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mercoledì 20 febbraio 2013

SPUNTI DI SPORT- LA RIABILITAZIONE DI NICOLÒ CAROSIO.


Può una persona essere accusata ingiustamente di aver offeso qualcuno, e per questo essere defenestrato, salvo poi venir scoperta la sua innocenza e venir così riabilitata 25 anni dopo la sua scomparsa? Ne sentiamo tante nella nostra amata Italia, ma questa merita di essere raccontata.

Protagonista di questa storia è un grandissimo radio e telecronista sportivo, NICOLÒ CAROSIO.
Nato a PALERMO da padre genovese e madre americana, Nicolò, dopo un impiego a VENEZIA presso la SHELL, nel 1932 scrive all’EIAR (ENTE ITALIANA AUDIZIONE RADIOFONICHE) proponendosi come radiocronista. Raccontano le cronache che durante il provino egli improvvisò il derby di TORINO, tra TORINO e JUVENTUS, e che sul punteggio di 5-5, venne fermato dagli allora dirigenti, fortemente colpiti dalla bravura di quel ragazzo, a tal punto da offrirgli un contratto di collaborazione. Ecco così arrivare, il 1° Gennaio 1933, il debutto con la radiocronaca dell’incontro tra ITALIA e GERMANIA. Seguiranno anni di grandi successi, con CAROSIO che racconterà la finale del mondiale 1934, tra ITALIA e CECOSLOVACCHIA, di cui andiamo ora ad ascoltare il frammento relativo al goal segnato da SCHIAVIO nei tempi supplementari, e più precisamente al 95° minuto.


Carosio seguirà anche il Mondiale del 1938, e, attenendosi alle indicazioni provenienti dal regime fascista che volevano l’assoluto divieto di usare termini stranieri, creò durante le radiocronache dell'epoca dei termini che ancora oggi siamo abituati a sentire nelle telecronache quali traversone per sostituire l’inglese cross, calcio d’angolo per sostituire corner, e rete per sostituire goal.

Passano gli anni, e il 3 Gennaio 1954 venne inaugurata ufficialmente la Televisione (per dovere di cronaca dobbiamo però rilevare l'avvio di una programmazione a livello sperimentale dal 22 Luglio 1939 della quale Carosio fu uno dei volti, grazie all'inaugurazione del primo trasmettitore televisivo presso la stazione trasmittente EIAR di MONTE MARIO a ROMA. Dopo una sospensione delle trasmissioni il 31 Maggio 1940 per ordine del governo, in seguito a presunte interferenze, le trasmissioni sperimentali ripresero l'11 Settembre 1949 con il riposizionamento dei trasmettori EIAR, precedentemente siti a ROMA, da TORINO). Logico pensare in casa RAI (RADIO AUDIZIONI ITALIANE, nata nel 1944 per sostituire l’EIAR), di affidare le telecronache a Carosio, che accetta, facendo il suo esordio nella programmazione ufficiale della televisione il 24 Gennaio 1954 con la telecronaca di ITALIA-EGITTO (la partita si concluse 5-1 per gli azzurri. Italia in vantaggio al 1° minuto con PANDOLFINI, pareggio egiziano al 32° con ALAA EL DIN. Nella ripresa gli Azzurri tornarono in vantaggio al 62° con FRIGNANI; tre minuti dopo arrivò il 3-1 azzurro con BONIPERTI. All'84°arrivò il 4-1 azzurro con RICAGNI, e poi all'86° il definitivo 5-1 azzurro ancora con BONIPERTI. Bisogna dire, da un punto di vista televisivo che quella partita, commentata da Carosio, assieme a CARLO BACARELLI e a VITTORIO VELTRONI, non andò integralmente in onda perchè allora non ci fu un accordo con la Federcalcio. Vennero commentate così solo alcune fasi in diretta) mettendo in ogni telecronaca tutta la passione e l’amore che ha nei confronti del calcio, a cui aggiunge la sua immensa professionalità.

