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domenica 29 giugno 2014

SPUNTI DI SPORT- GLI OCCHI DI UN BAMBINO.


Cari amici,
si dice sempre che gli occhi dei bambini siano in grado di vedere o trasmettere quelle cose che magari noi adulti non diciamo loro, per protezione, o per affetto nei loro confronti. Basta uno sguardo, vedere un volto, una espressione, e loro riescono subito a capire, anche senza parlare, quale espressione o stato d’animo possa esserci in quella data situazione. E magari usano anche un disegno per esprimere una sensazione, un dato di fatto, che magari nessuno ha detto loro, ma che essi, attraverso un momento, o un’immagine hanno intuito.

Prendiamo il disegno sopra raffigurato. Raffigura una casa e sopra di essa, due angeli. Quanta tristezza c’è dietro questo disegno… La tristezza che deve aver suscitato anche nel Presidente della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO, che si dice si sia commosso nel vedere questo disegno, un disegno che purtroppo, nella sua crudezza, descrive quanto vissuto dal piccolo LEONARDO.

LEONARDO stava in casa quella maledetta sera del 29 Giugno 2009, quando purtroppo una esplosione di una cisterna di GPL ha portato purtroppo in via Ponchielli, e in via Porta Pietrasanta, lo scenario di una tragica rappresentazione,ha portato via quasi tutta la sua famiglia, perdendo sua madre, e i due fratellini Luca e Lorenzo (raffigurati nel disegno dal piccolo Leonardo come due angeli). Ha rischiato di perdere anche suo padre il piccolo Leonardo, ma per fortuna suo padre ora sta meglio, e ha potuto ricominciare a occuparsi di lui.

Sono passati ormai cinque anni, cari amici, da quella maledetta notte del 29 Giugno 2009, quando il treno merci 50325, proveniente da TRECATE, e diretto a GRICIGNANO, contenente quattordici cisterne di gas GPL, deragliò nella stazione di VIAREGGIO, portando con se morte (32 vittime) e distruzione.
Cinque anni in cui la città ha provato faticosamente a risollevarsi da quella immane tragedia, ma la ferita resta ancora impressa dentro ognuno di noi.

Un 29 Giugno, che purtroppo già in passato aveva portato profonda tristezza nel cuore dei viareggini (come non dimenticare il 29 Giugno 1960, quando un immenso incendio distrusse i vecchi hangar, tra via Machiavelli, e via Cairoli, nella prossimità della stazione ferroviaria). Allora, però, fortunatamente la città si seppe rialzare, e il Carnevale ritornò nel 1961 più bello di pria, un conto è dover convivere con il dolore della perdita di una persona cara.
Eppure, sembrava una sera come tante altre…
Non dimenticherò mai quello stridio di freni del treno merci, così forte come non avevi mai sentito in passato. Quante volte avevi sentito frenare un treno merci, ma mai con quella intensità, a tal punto che non si riusciva neanche a sentire cosa dicesse la televisione. Poi il silenzio. Poco dopo, vedi muoversi leggermente le carrozze del merci e poi una nuova frenata. Non puoi immaginarti che in realtà una tragedia c’è già stata, con il merci che ha già deragliato, e quel muoversi leggero del merci, non è un ripartire del treno, ma è uno staccare disperatamente la motrice dalle cisterne da parte dei ferrovieri che viaggiavano su essa. Ormai una cisterna delle 4 deragliate è già collassata a terra, e andando a terra, ha beccato in pieno un picchetto, che l’ha completamente trinciata, con il GPL, che esce senza pietà sul terreno, e si propaga nei dintorni. Nessuno può immaginare che in quell’attimo in silenzio, in realtà i due ferrovieri stiano correndo disperatamente verso il muro della stazione, e, scavalcandolo, si fossero diretti disperatamente verso il primo edificio abitato, la CROCE VERDE, chiedendo aiuto, segnalando che una cisterna sta perdendo GPL, e che rischia di saltare tutto da un momento all’altro. Pochi minuti dopo, una serie di sinistre esplosioni, eccheggiano nella città di Viareggio, portando con se fuoco, morte e distruzione.

Non ve lo nascondo, amici miei: quando sentii quelle esplosioni, di cui addirittura in grado di far tremare il vetro della balcone della sala, pensavo si trattasse di qualcuno che avesse usato dei fuochi d’artificio un po’ più forti. Non mi sarei mai immaginato di vedere, dirigendomi verso il balcone, una stazione illuminata a giorno, con una luce rossastra nell’aria, che aveva quel non so che di sinistro. E poi, girandomi a destra,verso via BURLAMACCHI, un grosso spavento:delle fiamme molto alte, che sembravano quasi mangiare gli alberi circostanti. Nel frattempo, senti correre lungo il condominio le persone che abitano le mansarde, terrorizzate. E poi, la persona che stava sul tuo stesso piano, dire “C’è stato un grosso scontro tra treni all’altezza della sottostazione elettrica.”

Solo poche ore dopo, guardando via Internet, tramite cellulare, scoprii l’amara verità, con le sirene delle ambulanze, e dei vigili del fuoco che passavano di continuo lungo la strada, e con il numero delle vittime che purtroppo cresceva ora in ora sempre di più.

Per la città di VIAREGGIO, amici miei carissimi, è stato un bruttissimo colpo, colpo che la città ha cercato di affrontare stando tutti uniti. Purtroppo 32 persone hanno perso la vita, ma è come se tutti noi avessimo perso qualcosa.

E in questi momenti, veramente molto difficili, anche lo sport ha voluto dare il suo contributo, a cominciare dal calcio, con l’ESPERIA VIAREGGIO, che, al suo primo campionato di PRIMA DIVISIONE, ha voluto ricordare la strage della stazione, ospitando per tutta la stagione il disegno sopra raffigurato del piccolo LEONARDO PIAGENTINI.

Ma ancor più bello e toccante è stato quanto accaduto tre anni fa, Martedì 7 Giugno 2011. In una giornata di festa per l’hockey viareggino, con la conquista del primo scudetto in assoluto della storia del CGC VIAREGGIO, i fratelli ALESSANDRO e MIRKO BERTOLUCCI hanno voluto dedicare la vittoria dello scudetto ai familiari delle vittime della strage della stazione, un gesto che gli stessi familiari hanno fortemente apprezzato, perché, anche nei momenti più belli, quale può essere la vittoria dello scudetto, il pensiero è andato a quei 32 angeli della nostra città, che purtroppo hanno perso la vita ingiustamente.

Siamo ormai arrivati, amici, al 29 giugno 2014, al quinto anniversario della strage della stazione. Questa sera, alle 20:45 circa ci sarà il ritrovo in Piazza Margherita (lungo la Passeggiata) da cui partirà intorno alle 21 il lungo silenzioso corteo, che attraverserà la città.
Il percorso a piedi - circa tre chilometri - interesserà piazza Mazzini, via Mazzini, piazza Dante, via Burlamacchi, via Garibaldi, piazza Sant’Antonio, via Galvani, Torre Matilde e cavalcaferrovia: l’arrivo è previsto per le ore 22:30 nel piazzale davanti al supermercato Pam, dove si terranno gli interventi, compresi quelli del sindaco Leonardo Betti e del presidente della Provincia, Stefano Baccelli. Dalle 23.49 alle 23.52 l’attesa dell’ora della strage e la lettura dei nomi delle 32 vittime.
Qui il corteo aspetterà lo scoccare delle 23:48, ora della tragedia.

Una città che tutta unita, si ritroverà per non dimenticare quella tristissima notte, ma che al contempo leverà un unico grido unanime, affinché la città, ma soprattutto i familiari delle vittime possano finalmente avere quella giustizia che meritano veramente di tutto cuore.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

domenica 22 giugno 2014

AMARCORD MONDIALE-MONDIALI 1938: LA SECONDA VITTORIA AZZURRA.

La locandina della 3° edizione dei mondiali, disputata dal 4 al 19 Giugno 1938.

Cari amici,
Dedichiamo questa puntata di AMARCORD MONDIALE al secondo sigillo azzurro ai Mondiali di Calcio: parliamo, infatti, dei Mondiali 1938, che videro il bis degli azzurri guidati da VITTORIO POZZO, concentrandoci in particolare sulla semifinale e sulla finalissima.

Questa terza edizione dei Mondiali si giocò in Francia dal 4 al 19 Giugno.
Al via 15 squadre: 12 Europee (ITALIA, GERMANIA, SVIZZERA, UNGHERIA, SVEZIA, AUSTRIA, ROMANIA, FRANCIA, BELGIO, NORVEGIA, POLONIA, CECOSLOVACCHIA e OLANDA); 2 squadre dell'America latina (BRASILE e CUBA) e 1 asiatica (le INDIE ORIENTALI OLANDESI, corrispondenti all'attuale INDONESIA).
A dire il vero ci sarebbe stata anche l'AUSTRIA, ma, a causa dell'ANSCHLUSS, non potè prendere parte al torneo.

Da rilevare anche in questa edizione l'assenza dell'INGHILTERRA (avreebbe esordito nella prossima edizione del 1950), e il boicottaggio di ARGENTINA e URUGUAY (l'ARGENTINA per la mancata alternanza in sede di location tra paesi europei e paesi extra europei; l'URUGUAY ancora per le polemiche relative all'assenza dei paesi europei nella prima edizione del torneo.

Confermata la formula rispetto al 1934, con OTTAVI DI FINALE, QUARTI DI FINALE, SEMIFINALE, e FINALI sia per quanto riguarda il 3° posto, sia per quanto riguarda ovviamente il 1° posto. 


LA SEMIFINALE TRA ITALIA E BRASILE.
 

