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venerdì 26 settembre 2014

SPUNTI DI SPORT- LA QUESTIONE ALONSO-FERRARI.


PUNTATA SCRITTA PER IL SITO DEL GUERIN SPORTIVO.

Un rapporto sempre più sfilacciato. Con il passare dei giorni il rapporto tra il pilota asturiano, FERNANDO ALONSO, e la FERRARI a leggere quanto esce sui principali media sembra essere sempre più arrivato verso i titoli di coda. Già in passato, non erano mancati dei momenti poco felici tra il pilota asturiano e la Rossa di Maranello, ma mai era stato raggiunto il livello raggiunto nei giorni scorsi.

I primi dissapori tra Fernando e la Rossa risalgono al GP dell'India del 2012, quando in quell'occasione piuttosto comprensibilmente il pilota asturiano si lamentò con il dt Pat Fry per la mancanza di sviluppi aereodinamici per il finale di campionato. In quell'occasione a riportare la calma fu l'allora Team Principal Stefano Domenicali.
Non c'è dubbio, però, che uno dei punti più bassi nel rapporto con la Rossa fu infatti nel mese di Agosto dello scorso annodurante il GP d'Ungheria a Budapest, poco prima della pausa estiva. Se è vero che a inizio della scorsa stagione la F 138 aveva dimostrato di essere una monoposto piuttosto competitiva purtroppo andando verso l'estate i tecnici del Cavallino avevano dimostrato una certa difficoltà nel portare in pista gli aggiornamenti atti a poter potenziare la monoposto come anche a sfruttare le nuove mescole Pirelli più dure con il ritorno alla struttura in kevlar, introdotta per motivi di sicurezza dopo l'esplosione di ben 5 gomme in gara durante il GP di Gran Bretagna a Silverstone.
In occasione del GP d'Ungheria, infatti, si era svolto un incontro segreto tra il Team manager Red Bull, chris Horner, e il manager di Luis Garcia Abad, a cui poi erano seguite le seguenti dichiarazioni rilasciate dal pilota asturiano “Cosa vorrei per regalo di compleanno? Una di quelle macchine che ci stanno davanti”riferendosi ovviamente alla Red Bull allora capolista del mondiale.Dichiarazioni alle quale aggiunse le seguenti a fine gara «È da quattro anni che abbiamo una macchina più lenta tra mezzo secondo e un secondo dal leader e abbiamo lottato sempre fino alla fine per il campionato del mondo».

A quelle dichiarazioni così critiche rilasciate dal pilota asturiano rispose il giorno successivo il Presidente Montezemolo "A tutti i grandi campioni che hanno guidato per la Ferrari è sempre stato chiesto di anteporre gli interessi della squadra a quelli personali. Questo è il momento di rimanere calmi, evitare polemiche e dare con umiltà e determinazione il proprio contributo, stando vicino, in pista e fuori, alla squadra e ai suoi uomini”».

Incomprensioni che poi alla fine vennero comunque superate, compresa quella sulla scelta dela seconda guida di questa stagione, con Alonso che avrebbe preferito una riconferma di Felipe Massa in rosso, e con la Ferrari che invece puntò sul ritorno di Raikkonen con lo scopo di stimolare maggiormente il pilota di Oviedo. Sfida nettamente vinta da quest'ultimo, con il pilota finlandese che, eccetto la gara del Belgio, ha sempre avuto sopratutto all'inizio grandissime difficoltà ad adattarsi alla monoposto.

Incomprensioni, però, riacutizzate negli ultimi tempi, nel corso di una stagione piuttosto complessa per la Rossa, con l'allontanamento di Stefano Domenicali alla vigilia del GP della Cina, le dimissioni del Presidente Montezemolo, e la scomparsa del Presidente della banca di Santander, Emilio Botin. Tutte persone che con Alonso erano riuscite a instaurare un rapporto davvero molto speciale.
Già sempre in occasione del Gp dell'Ungheria, Alonso non si era sbottonato sull'ipotesi di rimanere per più tempo in Ferrari, con il contratto in scadenza tra due anni, nel 2016, dichiarando che per ora sarebbe rimasto. Dichiarazioni confermate al termine del GP di Singapore, dall'attuale Team Principal, Marco Mattiacci. "Alonso resta nel 2015? Al momento sì, ma stiamo discutendo come definire i nostri rapporti. Bisogna avere il coraggio di cambiare, io sono chiamato a dare discontinuità e questo può non piacere a tutti".
Come dicevamo, queste dichiarazioni di Mattiacci hanno dato il via a tutta una serie di notizie che vorrebbero il pilota Ferrari fuori da Maranello già la prossima stagione a favore della nuova McLaren-Honda, e con il quattro volte campione del mondo, Sebastian Vettel in arrivo alla Rossa.
Scenario smentito in queste ore proprio dal pilota tedesco, il quale ha dichiarato a Bild che ha ancora un anno di contratto con Red Bull e che avrebbe continuato a guidare la vettura austriaca.
Ricordiamo che Alonso ha un contratto con la Rossa fino al 2016. Il pilota asturiano avrebbe rinnovato volentieri con la Rossa fino al 2019 ma chiedendo un adeguato adeguamento economico tenuto conto che almeno per il momento la Rossa vivrà almeno 1-2 stagioni di transizione prima di poter tornare a puntare al Mondiale oltre ovviamente a delle adeguate garanzie tecniche. Ipotesi che la Rossa non sarebbe intenzionata a considerare, almeno sul fronte economico.

Nella giornata poi di mercoledì Marca è intervenuto per fare il punto della situazione sul fronte Alonso, e dichiarando che Alonso in Ferrari sarebbe addirittura vittima di un tradimento con alcune componenti della scuderia che vorrebbero addebitare al pilota asturiano la decisione relativa al suo abbandono.
Leggiamo infati su Marca quanto segue "In Italia continuano a filtrare informazioni, provenienti dall'interno della Ferrari, che innervosiscono molto Alonso. C'è chi vuole liberarsi dell'asturiano perché evidenzia ogni weekend che la scuderia è attualmente incapace di offrirgli una monoposto competitiva. E quelli vogliono tre anni tranquilli. Assurdo. Sarebbe in atto una campagna per attribuire al pilota le colpe per un'eventuale rottura del rapporto. Fernando può andarsene quando vuole, anche domani, senza incappare in una penale insostenibile. Non deve far altro che dirlo e finora non lo ha detto, ma anche la Ferrari può congedare in anticipo il pilota con una 'liquidazione'". Sempre secondo Marca apprendiamo che "Alonso ha un'offerta McLaren e ha ricevuto la chiamata diretta della Mercedes: l'ipotesi di uno scambio con Lewis Hamilton non è una strada chiusa".