Oltre alla SERIE A (ricordiamo in particolare la telecronaca dello spareggio del 1964, tra BOLOGNA e INTER, unico caso di spareggio a tutt'oggi in SERIE A per l'assegnazione dello scudetto), questo grandissimo giornalista seguì la Nazionale azzurra. Nel 1970, in occasione dei Mondiali, Carosio (che già si alternava con MARTELLINI nelle telecronache della Nazionale e delle altre partite di calcio più importanti) viene inviato in Messico per raccontare le gesta degli Azzurri. Nessuno può immaginarsi che in seguito a quel Mondiale, purtroppo, per lui la vita non sarebbe più stata la stessa.

ITALIA-ISRAELE E LE POLEMICHE AD ESSA COLLEGATE.

Toluca, 11 Giugno 1970. L'Italia, allenata da FERRUCCIO VALCAREGGI, affronta Israele nella terza sfida della fase eliminatoria. Gli Azzurri sono inseriti nel Girone 2, assieme a URUGUAY, SVEZIA, e per l’appunto ISRAELE. Nelle precedenti sfide gli uomini di VALCAREGGI avevano battuto per 1-0 la SVEZIA (goal al 10° di DOMENGHINI), e pareggiato per 0-0 contro l’URUGUAY. Può bastare anche il pareggio per passare, anche se indubbiamente la vittoria finale consentirebbe ai nostri giocatori di poter avere un passaggio ai QUARTI DI FINALE decisamente più sicuro.
La partita, come sappiamo tutti, finì sul punteggio di 0-0, con due reti, di cui una di RIVA, che, come poi ci dirà la storia, vennero annullate ingiustamente dal guardalinee etiope SEYOUM TAREKEGN. Nonostante il pareggio, gli AZZURRI chiusero il girone eliminatorio in testa, e passarono così assieme all'URUGUAY ai quarti di finale.
Le polemiche però non finirono qui. Non tanto per i goal annullati ai giocatori azzurri, ma per ben altro: la telecronaca di CAROSIO. Nei giorni immediatamente successivi alla partita l’ambasciatore etiope a ROMA protestò vivacemente per la telecronaca fatta dal giornalista palermitano, in quanto all’epoca gli venne attribuita un’espressione offensiva nei confronti del guardalinee etiope, etichettato come negro, o peggio ancora, negraccio.
La RAI decise, così, di sostituire il giornalista palermitano con NANDO MARTELLINI per quanto concerne le partite degli Azzurri. Carosio restò in Messico dove commentò la semifinale, Brasile-Uruguay, e la finale per il terzo posto, Germania Ovest-Uruguay.
In seguito, il 17 Ottobre 1970, Carosio tornò a seguire gli azzurri, in occasione dell'amichevole disputata a Berna, e che vide gli azzurri pareggiare 1-1 contro la SVIZZERA (elvetici in vantaggio al 15° a causa dell'autorete dell'azzurro CERA, pareggio all'85° di SANDRO MAZZOLA).

Pensionato nel 1972, come apprendiamo da WIKIPEDIA, CAROSIO continuò a seguire ancora da vicino il mondo del calcio, continuando a raccontare le partite prima attraverso l'emittente privata TELE ADRIATICA di PESCARA, e poi collaborando con una delle prime radio private nate in Sicilia, RADIO PALERMO CENTRALE, per cui effettuò le radiocronache del PALERMO CALCIO.

LA RIABILITAZIONE DI NICOLÒ CAROSIO.

