulle note della bellissima MOON RIVER, auguro a tutti voi una BUONA SERATA. 


                                                  Rüdiger Franz Gaetano Herberhold