Questi all'incirca i principali fatti che abbimo avuto modo di leggere o sui principali giornali sportivi o su Internet. A questo punto, proviamo a riflettere un attimo, a commentare queste notizie.

Non c'è dubbio che la vicenda ruoti attorno a tre protagonisti e a tre squadre: Alonso e la Ferrari; Vettel e la Red Bull, Hamilton e la Mercedes, e poi la Mc Laren-Honda come quarto incomodo.
Magari mi sbaglierò, e realmente la Mc Laren-Honda vuole ingaggiare Alonso e stia realmente aspettando Suzuka dove il Circus della Formula 1 sbarcherà la prossima settimana per annunciare l'ingaggio di un campione del mondo nelle sue fila in attesa di questo storico rientro che avverrà il prossimo anno, ma non mi stupirei se almeno per il momento tutta questa storia si risolvesse anche in una semplice bolla di sapone.
Proviamo a ragionare con più attenzione.
Dunque, la Ferrari guidata dal neo Presidente Sergio Marchionne e da Marco Mattiacci sarebbe intenzionata secondo quanto si legge a fare a meno del suo pilota rappresentativo,,del pilota che, inutile starlo a dire, in questi anni ha letteralmente tenuto in piedi la scuderia di Maranello totalizzando dal primo GP disputato con la Rossa in Bahrain nel 2010 a oggi ben 1162 punti contro i 541 del duo Massa/Raikkonen. Quanto può essere credibile almeno per il momento uno scenario di questo tipo che finirebbe per indebolire la Rossa? Certo, la pazienza di Alonso è arrivata al limite, questo è vero, com'è giusto che sia: a parte il 2010 e il 2012 con una monoposto sviluppata solo per una parte della stagione, nelle altre stagioni il pilota purtroppo non ha potuto lottare realmente per il titolo mondiale. Come è anche vero che ormai il pilota asturiano ha 33 anni, per cui come è giustamente comprensibile, dopo aver aspettato 5 anni con la Rossa in attesa di una monoposto competitiva, ora giustamente punti a una macchina con cui possa immediatamente vincere il titolo mondiale, senza aspettare gli 1-2 anni di transizione richiesti dalla Ferrari. Cosa che la Mc Laren-Honda gli offrirebbe almeno a parole, in attesa poi di vedere a fatti reali come sia realmente la situazione. La domanda però, resta una: ha senso in questo momento cambiare scuderia?

Tanti i possibili scenari che questa domanda comporta. Alonso potrebbe anche cambiare scuderia, ma poi per andar dove? La McLaren-Honda, è vero, tra il 1988 e il 1992 scrisse la storia della Formula 1 aggiudicandosi ben 4 titoli piloti tra Ayrton Senna ed Alain Prost denotando una grandissima superiorità tecnica. Siamo però sicuri che con l'attuale forza della Mercedes al momento possa succedere la stessa cosa? Possibile, ma la sensazione che anche alla Mc Laren-Honda possa servire un anno di rodaggio prima di puntare seriamente al titolo mondiale è piuttosto forte.
L'unica opzione che potrebbe consentire ad Alonso di avere seriamente una monoposto competitiva per il prossimo anno sarebbe un passaggio in Mercedes. Vero, Rosberg ha rinnovato di recente il contratto, per cui chi rischierebbe maggiormente sarebbe Hamilton, fresco vincitore dell'ultima gara a Singapore. Un'ipotesi al momento piuttosto difficile da considerare come credibile, ma da non escludere nel caso in cui nelle ultimissime gare Hamilton e Rosberg dovessero arrivare di brutto ai ferri corti. Ipotesi impossibile visto che i due sono cresciuti insieme nei kart per cui si conoscono piuttosto bene, ma neanche da escludere poi completamente.

Altra ipotesi letta in queste ore: Alonso lascerebbe la Ferrari per fare o un anno sabbatico o per disputare un anno sabbatico con la Lotus. Per carità, vero che dal prossimo anno il team lascerà i motori Renault per passare ai Mercedes; vero che in questi giorni piuttosto curiosamente sul profilo Twitter dela squadra siano state postate delle foto riguardanti la prima vittoria di Alonso con la Renault in Formula 1, ma alla fine la Lotus avrebbe i soldi per acquistare anche se per una stagione il piota asturiano, viste le già presenti difficoltà finanziare?

E poi: se anche Alonso lasciasse la Ferrari, la Rossa con chi sostituirebbe il pilota asturiano, in attesa sempre di capire se la prossima stagione saranno 2 o 3 i piloti che i top team potranno schierare viste le difficoltà economiche di diverse scuderie? Il primo candidato potrebbe essere Sebastian Vettel, il quale però ha un contratto con la Red Bull in scadenza a fine 2015. Sebastian, il quale ha sempre avuto voglia un giorno di poter guidare una Ferrari, in questi giorni ha più volte dichiarato che anche la prossima stagione avrebbe guidato la vettura della scuderia di Milton Keynes. La Ferrari pagherebbe la clausola di rescissione del contratto del 4 volte campione del mondo oppure ingaggerebbe un pilota di transizione (Hulkenberg?) da affiancare al già riconfermato Raikkonen per la prossima stagione con un possibile Bianchi alla guida della terza eventuale macchina, con questa seconda prospettiva che sicuramente andrebbe a peggiorare la prossima stagione gli attuali risultati della Rossa?

Come avrete già capito, sono tante le domande e i quesiti intorno al mercato piloti della Formula 1 ai quali al momento è difficile dare una risposta. Come nel gioco delle scatole cinesi, si sta aspettando che un elemento si possa tranquillamente risistemare per poi risistemare di conseguenza tutti gli altri pezzi che andrebbero inevitabilmente a mutare e non poco l'equilibrio della futura Formula 1 o almeno di una parte di essa.
Da non escludere, infine, una ipotesi, a detta di chi scrive la più probabile: cioè che per il prossimo anno non cambi nulla, con Alonso puntualmente in Ferrari al fianco di Raikkonen, Vettel in Red Bull a battagliare con Ricciardo, Hamilton in Mercedes a lottare con Rosberg e Button al fianco di Magnussen in McLaren-Honda, per poi dalla stagione 2016 far scattare il valzer dei piloti. Ai posteri l'ardua sentenza!