Dunque, Nicolò Carosio venne richiamato in Italia dalla RAI e venne praticamente defenestrato a causa di una presunta offesa nei confronti del guardalinee etiope, SEYOUM TAREKEGN. Ma andò veramente così? Veramente Carosio etichettò il guardalinee come negro, o peggio ancora negraccio? La risposta è una e una sola: assolutamente NO.
Carosio, da gran signore quale egli era, mai e poi mai dichiarò quale frasi che purtroppo per anni e anni hanno rappresentato un’onta per questo grandissimo giornalista.
A ristabilire, per fortuna, la verità dei fatti, ci hanno pensato tra il 2009 e il 2010 PINO FRISOLI, documentatore per RAI SPORT (e curatore sia della rubrica PERLE DI SPORT, sia della programmazione storica su RAI SPORT 2), e il giornalista sportivo, MASSIMO DE LUCA, all’epoca conduttore della DOMENICA SPORTIVA, all’interno di un bellissimo libro uscito nel 2010 per RAI-ERI, SPORT IN TV, che vi invito assolutamente a leggere.

Attraverso un duro e attento lavoro di ricerca, i due autori riescono a dimostrare l’assoluta innocenza di NICOLÒ CAROSIO, e al contempo, a fare luce su cosa fosse realmente accaduto. Ma, come è nata nella fattispecie questa ricerca?
Ho avuto occasione di potermi mettere in contatto direttamente con PINO FRISOLI, che desidero ringraziare di vero cuore, in quanto, molto gentilmente, mi ha spiegato come ha preso il via questa importantissima ricerca. Spero di non aver fatto confusione nel ricostruire quanto segue.
Molto semplicemente questa ricerca è nata dalla voglia di sapere se davvero CAROSIO avesse detto quelle affermazioni che per anni e anni erano state a lui collegate. Per questo motivo Pino ha chiesto copia della partita alla cineteca RAI di MILANO, e avvisato successivamente MASSIMO DE LUCA. Osservando insieme la partita in versione integrale( per avere certezza che non ci fossero state manipolazioni), è emersa la verità: e cioè che CAROSIO non ha mai minimamente offeso o insultato il guardalinee etiope.

Lo stesso MASSIMO DE LUCA è poi tornato sull'argomento nella puntata della DOMENICA SPORTIVA del 31 Maggio 2009. Andiamo a rivedere insieme quel momento.


Così sempre DE LUCA, racconta il caso CAROSIO all'interno del libro SPORT IN TV, da cui pubblichiamo questa parte, e che fa luce in maniera ancora più approfondita in merito a questa vicenda.

