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giovedì 5 maggio 2011

IL SOGNO TRICOLORE-IL GRANDE TORINO. PUNTATA SPECIALE REALIZZATA PER LA PAGINA FAN DEL GUERIN SPORTIVO SU FACEBOOK.

IL SOGNO TRICOLORE-IL GRANDE TORINO. Cari amici, buona sera a tutti! Con questa puntata de IL SOGNO TRICOLORE, vogliamo ricordare, a 62 anni dalla tragedia di SUPERGA, il GRANDE TORINO. Un modo per ricordare dei grandi campioni che hanno scritto con le loro gesta una pagina molto importante della storia del nostro calcio.
Innanzitutto, cosa intendiamo per GRANDE TORINO? Con il nome di Grande Torino si indica la squadra di calcio del Torino nel periodo storico compreso negli anni quaranta del secolo scorso, pluricampione d'Italia i cui giocatori erano la colonna portante della Nazionale italiana e che ebbe tragico epilogo il 4 Maggio 1949 in quella sciagura aerea nota come Tragedia di Superga.
Con questo nome, benché si identifichi comunemente la squadra che perì nella sciagura, si usa definire l'intero ciclo sportivo, durato otto anni, che ha portato alla conquista di cinque scudetti consecutivi, e di una Coppa Italia.
Ma, per poter capire meglio, cosa rappresentasse allora il GRANDE TORINO, vi facciamo vedere questo documentario in quattro parti, dedicato a questa grande squadra, e realizzato dall'ISTITUTO LUCE. 
2° parte DOCUMENTARIO ISTITUTO LUCE IL GRANDE TORINO. 
Terza parte documentario ISTITUTO LUCE IL GRANDE TORINO
Sul finire del marzo 1949 l'Italia è in Spagna per l'incontro amichevole con la Nazionale iberica. Mazzola e Novo sono rispettivamente capitano e allenatore degli azzurri. Ferreira non manca all'appuntamento: per salutare Mazzola e per incontrare Novo, che è al corrente della sua gara d'addio grazie all'intercessione di capitan Valentino.L'accordo è presto fatto: l'ultima partita di Ferreira sarebbe stata Benfica-Torino. SPAGNA-ITALIA, rappresenta, quindi, l'ultima gara azzurra per i giocatori del GRANDE TORINO. Siamo riusciti a trovare un resoconto dell'epoca, tratto da un cinegiornale del 1949, proprio di questa partita. 
Ma torniamo a Benfica-Torino: la partita fu decisa per il 3 maggio, un martedì. Quindi Inter-Torino, partita di cartello di un campionato a cinque giornate dalla fine, è giocata come anticipo, al sabato.Quattro punti dividono le due squadre. Uscire indenni da San Siro è, per i granata, come cucirsi il quinto scudetto consecutivo sul petto. Malgrado importanti assenze come quella di Mazzola febbricitante, il Toro riesce a respingere gli attacchi dei nerazzurri e la partita non va oltre lo 0-0. Al fischio finale dell'incontro tutti i giocatori granata corrono ad abbracciarsi al centro del campo festanti, quel punto è ormai la garanzia dello scudetto. Purtroppo solo il destino sa che perdere quella partita avrebbe loro salvato la vita: con il campionato ancora in bilico, Novo avrebbe detto di no alla trasferta di Lisbona.
La partenza sarebbe avvenuta direttamente da Milano il giorno dopo. Dei giocatori non facevano parte della comitiva il difensore Sauro Tomà bloccato a Torino da un infortunio e un deluso Gandolfi, il secondo portiere, a cui solo all'ultimo era stato detto che in Portogallo non sarebbe andato. Aldo Ballarin aveva convinto il presidente Novo a "premiare" per questo incontro amichevole suo fratello Dino che in rosa era il terzo portiere. Novo insieme a Copernico erano rimasti a Torino, Agnisetta e Civalleri erano i dirigenti accompagnatori con Bonaiuti responsabile della trasferta, per l'area tecnica c'erano Leslie Lievesley, Egri Erbstein, e poi il ruolo importante del massaggiatore Vittorio Cortina. Facevano parte della comitiva anche i giornalisti Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport), Renato Tosatti (della Gazzetta del Popolo, padre di Giorgio Tosatti) e Luigi Cavallero (La Stampa).
Quest'ultimo prese il posto di Vittorio Pozzo. Pozzo era l'inviato sportivo de La Stampa di Torino ma, visto il recente avvicendamento sulla panchina della Nazionale e le incomprensioni che erano nate tra lui e Novo, il suo nome non era molto gradito in quel periodo dalla società del Torino Fc (aveva deciso di andare a Londra alla finale della Coppa d'Inghilterra). Il fato salverà la vita anche a Nicolò Carosio, la celebre voce sportiva, a cui la società granata aveva garantito un posto sul trimotore in rotta per Lisbona, ma colui che aveva inventato la radiocronaca sportiva aveva dovuto rinunciare: impossibile far coincidere la trasferta con la cresima di suo figlio. Il Torino parte quindi dall'aeroporto di Milano per Lisbona sul trimotore Fiat G.212.
Il 3 maggio 1949, allo Stadio Nazionale di Lisbona, è in campo di fronte a una folla di quarantamila spettatori con Bacigalupo, A. Ballarin, Martelli, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola e Ossola. Per il Benfica: Contreros, Jacinto, Fernandes, Morira, Felix, Ferreira, Corona, Arsenio, Espiritosanto, Melao, Rogério. Entrano a partita in corso Fadini al posto di Castigliano e Bongiorni al posto di Gabetto. Nei portoghesi invece si avvicendano il portiere Contreros con Machado, Corona con Batista, Espiritosanto con Julio.
Di fronte a una folla di quarantamila persone, il Torino purtroppo perse per 4-3.
Al 4’ minuto Mazzola, lanciato da Loik, tirò fuori a porta vuota. Più fortunato fu Ossola che segnò il primo goal dei granata, con la collaborazione di Grezar, Menti e Gabetto.
Al 14’ minuto ci fu il pareggio e al 33’ segnò nuovamente la squadra avversaria. Al 37’ il Torino tornò in parità, ma per poco, infatti il Benfica segnò ancora con Melao.
Al 40’ il Benfica segnò il quarto goal.
All’ultimo minuto Mazzola venne atterrato mentre si dirigeva verso la porta, l’arbitro decise il rigore, trasformato in goal da Menti.
La partita finì per con il risultato di 4-3.
 Al rientro da Lisbona, il 4 maggio 1949, il trimotore FIAT G. 212 delle Aviolinee Italiane trovò una fitta nebbia che avvolgeva Torino e le colline circostanti. Alle ore 17,05, fuori rotta per l'assenza di visibilità, l'aeroplano si schiantò contro i muraglioni di sostegno del giardino posto sul retro della Basilica di Superga. L'impatto causò la morte istantanea di tutte le trentuno persone di bordo, fra calciatori, staff tecnico, giornalisti ed equipaggio. Per la fama della squadra, la tragedia ebbe una grande risonanza sulla stampa mondiale, oltre che in Italia. Il giorno dei funerali quasi un milione di persone scese in piazza a Torino per dare l'ultimo saluto ai campioni.
Pubblichiamo ora un documento dell'epoca, e più precisamente la SETTIMANA INCOM, che ricostruisce la tragedia di SUPERGA. 
Pubblichiamo ora, in merito alla tragedia di SUPERGA, una seconda ricostruzione di quanto avvenne, grazie a un servizio del TG1 del 4 MAGGIO 2009. 
Come dicevo all'inizio, cari amici, il GRANDE TORINO è stato una squadra costituita da grandi campioni che hanno scritto con le loro gesta una pagina molto importante della storia del nostro calcio.Ma non solo. Queste gesta hanno ispirato anche un film, IL GRANDE TORINO, trasmesso nel 2005 dalla RAI.Ma, di cosa parla, questa fiction in due puntate, diretta da CLAUDIO BONIVENTO, e trasmessa ne 2005 dalla RAI? 
Narra della storia di Angelo, un ragazzo napoletano trasferitosi a Torino per esigenze familiari che riesce a entrare nelle giovanili del Grande Torino nonostante l'opposizione del padre e diventa amico di Valentino Mazzola, bomber di una squadra che riuscì nella straordinaria impresa di vincere cinque scudetti consecutivi e che perì in un incidente aereo nel 1949. A causa della morte di tutti i membri del Grande Torino il Torino è costretto a schierare in campo nelle ultime quattro giornate i ragazzi della primavera (è da precisare che le società avversarie, nel rispetto della tragedia, opposero anch'esse ai granata le proprie formazioni primavera). È così che Angelo debutta in Serie A, ma a fine stagione lascia il calcio.
Da rilevare la presenza nel cast di alcuni grandi attori del nostro cinema, a partire da BEPPE FIORELLO, nel ruolo di VALENTINO MAZZOLA, del giovane CIRO ESPOSITO, nel ruolo del giovane ANGELO, e di MICHELE PLACIDO, nel ruolo di ANGELO ADULTO.
Ci sono due momenti di questa fiction, che mi hanno veramente colpito. Il primo riguarda la ricostruzione dell'incidente, e la comunicazione della notizia ai giovani della PRIMAVERA, con il giovane ANGELO profondamente turbato. Uno dei momenti assolutamente più tristi e toccanti del racconto, che riguardiamo in questo frammento. 
Come scritto sopra, a causa della morte di tutti i membri del Grande Torino il Torino è costretto a schierare in campo nelle ultime quattro giornate i ragazzi della primavera (è da precisare che le società avversarie, nel rispetto della tragedia, opposero anch'esse ai granata le proprie formazioni primavera).È così che Angelo debutta in Serie A, ma a fine stagione lascia il calcio.
Attraverso le ultime scene della fiction IL GRANDE TORINO, guardiamo insieme la partita giocata dalla Primavera, con un goal che ANGELO (CIRO ESPOSITO) dedica a VALENTINO MAZZOLA. E poi, alla fine, ANGELO maturo (MICHELE PLACIDO), spiega a un giornalista il perchè ha poi lasciato al termine della stagione, e in conclusione rende omaggio ai giocatori del GRANDE TORINO. 
Cari amici, siamo arrivati al termine di questo speciale de IL SOGNO TRICOLORE, dedicato al GRANDE TORINO, nel 62° anniversario della strage di SUPERGA. Una squadra, costituita da grandi campioni, che hanno scritto con le loro gesta una pagina molto importante della storia del nostro calcio, e che rimarrà sempre nel cuore di tutti gli appassionati di calcio.
                                                 Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

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