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venerdì 29 giugno 2012

SPUNTI DI SPORT-GLI OCCHI DI UN BAMBINO.


Cari amici,
si dice sempre che gli occhi dei bambini siano in grado di vedere o trasmettere quelle cose che magari noi adulti non diciamo loro, per protezione, o per affetto nei loro confronti. Basta uno sguardo, vedere un volto, una espressione, e loro riescono subito a capire, anche senza parlare, quale espressione o stato d’animo possa esserci in quella data situazione. E magari usano anche un disegno per esprimere una sensazione, un dato di fatto, che magari nessuno ha detto loro, ma che essi, attraverso un momento, o un’immagine hanno intuito.

Prendiamo il disegno sopra raffigurato. Raffigura una casa e sopra di essa, due angeli:una donna, e un angioletto più piccolo. Quanta tristezza c’è dietro questo disegno… La tristezza che deve aver suscitato anche nel Presidente della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO, che si dice si sia commosso nel vedere questo disegno, un disegno che purtroppo, nella sua crudezza, descrive quanto vissuto dal piccolo LEONARDO.

LEONARDO stava in casa quella maledetta sera del 29 Giugno 2009, quando purtroppo una esplosione di una cisterna di GPL ha portato purtroppo in via Ponchielli, e in via Porta Pietrasanta, lo scenario di una tragica rappresentazione,ha portato via quasi tutta la sua famiglia, perdendo sua madre, e il fratellino più piccolo. Ha rischiato di perdere anche suo padre il piccolo Leonardo, ma per fortuna suo padre ora sta meglio, e ha potuto ricominciare a occuparsi di lui.

Sono passati ormai tre anni, cari amici, da quella maledetta notte del 29 Giugno 2009, quando il treno merci 50325, proveniente da TRECATE, e diretto a GRICIGNANO, contenente quattordici cisterne di gas GPL, deragliò nella stazione di VIAREGGIO, portando con se morte (32 vittime) e distruzione.
Tre anni in cui la città ha provato faticosamente a risollevarsi da quella immane tragedia, ma la ferita resta ancora impressa dentro ognuno di noi.

Un 29 Giugno, che purtroppo già in passato aveva portato profonda tristezza nel cuore dei viareggini (come non dimenticare il 29 Giugno 1960, quando un immenso incendio distrusse i vecchi hangar, tra via Machiavelli, e via Cairoli, nella prossimità della stazione ferroviaria). Allora, però, fortunatamente la città si seppe rialzare, e il Carnevale ritornò nel 1961 più bello di pria, un conto è dover convivere con il dolore della perdita di una persona cara.
Eppure, sembrava una sera come tante altre…
Non dimenticherò mai quello stridio di freni del treno merci, così forte come non avevi mai sentito in passato. Quante volte avevi sentito frenare un treno merci, ma mai con quella intensità, a tal punto che non si riusciva neanche a sentire cosa dicesse la televisione. Poi il silenzio. Poco dopo, vedi muoversi leggermente le carrozze del merci e poi una nuova frenata. Non puoi immaginarti che in realtà una tragedia c’è già stata, con il merci che ha già deragliato, e quel muoversi leggero del merci, non è un ripartire del treno, ma è uno staccare disperatamente la motrice dalle cisterne da parte dei ferrovieri che viaggiavano su essa. Ormai una cisterna delle 4 deragliate è già collassata a terra, e andando a terra, ha beccato in pieno un picchetto, che l’ha completamente trinciata, con il GPL, che esce senza pietà sul terreno, e si propaga nei dintorni. Nessuno può immaginare che in quell’attimo in silenzio, in realtà i due ferrovieri stiano correndo disperatamente verso il muro della stazione, e, scavalcandolo, si fossero diretti disperatamente verso il primo edificio abitato, la CROCE VERDE, chiedendo aiuto, segnalando che una cisterna sta perdendo GPL, e che rischia di saltare tutto da un momento all’altro. Pochi minuti dopo, una serie di sinistre esplosioni, eccheggiano nella città di Viareggio, portando con se fuoco, morte e distruzione.

Non ve lo nascondo, amici miei: quando sentii quelle esplosioni, di cui addirittura in grado di far tremare il vetro della balcone della sala, pensavo si trattasse di qualcuno che avesse usato dei fuochi d’artificio un po’ più forti. Non mi sarei mai immaginato di vedere, dirigendomi verso il balcone, una stazione illuminata a giorno, con una luce rossastra nell’aria, che aveva quel non so che di sinistro. E poi, girandomi a destra,verso via BURLAMACCHI, un grosso spavento:delle fiamme molto alte, che sembravano quasi mangiare gli alberi circostanti. Nel frattempo, senti correre lungo il condominio le persone che abitano le mansarde, terrorizzate. E poi, la persona che stava sul tuo stesso piano, dire “C’è stato un grosso scontro tra treni all’altezza della sottostazione elettrica.”

Solo poche ore dopo, guardando via Internet, tramite cellulare, scoprii l’amara verità, con le sirene delle ambulanze, e dei vigili del fuoco che passavano di continuo lungo la strada, e con il numero delle vittime che purtroppo cresceva ora in ora sempre di più.

Per la città di VIAREGGIO, amici miei carissimi, è stato un bruttissimo colpo, colpo che la città ha cercato di affrontare stando tutti uniti. Purtroppo 32 persone hanno perso la vita, ma è come se tutti noi avessimo perso qualcosa.

E in questi momenti, veramente molto difficili, anche lo sport ha voluto dare il suo contributo, a cominciare dal calcio, con l’ESPERIA VIAREGGIO, che, al suo primo campionato di PRIMA DIVISIONE, ha voluto ricordare la strage della stazione, ospitando per tutta la stagione il disegno sopra raffigurato del piccolo LEONARDO PIAGENTINI.

Ma ancor più bello e toccante è stato quanto accaduto un anno fa, Martedì 7 Giugno. In una giornata di festa per l’hockey viareggino, con la conquista del primo scudetto in assoluto della storia del CGC VIAREGGIO, i fratelli ALESSANDRO e MIRKO BERTOLUCCI hanno voluto dedicare la vittoria dello scudetto ai familiari delle vittime della strage della stazione, un gesto che gli stessi familiari hanno fortemente apprezzato, perché, anche nei momenti più belli, quale può essere la vittoria dello scudetto, il pensiero è andato a quei 32 angeli della nostra città, che purtroppo hanno perso la vita ingiustamente.

Siamo ormai arrivati, amici, al 29 giugno 2012, al terzo anniversario della strage della stazione. Questa sera, alle 21:15 partirà dal piazzale della stazione ferroviaria il lungo silenzioso corteo, che, dopo una breve sosta alle 21:45 in Piazza Mazzini (sul lungomare della Passeggiata )per alcuni interventi e ripartenza intorno alle 22:15 circa, si recherà intorno alle 23:15 nel parcheggio della Pam, nei pressi del luogo della tragedia, dove alcuni bambini leggeranno alcune poesie in ricordo delle 32 vittime di cui verranno ricordati i nomi,e poi aspetterà lo scoccare delle 23:48, ora della tragedia.

Una città che tutta unità, si ritroverà per non dimenticare quella tristissima notte, ma che al contempo leverà un unico grido unanime, affinché la città, ma soprattutto i familiari delle vittime possano finalmente avere quella giustizia che meritano veramente di tutto cuore.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

1 commento:

  1. Un ricordo molto intenso e sentito, Ruggero. Comprendo cosa tu abbia provato allora e cosa ancora oggi provi: sono quelle tragedie che segnano per sempre chi le vive da vicino, pur non avendo familiari o amici coinvolti, e che più in generale segnano il tessuto sociale di una città, come capitato a noi di Genova con la recente alluvione e con tutte quelle che l'hanno preceduta, o con gli anni di piombo che dalle mie parti fecero molte vittime. La storia del disegno del bimbo è poi veramente toccante, oltre che estremamente triste: un bambino non dovrebbe mai né vedere né vivere sulla propria pelle una tragedia simile.
    Quello che sorprende, ma nemmeno tanto conoscendo i meccanismi dei media italiani, è che questa sia diventata una tragedia di serie B: quasi dimenticata, rimossa, rievocata solo a livello locale. Eppure, come tu sottolinei, fu una carneficina. Ma si vede che per fare colpo ci devono essere grandi catastrofi naturali. Discorso simile, e forse anche peggiore, si può fare per la recente sciagura della Concordia: di cui si è parlato fin troppo, al contrario del caso di Viareggio, ma in termini addirittura ironici, con battutine di comici o presunti tali, mentre là sotto ci hanno lasciato la vita decine di persone. Ma l'importante era fare le caricature di Schettino...

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