"Quaranta anni dopo, la vicenda dell’esonero su due piedi di Nicolò Carosio dal ruolo di telecronista della Nazionale, dopo il pareggio per 0-0 fra Italia e Israele ai Mondiali del Messico, è ancora parzialmente avvolta nel mistero. Ma le ricerche e le verifiche meticolose condotte nella scrittura di questo libro, sulla base della documentazione esistente, consentono di smentire quella vera e propria leggenda metropolitana secondo cui Nicolò avrebbe insultato in diretta il signor Seyoun Tarekegn, guardalinee etiope, per aver sbandierato un fuorigioco inesistente sul gol di Gigi Riva al 29' del secondo tempo. Diciamolo e scriviamolo chiaro una volta per tutte: Carosio non diede mai del negro o, peggio, del negraccio all'assistente dell'arbitro brasiliano De Moraes. Lo si può affermare con certezza assoluta, avendo, Frisoli e io, ripescato dagli archivi Rai e visionato con estrema attenzione l'intera telecronaca originale della partita incriminata. Nel corso del suo commento, Carosio cita solo un paio di volte il guardalinee di colore, dopo averlo annoverato all'inizio, come norma, nella terna arbitrale. Al 35' del primo tempo: «Albertosi salva in uscita su Shpiegler in fuorigioco netto, lasciato correre dall'etiope e dobbiamo alla prodezza di Albertosi se ci siamo salvati». Tre minuti dopo, c'è ancora l'israeliano Shpiegler in fuorigioco: «Ma questa volta — dice Carosio — l'etiope ha sbandierato». Ed eccoci al momento-clou: 29' del secondo tempo, siamo ancora sullo 0-0, Riva, accolto in Messico come «El Emperador del gol» (ricordiamo che era all'apice della sua carriera, e campione d'Europa in carica con tutta la squadra), trova finalmente il suo primo gol, di testa.
Corre, Gigi, esultando a braccia tese verso il terreno e pugni stretti, alla sua maniera, ma la gioia dura un attimo: «L'arbitro aveva convalidato il punto — commenta Carosio — e il guardalinee… (pausa di alcuni secondi) niente convalida! (altra pausa) … ma siamo proprio sfortunati!». Non c'è una sola parola di più. E, soprattutto, la parola negro non viene mai pronunciata in tutti e 90 i minuti. Semmai, prima del gol annullato («a nostro giudizio non c'era fuorigioco» aggiunge con pacatezza perfino insolita Carosio) Nicolò ne aveva avute per l'arbitro, De Moraes, che non fischia un evidente fallo su Riva al limite dell'area («E' inaudito, l'arbitro lascia ancora correre…») e poi, in un'azione successiva: «Finalmente l'ineffabile signor Moraes (senza il De n.d.a.) si accorge di un fallo a nostro danno». E una parolina buona l'aveva avuta anche per il ruvido israeliano Schultz definito letteralmente «scarpone» per aver messo a terra senza complimenti uno dei nostri. Nient' altro, niente di niente….
E, a questo proposito, è prezioso il «reperto» scovato da Andrea Bosco, autore dell' unica biografia esistente di Carosio, che riporta il commento alla vicenda firmato da Enzo Tortora (uno che dal Direttore Generale Bernabei era stato fatto fuori davvero) su «Il Resto del Carlino»: «Dottor Bernabei, con tutto il rispetto che merita, vorrei dire che prendersela per la parola etiope, pronunciata da Carosio, sarebbe davvero un po’ forte. Anche Ghislanzoni, librettista di Verdi, dice nell'Aida (e non via satellite): "Già corre voce che l'etiope ardisca sfidarci ancora". Neppure contro Ghislanzoni (il dottor Bernabei può chiedere conferma a Mike Bongiorno) furono mai presi provvedimenti. Ma se ha torto, il dottor Bernabei dovrà essere purtroppo rigoroso. E dovrà avvicendare sui teleschermi anche Radames». Un vero affondo schermistico, ma di fioretto, visti il tono e l'eleganza delle parole, nonostante l'aspra polemica fra la Rai e Tortora, che gli era costato la defenestrazione immediata dalla conduzione della Domenica Sportiva. E comunque, dalle parole del «grande epurato» affiora una buona volta la verità: Carosio aveva solo dato dell'etiope a Tarekegn, come Ghislanzoni aveva fatto con Radames". 

Se dunque, come l’importantissimo lavoro di ricerca di PINO FRISOLI e di MASSIMO DE LUCA dimostra, NICOLÒ CAROSIO non offese mai il guardalinee etiope SEYOUM TAREKEGN, allora perchè l’ambasciata etiope protestò con tanta veemenza alla RAI? Chi fu, allora, a insultare o offendere il signor TAREKEGN? A venirci ancora una volta incontro, andando così a rispondere al nostro quesito, SPORT IN TV.