Il capitano azzurro, GIUSEPPE MEAZZA, stringe la mano al capitano brasiliano, MARTIM.

Il 16 Giugno 1938 ITALIA e BRASILE si affrontano per le semifinali allo stadio VELODROME di MARSIGLIA davanti a 33.000 spettatori agli ordini dell'arbitro svizzero WÜTHRICH.

Gli azzurri guidati da VITTORIO POZZO si erano qualificati per la semifinale battendo agli OTTAVI DI FINALE per 2-1 la NORVEGIA ai tempi supplementari grazie al goal decisivo segnato al 94°da PIOLA, e nei quarti di finale i padroni di casa della FRANCIA per 3-1 (dopo il vantaggio al 9° minuto di COLAUSSI, e l'immediato pareggio francese un minuto dopo di HEISSERER, decisiva fu la doppietta di SILVIO PIOLA al 51° e al 72° minuto).

Il BRASILE si era invece qualificato per la semifinale battendo la POLONIA per 6-5 dopo i tempi supplementari negli ottavi di finale (al termine dei primi 90 minuti punteggio fermo sul 4-4); e poi per 2-1 nei quarti la CECOSLOVACCHIA nella gara di ripetizione disputata il 14 Giugno (la prima gara dei quarti, giocata il 12 Giugno si era conclusa sul punteggio di 1-1 dopo i tempi supplementari).

Il Brasile era talmente sicuro di vincere che non solo aveva già acquistato i biglietti del treno per PARIGI, ma addirittura aveva lasciato fermo LEONIDAS in vista della finale.

Non sarà così. Gli azzurri di POZZO si aggiudicheranno la partita , dopo il primo tempo chiuso sullo 0-0, passando in vantaggio al 51° minuto con COLAUSSI, e raddoppiando poi pochi minuti dopo, al 60°, con MEAZZA su calcio di rigore. Il Brasile prova a riaprire l'incontro all'87° segnando con ROMEU, ma non sarà sufficiente: saranno gli Azzurri a disputare la finalissima contro l'UNGHERIA.


Andiamo adesso a rivivere le principali emozioni di ITALIA-BRASILE attraverso le immagini dell'epoca, curate dall'ISTITUTO LUCE.

LA FINALE TRA ITALIA E UNGHERIA.




  I due capitani, MEAZZA e SAROSI, si stringono la mano prima del calcio d'inizio.

Dunque, il 19 Giugno 1938, ITALIA e UNGHERIA si affrontarono allo stadio Olimpico YVES-DU-MANOIR di COLOMBES (alla periferia di PARIGI) per la finalissima: in ballo il campionato del Mondo. Per gli Azzurri sarebbe il secondo sigillo mondiale, per di più consecutivo.

Queste le formazioni che si sfidarono davanti a 45.000 spettatori agli ordini dell'arbitro francese CAPDEVILLE.

ITALIA: Olivieri, Foni, Rava, Serantoni, Andreolo, Locatelli, Biavati, Meazza, Piola, Ferrari, Colaussi.

UNGHERIA: Szabo, Polgar, Biro, Szalay, Szucs, Lazar, Sas, Vincze, Sarosi, Zsengeller, Titkos.

La partita vedrà gli azzurri passare in vantaggio al 6° con Colaussi, ma dopo due minuti gli ungheresi giunsero al pareggio con Titkos 1-1.
Al 16° minuto con un destro sotto l'incrocio dei pali Piola riporta gli azzurri avanti. 2-1.
Al 35° minuto arriva il tris azzurro con Colaussi, abile a sfruttare un'incertezza del portiere unghere Szabo.

Nella ripresa l'Ungheria riapre la partita al 70° con Sarosi. 3-2.
All'82° minuto ancora Piola segna il goal del definitivo 4-2 azzurro con cui gli uomini di Pozzo prevalgono sulla formazione ungherese guidata da Schaffer e si aggiudicano il secondo titolo mondiale.


Questa la prima pagina del GUERIN SPORTIVO del 1938 che celebrò il secondo mondiale azzurro.





Andiamo a rivivere ora le emozioni della finalissima mondiale tra ITALIA e UNGHERIA attraverso la sintesi dell'epoca curata dall'ISTITUTO LUCE.

Come abbiamo fatto per i Mondiali 1934, andiamo a rivivere le fasi salienti della finale grazie alla radiocronaca dell'epoca curata dall'indimenticabile NICOLÒ CAROSIO.

A conclusione del racconto dei Mondiali del 1938, andiamoli a rivivere integralmente attraverso questo documentario realizzato da PATHÈ, e che qui possiamo vedere in lingua italiana.


Dopo questa edizione, a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale, i mondiali si fermarono nel 1942 e nel 1946. Ripartiranno in Brasile nel 1950.
Ma, come disse il celebre scrittore tedesco MICHAEL ENDE, questa è un'altra storia.



                                                   Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

mercoledì 18 giugno 2014

SPUNTI DI SPORT- LA PARTITA DEL SECOLO.


Cari amici, il 17 giugno è una data speciale per tutti gli appassionati di calcio. 44 anni fa,infatti, si disputava allo stadio AZTECA, la semifinale mondiale tra ITALIA e GERMANIA OVEST.
Una partita che per via delle numerose emozioni e dei ripetuti colpi di scena entrò nella memoria di tutti come PARTITA DEL SECOLO.

STADIO AZTECA, 17 GIUGNO. Davanti a 102.444 spettatori si gioca la semifinale tra ITALIA e GERMANIA OVEST.
In contemporanea con la semifinale dell'AZTECA, si gioca l'altra semifinale allo stadio JALISCO di GUADALAJARA che vedrà la vittoria del BRASILE per 3-1 contro l'URUGUAY.

Tornando alla gara dell'AZTECA, l'ITALIA è arrivata in semifinale vincendo il proprio gruppo eliminatorio con 4 punti frutto della vittoria contro la SVEZIA grazie a un goal di DOMENGHINI e ai due pareggi per 0-0 contro URUGUAY e ISRAELE; e alla netta vittoria per 4-1 contro il MESSICO nei quarti di finale.

La GERMANIA OVEST si è qualificata alla semifinale dopo aver vinto il proprio girone nella fase eliminatoria con ben 3 vittorie: per 2-1 contro il MAROCCO, per 5-2 contro la BULGARIA, e per 3-1 contro il PERù. Nei quarti di finale aveva sconfitto l'INGHILTERRA dopo i tempi supplementari, in piena rivincita rispetto ai mondiali di 4 anni prima.

Questo il tabellino di quella storica semifinale con le formazioni ufficiali.

ITALIA: Albertosi, Burgnich, Facchetti cap., Bertini , Rosato, Cera, Domenghini, Mazzola, Boninsegna, De Sisti, Riva. – Sostituzioni: 46’ Rivera(Milan) per Riva, 91’ Poletti(Torino) per Rosato. – All. Valcareggi
GERMANIA OVEST: Maier, Vogts, Patzke(65’ Held), Beckenbauer, Schnellinger, Schulz, Grabowski, Seeler(cap.), Müller G., Overath, Löhr(51’ Libuda). – All. Schön.

La partita vedrà l'ITALIA passare in vantaggio all'8° minuto con BONINSEGNA. Al novantesimo minuto, il pareggio della GERMANIA con SCHNELLINGER. si va così ai tempi supplementari, la parte più emozionante della gara.

Al 94° GERMANIA in vantaggio con MUELLER, pareggia al 98° BURGNICH. Sei minuti dopo, al 104° minuto è RIVA a portare gli azzurri in vantaggio, ma non è finita.
Al 110° minuto è sempre MUELLER a portare la GERMANIA in parità. Il punteggio è così sul 3-3. La gioia del pareggio dura poco. Un minuto dopo GIANNI RIVERA fissa il punteggio sul definitivo 4-3 a favore degli azzurri di Valcareggi.

ITALIA-GERMANIA VISTO DA GIANNI BRERA.

La stretta di mano tra i due capitani, FACCHETTI e SEELER.

Cari amici, tra poco andremo a rivivere ITALIA-GERMANIA sia attraverso la telecronaca di NANDO MARTELLINI, sia attraverso la sintesi della RADIOCRONACA di ENRICO AMERI.

Intanto però andiamo a rivivere ITALIA-GERMANIA attraverso una chicca molto speciale: un articolo che l'indimentcabile GIANNI BRERA firmò per il GIORNO il 18 giugno 1970.

ITALIA-GERMANIA 4-3. Di GIANNI BRERA. IL GIORNO, 18 GIUGNO 1970.

Italia: Albertosi; Burgnich, Facchetti; Bertini, Rosato (dal 1' del p.t. suppl. Poletti ), Cera; Domenghini, Mazzola (dal 46' Rivera), Boninsegna, De Sisti, Riva.

Germania Ovest: Maier; Vogts, Patzke ( Held dal 65' ); Schnellinger, Schultz, Beckenbauer; Grabowoski, Overath, Seeler, Müller, Löhr (Libuda dal 51' ).

Arbitro: Yamasaki ( Messico )

Marcatori: Boninsegna all'8' del p.t.; Schnellinger al 45' del s.t.; Müller al 4' del p.t.suppl.; Burgnich all' 8' del p.t.suppl.; Riva al 14' del p.t. suppl.; Müller al 5' del s.t. suppl.; Rivera al 6' del s.t. suppl.