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

lunedì 22 settembre 2014

SPUNTI DI SPORT-LA BATTAGLIA DI JONAS E JONATHAN.



Due grandi campioni alle prese con una dura e difficile battaglia, ma non per questo impossibile da sconfiggere. Hanno colpito molto gli appassionati di calcio, infatti, le notizie arrivate in settimana relative all'esterno del Newcastle, il 31 enne JONAS GUTIERREZ, e all'esterno del Parma, JONATHAN BIABIANY; il primo fermo da Aprile, e il secondo fermo da inizio Settembre, dopo esser stato coinvolto nell'ultima giornata della sessione estiva di CALCIOMERCATO in una trattativa con il MILAN, che avrebbe portato il giocatore di origini francesi a vestire la maglia rossonera e CHRISTIAN ZACCARDO a vestire la maglia gialloblù.

LA DURA BATTAGLIA DI JONAS.


Un duro scontro di gioco, e al contempo forte dolore. Così, purtroppo, è iniziata lo scorso Ottobre la terribile odissea di Jonas Gutierrez (31enne esterno del Newcastle con un passato nella nazionale argentina con 22 presenze e 1 goal segnato l'11 Febbraio 2009 contro la Francia, squadra contro cui Jonas aveva fatto il suo esordio in Nazionale nel Febbraio di due anni prima) raccontata nei giorni scorsi dallo stesso giocatore a una televisione argentina.
Nella fattispecie, i primi problemi emergono in occasione di una partita contro l'Arsenal. In seguito a uno scontro di gioco, il giocatore, comincia infatti ad avvertire molto dolore, da lì la decisione di sottoporsi a un'ecografia, la quale purtroppo svela la presenza di un tumore testicolare.
"Mi hanno diagnosticato un tumore a un testicolo. Quando me lo hanno detto sono tornato a casa piangendo. Questa è la partita più difficile che devo giocare". Jonas non si perde d'animo, accetta di farsi curare, e si fa operare d'urgenza, facendosi asportare un testicolo. Sembra tutto risolto, le condizioni di salute migliorano progressivamente, Jonas può tornare a giocare, e in accordo con il Newcastle viene mandato a Gennaio in prestito al Norwich. Sembra tutto, insomma, finito. Purtroppo non sarà così.

Nello stesso mese di Gennaio ecco un forte dolore ai reni. Anche in questo caso Jonas si sottopone ai controlli, i quali purtroppo certificano la ricomparsa della malattia. Jonas prova comunque a giocare, ma alla fine resteranno solo 4 le presenze di Jonas con la maglia del Norwich di cui l'ultima lo scorso 5 Aprile, prima di ritornare a fine stagione al Newcastle.
Da qui la decisione di tornare a casa in Argentina per farsi curare. "Sono venuto qui in Argentina a curarmi assumendomi i costi, nonostante io abbia un contratto con il Newcastle. Ma i soldi non sono importanti. Ciò che conta è la salute e io dovevo cominciare la chemioterapia. Ho rimosso il testicolo sinistro. L'ho detto ai miei amici Heinze, Demichelis, Lavezzi e Coloccini, mi sono stati molto vicini.
È stata dura vedere i miei capelli che cadevano. Non volevo tagliarli. Lottare contro un cancro rende insignificanti tutti gli altri problemi. Ho deciso di raccontare la mia storia perché forse aiuterà altre persone che vivono la mia stessa situazione".

L'ARITMIA DI JONATHAN.


Un'altra dura battaglia, indubbiamente diversa da quella di Jonas, ma altrettanto importante, è quella che sta affrontando da inizio Settembre l'esterno francese del Parma, JONATHAN BIABIANY.
Una battaglia emersa improvvisamente, di botto: lo scorso 10 Luglio Jonathan aveva tranquillamente superato la visità d'idoneità sportiva, per cui si era sottoposto alla preparazione estiva agli ordini di mister Donadoni, e aveva poi disputato la prima giornata di campionato giocando al Manuzzi contro il Cesena Domenica 31 Agosto.
Il giorno successivo, Lunedì 1° Settembre, peraltro ultimo giorno di calciomercato, tra le varie trattative si parla con sempre più insistenza di un possibile scambio tra Parma e Milan con Biabiany che avrebbe indossato la maglia rssonera, econ Cristian Zaccardo che avebbe indossato la maglia gialloblù. Trattativa poi saltata per via del rifiuto di Zaccardo di indossare la maglia della formazione ducale (motivo che poi ha spinto il Milan e Inzaghi a puntare sulla soluzione Bonaventura), ma anche per un altro motivo emerso durante la visita medica di Biabiany.
Motivo svelato dall'ad del Parma, Piero Leonardi, nel corso della presentazione del centrocampista McDonald Mariga, alla sua terza esperienza in gialloblù dover già indossato la maglia ducale sia dal 2007 al 2010, e poi nel 2012, quando, arrivato a Gennaio, chiuderà in anticipo la stagione l'11 Aprile contro il Novara a causa della rottura del legamento crociato anteriore destro.
Durante la visita d’idoneità effettuata a Milano è comparsa un’aritmia mai registrata. A quel punto, quando Jonathan è rientrato a Parma, è stato sottoposto a ulteriori accertamenti. Sulla base di questi e, sentiti anche consulenti esterni a cui la società si è rivolta, è stato deciso di sospendere l'attività agonistica per un periodo di tempo limitato.
Durante questa pausa il calciatore sarà monitorato e sottoposto a ulteriori accertamenti per verificare il momento dell'eventuale ripresa dell'attività agonistica. Questo problema è stato comunicato dal Milan dopo la trattativa di mercato saltata. Ma non ha nulla a che vedere con essa. Jonanthan a dire il vero potrebbe ugualmente giocare, ma fino a quando non avremo certezze non verrà utilizzato pur avendo l'idoneità in corso.  Questi non sono temi da scoop giornalistico, purtroppo invece qualcuno l'ha fatto. E' brutto mettere un'etichetta a un ragazzo. Mi auguro fortemente che sia un problema minimo. Noi non abbiamo mai abbandonato nessuno".