"E allora perché Carosio fu sostituito da Martellini?… In realtà le proteste ci furono, sia pur basate su un probabile equivoco. Come spesso accade, in quella specie di telegrafo senza fili che è il passaparola fra telespettatori, l'affaire s'era ingigantito passando di bocca in bocca, fino a provocare una protesta formale dell'Ambasciata Etiopica al nostro ministero degli Esteri. La Rai, attivata dalla Farnesina, intimò a Carosio di rientrare immediatamente in Italia. Qui scattò la solidarietà dei colleghi a difesa di Nicolò: «Se rientra lui, rientriamo tutti». Perciò, ecco il compromesso: telecronaca a Martellini e Carosio resta a Città del Messico…. … Ma c'è un altro elemento da tenere in considerazione: la radio. Cosa sia stato detto nel corso della radiocronaca Rai, non è possibile oggi ricostruire, perché, per molti anni, l'archivio di Radio Rai ha latitato. Esiste, però, una testimonianza precisa: una lettera al quotidiano romano «Il Messaggero», pubblicata 2 giorni dopo Italia-Israele, firmata Laiketsion Petros, ingegnere etiope residente a Roma sotto il titolo: «Una frase di pessimo gusto». «Sono rimasto molto sorpreso — scrive l'ingegnere — nel sentire alla radio i commenti sia del radiocronista che di altre persone relativi al guardalinee etiopico Tarekegn, dopo la cronaca della partita Italia-Israele. La frase che più mi ha colpito è stata quella, più volte ripetuta: "Il Negus si è vendicato". A parte il fatto che il Negus si è già vendicato, perdonando e dimenticando il passato, e oggi Italiani ed Etiopici vivono sia in Italia che in Etiopia nella migliore delle armonie, sia nel lavoro che nello sport, ritengo che questa frase detta a 20 milioni circa di radioascoltatori, sia veramente di pessimo gusto e del tutto priva di qualsiasi fondamento». Qualcosa di «improprio» (oggi diremmo di «politicamente scorretto») doveva evidentemente essere sfuggito, più probabilmente alla radio che alla tv e, a giudicare da quel «dopo», potrebbe essersi trattato anche di un' estemporanea e improvvida uscita di qualche intervistato del dopo-gara, più che di un eccesso tardo-patriottico del radiocronista che era Enrico Ameri. Quindi, prende corpo anche questa ipotesi: che le proteste diplomatiche siano nate su segnalazioni confuse, che mescolavano Radio e Televisione. Tanto, sempre di Rai si trattava…".

Una vicenda, quella che ho provato a raccontare in questa puntata, che ti fa riflettere su come purtroppo con una inesattezza o con una leggenda metropolitana appiccicata con fin troppa leggerezza, si possa purtroppo arrivare a penalizzare una persona, e su come, grazie a un attentissimo lavoro di ricerca, sia stato possibile ristabilire la verità.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

RINGRAZIAMENTI.

Al termine di questa puntata desidero ringraziare veramente di cuore PINO FRISOLI, sia per avermi aiutato a capire come prese il via la ricerca, effettuata assieme a MASSIMO DE LUCA, che permise di riabilitare la figura dell'indimenticabile NICOLÒ CAROSIO, sia per aver revisionato la presente puntata di SPUNTI DI SPORT.

venerdì 1 febbraio 2013

SPUNTI DI SPORT-PRESENTATA LA F 138.


Una monoposto evoluzione della F 2012, ma al contempo con alcune novità visibili (nel retrotreno) ed altre meno visibili di fondamentale importanza in chiave aereodinamica. C'era grande attesa per la presentazione di questa mattina, dopo che nei giorni scorsi avevamo assistito alle presentazioni di LOTUS prima e MC LAREN poi per scoprire la nuova FERRARI, la nuova F 138.

C'era grande attesa, quindi, per capire come sarebbe stata questa nuova monoposto del Cavallino, il cui compito, inutile nasconderci, è quello di lottare per la vittoria finale del campionato con FERNANDO ALONSO (sperando di riuscire a fare meglio della F 2012).

La presentazione ha visto la presenza oggi in sala del presidente della FERRARI, LUCA DI MONTEZEMOLO, del Team Principal STEFANO DOMENICALI, e dei due piloti ufficiali, FERNANDO ALONSO e FELIPE MASSA. Presenti anche PEDRO DELLA ROSA, JULES BIANCHI e il presidente della FIAT, SERGIO MARCHIONNE.

Dopo la presntazione iniziale del Direttore della Comunicazione Ferrari, Stefano Lai, e una breve introduzione di STEFANO DOMENICALI, la monoposto ufficialmente è stata svelata sia al pubblico presente in sala, che al pubblico a casa.

