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giovedì 20 novembre 2014

SPUNTI DI SPORT-LA CRISI DEL CALCIO ITALIANO E LO SFOGO DI CONTE.


Un calcio italiano in crisi. Quante volte all'interno di questo nostro spazio abbiamo raccontato il momento difficile che attraversa il calcio nostrano... Rose sopratutto in Serie A sempre più piene di giocatori stranieri in quanto costano meno, sempre più scarsa valorizzazione dei vivai da parte delle prime squadre con i pochi giovani di valore costretti sempre di più a dover emigrare all'estero per poter sperare di emergere, e con al contempo i giovani che rimangono diciamo meno affamati di tanti e tanti anni fa... Questi in pillole i problemi che stanno assillando ormai da diverso tempo il calcio nostrano. Tante promesse, tante parole, ma alla fine nulla cambia. A parole siamo tutti grandissimi tifosi degli Azzurri e della Nazionale, ma poi quando un Ct prova a chiedere uno stage o comunque la possibilità di vedere una volta in più del previsto i propri giocatori per uno stage o per aver comunque la possibilità di fare delle sedute di allenamento extra per poter confermare il proprio lavoro in vista di un obiettivo importante quale la partecipazione a un Mondiale o a un Europeo, ecco arrivare subito il no dei club. Non c'è spazio, non va bene. Si fa presto a fare i tifosi della Nazionale durante il mese di europeo o mondiale per poi fregarsene durante gli altri mesi dell'anno. Se veramente noi, calcio italiano, teniamo veramente alla nostra Nazionale, dovremmo poter consentire al nostro selezionatore di poter lavorare al meglio delle sue possibilità.
Tanto per intenderci: in Germania durante le vacanze natalizie viene concesso alla nazionale tedesca di fare uno stage con i propri giocatori. Qui no. Sono molto più importanti le tournee nei paesi sauditi per acchiappare soldi che magari dare modo al nostro Ct di poter rinfrescare alcuni concetti tattici per le partite che a Febbraio/Marzo verranno fuori. E pensare che c'è chi, domenica scorsa negava la crisi del calcio italiano...

Una crisi, purtroppo, estremamente presente, e che in questi giorni ha scatenato diverse considerazioni. 


Il primo a tornare sull'argomento è stato il ct dell'ALBANIA, GIANNI DE BIASI, il quale nella conferenza stampa alla vigilia dell'amichevole tra ITALIA e ALBANIA ha dichiarato quanto segue. "L'ho capito a Tirana: a noi italiani manca la fame dei nostri padri, quelli che pensavano a dare un futuro ai figli. Domani affrontiamo gli azzurri: per gli albanesi è la seconda squadra. Ora il nostro calcio non ha più il talento di una volta, ci siamo adagiati sulla ricchezza: troppi videogiochi e poco calcio in strada. Non è un caso che i talenti nascano nelle favelas sudamericane oppure che vinca la Germania perché ha un progetto".  
Concetto indubbiamente forte quello espresso da De Biasi, ma francamente condivisibile. Sopratutto quando afferma che il calcio italiano non ha più il talento di una volta essendosi adagiato sulla ricchezza.

LO SFOGO DI CONTE.


Un concetto, quello di DE BIASI, ripreso con ancora più forza il giorno successivo, martedì , dal ct azzurro, ANTONIO CONTE, in ben due circostanze. A prima volta nel corso dell'intervista esclusiva rilasciata nel corso della mattinata a RAISPORT in cui Conte parla un po' di tutto e che andiamo qui a pubblicare.

''Sinceramente, pensavo di vedere più partecipazione alle sorti della nazionale, e invece non sempre quel che vedo da questa panchina mi piace''. Sono bastati tre mesi di lavoro da ct per cambiare punto di vista. Prima vedevo il calcio dal punto di vista del club; ora guido l'Italia e dunque idealmente tutto il movimento, e da quella prospettiva la situazione e' preoccupante. Se sono stanco? Dobbiamo prendere atto che non stiamo andando nel verso giusto come movimento. Sapevo che non era facile: io ci metto tanto entusiasmo, la voglia di far crescere i giovani. Ma spesso si dimentica quale e' la situazione e si vuole tutto e subito.
In questo momento l'Italia fa fatica a sfornare talenti, e quelli che escono non hanno la giusta mentalità. Dobbiamo capire che viviamo un difficile ricambio generazionale e tornare ad essere umili, ad apprezzare l'importanza della fatica e del lavoro, necessari per diventare campioni. Se ci riusciremo, ci sono le premesse per crescere: altrimenti, sarà questo sarà solo l'inizio della fine. El Shaarawy? Ha fatto bene, ma sono 10'. Questi ragazzi devono trovare continuita'. Teniamoci stretti i 10 punti fatti nel girone, e' un bel bagaglio ottenuto grazie all'orgoglio dei giocatori che hanno lavorato con applicazione. Ma sappiamo di dover migliorare su tutto: intensità, preparazione fisica, voglia di far fatica: dimentichiamo che la fatica e' bella. Ed e' questo che sta sparendo oggi, in Italia.
Manca un po' a tutti la voglia di tornare protagonisti. Per risolvere i problemi bisogna prima di tutto rendersi conto che esistono: già quello e' un primo passo del cammino. Ma poi, dalla consapevolezza bisogna cominciare con il lavoro. E' necessario passare dalle parole ai fatti.
Ora giochiamo con l'Albania, e la prossima e' a marzo: ecco, sei ci si tiene un po' alla nazionale bisogna cercare di non lasciare un vuoto di quattro mesi.
Mancini, Mourinho e Allegri non sono riusciti a cambiare Balotelli? Non sono così presuntuoso da pensare di essere diverso da grandi allenatori come loro. Il passato insegna che non ci sono riusciti. Sta a lui cambiare: purtroppo io non ho tanto tempo, su certi giocatori non bastano pochi giorni ma serve un periodo lungo. E da ct mi sono resto conto che e' quello che mi manca di più'
Acerbi e' un simbolo della vita: pensi che ti va tutto bene e poi ti arriva la mazzata. Se non hai la forza di rialzarti, come ha fatto lui, il disagio e' forte in tutti i campi. Lui e' l'esempio per tutti noi, per la sua forza e il suo coraggio nel rialzarsi''.

Ancora più esplicito il ct azzurro nella sala stampa dello stadio Marassi al termine della partita contro l'Albania.
"Pensavo di trovare maggiore disponibilità da parte di tutti. Io l'ho vissuta da allenatore di club, ed in quel caso pensi a te, oggi mi ritrovo dall'altra parte con questi ragazzi 7-8 giorni ed ora li rivedrò tra quattro mesi, ma mi viene chiesto un grande calcio. Mettetemi nelle condizioni però di lavorare. L'importante è capire a che punto siamo. Oggi la squadra in un giorno ha preparata la gara contro una ottima Albania che veniva da risultati importanti. Io non ce l'ho con nessuno in particolare, ma quello che sento lo dico. Tutti parlano del calcio italiano, ma poi mi giro e sono solo. Io ed i ragazzi più di lavorare in questi 7-8 giorni non possiamo fare, cercando intensità e qualcuno non è neanche contento. Balotelli? Siamo ancora a parlare di Balotelli con tutti i problemi che abbiamo, se va in discoteca o meno. E' ridicolo. Abbiamo fatto cinque vittorie ed un pareggio".

Dichiarazioni estremamente consivisibili quelle di Conte. Unico aspetto: come mai afferma di essere solo? Possibile che al ct al momento della nomina fossero stati promessi aiuto o comunque degli stage e poi i vari club avessero ritirato l'aiuto per via della solita scusa (assolutamente ingiustificabile se si tiene veramente alla Nazionale) del calendario troppo pieno di impegni?

LE REAZIONI ALLO SFOGO DI CONTE.

Nella giornata di ieri non sono mancate le reazioni allo sfogo di martedì di Antonio Conte. Il primo a rispondere al ct azzurro è stato il Presidente della FIGC,Carlo Tavecchio, che ha dichiarato quanto segue. "Siamo felici di come sta lavorando Conte, sta facendo grandi cose e noi lo supportiamo in tutto. Lavoreremo per fare ancora più grande questa Nazionale, parleremo con tutte le componenti per creare più occasioni di incontro tra il ct e la squadra".

In serata è poi intervenuto il Presidente del CONI, Giovanni Malagò. "Lo sfogo di Conte? Devo dire che l'ho sentito e lo condivido. Ha detto cose vere, giuste, che secondo me sono da monito per tutto l'ambiente e credo non lo faccia per un discorso egoistico, ma per l'intero sistema. Siamo sempre lì: bisogna fare qualcosa di più e di diverso rispetto a quello che si è fatto prima". 


Poco fa anche il Presidente della LEGA DI SERIE A, Maurizio Beretta, ha commentato il grido di dolore del ct azzurro.
"Penso che siano da condividere le parole del c.t. per quanto riguarda il richiamo forte alla mobilitazione e a uno spirito sempre più di impegnato nei confronti della nazionale. Ma credo che i club di serie A non abbiano niente da rimproverarsi, anzi direi che supportano la Nazionale in maniera importante e convinta.
"Dall'inizio del campionato a oggi i giocatori sono stati a disposizione dei club una cinquantina di giorni e a disposizione della nazionale per trenta giorni. Mi sembra che lo sforzo fatto e l'impegno siano molto significativi".
 
L'augurio veramente sincero è che le parole di Tavecchio alla fine vengano realmente supportate da fatti e che alla fine ci siano veramente più occasioni d'incontro tra ct e squadra: ne va non solo della credibilità del calcio italiano ma anche per il bene della nostra Nazionale. Sempre che a essa teniamo veramente.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

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