L'augurio veramente sincero che ci sentiamo di fare davvero di tutto cuore è che sia Jonas, sia Jonathan possano vincere la loro battaglia e possano così superare il loro dificile momento.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

venerdì 19 settembre 2014

SPUNTI DI SPORT-DONNE AL BIVIO.


PUNTATA SCRITTA PER IL SITO DEL GUERIN SPORTIVO 
 
Due grandi campionesse che hanno scritto la storia dello sport italiano, alle prese con un momento piuttosto delicato dela propria carriera: stiamo parlando di CAROLINA KOSTNER e di FEDERICA PELLEGRINI. Carolina quest'oggi, intorno alle 10:30, si dovrebbe recare presso l'Ufficio di Procura Antidoping per rispondere dell'accusa di copertura e complicità nei confronti dell'ex fidanzato, il marciatore azzurro Alex Schwazer; Federica, invece, dopo un buon biennio, lascia nuovamente il tecnico francese PHILIPPE LUCAS per affidarsi alla guida di MATTEO GIUNTA in un biennio estramente importante per la nuotatrice veneta.

IL CASO KOSTNER.


Estremamente delicata, come dicevamo, la posizione relativa alla campionessa di pattinaggio artistico femmnile, CAROLINA KOSTNER. La 27 enne gardenese è infatti accusata di aver violato l'articolo del codice Wada, che sanziona chi "fornisce assistenza, incoraggiamento e aiuto, istiga, dissimula o assicura ogni altro tipo di complicità in riferimento a una qualsiasi violazione o tentata violazione delle norme sportive antidoping”.

In un primo tempo l'ex fidanzato, il marciatore olimpionico azzurro ALEX SCHWAZER, aveva sempre dichiarato che l'allora sua fidanzata, CARLINA KOSTNER, non sapeva nulla del fatto che lui si stesse dopando, quali sostanze fossero presenti nelle fiale presenti in frigorifero, circostanza emersa solamente pochissimi giorni prima della partecipazione del marciatore alle Olimpiadi di Londra di due anni fa.
Negli ultimi tempi, però, questa versione dei fatti sembrerebbe essere parzialmente cambiata. Recentemente, infatti, il marciatore azzurro avrebbe così dichiarato agli inquirenti "Quando la Wada è venuta a Oberstdorf (casa di proprietà di Carolina, che Schwazer aveva indicato alla Wada stessa come sede per effettuare i controlli antidoping), Carolina ha detto che ero andato a Racine, ma ero in casa".
Altro elemento per cui gli inquirenti hanno chiesto di poter parlare con la Kostner è legato anche ad alcune visite a Oberstdorf in casa della campionessa e nel camper personale del Dr. Michele Ferrari, inibito dal Coni quasi due anni fa per una questione di doping in ambito ciclistico. La campionessa ammise una volta di aver incontrato il Dr. Ferrari, ma al contempo di essere rimasta fuori dal camper del dottore.
Queste le dichiarazioni che la campionessa gardenese rilasciò alla Procura di Bolzano, pubblicate nei giorni scorsi dal Corriere della Sera.

Lui aveva un macchinario di colore bianco, elettrico, dal quale partiva un tubo flessibile collegato a una maschera facciale che metteva sul viso per l’intera durata della notte e io ero costretta a mettermi i tappi alle orecchie dal rumore. Quando veniva a trovarmi in Germania portava la tenda per sostituire il soggiorno in altura .Per tenda intendo quel macchinario elettrico. La prima volta che la vidi fu nel 2012, anche se sapevo che lui la possedeva da prima.
Io mi assentavo da casa per lunghe ore. Ma che io sappia Alex ha preso farmaci solo per curare la depressione, dopo lo scandalo. Prima era una persona sana, usava unicamente vitamine e sali minerali”.
In merito alla frequentazione con il Dr. Ferrari, così ha dichiarato nei giorni scorsi la campionessa gardenese “Io l’ho incontrato una sola volta in un parcheggio autostradale di Verona. Era il 2010, siamo saliti sul suo camper e loro si sono messi a parlare ma non ho visto strumentazione medica... Un’altra volta che mi sentivo stanca Alex, senza dirmi nulla, sottopose il mio esame del sangue alla sua valutazione... Penso che anche i genitori di Alex conoscessero Ferrari perché suo padre l’aveva accompagnato a Sankt Moritz”.

Per questi motivi, dunque la campionessa gardenese è stata convocata quest'oggi a Roma per capire un attimo meglio la situazione: nel caso in cui venisse confermata quest'ultima versione rilasciata da Schwazer, la Kostner rischierebbe un'inibizione di circa 3 anni e mezzo e la impossibilità di poter partecipare agli show sul ghiaccio organizzati con l'elgida federale, oltre ovviamente alla revoca dei titoli vinti sia lo scorso che quest'anno. Inibizione e non squalifica, in quanto, come dichiarato in occasione dei mondiali di Saitama in Giappone, disputati lo scorso Marzo, la stessa pattinatrice gardenese non aveva escluso la possibilità del ritiro dall'attività agonistica.

In merito alla stessa convocazione odierna bisogna dire che in un primo tempo era prevista per oggi alle 13. Al contempo però la stessa pattinatrice aveva fatto sapere di essere intenzionata a chiedere un rinvio per quanto riguarda l'udienza odierna, essendo impegnata Carolina nelle prove dello spettacolo Opera Pop On Ice, in programma domani e domenica all'Arena di Verona. Rinvio non solo non concesso, essendo stata depositata la richiesta di rinvio solo ieri alle 13, ma che ha portato a una anticipazione della stessa udienza alle 10:30.
Al momento in cui scrivo questa puntata non sappiamo quindi se la Kostner sarà o meno presente al'udienza. In caso assai probabile di assenza, la pattinatrice gardenese verrà convocata una seconda e ultima volta alla quale dovrà tassativamente partecipare nei prossimi giorni.

In merito a questa vicenda, è intervenuta sempre nei giorni scorsi la celebre nuotatrice azzurra, Federica Pellegrini. “Mi dispiace per la sua debolezza, ma sul doping sono per la tolleranza zero, vedo che in Russia continuano i casi di positivi: è assurdo tutto questo, noi ci facciamo un sedere così... Io li metterei in carcere e butterei la chiave. Se fosse capitato a Filippo lo avrei mollato molti mesi prima".
Poco dopo, Federica ha voluto precisare tramite TWITTER quanto segue “Non ho nulla contro Carolina Kostner, e lei lo sa!! Ho solo detto cosa avrei fatto se io mi fossi trovata a scoprire che il mio fidanzato si dopava”.