Come abbiamo avuto modo di dire, la F 138 è una diretta evoluzione della F 2012 dello scorso anno. Unica differenza: l'assenza dello scalino sul muso della monoposto, sostituito dall'inserimento del vanity panel, e un retrotreno vistosamente rinnovato con le pance della monoposto che scendono vistosamente verso il basso, come generassero quasi delle aperture.

In merito alla F 138, andiamo a leggere la presentazione diffusa sul sito del Cavallino.

La F138 rappresenta un’evoluzione della F2012 per quanto riguarda i concetti fondamentali del progetto, anche se ogni sua parte è stata rivista al fine di massimizzare la prestazione, mantenendo intatte quelle caratteristiche che sono state alla base della straordinaria affidabilità avuta la scorsa stagione.
La filosofia progettuale dello schema delle sospensioni non è mutata, con la conferma della soluzione a tirante sia sull’anteriore sia sul posteriore: è stata invece estremizzata la sua realizzazione, al fine di sfruttarne la resa aerodinamica, in particolare per quella posteriore. Le forme della carrozzeria sono state ridisegnate per assecondare i cambiamenti nella posizione e nella conformazione degli scarichi. La presa d’aria dinamica posta sopra l’abitacolo è stata ridisegnata così come l’imboccatura delle fiancate, a loro volta ottimizzate sempre a scopi aerodinamici, pur mantenendo complessivamente immutato lo schema del sistema di raffreddamento. La parte posteriore della monoposto è molto più stretta e rastremata nella parte bassa.

La configurazione delle ali anteriore e posteriore deriva direttamente dalle ultime versioni di quelle utilizzate sulla F2012, anche alla luce del fatto che lo sviluppo di quella monoposto è stato portato avanti fino all’ultima gara della scorsa stagione. Peraltro, la veste aerodinamica con cui viene presentata la monoposto rappresenta soltanto la fase iniziale dello sviluppo: modifiche significative saranno introdotte nelle settimane che precedono la prima gara ed è già programmato un intenso programma di sviluppo. Il sistema di riduzione della resistenza all’avanzamento posto sull’ala posteriore è stato rivisto e ottimizzato per sfruttare nella maniera migliore le modifiche introdotte nel Regolamento Sportivo a partire da quest’anno.

Sulle prese d’aria dei freni sono state effettuate delle modifiche di dettaglio, sia sull’anteriore che sul posteriore, e si è lavorato insieme alla Brembo per l’ottimizzazione dell’impianto frenante. Grande attenzione nella fase progettuale ma anche in quella produttiva è stata data alla riduzione del peso e all’incremento della rigidezza. Questo obiettivo è stato perseguito congiuntamente da tutti i reparti – Telaio, Motore ed Elettronica, Produzione – a testimonianza dell’importanza di poter progettare e realizzare una monoposto lavorando fianco a fianco nello stesso luogo, come da sempre avviene alla Ferrari.
Il motore della F138 è un’evoluzione di quello che equipaggiava la vettura dello scorso anno e non potrebbe essere altrimenti visto che il regolamento tecnico impone il divieto di modifiche degli organi interni rivolte ad aumentarne la prestazione. Stante la conseguente difficoltà di ricercare incrementi di performance, è stato intensificato il lavoro di investigazione per mantenerne il livello il più elevato possibile lungo tutto l’arco di utilizzo di ogni unità, ormai arrivato ad una vita media di tre gare.
Il sistema di recupero dell’energia cinetica mantiene la sua collocazione nella parte inferiore centrale della vettura, una scelta strategica da sempre mantenuta dalla squadra, volta anche a massimizzare la sicurezza. Anche quest’anno molti sforzi sono stati dedicati alla riduzione del peso e del volume, migliorando contemporaneamente l’efficienza di alcune delle sue componenti e, così come nel caso del motore, il mantenimento ai massimi livelli di prestazione attraverso il ciclo di utilizzo del KERS. La pluridecennale collaborazione tecnica con la Shell ha permesso un ulteriore progresso sul fronte della benzina e dei lubrificanti, rivolto sia ad aumentare la prestazione in termini assoluti e alla sua permanenza durante il periodo d’utilizzo del propulsore sia a ridurre i consumi. Per quanto riguarda l’elettronica, va segnalata l’introduzione con un congruo anticipo della centralina unica che verrà utilizzata nel 2014, il che ha comportato un intenso lavoro di integrazione e di controllo di tutte le funzionalità sia per quanto riguarda il software che l’hardware.
 
