Etichette

domenica 3 marzo 2013

SPUNTI DI SPORT- CLAMOROSO AL CIBALI.

Lo stadio CIBALI di CATANIA.
Clamoroso al Cibali! Quante volte ci è capitato di ascoltare questa celeberrima affermazione per evidenziare la vittoria da parte di una squadra data per sfavorita alla vigilia di una data partita, o comunque un risultato assolutamente inimmaginabile. Dietro questa frase, pronunciata per la prima volta alla radio, il 4 Giugno 1961 durante un CATANIA-INTER, si nasconde una storia. Una storia in cui a prevalere, come vedremo, sono i sentimenti di una squadra di calcio, il Catania, ferita nell’orgoglio che poi si prenderà la sua rivincita. A quella squadra di calcio e alla sua storia è dedicata questa puntata storica di SPUNTI DI SPORT.

PROLOGO.

Prima di raccontare quanto accadde quella Domenica 4 Giugno 1961, dobbiamo fare idealmente con la nostra macchina del tempo un ulteriore passo indietro.
Domenica 29 Gennaio 1961. Allo Stadio San Siro di Milano si affrontano nella 17° e ultima giornata del girone di andata l’INTER, guidata da HELENIO HERRERA, e il neopromosso CATANIA, guidato da CARMELO DI BELLA. Si tratta di una sfida di alta classifica, essendo l’INTER in testa alla classifica, e il CATANIA terzo, a due punti dal battistrada nerazzurro. In ballo il titolo di campione d’inverno. La partita si rivelerà una vera e propria debacle per la formazione etnea, che perse 5-0 contro i nerazzurri, e con ben 4 autoreti! L’Inter passò in vantaggio al 13° con MORBELLO,. Tra il 30° e il 42° minuto ben due autoreti del giocatore del CATANIA, GIAVARA, fissarono il punteggio sul 3-0 nerazzurro. Nella ripresa, proseguì la debacle catanese con altre due autoreti, realizzate al 69° da GRANI, e all’81° da CORTI che fissarono il punteggio sul 5-0 finale a favore degli uomini allenati da HERRERA.

Queste le immagini di quella gara.


Al termine della gara il tecnico nerazzurro definì la formazione etnea una squadra di telegrafonici. Questo provocò una forte rabbia da parte dei giocatori rossoazzurri. Come raccontò qualche anno fa MEMMO PRENNA, centrocampista e leader di quel CATANIA, "per come avevamo giocato Herrera forse aveva pure ragione, quattro autoreti sono un po’ troppe. Ma ci siamo guardati in faccia promettendoci vendetta".Sentimento, la vendetta nei confronti dell’INTER, che traspare anche dalle dichiarazioni di MARIO CASTELLAZZI "Eravamo un gruppo unito, Prenna era un vero capitano anche fuori dal campo. Ci invitava a casa sua, eravamo decisi a vendicarci”). Una vendetta, quella del CATANIA, che sarebbe arrivata molto prima del previsto.

LA RIPETIZIONE DI JUVENTUS-INTER.

Come non bastasse la voglia di rivincita della società etnea, un'ulteriore questione caratterizza la vigilia di CATANIA-INTER: la ripetizione di JUVENTUS-INTER. E qui bisogna aprire un'ulteriore parentesi.
Grazie a un brillante girone di ritorno, la JUVENTUS era riuscita a passare in testa alla classifica e con 4 punti di vantaggio sull'INTER, seconda in classifica. Il 16 Aprile 1961 si giocò, al Comunale di Torino, lo scontro diretto tra le due formazioni. Una gara decisiva anche ai fini del campionato. Se avesse vinto la Juve, i bianconeri sarebbero passati a + 6 sull'Inter, chiudendo praticamente il campionato. Se avesse invece vinto l'Inter, i nerazzurri di Herrera si sarebbero riportati a 2 punti dalla JUVENTUS e riaperto quindi il campionato. C'è grandissima attesa tra i tifosi bianconeri per questa partita. Forse anche troppa, a tal punto che il Comunale è talmente zeppo di gente (circa 10.000 persone in più di quante effettivamente ospitabili) venuta a vedere la partita che ben quattro ingressi dello stadio cedono, e la gente si sistema ai bordi del campo, in modo da poter assistere alla gara. L'Inter chiede di non giocare, ma l'arbitro Gambarotta fu irremovibile: si gioca ugualmente. Dopo però la prima mezz'ora, e sul punteggio di 0-0, l'Inter chiede e questa volta ottiene la sospensione della gara, e la vittoria a tavolino. La Juventus non ci sta e presenta un ricorso. Nel frattempo l'Inter rimonta nei confronti della Juventus. Arriviamo così all'ultima giornata di campionato, in programma il 4 Giugno 1961, con INTER e JUVENTUS a pari punti con l'INTER impegnata a CATANIA in una sfida dall'esito apparentemente scontato, e la JUVENTUS impegnata in casa contro il BARI.
Alla vigilia della sfida contro il CATANIA, il 3 Giugno, ecco il colpo di scena: la Commissione d'Appello accetta la tesi difensiva della JUVENTUS. Secondo l'avvocato VITTORIO CAISSOTTI DI CHIUSANO, che rappresentò la società bianconera, non solamente, infatti, l’invasione è stata pacifica ma la Juventus non aveva la minima responsabilità oggettiva per quanto accaduto in quanto non aveva venduto più biglietti di quelli consentiti. Questo comportò non solamente il fatto che l'INTER di fatto tornò a -2 dalla JUVENTUS (JUVENTUS 46 punti; INTER 44), ma anche il fatto che la partita venisse rigiocata il successivo 10 Giugno. Una decisione che generò, inutile dirlo, numerose polemiche, alimentate anche dal fatto che all'epoca Umberto Agnelli fosse non solo presidente della JUVE, ma anche della FEDERCALCIO.

LA RIVINCITA DEL CATANIA.

Una formazione tipo del CATANIA 1960/61.
Polemiche o non polemiche, quindi, il 4 Giugno 1961 CATANIA e INTER scesero in campo allo stadio CIBALI di CATANIA. Per i nerazzurri l'assoluta necessità di vincere, in modo tale da potersi giocare lo scudetto nel recupero della gara contro i bianconeri il successivo 10 Giugno.

Queste le formazioni che scesero in campo agli ordini del signor DE MARCHI di FROSINONE.

CATANIA: Gaspari, Michelotti, Giavara, Ferretti, Grani, Corti, Cacelfo, Biagini, Calvanese, Prenna, Castellazzi.
INTER: De Pozzo, Picchi, Facchetti, Bolchi, Guarnieri, Balleri, Bicicli, Lindskog, Firmani, Corso, Morbello.

La partita, visto anche il 5-0 dell'andata, sarebbe dovuta essere una formalità per gli uomini di HELENIO HERRERA. Nessuno però tenne conto della voglia di rivincita, o meglio di vendetta, degli uomini di DI BELLA, desiderosi di far pagare ai nerazzurri l'umiliazione subita nella gara di andata. Come già scritto all'inizio, brucia troppo ai giocatori, sia quel 5-0 subito all'andata, sia quella dichiarazione di Herrera, che, come già scritto, aveva definito i giocatori etnei come una squadra di telegrafonici. E così i giocatori alla vigilia della sfida decidono di preparare da soli la sfida tenendo fuori persino i dirigenti e il loro allenatore, DI BELLA. Troppa la voglia di vendetta, troppa la voglia di rivincita.

Come racconta l'allora terzino del CATANIA, MICHELOTTI in un articolo uscito qualche anno fa sulla GAZZETTA, "Qualche giorno prima della partita  vennero i dirigenti ad offrirci un premio doppio se avessimo lasciato vincere l’Inter. Ci alzammo tutti in piedi: 'No, ci dispiace. Ce la giochiamo'. E giocammo alla morte". E così fu. I giocatori catanesi giocarono la partita della vita contro l'INTER, e battendo di fatto tutti i pronostici che la vedevano perdente contro l'INTER, riuscirono a vincere contro i nerazzurri, probabilmente anche storditi dalla decisione di far ripetere la partita contro la JUVENTUS, battendoli per 2-0, grazie alle reti segnate al 25° da Castellazzi ( "Me lo ricordo benissimo, respinta della difesa dell’Inter, stop di petto e tiro a volo all’incrocio, Me ne annullarono un altro, presi una traversa. Poteva finire anche 4-0", questo il ricordo del giocatore), e al 70° da Calvanese ("Ricordo che fu un golazo, anche se ho dimenticato come si sviluppò l’azione", il ricordo del giocatore).
Per l'Inter questa sconfitta rappresentò una vera e propria mazzata, in quanto, in virtù del pareggio casalingo della JUVENTUS contro il BARI e la loro contemporanea sconfitta, fu la JUVENTUS ad aggiudicarsi lo scudetto. La ripetizione della sfida ormai andava fatta, ma ai fini del campionato non serviva più a nulla. Così, anche per polemica nei confronti della decisione presa, l'INTR mandò in campo contro la JUVENTUS la formazione PRIMAVERA. Per dovere di cronaca, la JUVENTUS battè l'INTER 9-1. Da segnalare, però, che se quella partita rappresentò la partita di addio per l'allora giocatore della JUVENTUS, GIAMPIERO BONIPERTI, in casa INTER fece il suo esordio, bagnato peraltro con una rete, un giovanissimo SANDRO MAZZOLA. Ma questa, come direbbe, MICHAEL ENDE, è un'altra storia.

CLAMOROSO AL CIBALI: CHI A DIRLA?

Dunque, la celeberrima frase CLAMOROSO AL CIBALI venne detta alla radio il 4 Giugno 1961 per commentare la clamorosa e inaspettata sconfitta dell'INTER contro il CATANIA. Ma chi fu a pronunciarla? A distanza di 52 anni, rimane un mistero. Nel 1961 la divisione radiofonica della RAI non registrava come oggi le proprie radiocronache, per cui non si sa chi fu l'autore di questa espressione divenuta ormai celebre. I più sostengono che fu SANDRO CIOTTI, c'è chi, come EZIO LUZZI, sostenne che si trattò di NICCOLÒ CAROSIO.
Sperando di farvi cosa gradita, andiamo a vederci questo filmato, in cui le grandi voci di TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO (passando da RICCARDO CUCCHI, a CLAUDIO FERRETTI, da EZIO LUZZI a LUIGI COPPOLA, all'indimenticabile ALFREDO PROVENZALI) raccontano quell'episodio.


Indipendentemente, però, da chi fu a dire quella frase, CLAMOROSO AL CIBALI, resta un'interiazione arrivata intatta fino ai giorni scorsi, anche se inevitabilmente legata a quel CATANIA-INTER di 52 anni fa.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

Nessun commento:

Posta un commento