Dichiarazioni ribadite nelle scorse ore anche dal presidente del Coni, Giovanni Malagò "Federica Pellegrini ha detto 'se io avessi un fidanzato che si dopasse lo lascerei'. La notizia oggi è uscita come Federica Pellegrini contro Carolina Kostner. Federica non ha nulla con Carolina, anzi ha un buon rapporto personale e si cala nel suo dramma. Ho il sospetto che la notizia più è cattiva e più si tende a metterla spesso anche accentuando il tono. Ma se tutti proviamo a fare abituare i nostri lettori e l'opinione pubblica a crescere anche nella cultura di saper leggere la notizia forse non c'è bisogno di accentuarla".

IL CAMBIO DI ALLENATORE.


Queste ultime dichiarazioni ci consentono di poter passare all'altra donna al bivio di questi giorni: proprio lei, la campionessa di Mirano, Federica Pellegrini. In questi giorni, infatti, la celebre campionessa, a due anni dalle Olimpiadi di Rio con cui quasi sicuramente concluderà la sua lunga carriera, ha lasciato per la seconda volta il tecnico francese Philippe Lucas per affidarsi alla guida tecnica di Matteo Giunta, preparatore, cugino e guida del compagno Filippo Magnini, che in questi due anni era stato praticamente il vice di Lucas, facendo eseguire a Federica i programmi di lavoro che il tecnico francese inviava on line.
La scelta di Federica si è basata sull'intenzione di non preparare più i tanto criticati 400 sl concentrandosi sugli amati 200 sl, di cui la campionessa veneta, oltre a esser stata campionessa mondiale, attualmente è primatista mondiale, nonostante nei due bienni disputati sotto la gestione tecnica di Lucas Federica avesse portato a casa degli ottimi risultati.

La decisione relativa a questo nuovo cambio tecnico era stata anticipata prima da un Tweet, diffuso martedì scorso, 16 Settembre, in cui c'era scritto “I cambi di percorso fanno parte della vita, ma le cose belle come la stima e l'affetto per una persona rimarranno per sempre. Grazie, Philippe!”, e poi da una nota ufficiale. "Ho incontrato Philippe a Narbonne, accompagnata da Matteo Giunta, e affrontato ogni aspetto tecnico. Dopo un'attenta valutazione delle scelte, abbiamo condiviso la soluzione di non proseguire insieme. Mi dispiace essere arrivata a questa conclusione, perché adoro Philippe come persona e come tecnico, ma la cosa più bella è che siamo sicuri entrambi che il nostro rapporto di amicizia non finirà con questo cambio di percorso, volto alla preparazione focalizzata prettamente sui 200 stile".
Così il tecnico francese ha risposto alla nota di Federica. "Non abbiamo incontrato alcun problema nell'arrivare a questa soluzione, perché stimo Federica come atleta e come persona. Se in futuro dovesse avere ancora bisogno di me, la mia porta sarà sempre aperta".


Dunque, come dicevamo, nei prossimi due anni che la porteranno ale Olimpiadi di Rio, sarà Matteo Giunta ad allenare la Fede nazionale. Ma, come siamo arrivati a questa decisione, e come l'ha presa lo stesso tecnico? A parlarne il diretto interessato in una intervista rilasciata un paio di giorni fa a Stefano Arcobelli della Gazzetta Dello Sport.

Con Fede è stato un avvicinamento graduale, progressivo: si è fidata dei consigli di Filippo Magnini sulla mia professionalità e i risultati hanno aiutato ad accrescerle la fiducia nei miei confronti. La fiducia è la cosa principale per un atleta, che resta al centro di tutto. Io l’ho convinta sul campo. Ora c’è sintonia. Non parto da zero, dopo due anni so come lei reagisce ad ogni situazione, la conosco come atleta e come persona. A volte si è fortunati e si assimilano allenamenti e metodologie velocemente, a volte no com’è successo con Agnel con Bowman.

Io devo dimostrare solo a me stesso quello che valgo, quanto e se posso valere è secondario rispetto alla fiducia dei ragazzi che mi hanno riposto ed intendo ripagare. Non devo dimostrare agli scettici o agli invidiosi che si sbagliano sul mio conto. E’ normale che ci siano persone che ti vogliono veder cadere: ma vuol dire che stai facendo bene.

A me interessa solo l’atleta Federica, il resto non mi dà ne fastidio nè piacere. Fede è un’atleta eccezionale, qualsiasi cosa fa e dice viene amplificato al mille per mille. Ma non ho nessun problema ad affrontare le conseguenze: sono tranquillo. E a me interessa che funzioni questo piccolo gruppo nel quale entra per lavorare duro.”

Non c'è dubbio che questo nuovo cambio di allenatore possa far nascere delle perplessità, viste le buone performance ottenute, come dicevamo, sotto la gestione Lucas, anche se, proprio il fatto di averla comunque seguita in questo secondo biennio facendo eseguire alla campionessa veneta tutt leistruzioni che arrivavano on line da Narbonne, fanno sì che Giunta possa aver imparato molto da questo biennio a stretto contatto con Lucas in primis, ma poi anche con Federica. A Federica stessa il compito di smentire le varie perplessità preparando al meglio i 200 sl in vista Olimpiadi, con l'auspicio ci possa ancora una volta regalare delle grandissime emozioni.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

domenica 14 settembre 2014

SPUNTI DI SPORT- IL RILANCIO DELL'ATLETICO.

I giocatori dell'ATL.MADRID festeggiano al SANTIAGO BERNABEU la vittoria ottenuta di misura contro il REAL.

Un derby estremamente combattuto. REAL ed ATL.MADRID in campo per il loro settimo derby quest'anno non deludono le aspettative e si lasciano andare, come prevedibile, a un derby estremamente combattuto che vede per il secondo anno consecutivo la vittoria dell'Atletico, in questo caso per 2-1.
Le due squadre non hanno iniziato proprio molto bene il campionato: il REAL dopo la vittoria in casa contro il CORDOBA, ha poi perso per 4-2 contro la REAL SOCIEDAD subendo peraltro 4 goal dopo averne prima segnati due nei primi 11 minuti di gioco con Sergio Ramos e Bale; l'ATL.MADRID, invece, dopo il pareggio a reti bianche nella prima giornata contro il RAYO VALLECANO, ha poi battuto di misura in casa il neo promosso EIBAR per 2-1.