A questo punto, dopo aver letto la presentazione, come già fatto lo scorso anno, andiamo a gustarci la F 138 osservandola in più posizioni. Da rilevare la presenza per la prima volta sulla monoposto del Cavallino di uno sponsor cinese: WEICHAI POWER, azienda leader nel settore degli accessori per auto e dei macchinari per l'industria in Cina.

F 138. POSIZIONE ANTERIORE. 





F 138. PROFILO SINISTRO.




F 138. PROFILO SINISTRO (leggermente più inclinato).




F 138. PROFILO DESTRO. 




F 138 VISTA DALL'ALTO. 




F 138. VISTA FRONTALE (primo piano). 




F 138. VISTA FRONTALE. 

 
Sperando di farvi cosa gradita, andiamo ora a vedere un DIETRO LE QUINTE di questo servizio fotografico. 





Andiamo ora a vedere, invece, una breve sintesi, trasmessa da RAI NEWS, sulla presentazione della F 138.


Questa la SCHEDA TECNICA della nuova monoposto, diffusa dal sito internet della ROSSA.

AUTOTELAIO

  • In materiale composito a nido d’ape con fibra di carbonio
  • Cambio longitudinale Ferrari
  • Differenziale autobloccante
  • Comando semiautomatico sequenziale a controllo elettronico con cambiata veloce
  • Numero di marce 7 +Rm
  • Freni a disco autoventilanti in carbonio Brembo
  • Sospensioni indipendenti a tirante e molla di torsione anteriore/posteriore
  • Peso con acqua, olio e pilota 642 kg
  • Ruote OZ (anteriori e posteriori) 13”.
MOTORE.
  •  Tipo 056
  • Numero cilindri 8
  • Blocco cilindri in alluminio; fusione in sabbia V 90°
  • Numero di valvole 32
  • Distribuzione pneumatica
  • Cilindrata totale 2398 cm3
  • Alesaggio e pistoni 98 mm
  • Peso > 95 kg
  • Iniezione e accensione elettronica
  • Benzina Shell V-Power
  • Lubrificante Shell Helix Ultra.

LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI.

Queste le principali dichiarazioni rese dal Team Principal, STEFANO DOMENICALI, dai due piloti, FELIPE MASSA, e FERNANDO ALONSO, e dal Presidente FERRARI, LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO.

STEFANO DOMENICALI. «Il passato è il punto di partenza per raccogliere la sfida sportiva anche quest'anno. Il nostro unico obiettivo è alimentare la nostra storia e i numeri prestigiosi.
La macchina è una evoluzione della vettura dello scorso anno, perchè i regolamenti non sono cambiati. Una macchina che sarà già diversa alla prima gara. Rispetto allo scorso anno ripartiamo cercando di miglioratre aspetti positivi: affidabilità, strategia in gara quasi ottimali, lavoro di affinamento dei ragazzi al pit stop. La macchina di quest'anno è partita da una organizzazione del lavoro diversa. Un gruppo ha lavorato per la vettura di quest'anno e uno per quella del 2014.
Purtroppo negli ultimi anni abbiamo sofferto i periodi invernali, abbiamo cercato di essere più efficaci in queste settimane e dare ai nostri piloti una macchina capace di competere fin dal Gran Premio di Australia. L'obiettivo è chiaro».