"Il vero calcio rientra nell' epica... la corsa, i salti, i tiri, i voli della palla secondo geometria o labile o costante..."
Non fossi sfinito per l' emozione, le troppe note prese e poi svolte in frenesia, le seriazioni statistiche e le molte cartelle dettate quasi in trance, giuro candidamente che attaccherei questo pezzo secondo ritmi e le iperboli di un autentico epinicio. Oppure mi affiderei subito al ditirambo, che è più mosso di schemi, più astruso, più matto, dunque più idoneo a esprimere sentimenti, gesti atletici, fatti e misfatti della partita di semifinale giocata all' Azteca dalle nazionali d'Italia e di Germania.

Un giorno dovrò pur tentare. Il vero calcio rientra nell' epica: la sonorità dell' esametro classico si ritrova intatta nel novenario italiano, i cui accenti si prestano ad esaltare la corsa, i salti, i tiri, i voli della palla secondo geometria e labile o costante...Trattandosi di un tentativo nuovissimo, non dovrei neanche temere di passare per presuntuoso. "Se tutti dovessero fare quello che sanno", ha sentenziato Petrolini, "nulla o quasi verrebbe fatto su questa terra".

È vero. Prima di costruire il ponte di Brooklyn, l' architetto che lo progetta non è affatto sicuro di esserne capace. Io stesso, disponendomi a cantare una partita di calcio, non saprei di poterne cavare qualcosa di valido. Però la tentazione è grande: ed io rinuncio adesso perché sono stremato, non perché non senta granire dentro la voglia di poetare. Italia-Germania è giusto di quelle partite che si ha pudore di considerare criticamente. La tecnica e la tattica sono astrazioni crudeli.

Il gioco vi si svolge secondo meno vigili istinti. Il cuore pompa sangue ossigenato dai polmoni con sofferenze atroci. La fatica si accumula nei muscoli male irrorati. La squadra, a stento nata traverso la applicazione assidua di molti, si disperde letteralmente. Campeggia su diversi toni l' individuo grande o fasullo, coraggioso o perfido, leale o carogna, lucido o intronato. Se assisti con sufficiente freddezza, annoti secondo coscienza. Non ti lasci trasportare, non credi ai facili sentimenti, non credi al cuore (anche se romba nelle orecchie e salta in gola). Ho sempre in mente di aver cercato invano di capire come siano andate realmente le cose nella finale mondiale 1934. Nessun cronista italiano aveva visto: tutti avevano unicamente sentito.

Ora mi terrorizza l' idea che qualcuno debba scorrere un giorno questo articolo senza capire né poco né punto come si sia svolta la memorabile semifinale Italia-Germania dei mondiali 1970. Retorica ne ho fatta solo a rovescio, giustificando la mia umana impotenza a poetare. Ho dato un. idea di quanto avrebbe meritato lo spettacolo dal punto di vista sentimentale? Bene, non intendo abbandonarmi a iperboli di sorta.

Fuori dunque le cifre: e vediamo di interpretarle secondo onestà critica e competenza. Soffoco i miei sentimenti di tifoso con fredda determinazione. Parliamo allora di calcio, non di bubbole isteroidi. I bravi messicani sono impazziti a vedere italiani e tedeschi incornarsi con tanto furore. Adesso fanno i loro ditirambi. Pensano di apporre una lapide all' Azteca. Sarei curioso di leggere: e magari di veder fallire in altri la voglia di poetare ore rotundo.

I nostri ospiti hanno gaiamente bruciato adrenalina ad ogni sconquasso, e Dio sa quanti ne siano stati perpetrati in campo. Ma domenica c'è Italia-Brasile, e sarà, garantito, anche peggio. Basterà una lapide un po' più grande per ricordare tutto. Non anticipiamo, please. In finale sono due "equipos bicampeones": dunque è sicuro ( a meno di eventi imponderabili ) che la Coppa Rimet avrà finalmente un padrone definitivo. Questo conta!

La squadra azzurra, benchè gloriosissima finalista, non va troppo lodata per ora. Guardiamola freddamente. L' Italia è finalista, con il Brasile, della Coppa Rimet: questo può bastare alla nostra gioia di tifosi, anche se sul partitone di ieri, che ci ha portato a battere i tedeschi, è meglio ragionare, di modo che non si gonfino equivoci pericolosi. La prima doverosa constatazione è questa: gli italiani si sono battuti, quasi tutti, con slancio virile, molto ammirevole e, in certo modo, sorprendente. È difficile non dirsi fieri di questi guaglioni, dopo quanto si è visto e sofferto.

Se l' altura non è un' opinione, vinceremo per la terza volta i mondiali: questo ho detto e ripeto. Ma bisognerà che non giochiamo come s'è fatto ieri, proprio no. La memorabile partita è stata avvincente sotto l'aspetto agonistico e spettacolare: si è conclusa bene per noi, e questo è il suo maggiore pregio, ai miei occhi disincantati. Sotto l' aspetto tecnico-tattico, è da ricordare con vero sgomento. Sia gli italiani sia i tedeschi hanno fatto l'impossibile per perderla. Vi sono riusciti i tedeschi.

Evviva noi! Errori ne sono stati commessi millanta, che tutta notte canta. I tedeschi ne hanno forse commessi meno di noi, ma uno solo, madornale, è costato loro la sconfitta. Enumero gli errori italiani. Si parte con Mazzola, buon difensore, si segna e si regge benino. Marcature discutibili (su Seeler andava messo d'urgenza Burgnich): ma all' avvio tutto fila. Boninsegna tenta di servire Riva, stolidamente soffocato in mischia, riceve un rimpallo di Vogts e cannoneggia a rete: sinistro imperdonabile: gol. È il 7' . I tedeschi arrancano grevi. Giocano con tre punte e mezzo, come con gli inglesi: le ali, Muller e Seeler. Acuiscono via via il forcing ma non cavano più di due tiri-gol di Grabowski: li sventano Rosato e Albertosi. Muller conclude fuori una volta. Seeler non riesce a tirare affatto: rifinisce soltanto.

Gli italiani concludono spesso con Riva, tuttavia mal situato. Mazzola tiene Beckembauer e potrebbe segnare al 40' se l'arbitro gli concedesse la regola del vantaggio. Facchetti inciampa nei piedi di Beckembauer, lanciato a rete, e lo fa ruzzolare. Un arbitro meno onesto darebbe rigore (17' ). Riva spreca di testa una palla-gol (40') e un' altra ne sbuccia a metà (parata in angolo di Maier:42').

Secondo tempo. Mazzola e Boninsegna sono stati avvertiti il mattino che uno di loro verrà sostituito da Rivera. Nell'intervallo si sostituisce Mazzola, il migliore in campo. Un collega tedesco, Rolf Guenther, sospira: "L' ultima nostra speranza è riposta in Rivera". Maledetto. Come sostituire Bonimba, pure molto bravo, e autore del gol? Dunque, fuori Mazzola. Entra Rivera e assiste smarrito al forcing tedesco, sempre più acre. Domenghini è chiamato su Beckembauer ma, ben presto, Schoen manda in campo Libuda, a destra, sul più sciagurato Facchetti dell' anno, e poi addirittura espelle Patzke e getta in mischia Held, un grintoso biondone dal piglio da ss. Domenghini deve dividersi, a soccorso di tutti.

Il forcing tedesco è così fiducioso che Riva al 5' e Rivera al 12' possono battere a rete autentiche palle-gol. Purtroppo sono sciape, e Maier le para entrambe. Sotto Albertosi, continue gragnuole. Seeler giganteggia, sgomitando Bertini e venendone sgomitato. Mischie furenti nella nostra area. Due falli da rigore rilevati per onestà (e dàlli): Rosato su Beckembauer e Bertini su Seeler. Una rimbombante traversa di Overath (19' ). Una respinta di Rosato sulla linea. Un gol sbagliato da Muller. Due o tre parate gol di Albertosi.

I tedeschi ci assediano. Rivera guarda. Domenghini affoga. Dal'area, continui richiami. Nessuno torna, dalle posizioni di punta (eppure Riva è meglio in difesa che all' attacco, di questi tempi: sissignori). Il predominio tedesco è avvilente. Il pubblico ruggisce all' ingiustizia del punteggio. I tedeschi attaccano con Libuda, Seeler, Muller, Held e Grabowski di punta, e dietro loro premono Beckembauer e Overath. Un vero disastro. Una sproporzione di forze impressionante. Valcareggi prende atto. Io arrivo ad augurarmi che segnino alla svelta i tedeschi perchè mi vergogno (e ne soffro).

Sono difensivista convinto ma questo non è calcio: è una miseria pedatoria. E anche stupidità. Non abbiamo vigore sufficiente al facile contropiede. I tedeschi schiumano rabbia. Infine pareggia Schnellinger, al 47' 30". E meno male che è lui, der italiener. Non l' abbiamo corrotto: Carletto è onesto Segna. È la sesta punta. Schoen gioca senza libero, ormai. Vogts su Riva e Schultz su Bonimba. Gli altri, tutti avanti (per nostra fortuna).

Tempi supplementari. Si fa male Rosato, entra Poletti. A parte una lecca a Held, che se la merita, gioca di punta per i tedeschi, e segna al 5' . Cross di Libuda (che inciucchisce Facchetti), testa a rifinire di Seeler: palla morta in area, Poletti non stanga via, accompagna di petto verso porta: Muler si frappone: Poletti e Albertosi fanno la magra: 1-2. Sciagura. Pubblico osannante. Meritiamo, meritiamo, come no?

Ma qui incominciano gli errori tedeschi. Pur imitando Ramsey, Herr Schoen ci ha preso per degli inglesi. E insiste a WM. Vogts commette fallo su Riva. Rivera tenta il pallonetto perché incorni qualcuno: chi c'è in area tedesca? Il furentissimo Held. Il quale di petto mette graziosamente palla sul sinistro di Burgnich, l'immenso: 2-2. Dice che il pubblico si diverte, a questi scempi. Il critico prende atto: ma rabbrividisce pure.

I tedeschi sono proprio tonti: ecco perché li abbiamo quasi sempre battuti. Nel calcio vale anche l' astuzia tattica non solo la truculenza, l' impegno, il fondo atletico e la bravura tecnica. I tedeschi seguitano a pencolare avanti in massa. Così segna anche Riva. Domenghini si ritrova all' ala sinistra (dove non è il mio grande grandissimo sbirolentissimo Bergheim?): crossa basso: trova Riva. Riva tocca a lato di esterno sinistro, secco, breve: scarta di netto Vogts ed esplode la rituale mancinata di collo. Gol strepitoso.

É il 14' del primo tempo supplementare. I tedeschi sono anche eroici (e quante botte pigliano e danno). Sono stanchi morti, ma quando Seeler suona il tamburo (con il gomito in faccia a Bertini) tutti ritrovano la forza per tornar sotto e pareggiare. É angolo a destra. Batte Libuda. Seeler stacca da sinistra e rispedisce a destra: Muller dà una incornatina che Albertosi segue tranquillo: sul palo è Rivera (ma sì, ma sì): il quale sembra si scansi. Albertosi lo strozzerebbe. Rivera china il capino zazzeruto e la fortuna sua e nostra gli offre subito il destro di salvare sé e la squadra. É il 6' : lanciato sulla sinistra: Boninsegna ingaggia l' ennesimo duello con il cottissimo Schultz: riesce a crossare basso indietro: i pochi tedeschi in zona sono su Riva. Rivera in comodo allungo si trova la palla sul piatto destro e freddamente infila Maier, già squilibrato prima del tiro.

Adesso è proprio finita. I tedeschi sono battuti. Beckenbauer con braccio al collo fa tenerezza ai sentimenti (a mi, nanca un po' ). Ben sette gol sono stati segnati. Tre soli su azione degna di questo nome: Schnellinger, Riva, Rivera. Tutti gli altri, rimediati. Due autogol italiani (pensa te!). Un autogol tedesco (Burgnich). Una saetta di Bonimba ispirata da un rimpallo fortunato.

Come dico, la gente si è tanto commossa e divertita. Noi abbiamo rischiato l' infarto, non per ischerzo, non per posa. Il calcio giocato è stato quasi tutto confuso e scadente, se dobbiamo giudicarlo sotto l'aspetto tecnico-tattico. Sotto l'aspetto agonistico, quindi anche sentimentale, una vera squisitezza, tanto è vero che i messicani non la finiscono di laudare (in quanto di calcio poco ne san masticare, pori nan).

I tedeschi meritano l' onore delle armi. Hanno sbagliato meno di noi ma il loro prolungato errore tattico è stato fondamentale. Noi ne abbiamo commesse più di Ravetta, famoso scavezzacollo lombardo. Ci è andata bene. Siamo stati anche bravi a tentare sempre, dopo il grazioso regalo fatto a Burgnich (2-2). L' idea di impiegare i dioscuri Mazzola e Rivera è stata un po' meno allegra che nell' amichevole con il Messico. Effettivamente Rivera va tolto dalla difesa. Io non ce l' ho affatto con il biondo e gentile Rivera, maledetti: io non posso vedere il calcio a rovescio: sono pagato per fare questo mestiere. Vi siete accorti o no del disastro che Rivera ha propiziato nel secondo tempo?

Tutto all'aria, tutto sconnesso. Se non vedete e amate, almeno rispettate chi vede, e proprio perché vede si raccomanda che Rivera sia punta o mezza punta, non centrocampista, mai! Da punta è andato benissimo, sia nell' amichevole con il messico, sia con gli stessi tedeschi, sebbene di palle ne abbia lavorate assai poche. I sentimentali, immagino, avranno cantato sonori peana per tutti. Preferisco attenermi alla realtà non senza ringraziare i tedeschi per la loro cieca dabbenaggine tattica e l'arbitro Yamasaki per la sua vigile comprensione...

Ora siamo in finale, e si può vincere. Ma bisogna condurre veramente la squadra, non guardarla atterriti dalla panchina. Valcareggi e Mandelli, guidati da Franchi (ma sì) hanno molta fortuna: Napoleone gradiva moltissimo i generali fortunati. Sono graditi anche da noi, benché siamo tifosi e non imperatori. Però la fortuna - alla lunga - meritata. Mercoledì è stata meritata, onestamente: e fortuna è stata anche quella di non vincere 1-0 in 90' rubando la partita da pitocchi, dopo la rabbiosa e squassante offensiva tedesca.

Il 4-3, a pensarci, legittima tutto: anche le nostre fondate ambizioni a vincere definitivamente la rimet. Ma se commettiamo gli sfondoni di mercoledì con il fiero e disinvolto Brasile, poco poco ne prendiamo de goleada. Attenti, allora. Da domani studiamo la partita, ci ragioniamo su e vediamo com è possibile farla nostra, se davvero sarà possibile.


ITALIA-GERMANIA: IL PRECEDENTE DEL 1940.

Se dunque l'ITALIA battè in semifinale la GERMANIA OVEST nei mondiali 1970, bisogna anche dire che In amichevole ITALIA-GERMANIA si erano affrontate precisamente trent'anni prima allo stadio SAN SIRO. Anche in quel caso ci fu una girandola di goal ,e a vincere anche in quel caso fu l'ITALIA.

La gara si era giocata il 5 Maggio del 1940. L'ITALIA passo in vantaggio al 17° con COLAUSIG, e poi raddoppio al 25° con BERTONI. Tre minuti dopo, al 28° BINDER segna il primo goal tedesco. Nella ripresa sempre BINDER segnò il goal del pareggio. Neanche sei minuti e BIAVATI segnò per l'ITALIA il goal del definitivo 3-2 azzurro.

Andiamo a rivivere quell'AMARCORD attraverso il GIORNALE LUCE C0027 del 10/05/1940. 

 

ITALIA-GERMANIA (1970).SINTESI DELLA RADIOCRONACA DI ENRICO AMERI.

Dopo aver visto quel precedente AMARCORD, andiamo ora a rivivere la semifinale dell'AZTECA in versione sintetica con la radiocronaca di ENRICO AMERI.


ITALIA-GERMANIA 4-3 (1970). TELECRONACA INTEGRALE DI NANDO MARTELLINI.

Cari amici, a beneficio degli appassionati e degli amanti dell'AMARCORD SPORTIVO, andiamo a riproporre in versione integrale la telecronaca integrale della semifinale dell'AZTECA tra ITALIA e GERMANIA OVEST con il commento integrale di NANDO MARTELLINI.


Dunque, ad affrontare il BRASILE in finale saranno gli azzurri di FERRUCCIO VALCAREGGI. In palio la vittoria definitiva della COPPA RIMET, avendo sia l'ITALIA che il BRASILE vinto ben due edizioni della COPPA.


La partita contro la GERMANIA in semifinale risulterà però essere decisiva per gli azzurri. Se la partita dell'Azteca entrerà nella storia come partita del secolo come peraltro dimostra la targa inserita all'esterno dello stadio, in ottica finale, l'italia pagherà a caro prezzo lo sforzo profuso in semifinale
Se il primo tempo vedrà la finale concludersi sull'1-1, nel secondo tempo la stanchezza si sentirà in maniera forte, con il BRASILE di ZAGALO che segnerà altri tre goal e con gli azzurri che perderanno la finale per 4-1.

Ma, come direbbe il grande Michael Ende, questa è un'altra storia.

                                                               
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

sabato 14 giugno 2014

SPUNTI DI SPORT-AMARCORD MONDIALE: MONDIALI 1934.


La locandina della 2° edizione dei mondiali, disputata dal 27 Maggio al 10 Giugno 1934.
La puntata odierna di AMARCORD MONDIALE che proveremo a raccontare nel corso della mattinata è dedicata al MONDIALE 1934, che vide, come ben sappiamo, la prima vittoria azzurra.

A dire il vero, in questi giorni già avevamo avuto modo di parlare di quel primo storico titolo mondiale azzurro, ricorrendo in questi giorni l'80° anniversario.
Sperando quindi di farvi cosa gradita, prima di iniziare la puntata, vado a pubblicare le due parti di un bellissimo lavoro storico, curato da CARLO CALABRÒ, che saluto, e uscito sul blog NOTE D'AZZURRO.
Questa la prima parte dell'articolo, uscito martedì; questa, invece la seconda parte.

IL PRIMO MONDIALE AZZURRO.

Roma, 10 Giugno 1934. Si gioca presso lo stadio del PNF la finale della seconda edizione dei Mondiali di Calcio.
In campo l'ITALIA, guidata da VITTORIO POZZO, e la CECOSLOVACCHIA, guidata da KAREL PETRU.
L'ITALIA aveva conseguito la finale dopo aver battuto per 7-1 negli ottavi di finale gli USA, in doppia sfida nei quarti di finale la SPAGNA (nella gara giocata a Firenze allo stadio Berta il 31 Maggio la gara al termine dei tempi supplementari era finita sull'1-1. Necessaria quindi la ripetizione della gara, disputatasi sempre a Firenze il giorno successivo, 1°Giugno, con gli azzurri che vinsero la gara grazie al goal partita di Meazza all'11° minuto); in semifinale la fortissima AUSTRIA grazie al goal partita di GUAITA al21° minuto.

La CECOSLOVACCHIA era giunta in finale dopo aver battuto negli ottavi per 2-1 la ROMANIA, nei quarti per 3-2 la SVIZZERA e in semifinale per 3-1 la GERMANIA, la quale a sua volta nella finale valida per il terzo posto aveva battuto a NAPOLI per 3-2 l'AUSTRIA.

A dirigere la finalissima l'arbitro svedese EKLIND davanti a 50.000 spettatori.
Dopo un primo tempo conclusosi a reti bianche, nella ripresa fu la CECOSLOVACCHIA a passare in vantaggio al 76° minuto grazie a PUC.
Gli Azzurri sul momento subirono il colpo, con SOBOTKA che nei minuti immediatamente successivi sfiorò il goal del 2-0 con il pallone che prese in pieno il palo a portiere azzurro COMBI (alla sua ultima partita in carriera) battuto.

Come spesso succede nel calcio, quando si sbaglia un'occasione da goal, si viene poi alla fine puniti. Ed è quello che successe alla CECOSLOVACCHIA, la quale all'81° minuto di gioco subì il goal del pareggio, un tiro dalla distanza di ORSI su cui nulla potè il portiere PLANICKA. 1-1. Si va così ai tempi supplementari.

Pozzo decise a questo punto di invertire sulle fasce le posizioni di SCHIAVIO e GUAITA: sarà la mossa decisiva.
E infatti al 95° minuto di gioco MEAZZA serve GUAITA, il quale mette un pallone al centro dell'area per SCHIAVIO, il quale trafigge PLANICKA per il goal del sorpasso e del definitivo 2-1 azzurro.
Non accadrà più nulla nei minuti rimanenti sia del primo tempo supplementare, sia nel secondo tempo supplementare.
L'ITALIA batte la CECOSLOVACCHIA per 2-1 e si aggiudicò il suo primo titolo mondiale.

Questa la prima pagina del GUERIN SPORTIVO dell'epoca che celebrò quella prima storica vittoria azzurra. 

 
Questa una fotografia dell'epoca scattata al termine della vittoriosa finale contro la CECOSLOVACCHIA dove possiamo vedere gli azzurri portare in trionfo il loro tecnico, VITTORIO POZZO.


Andiamo adesso a vedere le immagini della finalissima tra ITALIA e CECOSLOVACCHIA.


Oggi come oggi quando guardiamo la partita possiamo guardarcela in tv, o anche al computer via streaming.Tanti anni fa, e in particolare nel 1934, anno del primo Mondiale azzurro, non era così.
Internet doveva ancora nascere, così come la televisione doveva ancora arrivare nel nostro Paese.
Per poter così assistere alla quella storica prima finale mondiale c'erano solo due possibilità: o assistere alla partita direttamente allo stadio, o ascoltare alla radio gli aggiornamenti della partita.

Ed è quello che ora faremo. Sperando di farvi cosa gradita, siamo riusciti a trovare un frammento di quella storica radiocronaca dell'epoca.
Andiamo così ad ascoltare il goal della vittoria azzurra realizzato da SCHIAVIO al 5° minuto del primo tempo supplementare nella storica radiocronaca di NICOLÒ CAROSIO.
Quella vittoria Mondiale aprì un vero e proprio ciclo azzurro, con gli Azzurri che, dopo aver vinto la Coppa Internazionale nel 1930, la bissarono nel 1935, vinsero il Torneo Olimpico di Calcio del 1936 a Berlino, e poi conseguirono in Francia nel 1938 il bis mondiale.

Ma, come direbbe il grande Michael Ende, questa è un'altra storia.

                                                            Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

venerdì 13 giugno 2014

SPUNTI DI SPORT-AMARCORD MONDIALE: MONDIALI 1930.

La locandina della 1° edizione dei Mondiali, disputata dal 13 al 30 Luglio 1930

Iniziamo a partire da oggi a sviluppare la parte relativa agli Amarcord mondiali.
Non possiamo non cominciare dalla prima edizione, che come sappiamo si svolse in Uruguay nel 1930.

Innanzitutto: perchè proprio i Mondiali di calcio?
In quegli anni, è vero, si svolgeva già il torneo olimpico di calcio, introdotto per la prima volta dal CIO nel 1906 su richiesta della FIFA, nata, lo ricordiamo due anni prima.
Come anche nel 1927 era nata anche la Coppa Internazionale, detta anche dell'Europa Centrale, che nella prima edizione mise di fronte le nazionali europee allora più forti quali Italia, Cecoslovacchia, Austria , Svizzera e Ungheria. Però non bastava. serviva di più. Serviva, cioè un torneo mondiale, rivolto a tutte le nazionali del mondo.
Fu così che in occasione del Congresso della FIFA, svoltosi ad Amsterdam il 29 Maggio 1928, il massimo organo calcistico mondiale, in accoglimento della proposta del francese Henry Delaunay, accolse la proposta di istituire un torneo continentale di calcio.

Bisogna dire la verità: tanti furono i paesi che si candidarono per l'organizzazione. Pensiamo all'Italia, all'Ungheria, all'Olanda, alla Spagna, alla Svezia, all'Uruguay.
Si, anche l'Uruguay. Il paese sudamericano avrebbe festeggiato nel 1930 il centenario del Giuramento della costituzione; peraltro anche in ambito calcistico la formazione uruguayana aveva vinto i tornei Olimpici del 1924 e del 1928.
Rappresentava sicuramente una candidatura assai prestigiosa, e peraltro anche sostenuta dal Presidente FIFA Rimet. Cosa non da poco a quei tempi.

Fu così che, vista la forza della candidatura uruguayana (rafforzata anche dalla promessa di costruire uno stadio in occasione dei mondiale, e anche di risarcire le nazionali partecipanti dei costi di viaggio), le altre nazionali candidate ritirarono la propria candidatura, e a vincere così l'assegnazione di quel primo Mondiale fu così proprio l'Uruguay.
Scelta sancita anche dal Congresso FIFA di Barcellona del 1929.

A questo punto, restava da sancire quale potesse essere il premio da assegnare ai vincitori del torneo.
Come ho avuto modo di raccontare nella puntata di Spunti Di Sport dedicata ai TROFEI MONDIALI, uscita pochi giorni fa sul sito del Guerin Sportivo, il presidente Rimet decise di affidare la realizzazione del trofeo a un orafo francese cresciuto nella scuola di Louis Cartier, uno dei massimi gioiellieri ed orologiai dell’epoca: Abel Lafleur.
Lafleur ideò così la Coppa Victory: una statuetta raffigurante una donna con le ali (una Vittoria alata) che regge una coppa di forma decagonale, il tutto appoggiato su un piedistallo di marmo a base ottagonale. L’altezza totale della statueta era di circa 30cm, il peso 3800 grammi, di cui 1800 di argento placcato oro.

La Coppa Victory: dal 1946 in occasione del congresso del Lussemburgo verrà denominata COPPA RIMET in onore dell'omonimo presidente francese della FIFA.

LE SQUADRE PARTECIPANTI AL TORNEO. 

13 le squadre che parteciparono a quella storica prima edizione: Argentina, Belgio, Bolivia, Brasile, Cile, Francia, Jugoslavia, Messico, Paraguay, Perù, Romania, USA, Uruguay.

Da rilevare che numerose nazionali europee decisero di non partecipare: Austria, Svizzera, Cecoslovacchia, Italia, Scozia e Inghilterra. Le ultime due persino per una questione a loro dire di principio: essendo nato il calcio in Inghilterra, si ritenevano a prescindere "Campioni del mondo" e non ritenevano di doversi quindi confrontare con altre formazioni. il primo mondiale che vedrà la partecipazione di una formazione inglese sarà nel 1950.


GLI STADI DEL MONDIALE.

Tre gli stadi che ospitarono gli incontri di quel primo mondiale: lo stadio del Centenario, il Pocitos e il Gran Parque Central.
Bisogna dire la verità: secondo gli organizzatori le partite sarebbero dovute giocarsi del tutto allo stadio del Centenario.
Purtroppo però alcuni ritardi legati al Piano organizzativo associati al contempo alle forte pioggie che colpirono il Paese e in particolare la zona di montevideo, spinsero gli organizzatori a utilizzare gli altri due stadi suddetti, utilizzati dal Penarol e dal Nacional.
Solamente in occasione della partita tra Uruguay e Perù fu possibile utilizzare lo stadio del CENTENARIO, utilizzato poi per le partite successive.

MONDIALI 1930- IL TORNEO.
Le 13 squadre partecipanti vennero così suddivise in 4 gironi: 1 da 4 squadre (il girone 1 costituito da ARGENTINA, CILE, FRANCIA e MESSICO) e 3 da 3 squadre (Girone 2: JUGOSLAVIA, BRASILE E BOLIVIA; girone 3: URUGUAY, ROMANIA e PERÙ; Girone4: USA, PARAGUAY e BELGIO).
Passavano alle semifinali le prime classificate di ogni girone.

Questi i risultati del girone: FRANCIA-MESSICO 4-1, ARGENTINA-FRANCIA 1-0,
CILE-MESSICO 3-0, CILE-FRANCIA 1-0, ARGENTINA-MESSICO 6-3, ARGENTINA-CILE 3-1.
Classifica: ARGENTINA 6 punti; Cile 4; Francia 2; Messico 0.

GIRONE 2.
JUGOSLAVIA-BRASILE 2-1; JUGOSLAVIA-BOLIVIA 4-0; BRASILE-BOLIVIA 4-0.
Classifica: JUGOSLAVIA 4; Brasile 2; Bolivia 0.

GIRONE 3.
ROMANIA-PERÙ 3-1; URUGUAY-PERÙ 1-0; URUGUAY-ROMANIA 4-0.
Classifica: URUGUAY 4; Romania 2; Perù 0.

GIRONE 4.
USA -BELGIO 3-0; USA-PARAGUAY 3-0; PARAGUAY-BELGIO 1-0.

Classifica: USA 4; Paraguay 2; Belgio 0.

LE SEMIFINALI.

Il 26 e il 27 Luglio presso lo Stadio del Centenario si disputarono le semifinali di quella prima storica edizione mondiale.
Il 26 Luglio si disputò la semifinale tra Argentina e USA; il 27 Luglio quella tra Uruguay e Jugoslavia.

A prevalere in entrambe le semifinali furono le due squadre sudamericane: troppa francamente le differenza in campo, con Argentina e Uruguay che batterono i rispettivi rivali per 6-1.

LA FINALE E LA SCELTA DEI PALLONI.

Il 30 Luglio 1930, dunque, si svolse la finalissima del Mondiale allo stadio del Centenario di Montevideo tra Uruguay e Argentina.
Se vogliamo, una finale annunciata e al contempo rivincita della finale olimpica di due anni fa, vinta in seconda battuta dall'Uruguay per 2-1 il 13 Giugno 1928 allo stadio Olinpico di Rotterdam, dopo che tre giorni prima la finale al termine dei tempi supplementari era finita sul punteggio di 1-1.

A dirigere la finale di quel primo Mondiale del 1930 venne prescelto l'arbitro belga John Langenus, il quale per accettare pose due precise condizioni: la garanzia di avere una nave pronta a salpare al fischio finale vista la fortissima rivalità tra le due squadre e i rispettivi sostenitori e al contempo una polizza sulla vita.
Condizioni prontamente accettate.

A proposito della rivalità tra le due squadre un fatto merita di essere raccontato. Entrambe le squadre imposero di giocare la finale con il proprio pallone (solo dall'edizione successiva del 1934 sarebbe stato scelto un pallone ufficiale del Torneo).
La FIFA risolse così il problema designando l'arbitro a fare un sorteggio speciale prima della partita, davanti ai due capitani scegliendo così quale pallone sarebbe stato utilizzato nel primo tempo e quale nel secondo.

Secondo quanto emerse dal sorteggio nel primo tempo sarebbe stato utilizzato il pallone dell'Argentina (la Pelota Argentina de 12 Paneles); nel secondo tempo il pallone dell'Uruguay (Pelota Modelo T).
Quale differenza era presente tra i rispettivi palloni, qui raffigurati?


La Pelota Argentina, raffigurata a sinistra, era costituito per prima cosa da 12 pannelli, era più leggero ed era rivestito da un tipo di cuoio più sottile rispetto al Modelo T, raffigurato sulla destra, più pesante e largo rispetto a quello argentino.

La finalissima vedrà nel primo tempo l'Uruguay passare in vantaggio al 12°minuto di gioco con Dorado. Al 20° pareggia l'Argentina con Peucelle, e poi al 37° passa in vantaggio con Stabile.
Nella ripresa l'Uruguay prima trova il pareggio al 57° con Cea, poi passa in vantaggio al 68° con Iriarte, e poi segna il goal del definitivo 4-2 all'89°con Castro.

In merito alla prima storica edizione dei Mondiali andiamo a vedere il film ufficiale realizzato in occasione del Centenario della FIFA nel 2004 con anche le immagini della finale tra Uruguay e Argentina.


Due anni dopo, nel 1932, al Congresso FIFA di Stoccolma, la massima organizzazione calcistica continentale avrebbe stabilito che tra la Svezia e l'Italia sarebbe stata proprio quest'ultima a ospitare i Mondiali nel 1934.

Ma, come direbbe il grande Michael Ende, questa è un'altra storia.

                                                               Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

mercoledì 11 giugno 2014

SPUNTI DI SPORT- IL PALINSESTO DEI MONDIALI DELLA PAGINA FB DEI LETTORI DEL GUERIN SPORTIVO.

TRATTO DALLA PAGINA FB DEL GUERIN SPORTIVO.  


Cari amici, buona sera a tutti da RUGGERO. Tra poco meno di 48 ore prenderà il via il Mondiale di Calcio in Brasile. Un grande evento che la nostra pagina Facebook seguirà con grande attenzione grazie al palinsesto che tra poco andremo a presentare.
Prima però di presentare il nostro palinsesto, consentitemi di ringraziare davvero di tutto cuore, quella che sarà la nostra grande squadra Mondiale, costituita non solamente dall’attuale squadra di admin e collaboratori che vi ha tenuto compagnia durante la stagione (Andrea, Matteo, Luca, Alessandro, Enrico e il sottoscritto), ma che per l’occasione vedrà dei graditi ed importantissimi ritorni con Fatima, Gaspare, Stefano, e Massimo.

Un GRAZIE veramente speciale infine va a CALCIOBALILLA BLOG, e in particolare all’amico MATTEO FERRARI. Matteo e CALCIOBALILLABLOG per la durata del Campionato del Mondo saranno in prima linea assieme a noi per commentare e vivere le emozioni che ci arriveranno dai Mondiali brasiliani.

Un evento, quello dei Mondiali, che ci piacerebbe poter raccontare in tutte le sue sfaccettature.
Certamente per noi appassionati il mondiale è e dovrebbe essere una grande festa del Calcio. Non possiamo però non pensare purtroppo ai ritardi, ma ancor più a quante persone purtroppo, per via dei problemi di sicurezza, abbiano perso la vita proprio mentre stavano costruendo questo o quello stadio, come anche alle persone che protestano per strada per via dei disagi che il mondiale arrecherà loro.

Certamente, essendo la nostra una pagina sportiva, prediligeremo più l’aspetto del mondiale visto come una grande festa di calcio e anche di nazioni, ma non mancheremo, quando necessario, anche a raccontare l’aspetto che va diciamo oltre il mondiale.

APPUNTAMENTI QUOTIDIANI.


Andiamo ora a presentare quello che sarà il nostro PALINSESTO MONDIALE, suddiviso in appuntamento quotidiani e appuntamenti periodici

Cominciamo con gli APPUNTAMENTI QUOTIDIANI.

Ad aprire la giornata mondiale ci penserà tra le 6.30 e le 7 la nostra FATIMA con ALBA MONDIALE, un rotocalco quotidiano in cui daremo modo a chi non ha seguito le gare nella giornata precedente di poter rivedere le principali emozioni mondiali. In questa fascia sarà possibile rivedere quanto capitato nella giornata precedente, e al contempo scoprire il programma mondiale odierno.

Dopo ALBA MONDIALE, ci sarà a cura del sottoscritto la consueta RASSEGNA STAMPA MONDIALE con le prime pagine dei principali quotidiani sportivi, e poi AMARCORD MONDIALE, uno spazio in cui, attraverso una foto e/o un video rivivere insieme le principali emozioni mondiali.

Durante la mattinata, inoltre, sarà possibile leggere gli articoli più importanti di CALCIOBALILLA BLOG, realizzati dai ragazzi di questo bellissimo e giovanissimo blog, estremamente ben curato e di cui sentiremo a parlare a lungo.

Nel corso del pomeriggio torna il consueto appuntamento delle NEWS, curato dal lunedì al venerdì da ANDREA. Sabato e domenica invece ci sarà un unico AGGIORNAMENTO NEWS prima de IL SOGNO MONDIALE in seconda serata.
Andiamo così alla fascia serale. In seconda serata tornerà l’appuntamento con IL SOGNO MONDIALE, il nostro spazio di approfondimento mondiale, curato dal sottoscritto.

Nelle prime due giornate della fase a gironi mondiali, IL SOGNO MONDIALE andrà in onda in pagina dalle 23 alle 23:50: commenteremo la partita delle 21, faremo il punto della giornata degli azzurri e poi presenteremo la partita delle 24.
Dalla terza giornata della fase a gironi e fino alla finale per il terzo posto IL SOGNO MONDIALE andrà in onda al termine della partita delle 22 e, oltre a commentare la gara delle 22 e a fare il punto della situazione in casa azzurri, IL SOGNO MONDIALE farà il punto della giornata mondiale.
Sempre all’interno de IL SOGNO MONDIALE non mancherà il commento ai gironi a cura del nostro MATTEO PROVVIDENZA.

Nella notte tra domenica 29 e Lunedì 30 Giugno, in occasione del 5° anniversario della strage della stazione di Viareggio IL SOGNO MONDIALE potrebbe non andare in onda, oppure essere posticipato a mezzanotte e mezzo. Valuteremo strada facendo.

Per quanto riguarda, infine, la partita della mezzanotte, nei casi in cui essa non venisse trasmessa in chiaro, da valutare la possibilità di un aggiornamento del risultato.

APPUNTAMENTI PERIODICI.

Andiamo adesso a scoprire insieme i principali APPUNTAMENTI PERIODICI della nostra pagina fan relativi ai mondiali.

In occasione dei Mondiali torna l’appuntamento con la TATTICA e in particolare con le ANALISIT TATTICHE PRE-PARTITA.
In occasione quindi dei match clou MASSIMO PROSPERI ci poterà alla scoperta tattica delle squadre che di giorno o di sera scenderanno in pista.
In particolare Massimo ci svelerà la tattica dei match clou della fase a gironi (per la prima giornata i match analizzati saranno BRASILE-CROAZIA, ITALIA-INGHILTERRA e GERMANIA-PORTOGALLO e una quarta gara da definire), di 3-4 OTTAVI DI FINALE, di 2 QUARTI DI FINALE, delle due SEMIFINALI, e della FINALISSIMA.

Da sempre il Campionato del Mondo ci ha fatto scoprire giovani talenti che poi sarebbero diventati dei grandi campioni. Per questo motivo, nella giornata di Venerdì STEFANO ci porterà alla scoperta dei TOP 30 GIOVANI. 5 gli appuntamenti previsti: 4 durante i Mondiali, e 1 a fine Mondiali dove scopriremo i migliori giovani emersi durante il torneo disputatosi in Brasile.

l subbuteo racconta i mondiali di calcio. Una vetrina delle più interessanti partite da disputare nei prossimi mondiali brasiliani raccontate da ENRICO e LUCA attraverso foto, aneddoti, caricature sul Subbuteo, il gioco del calcio in miniatura che vi terranno compagnia durante l'arco del MUNDIAL. I grandi campioni, le loro esultante, i loro goal più belli riprodotti con il Subbuteo Calcio da Tavolo.

Concludiamo infine con il FANTACALCIO. Come molti di voi sanno, durante i Mondiali è possibile giocare a una versione mondiale del Fantacalcio. Per questo motivo i nostri super esperti ALESSANDRO, GASPARE e LUCA saranno a vostra più totale disposizione.
Alessandro ci racconterà le possibili sorprese Mondiali da un punto di vista rigorosamente Fantacalcistico; Gaspare e Luca vi aiuteranno dandovi i migliori consigli possibili per poter allestire al meglio la vostra Fantaformazione Mondiale.

Cari amici, questo è dunque il nostro PALINSESTO MONDIALE. Palinsesto mondiale, che spero possa essere di vostro gradimento. 

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

martedì 10 giugno 2014

SPUNTI DI SPORT-LA RIABILITAZIONE DI CAROSIO.


Può una persona essere accusata ingiustamente di aver offeso qualcuno, e per questo essere defenestrato, salvo poi venir scoperta la sua innocenza e venir così riabilitata 25 anni dopo la sua scomparsa? Ne sentiamo tante nella nostra amata Italia, ma questa merita di essere raccontata.

Protagonista di questa storia è un grandissimo radio e telecronista sportivo, Nicolò Carosio.
Nato a Palermo da padre genovese e madre americana, Nicolò, dopo un impiego a Venezia presso la Shell, nel 1932 scrive all’EIAR (Ente Italiana Audizione Radiofoniche) proponendosi come radiocronista. Raccontano le cronache che durante il provino egli improvvisò il derby di Torino, tra Torino e Juventus, e che sul punteggio di 5-5, venne fermato dagli allora dirigenti, fortemente colpiti dalla bravura di quel ragazzo, a tal punto da offrirgli un contratto di collaborazione. Ecco così arrivare, il 1° Gennaio 1933, il debutto con la radiocronaca dell’incontro tra Italia e Germania. Seguiranno anni di grandi successi, con Carosio che racconterà la finale del mondiale 1934, tra Italia e Cecoslovacchia, di cui andiamo ora ad ascoltare il frammento relativo al goal segnato da Schiavio nei tempi supplementari, e più precisamente al 95° minuto.


Carosio seguirà anche il Mondiale del 1938, e, attenendosi alle indicazioni provenienti dal regime fascista che volevano l’assoluto divieto di usare termini stranieri, creò durante le radiocronache dell'epoca dei termini che ancora oggi siamo abituati a sentire nelle telecronache quali traversone per sostituire l’inglese cross, calcio d’angolo per sostituire corner, e rete per sostituire goal.

Passano gli anni, e il 3 Gennaio 1954 venne inaugurata ufficialmente la Televisione (per dovere di cronaca dobbiamo però rilevare l'avvio di una programmazione a livello sperimentale dal 22 Luglio 1939 della quale Carosio fu uno dei volti, grazie all'inaugurazione del primo trasmettitore televisivo presso la stazione trasmittente EIAR di Monte Mario a Roma. Dopo una sospensione delle trasmissioni il 31 Maggio 1940 per ordine del governo, in seguito a presunte interferenze, le trasmissioni sperimentali ripresero l'11 Settembre 1949 con il riposizionamento dei trasmettori EIAR, precedentemente siti a Roma, da Torino). Logico pensare in casa RAI (Radio Audizioni Italiane, nata nel 1944 per sostituire l’EIAR), di affidare le telecronache a Carosio, che accetta, facendo il suo esordio nella programmazione ufficiale della televisione il 24 Gennaio 1954 con la telecronaca di Italia-Egitto (la partita si concluse 5-1 per gli azzurri. Italia in vantaggio al 1° minuto con Pandolfini, pareggio egiziano al 32° con Alaa El Din. Nella ripresa gli Azzurri tornarono in vantaggio al 62° con Frignani; tre minuti dopo arrivò il 3-1 azzurro con Boniperti. All'84°arrivò il 4-1 azzurro con Ricagni e poi all'86° il definitivo 5-1 azzurro ancora con Boniperti. Bisogna dire, da un punto di vista televisivo che quella partita, commentata da Carosio, assieme a Carlo Bacarelli e a Vittorio Veltroni, non andò integralmente in onda perchè allora non ci fu un accordo con la Federcalcio. Vennero commentate così solo alcune fasi in diretta) mettendo in ogni telecronaca tutta la passione e l’amore che ha nei confronti del calcio, a cui aggiunge la sua immensa professionalità.

Bisogna anche dire, a onor del vero, che il 21 Ottobre 1953 Carosio commentò il secondo tempo della partita Squadra A gialla-Squadra B verde 4-2 da San Siro con Carlo Bacarelli, partita di allenamento della Nazionale.

Oltre alla SERIE A (ricordiamo in particolare la telecronaca dello spareggio del 1964, tra Bologna e Inter, unico caso di spareggio a tutt'oggi in SERIE A per l'assegnazione dello scudetto), questo grandissimo giornalista seguì la Nazionale azzurra. Nel 1970, in occasione dei Mondiali, Carosio (che già si alternava con Martellini nelle telecronache della Nazionale e delle altre partite di calcio più importanti) viene inviato in Messico per raccontare le gesta degli Azzurri. Nessuno può immaginarsi che in seguito a quel Mondiale, purtroppo, per lui la vita non sarebbe più stata la stessa.

ITALIA-ISRAELE E LE POLEMICHE AD ESSA COLLEGATE.

Toluca, 11 Giugno 1970. L'Italia, allenata da Ferruccio Valcareggi, affronta Israele nella terza sfida della fase eliminatoria. Gli Azzurri sono inseriti nel Girone 2, assieme a Uruguay, Svezia, e per l’appunto Israele. Nelle precedenti sfide gli uomini di Valcareggi avevano battuto per 1-0 la Svezia (goal al 10° di Domenghini), e pareggiato per 0-0 contro l’Uruguay. Può bastare anche il pareggio per passare, anche se indubbiamente la vittoria finale consentirebbe ai nostri giocatori di poter avere un passaggio ai quarti di finale decisamente più sicuro.
La partita, come sappiamo tutti, finì sul punteggio di 0-0, con due reti, di cui una di Riva, che, come poi ci dirà la storia, vennero annullate ingiustamente dal guardalinee etiope Seyoum Tarekegn. Nonostante il pareggio, gli Azzurri chiusero il girone eliminatorio in testa, e passarono così assieme all'Uruguay ai quarti di finale.
Le polemiche però non finirono qui. Non tanto per i goal annullati ai giocatori azzurri, ma per ben altro: la telecronaca di Carosio. Nei giorni immediatamente successivi alla partita l’ambasciatore etiope a Roma protestò vivacemente per la telecronaca fatta dal giornalista palermitano, in quanto all’epoca gli venne attribuita un’espressione offensiva nei confronti del guardalinee etiope, etichettato come negro, o peggio ancora, negraccio.
La RAI decise, così, di sostituire il giornalista palermitano con Nando Martellini per quanto concerne le partite degli Azzurri. Carosio restò in Messico dove commentò la semifinale, Brasile-Uruguay, e la finale per il terzo posto, Germania Ovest-Uruguay.
In seguito, il 17 Ottobre 1970, Carosio tornò a seguire gli azzurri, in occasione dell'amichevole disputata a Berna, e che vide gli azzurri pareggiare 1-1 contro la Svizzera (elvetici in vantaggio al 15° a causa dell'autorete dell'azzurro Cera, pareggio all'85° di Sandro Mazzola).

Pensionato nel 1972, come apprendiamo da Wikipedia, Carosio continuò a seguire ancora da vicino il mondo del calcio, continuando a raccontare le partite prima attraverso l'emittente privata Tele Adriatica di Pescara, e poi collaborando con una delle prime radio private nate in Sicilia, Radio Palermo Centrale, per cui effettuò le radiocronache del Palermo Calcio.

LA RIABILITAZIONE DI NICOLÒ CAROSIO.

Dunque, Nicolò Carosio venne richiamato in Italia dalla RAI e venne praticamente defenestrato a causa di una presunta offesa nei confronti del guardalinee etiope, Seyoum Tarekegn. Ma andò veramente così? Veramente Carosio etichettò il guardalinee come negro, o peggio ancora negraccio? La risposta è una e una sola: assolutamente NO.
Carosio, da gran signore quale egli era, mai e poi mai dichiarò quale frasi che purtroppo per anni e anni hanno rappresentato un’onta per questo grandissimo giornalista.
A ristabilire, per fortuna, la verità dei fatti, ci hanno pensato tra il 2009 e il 2010 Pino Frisoli, consulente e documentatore per Rai Sport (e curatore sia della rubrica Perle di Sport, sia della programmazione storica su Rai Sport 2), e il giornalista sportivo, Massimo De Luca, all’epoca Direttore di Rai Sport e conduttore della Domenica Sportiva, all’interno di un bellissimo libro uscito nel 2010 per RAI-ERI, SPORT IN TV, che vi invito assolutamente a leggere.

Attraverso un duro e attento lavoro di ricerca, i due autori riescono a dimostrare l’assoluta innocenza di Nicolò Carosio, e al contempo, a fare luce su cosa fosse realmente accaduto. Ma, come è nata nella fattispecie questa ricerca?
Ho avuto occasione di potermi mettere in contatto direttamente con Pino Frisoli, che desidero ringraziare di vero cuore, in quanto, molto gentilmente, mi ha spiegato come ha preso il via questa importantissima ricerca. Spero di non aver fatto confusione nel ricostruire quanto segue.
Molto semplicemente questa ricerca è nata dalla voglia di sapere se davvero Carosio avesse detto quelle affermazioni che per anni e anni erano state a lui collegate. Per questo motivo Pino ha chiesto copia della partita alla cineteca RAI di Milano, e avvisato successivamente Massimo De Luca. Osservando insieme la partita in versione integrale (per avere certezza che non ci fossero state manipolazioni), è emersa la verità: e cioè che Carosio non ha mai minimamente offeso o insultato il guardalinee etiope.

Lo stesso Massimo De Luca è poi tornato sull'argomento nella puntata della Domenica Sportiva del 31 Maggio 2009. Andiamo a rivedere insieme quel momento.

Così sempre De Luca, racconta il caso Carosio all'interno del libro Sport in Tv, da cui pubblichiamo questa parte, e che fa luce in maniera ancora più approfondita in merito a questa vicenda.

"Quaranta anni dopo, la vicenda dell’esonero su due piedi di Nicolò Carosio dal ruolo di telecronista della Nazionale, dopo il pareggio per 0-0 fra Italia e Israele ai Mondiali del Messico, è ancora parzialmente avvolta nel mistero. Ma le ricerche e le verifiche meticolose condotte nella scrittura di questo libro, sulla base della documentazione esistente, consentono di smentire quella vera e propria leggenda metropolitana secondo cui Nicolò avrebbe insultato in diretta il signor Seyoun Tarekegn, guardalinee etiope, per aver sbandierato un fuorigioco inesistente sul gol di Gigi Riva al 29' del secondo tempo. Diciamolo e scriviamolo chiaro una volta per tutte: Carosio non diede mai del negro o, peggio, del negraccio all'assistente dell'arbitro brasiliano De Moraes. Lo si può affermare con certezza assoluta, avendo, Frisoli e io, ripescato dagli archivi Rai e visionato con estrema attenzione l'intera telecronaca originale della partita incriminata. Nel corso del suo commento, Carosio cita solo un paio di volte il guardalinee di colore, dopo averlo annoverato all'inizio, come norma, nella terna arbitrale. Al 35' del primo tempo: «Albertosi salva in uscita su Shpiegler in fuorigioco netto, lasciato correre dall'etiope e dobbiamo alla prodezza di Albertosi se ci siamo salvati». Tre minuti dopo, c'è ancora l'israeliano Shpiegler in fuorigioco: «Ma questa volta — dice Carosio — l'etiope ha sbandierato». Ed eccoci al momento-clou: 29' del secondo tempo, siamo ancora sullo 0-0, Riva, accolto in Messico come «El Emperador del gol» (ricordiamo che era all'apice della sua carriera, e campione d'Europa in carica con tutta la squadra), trova finalmente il suo primo gol, di testa.
Corre, Gigi, esultando a braccia tese verso il terreno e pugni stretti, alla sua maniera, ma la gioia dura un attimo: «L'arbitro aveva convalidato il punto — commenta Carosio — e il guardalinee… (pausa di alcuni secondi) niente convalida! (altra pausa) … ma siamo proprio sfortunati!». Non c'è una sola parola di più. E, soprattutto, la parola negro non viene mai pronunciata in tutti e 90 i minuti. Semmai, prima del gol annullato («a nostro giudizio non c'era fuorigioco» aggiunge con pacatezza perfino insolita Carosio) Nicolò ne aveva avute per l'arbitro, De Moraes, che non fischia un evidente fallo su Riva al limite dell'area («E' inaudito, l'arbitro lascia ancora correre…») e poi, in un'azione successiva: «Finalmente l'ineffabile signor Moraes (senza il De n.d.a.) si accorge di un fallo a nostro danno». E una parolina buona l'aveva avuta anche per il ruvido israeliano Schultz definito letteralmente «scarpone» per aver messo a terra senza complimenti uno dei nostri. Nient' altro, niente di niente….
E, a questo proposito, è prezioso il «reperto» scovato da Andrea Bosco, autore dell' unica biografia esistente di Carosio, che riporta il commento alla vicenda firmato da Enzo Tortora (uno che dal Direttore Generale Bernabei era stato fatto fuori davvero) su «Il Resto del Carlino»: «Dottor Bernabei, con tutto il rispetto che merita, vorrei dire che prendersela per la parola etiope, pronunciata da Carosio, sarebbe davvero un po’ forte. Anche Ghislanzoni, librettista di Verdi, dice nell'Aida (e non via satellite): "Già corre voce che l'etiope ardisca sfidarci ancora". Neppure contro Ghislanzoni (il dottor Bernabei può chiedere conferma a Mike Bongiorno) furono mai presi provvedimenti. Ma se ha torto, il dottor Bernabei dovrà essere purtroppo rigoroso. E dovrà avvicendare sui teleschermi anche Radames». Un vero affondo schermistico, ma di fioretto, visti il tono e l'eleganza delle parole, nonostante l'aspra polemica fra la Rai e Tortora, che gli era costato la defenestrazione immediata dalla conduzione della Domenica Sportiva. E comunque, dalle parole del «grande epurato» affiora una buona volta la verità: Carosio aveva solo dato dell'etiope a Tarekegn, come Ghislanzoni aveva fatto con Radames". 

Ad arricchire ulteriormente la descrizione di De Luca sopra riportata, andiamo ora a pubblicare lapuntata di Perle di Sport relativa a Italia-Israele del mondiale1970. Puntata come sempre, peraltro, estremamente ben curata.

Se dunque, come l’importantissimo lavoro di ricerca di Pino Frisoli e di Massimo De Luca dimostra, Nicolò Carosio non offese mai il guardalinee etiope Seyoum Tarekegn, allora perchè l’ambasciata etiope protestò con tanta veemenza alla RAI? Chi fu, allora, a insultare o offendere il signor Tarekegn? A venirci ancora una volta incontro, andando così a rispondere al nostro quesito, Sport in Tv.

"E allora perché Carosio fu sostituito da Martellini?… In realtà le proteste ci furono, sia pur basate su un probabile equivoco. Come spesso accade, in quella specie di telegrafo senza fili che è il passaparola fra telespettatori, l'affaire s'era ingigantito passando di bocca in bocca, fino a provocare una protesta formale dell'Ambasciata Etiopica al nostro ministero degli Esteri. La Rai, attivata dalla Farnesina, intimò a Carosio di rientrare immediatamente in Italia. Qui scattò la solidarietà dei colleghi a difesa di Nicolò: «Se rientra lui, rientriamo tutti». Perciò, ecco il compromesso: telecronaca a Martellini e Carosio resta a Città del Messico…. … Ma c'è un altro elemento da tenere in considerazione: la radio. Cosa sia stato detto nel corso della radiocronaca Rai, non è possibile oggi ricostruire, perché, per molti anni, l'archivio di Radio Rai ha latitato. Esiste, però, una testimonianza precisa: una lettera al quotidiano romano «Il Messaggero», pubblicata 2 giorni dopo Italia-Israele, firmata Laiketsion Petros, ingegnere etiope residente a Roma sotto il titolo: «Una frase di pessimo gusto». «Sono rimasto molto sorpreso — scrive l'ingegnere — nel sentire alla radio i commenti sia del radiocronista che di altre persone relativi al guardalinee etiopico Tarekegn, dopo la cronaca della partita Italia-Israele. La frase che più mi ha colpito è stata quella, più volte ripetuta: "Il Negus si è vendicato". A parte il fatto che il Negus si è già vendicato, perdonando e dimenticando il passato, e oggi Italiani ed Etiopici vivono sia in Italia che in Etiopia nella migliore delle armonie, sia nel lavoro che nello sport, ritengo che questa frase detta a 20 milioni circa di radioascoltatori, sia veramente di pessimo gusto e del tutto priva di qualsiasi fondamento». Qualcosa di «improprio» (oggi diremmo di «politicamente scorretto») doveva evidentemente essere sfuggito, più probabilmente alla radio che alla tv e, a giudicare da quel «dopo», potrebbe essersi trattato anche di un' estemporanea e improvvida uscita di qualche intervistato del dopo-gara, più che di un eccesso tardo-patriottico del radiocronista che era Enrico Ameri. Quindi, prende corpo anche questa ipotesi: che le proteste diplomatiche siano nate su segnalazioni confuse, che mescolavano Radio e Televisione. Tanto, sempre di Rai si trattava…".

Una vicenda, quella che ho provato a raccontare in questa puntata, che ti fa riflettere su come purtroppo con una inesattezza o con una leggenda metropolitana appiccicata con fin troppa leggerezza, si possa purtroppo arrivare a penalizzare una persona, e su come, grazie a un attentissimo lavoro di ricerca, sia stato possibile ristabilire la verità.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

RINGRAZIAMENTI.

Al termine di questa puntata desidero ringraziare veramente di cuore Pino Frisoli, sia per avermi aiutato a capire come prese il via la ricerca, effettuata assieme a Massimo De Luca, che permise di riabilitare la figura dell'indimenticabile Nicolò Carosio, sia per aver revisionato la presente puntata di Spunti di Sport.