Andiamo a scoprire insieme le formazioni ufficiali.
REAL MADRID (4-3-3): Casillas; Arbeloa, Ramos, Pepe, Coentrao; Kroos, Modric, James; Bale, Cristiano Ronaldo, Benzema.
ATLETICO MADRID (4-4-2): Moyá; Juanfran, Miranda, Godín, Siqueira; Gabi, Tiago, Koke, Raúl García; Raúl Jiménez, Mandzukic.

A dirigere l'incontro il signor MATEU LAHOZ, arbitro spagnolo fortemente apprezzato dall'ex tecnico dei blancos, JOSE MOURINHO, in quanto interpretava il gioco all'inglese.

Ricordiamo che per l'Atl.Madrid è squalificato il tecnico Diego Pablo Simeone; in panchina il vice Burgos.

Al 10° minuto del primo tempo gli uomini di Simeone passano in vantaggio: sugli sviluppi di un calcio d'angolo, Tiago di testa, liberatosi di Benzema, insacca sul primo palo, con Casillas sembrato piuttosto bloccato al momento del goal. Si conferma così la tendenza del Real a soffrire sulle palle inattive. Il Real sembra non subire la mazzata psicologica del goal subito dopo pochi minuti, con un Cristiano Ronaldo assoluto protagonista. Al 14° un tiro violento del giocatore portoghese calciato dal limite dell'area con il collo esterno del piede, finisce di pochissimo alto; un minuto dopo crossa per Rodriguez, il quale tira il pallone anche in questo caso poco sopra la traversa. Al 23° Real ancora pericoloso con una bellissima punizione di Gareth Bale, con il portiere Moya autore di una bellissima parata. Al 25° arriva il pareggio degli uomini di Ancelotti. Cristiano Ronaldo si fa abbattere in area dall'ex giocatore dell'Udinese, Siqueira:per l'arbitro Lahoz è calcio di rigore. Ronaldo dal dischetto non sbaglia. 1-1. Nel frattempo da sottolineare dei fischi nello stadio nei confronti del portiere del Real, Casillas, da parte di una frangia dei propri sostenitori.
Dopo il goal del pareggio, il Real comincia ad assumere maggiore coraggio, andando a prendere il comando delle operazioni: l'Atletico sembra aver subito il colpo del pareggio. Al 34° occasionissima Real: Gabi riesce a prendere il pallone passaggio per Ronaldo, il quale a sua volta passa la palla a Benzema, il quale però si allunga troppo il pallone, consentendo a Moya di poter recuperare il pallone. Al 40° ancora bravissimo Moya a deviare un pallone che Benzema aveva calciato nell'angolino dopo aver ricevuto il cross dal solito Ronaldo. Il primo tempo si chiude così con REAL e ATL.MADRID ferme sul punteggio di 1-1.

Nella ripresa, cambia completamente partita: se dopo il pareggio avevamo visto un REAL padrone del campo con un ATL.MADRID estemamente timoroso, nela ripresa assistiamo a una crescita dell'ATLETICO legato a un calo di ritmo del REAL. Tra il 61° e il 64° minuto, ecco i due cambi dell'ATL.MADRID che decideranno la partita: fuori capitan GABI e JIMENEZ, dentro ARDA TURAN e GRIEZMANN.
Al 73° minuto, Atletico Madrid vicinissimo al goal: Turan fa fuori Arbeloa e il suo destro secco va vicinissimo al palo con Casillas fuori causa! Il chiaro segnale che qualcosa in casa Real non funziona, un vero e proprio campanello d'allarme, che pochissimi minuti dopo diventerà qualcosa di molto veritiero.
Andiamo al 77° minuto. Cross di Juanfran, velo di Garcia per Arda Turan, pronto a insaccare sul palo opposto rispetto a dove si trovava Casillas. 2-1 Atletico.
Il Real tenta con la forza della disperazione di riagguntare nuovamente il pari, ma senza speranze. Anzi, al 90° è l'ATLETICO a sprecare il goal del 3-1: Griezmann riesce a superare Pepe, ma a tu per tu per Casillas calcia il pallone sull'esterno della rete. 

Dunque, allo stadio Santiago Bernabeu l'Atl.Madrid di Simeone batte per 2-1 il Real di Ancelotti e si rilancia in classifica andando a quota 7 punti, 2 meno del Barcellona capolista a punteggio pieno, che nel pomeriggio aveva battuto per 2-0 l'Atl.Madrid grazie a una doppietta di Neymar.  
Per il Real di Ancelotti l'ennesimo campanello d'allarme, con la squadra ferma a 3 punti e a -6 dal Barca, ma al contempo la sensazione che qualcosa dovrà essere rivisto.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

SPUNTI DI SPORT-TSUNAMI IN CASA FERRARI.

 
MONTEZEMOLO, BOTIN e MARCHIONNE alla presentazione della F 150 ITALIA di 3 anni fa.

PUNTATA SCRITTA PER IL SITO DEL GUERIN SPORTIVO

Un vero e proprio tsunami in casa Ferrari. Nessun tifoso della Rossa di Maranello si sarebbe mai immaginato una giornata così intensa per la Ferrari come quella di mercoledì scorso, 10 Settembre: da una parte le dimissioni dopo 23 anni del Presidente Luca Cordero di Montezemolo, che a partire dal prossimo 13 Ottobre lascerà all'ad della Fiat, Sergio Marchionne, il comando delle operazioni della scuderia emiliana; dall'altra la scomparsa del Presidente della Santander, Emilio Botin.

Cominciamo dalla querelle Montezemolo-Marchionne. Già nei giorni scorsi, a dire il vero, era girata la notizia di una possibile nomina dell'attuale Presidente della Rossa ai vertici della nuova compagnia aerea costituita da Alitalia ed Etihad.In occasione dell'ultima sessione di prove libere del GP d'Italia a Monza, il Presidente aveva fatto intendere che a meno di sue comunicazioni, nulla sarebbe cambiato.
Nessuno però aveva fatto i conti con l'oste, pardon con l'ad Fiat, Sergio Marchionne il quale in occasione del celeberrimo Meeting di Cernobbio aveva rilasciato una dichiarazione secondo la quale le dimissioni del Presidente Montezemolo non erano certamente all'ordine del giorno, ma che indubbiamente nessuno era indispensabile. Una dichiarazione che, come potrete facilmente capire, ha fatto il giro del mondo, ha generato un incontro tra i due protagonisti, fino al comunicato uscito mercoledì mattina con l'attuale Presidente che, assieme a una buonuscita di 27 milioni e all'impossibilità per 5 anni di potersi occupare di una squadra concorrente, si dimette e lascia l'incarico a partire dal prossimo 13 Ottobre direttamente a Sergio Marchionne, per poi partecipare insieme alla conferenza stampa sullo stile “volemose bene” con tanto di grossa pacca sulle spalle tra i due protagonisti, e l'assicurazione da parte del prossimo Presidente che la Ferrari sarebbe rimasta tassativamente Italiana.


Come se già non fosse abbastanza, alla triste notizia delle dimissioni del Presidente Montezemolo che ha portato profonde delusioni in ambito tecnico da parte dei fans, è arrivata un'altra brutta notizia in ambito Ferrari: la scomparsa nella notte tra martedì e mercoledì a causa di un infarto, del Presidente della Banca Santander, Emilio Botin.
Era stato proprio Botin, grande amico di Alonso, a determinare il passaggio della pilota asturiano a Maranello, aprendo al contempo con la Ferrari un rapporto di collaborazione piuttosto stretto, suggelato dalla sponsorizazzione del team di Maranello, tuttora in corso.

Non c'è dubbio, quindi, che i principali appuntamenti che vedranno il Presidente Marchionne a partire dal prossimo 13 Ottobre fortemente impegnato saranno caratterizzati dal ruolo della Ferrari in Formula 1 e nel suo rilancio, e al contempo la questione sponsor e piloti, con riferimento proprio ad Alonso.
Non c'è dubbio, infatti, che con le dimissioni del Presidente Montezemolo la Ferrari perda un grosso peso politico sia in ambito FIA, sia in ambito FOM con Ecclestone, il quale, non a caso ieri in seguito alle dimissioni dell'attuale presidente ha paragonato il dispiacere delle dimissioni di Montezemolo alla morte di Enzo Ferrari. Marchionne e Mattiacci saranno sicuramente dei grandi manager, ma non hanno quella esperienza in FORMULA 1 che Montezemolo aveva. Si è parlato in queste ore della possibilità che Marchionne possa richiamare Stefano Domenicali, da capire se alla fine la notizia sia attendibile o se sia solamente la classica bufala.
Dove sicuramente la Ferrari potrebbe uscire rafforzata dal cambio di presidenza è sicuramente in ambito economico: è assai scontato prevedere che in una prima fase il neo Presidente possa concedere tutti quegli investimenti necessari per riportare nel più breve tempo possibile la Rossa ai vertici della Formula 1.

Come scrivevo, altro capitolo sarà poi la doppia questione, relativa alla Santander e ad Alonso. Due argomenti apparentemente diversi, ma assolutamente concatenati l'un l'altro, in quanto fu proprio la Santander a prendersi carico una cospicua parte dell'ingaggio di Alonso, diventando inoltre anche secondo main sponsor del Cavallino dopo Philip Morris. Da capire a questo punto cosa succederà dopo la scomparsa di Botin, peraltro anche carissimo amico del pilota asturiano. La Santander resterà ancora in Formula 1 oppure i nuovi vertici cambieranno strategie d'investimento? E poi, in merito al rinnovo di Alonso, con il contratto in scadenza tra due anni, nel 2016, cosa succederà? Ai posteri l'ardua sentenza.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

domenica 7 settembre 2014

SPUNTI DI SPORT-LA FAVOLA DI MATIAS.



Una bellissima storia piena di sacrifici e di difficoltà ci ricorda quanto il pallone sia in grado, quando vuole, di regalarci delle grandissime emozioni, e al contempo di mostrarci dei grandi campioni. Il protagonista di questa storia è un giovane ragazzo uruguayano di 19 anni, Matias Dutour, grande appassionato di calcio a tal punto da incominciare fin da piccolo a giocare a pallone.
Fin qui non ci sarebbe nulla di strano. Quanti giovani ragazzi, appassionati di calcio, non sognano di diventare dei grandi campioni, cominciando a giocare nelle squadre giovanili della propria città? Nel caso di Matias, la situazione è un po' più delicata, in quanto purtroppo fin dalla nascita questo ragazzo vive senza un avambraccio. Per la precisione, l'avambraccio sinistro. Eppure, nonostante questo, Matias non si perde d'animo. Il suo sogno è quello di diventare calciatore professionista, e, nonostante tutto, con grandissimo spirito di sacrificio e forza di volontà, riesce piano piano a realizzare il suo sogno.

Dopo due anni nelle giovanili del Nacional, in seguito non solo ai numerosi infortuni che hanno minato la squadra ma anche alle ottime performance mostrate nella squadra giovanile, Matias viene convocato in prima squadra dal tecnico Alvaro Gutierrez. Bellissime le parole spese nei confronti di questo giovane ragazzo sia da parte del tecnico della squadra giovanile, Ricky Rodriguez “Matias è un esempio per tutti. Ed è anche un ottimo giocatore”, sia da parte dello stesso tecnico della prima squadra del Nacional “Matias avrà l’opportunità di mettersi in mostra, così come ha fatto nelle giovanili. D’altra parte se l’ho chiamato è perché se l’è meritato”.

Una storia, quella di Matias, che sta emozionando molto il Paese, così come era accaduto lo scorso anno quando lo stesso giocatore aveva raccontato davanti alle telecamere di Telethon Uruguay la sua storia.  
“Uso la protesi sin da bambino, mi permette di fare tutto e sentirmi come gli altri. All’inizio la usavo sempre, anche quando giocavo, perché non accettavo di essere diverso. Quando iniziai a giocare nel Rocha mi vergognavo di mostrarmi a maniche corte davanti ai miei compagni. Beh, un giorno la protesi mi cadde mentre correvo e decisi di giocare senza. La scagliai via per la rabbia e, da quel momento, mi resi conto che potevo tranquillamente mostrarmi alla gente senza sentirmi diverso. Da allora gioco sempre senza protesi.Bisogna saper convivere con il destino che la vita ci riserva, accettarlo e cercare sempre di fare tutto il possibile per superare gli ostacoli.”

Matias, dunque, potrebbe debuttare tra pochissime ore in campo contro la squadra uruguayana del River Plate. Nel caso così fosse, non sarebbe la prima volta che un giocatore uruguyano giochi senza avambraccio. Pensiamo ad esempio a un grande campione quale Hector Castro, il quale nonostante la perdita dell'avambraccio destro a 13 anni a causa di un incidente con la sega elettrica, riuscì a giocare comunque ad altissimi livelli laureandosi campione olimpico nel 1928, e vincendo due anni dopo la prima, storica edizione dei mondiali battendo in finale l'Argentina per 4-2, e dove Castro segna proprio il quarto e ultimo goal della formazione guidata da Horacio Alberto Suppici.

Ma non solo. Per Matias, giocare qualche minuto di partita equivarrebbe all'esaudire un altro grande sogno: giocare qualche minuto al fianco del suo idolo, vecchia conoscenza del nostro calcio: ALVARO RECOBA. “Per me è un mito, mi sono sempre ispirato a lui”, afferma il giovane centrocampista del Nacional.

L'augurio veramente sincero di chi scrive, è che Matias possa finalmente realizzare il suo sogno andando in campo. Una cosa, comunque è certa: a prescindere da quanto accadrà in campo, Matias ha già vinto la sua battaglia, regalando a tutti noi una bellissima lezione di sport, ma sopratutto di vita.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

SPUNTI DI SPORT-FORZA, PEPITO!


Un vero e proprio annus horribilis. Non c'è altro modo per definire il 2014 dell'attaccante della Fiorentina, Giuseppe Rossi. Dopo l'infortunio occorso a inizio anno nel derby contro il Livorno ad opera di Rinaudo, e da cui l'attaccante italoamericano era faticosamente uscito riprendendo a giocare al termine della stagione, ecco un nuovo stop, proprio nel momento in cui, dopo l'esclusione Mondiale da parte dell'ex ct azzurro, Cesare Prandelli, Pepito voleva intraprendere una stagione all'insegna della rivincità, del riscatto. Proviamo a ricostruire cosa è successo in queste quasi tre settimane.

Tutto purtroppo prende il via durante l'allenamento dello scorso 14 Agosto. Giuseppe Rossi lascia l'allenamento con una smorfia di dolore. La Fiorentina conferma il giocatore nella lista dei giocatori convocati per l'amichevole che due giorni dopo i viola avrebbero dovuto disputare a Varsavia contro i campioni d'Europa del Real Madrid. Venerdì 15 Agosto, però, la musica cambia.
In un comunicato diffuso dalla società viola alle 10.28 , emerge che il giocatore non prenderà parte alla gara amichevole, in quanto Pepito Rossi “nel corso dell’allenamento di ieri, ha riportato una contrattura muscolare ai flessori della coscia. Per tale motivo l’atleta non sarà convocato per la gara a Varsavia, in attesa di meglio quantificare l’entità dell’infortunio con gli accertamenti diagnostici del caso.

Passiamo al 18 Agosto. Nuovo comunicato viola dal quale emerge che Rossi si è sottoposto ad accertamenti diagnostici che hanno escluso lesioni muscolari a carico dei flessori della coscia. Dal controllo tuttavia sono emersi segni di sovraccarico a livello del ginocchio destro. L’atleta sarà sottoposto ad un periodo di riposo e cure del caso per almeno 7 giorni, al termine dei quali sarà sottoposto ad ulteriore controllo.

Passiamo al 25 Agosto. Nuovi controlli medici, con il bollettino medico che conferma il sovraccarico al ginocchio destro. Dopo delle cure di matrice fisioterapiche, sarà possibile fare una valutazione più specifica.

Veniamo, infine, al bollettino medico diffuso nella giornata di lunedì scorso, 1° Settembre che recita quanto segue“Giuseppe Rossi è stato visitato dal Dr. Andrew Williams a Londra. Dal consulto è emersa la necessità di intervento di artroscopia diagnostica al fine di risolvere gli attuali problemi di sovraccarico al ginocchio destro.
L'intervento sarà eseguito nel corso di questa settimana, a seguito di un ulteriore consulenza richiesta dallo stesso atleta con il Dr. Steven Singleton, assistente del Prof. Richard Steadman in Veil (Colorado)”.
Arriviamo così alla giornata di Venerdì 5 Settembre dove la società viola diffonde il presente comunicato.
ACF Fiorentina comunica che l’atleta Giuseppe Rossi e’ stato sottoposto in data odierna a intervento di artroscopia al ginocchio destro dal dr. S. Singleton presso la clinica di Vail (Colorado). L’esame ha evidenziato una buona stabilità del neolegamento crociato già precedentemente operato. E’ stato inoltre possibile riparare con sutura la recente lesione del menisco mediale. L’atleta sarà monitorato in Vail in questa settimana . Al termine inizierà le attività di fisioterapia in New York che proseguiranno a Firenze, secondo protocollo. La ripresa dell’attività sportiva sarà dettata dallo specialista, che stima intorno ai 4 -5 mesi”.

Tutto normale, sembrerebbe in apparenza, eppure qualcosa di strano c'è. Se andiamo a rileggere i primi bollettini, si parlava prima di contrattura, poi di sovraccarico, fino a che due giorni fa si è parlato di lesione al menisco mediale del ginocchio destro. Perchè non comunicare prima il reale esito anziché prima parlare di contrattura e poi solo a intervento operato di una lesione del menisco mediale? Una cosa che, francamente, facciamo fatica a comprendere.

Indipendentemente da ciò, l'augurio veramente più sincero, l'augurio più importante è che Pepito possa superare questo nuovo difficilissimo momento culminato con questa quarta operazione al ginocchio destro, e possa tornare nelle condizioni migliori possibili a disposizione sia della Fiorentina e del suo tecnico, Vincenzo Montella, sia della Nazionale guidata da Antonio Conte, consapevoli però del fatto che il giocatore avrà comunque bisogno di essere gestito e dosato nel modo migliore possibile al fine di poter continuare a sognare con quei numeri che Pepito ci ha regalato in tutti questi anni sia in Nazionale, sia con le maglie dei club con cui ci ha fatto sognare (con particolare riferimento al Parma, al Villarreal e alla Fiorentina).

Forza Pepito, sei tutti noi!

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold