Una
grande vittoria, e una certezza: la FERRARI F 138 può puntare alla
vittoria del MONDIALE di FORMULA 1. Se il pilota spagnolo della
FERRARI, FERNANDO ALONSO, al termine dellequalifiche del sabato se
l'era presa non poco con la squadra per aver pubblicizzato un po'
troppo i nuovi sviluppi della monoposto senza prima averli testati in
pista nelle prove libere (visto il maltempo, la FERRARI ha preferito
non gettare nella mischia pezzi nuovi, decidendo di correre
sostanzialmente con la macchina delle prime gare), la domenica, vuoi
anche per il fatto di giocare in casa, ha regalato a tutti una
prestazione a dir poco entusiasmante che fa si che la gara disputata
domenica a BARCELLONA sia una delle gare più belle disputate dal
pilota asturiano in FORMULA 1.
Ha
destato grande ammirazione il sorpasso effettuato all'esterno al
primo giro all'altezza della curva 3, riuscendo così a passare sia
KIMI RAIKKONEN su LOTUS, che LEWIS HAMILTON con la MERCEDES. Un
sorpasso che FERNANDO aveva già visto nella gara del sabato della GP
2 da parte del pilota francese TOM DILMANN, e che il pilota asturiano
ha completamente affinato, andandosi a fermare in quel tratto la
domenica mattina durante il giro di saluto con auto storiche.
Fermandosi proprio lì, Fernando ha capito che in quella parte, anche
andando piùàù verso l'esterno c'era sufficente grip, e così in
gara ALONSO è riuscito a sorpasdsare le due macchine suddette
proprio grazie a quanto visto, e poi, dopo aver preso il comando al
41° giro dopo alcuni stint precedenti, non l'ha più restituito
andando a vincere il GP di SPAGNA.
Molto
bene anche MASSA, autore di una buona gara penalizzata al via di tre
posizioni, partendo 9° anziché 6°, perchè il pilota brasiliano
aveva ostacolato WEBBER nel Q2, FELIPE è uscito a classificarsi al
3° posto, dietro a RAIKKONEN, autore di una gara estremamente
regolare, penalizzato forse dalla strategia del suo box di restare su
3 soste anziché le 4 adottate della FERRARI. Se è vero che la LOTUS
è una monoposto assai gentile con le gomme, è anche vero che una
tattica maggiormente aggressiva avrebbe conserntito al pilota
finlandese di potersela giocare fino all'ultimo con la Rossa di
Maranello.
Due
parole sulla RED BULL, giunta 4° con VETTEL e 5° su WEBBER. Se sul
giro secco VETTEL si è sostanzilamente difeso, sul passo gara
onestamente è parso in difficoltà, in virtù del fatto che la
monoposto di ADRIAN NEWEY non riesce proprio a trovarsi con queste
gomme più morbide e in condizioni di caldo in pista. Se infatti nel
giro secco, riesce a difendersi, in gara tende a consumare troppo
presto le gomme, andando in conseguente difficoltà.
Concludiamo
infine con le gomme. Purtroppo anche qui dobbiamo registrare lo
stesso fenomeno verificatosi in BAHRAIN con HAMILTON e MASSA, e cioè
la deliminazione del pneumatico. Basta a vedere quanto successo nel
corso della seconda sessione di prove libere, con DI RESTA, che,
appena passato il traguardo, ha perso sulla posteriore sinistra il
battistrada. Ricordiamo che, a differenza dello scorso anno, quando
la carcassa delle gomme era fatto con un materiale, il KEVLAR, assai
più resistente, quest'anno la carcassa della gomma su volere di
ECCLESTONE e delle squadre è stata fatta con una cintura
caratterizzata da fili metallici e con una mescola più leggera. Il
sospetto che aleggia e che al momento non è stato ancora verificato
è che questo deliminazione del pneumatico possa essere in qualche
modo legato a questa struttura fatta con fili matallici, i quali
riscaldandosi troppo, possano così perdere il battistrada, pur
rimanendo gonfia la gomma (con il materiale in kevlar, invece, la
gomma si sgonfiava in pieno, ma il battistrada rimaneva attaccato
alla carcassa). Come già successo nella precedente gara, secondo
degli esami fatta dalla PIRELLI, sembra che a tagliare il battistrada
sia stato un detrito. Cosa che peraltro in gara stava per succedere
anche alla FERRARI di ALONSO, che al 50° giro è stata costretta ad
anticipare di due giri la sosta. Se per fortuna non si è staccato il
battistrada dalla gomma di FERNANDO, lo dobbiamo alla competenza
degli uomini FERRARI, che, appena individuato il problema alla
telelmetria, sono riusciti a far entrare ALONSO ai box facendo un
giro un po' più lento, evitendo così che la gara venisse
compromessa.
Resta
però il fatto, che questi inconvenienti, pur se in piste diverse,
sono di fatto nuovamente accaduti. Come anche il fatto che in questa
gara abbiamo visto ben 4 pit stop, un po' troppi per una gara di
FORMULA 1. Motivi per i queli la PIRELLI ha annuciato una revisione
sia delle gomme che della carcassa a partire dal prossimo GP del
CANADA in programma il prossimo 9 GIUGNO, con la ipotesi che, sul
fronte carcassa si ritorni alla struttura in KEVLAR (di questo, però,
ne parleremo più approfonditamente nella prossima puntata).
Se
dunque, in queste prima gare le squadre (RED BULL e MERCEDES in
primis) si sono lamentate delle gomme che duravano poco, resta una
considerazione da fare.
All'atto
di concordare quale tipo di gomma fosse giusto fare nel 2013, TUTTE
le squadre assieme ad ECCLESTONE avevano chiesto a PIRELLI di fare
una gomma che durasse pochi giri in modo tale, tramite l'aumento di
pit stop, di aumentare la spettacolarità della gara. Questo ha
comportato per PIRELLI un grosso sforzo tecnologico (per un
costrutore di gomme è molto più semplice fare una goma che duri
molti giri, non farne una che ne dura pochi; non dimentichiamocelo).
Eppure, faticando, faticando ci è riuscita. Forse sarà stata
calcata un po' la mano su alcune cose, ma di fatto la gomma rispetta
le indicazioni richieste dalla FOM e dalle scuderie. Perchè queste
lamentele ora? Effettivo amore della sicurezza oppure, amara
constatazione di non essere riusciti a fare una monoposto che si
adatti a pieno alle nuove gomme, come invece altre scuderie (FERRARI
e LOTUS) sono riusciti a fare? Come direbbero gli antichi, ai posteri
l'ardua sentenza.
Rüdiger
Franz Gaetano Herberhold
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