FELIPE MASSA. «Spero di portare i due titoli alla Ferrari, è l'unica cosa che vogliamo. Sono felice di essere qui per l'ottavo campionato con la Ferrari. Ogni presentazione è un feeling nuovo e mi pare che sia molto bella questa vettura. Spero di poter lottare per le vittorie e di portare a casa i due titoli del campionato che è la cosa a cui teniamo di più.
Sono carico, mi sono preparato ogni giorno in vista dei test di Jerez. Nella seconda parte di campionato scorso c'è stata una cresctia anche nella concentrazione. L'inizio del 2013 voglio iniziarlo così, forte. Si parte tutti da zero e vogliamo essere competitivi dall'inizio alla fine».

FERNANDO ALONSO. «Siamo 24 piloti, tutti di evidente talento, ma molto pochi hanno possibilità di fare punti, ancora meno di andare sul podio o addirittura di vincere un gran premio. La lotta per il mondiale è un affare molto ristretto, riservato a un gruppo molto molto ridotto. Ed ecco che quel secondo posto alla fine l'ho preso come una fortuna ancora molto grossa, che spero di avere ancora quest'anno, di lottare fino alla fine. E magari vincere.
Dopo due, tre giorni di delusione mi sono sentito in effetti molto privilegiato per aver potuto lottare ancora un altro campionato del mondo fino all'ultima gara. Ogni cosa che succede in Ferrari ha ripercussioni gigantesche. Anche in Renault mi successe, reazioni zero. È successo in McLaren, reazioni zero, succede qua ed è un casino. No, non perdo niente, nè come preparazione nè come feeling. Ma se non mi riposo un altro po' e non mi preparo qualche giorno in più non arrivo al 20 novembre al cento per cento, questo è certo.
Prima arriva il mondiale in Ferrari e meglio è, ma ho altri quattro anni di contratto e dunque per quattro presentazioni potrò avere lo stesso obiettivo. Questa è l'unica squadra al mondo dove un secondo posto non va bene, in cui non si è soddisfatti della stagione. È l'aspetto stupendo della Ferrari, che ama la vittoria più del resto, è la squadra migliore al mondo e ha tutti i record. Spero dunque che anch'io presto, vincendo, possa entrare nella storia di questa leggenda. Credo sarà impossibile quest'anno che ci siano sette vincitori diversi come l'anno scorso nelle prime sette gare. Penso a una lotta tra due, al massimo tre team. Uno deve essere assolutamente la Ferrari»

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO. «L'ho definita speranzosa perchè ho notato moltissima attenzione ai dettagli soprattutto nelle aree in cui è fondamentale l'aerodinamica. Perchè dovrei sperare che questa macchina sia competitiva fin dalla prima gara? Le risposte sono 3: la prima, per l'attentissima, maniacale revisione della stagione scorsa, la seconda è il forte cambiamento organizzativo e di metodologia del lavoro, e la terza la concentrazione su un'unica galleria, che sarà importante soprattutto nel prosiegiuo della stagione. Non avendo a disposizione le prove in pista, che tanto vorremmo reintrodurre, ci siamo concentrati maggiormente sugli strumenti di simulazione.
Il motore V6 non è nella tradizione costruttiva della Ferrari e l'omaggio contenuto nel nome della F138 all' 8 cilindri è dovuto al fatto che lo usiamo per l'ultimo anno. Io continuo a sostenere, per motivi economici e di musicalità e potenza, che sarebbe meglio mantenere l'8 cilindri.
Si è deciso di fare il V6, se l'anno prossimo si faranno modifiche che sono nell'interesse della Formula 1 allora sarò contento di vedere all'opera anche questo motore, del resto sono certo che la Ferrari è in grado di costruire il V6 più forte al mondo».

L'augurio veramente sincero, dopo una stagione che ha visto FERNANDO ALONSO lottare fino all'ultimo Gran Premio, è quello non solamente di poter rivedere anche quest'anno la ROSSA in lotta fino alla fine per il titolo iridato, ma sopratutto che possa tornare a far sognare tutti i suoi tifosi sparsi per il mondo. 

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold