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domenica 7 settembre 2014

SPUNTI DI SPORT-LA FAVOLA DI MATIAS.



Una bellissima storia piena di sacrifici e di difficoltà ci ricorda quanto il pallone sia in grado, quando vuole, di regalarci delle grandissime emozioni, e al contempo di mostrarci dei grandi campioni. Il protagonista di questa storia è un giovane ragazzo uruguayano di 19 anni, Matias Dutour, grande appassionato di calcio a tal punto da incominciare fin da piccolo a giocare a pallone.
Fin qui non ci sarebbe nulla di strano. Quanti giovani ragazzi, appassionati di calcio, non sognano di diventare dei grandi campioni, cominciando a giocare nelle squadre giovanili della propria città? Nel caso di Matias, la situazione è un po' più delicata, in quanto purtroppo fin dalla nascita questo ragazzo vive senza un avambraccio. Per la precisione, l'avambraccio sinistro. Eppure, nonostante questo, Matias non si perde d'animo. Il suo sogno è quello di diventare calciatore professionista, e, nonostante tutto, con grandissimo spirito di sacrificio e forza di volontà, riesce piano piano a realizzare il suo sogno.

Dopo due anni nelle giovanili del Nacional, in seguito non solo ai numerosi infortuni che hanno minato la squadra ma anche alle ottime performance mostrate nella squadra giovanile, Matias viene convocato in prima squadra dal tecnico Alvaro Gutierrez. Bellissime le parole spese nei confronti di questo giovane ragazzo sia da parte del tecnico della squadra giovanile, Ricky Rodriguez “Matias è un esempio per tutti. Ed è anche un ottimo giocatore”, sia da parte dello stesso tecnico della prima squadra del Nacional “Matias avrà l’opportunità di mettersi in mostra, così come ha fatto nelle giovanili. D’altra parte se l’ho chiamato è perché se l’è meritato”.

Una storia, quella di Matias, che sta emozionando molto il Paese, così come era accaduto lo scorso anno quando lo stesso giocatore aveva raccontato davanti alle telecamere di Telethon Uruguay la sua storia.  
“Uso la protesi sin da bambino, mi permette di fare tutto e sentirmi come gli altri. All’inizio la usavo sempre, anche quando giocavo, perché non accettavo di essere diverso. Quando iniziai a giocare nel Rocha mi vergognavo di mostrarmi a maniche corte davanti ai miei compagni. Beh, un giorno la protesi mi cadde mentre correvo e decisi di giocare senza. La scagliai via per la rabbia e, da quel momento, mi resi conto che potevo tranquillamente mostrarmi alla gente senza sentirmi diverso. Da allora gioco sempre senza protesi.Bisogna saper convivere con il destino che la vita ci riserva, accettarlo e cercare sempre di fare tutto il possibile per superare gli ostacoli.”

Matias, dunque, potrebbe debuttare tra pochissime ore in campo contro la squadra uruguayana del River Plate. Nel caso così fosse, non sarebbe la prima volta che un giocatore uruguyano giochi senza avambraccio. Pensiamo ad esempio a un grande campione quale Hector Castro, il quale nonostante la perdita dell'avambraccio destro a 13 anni a causa di un incidente con la sega elettrica, riuscì a giocare comunque ad altissimi livelli laureandosi campione olimpico nel 1928, e vincendo due anni dopo la prima, storica edizione dei mondiali battendo in finale l'Argentina per 4-2, e dove Castro segna proprio il quarto e ultimo goal della formazione guidata da Horacio Alberto Suppici.

Ma non solo. Per Matias, giocare qualche minuto di partita equivarrebbe all'esaudire un altro grande sogno: giocare qualche minuto al fianco del suo idolo, vecchia conoscenza del nostro calcio: ALVARO RECOBA. “Per me è un mito, mi sono sempre ispirato a lui”, afferma il giovane centrocampista del Nacional.

L'augurio veramente sincero di chi scrive, è che Matias possa finalmente realizzare il suo sogno andando in campo. Una cosa, comunque è certa: a prescindere da quanto accadrà in campo, Matias ha già vinto la sua battaglia, regalando a tutti noi una bellissima lezione di sport, ma sopratutto di vita.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

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