Una
bellissima storia piena di sacrifici e di difficoltà ci
ricorda quanto il pallone sia in grado, quando vuole, di regalarci
delle grandissime emozioni, e al contempo di mostrarci dei grandi
campioni. Il protagonista di questa storia è un giovane ragazzo
uruguayano di 19 anni, Matias Dutour, grande appassionato di calcio
a tal punto da incominciare fin da piccolo a giocare a pallone.
Fin qui
non ci sarebbe nulla di strano. Quanti giovani ragazzi, appassionati
di calcio, non sognano di diventare dei grandi campioni, cominciando
a giocare nelle squadre giovanili della propria città? Nel caso di
Matias, la situazione è un po' più delicata, in quanto
purtroppo fin dalla nascita questo ragazzo vive senza un avambraccio.
Per la precisione, l'avambraccio sinistro. Eppure, nonostante questo,
Matias non si perde d'animo. Il suo sogno è quello di diventare
calciatore professionista, e, nonostante tutto, con grandissimo
spirito di sacrificio e forza di volontà, riesce piano piano a
realizzare il suo sogno.
Dopo
due anni nelle giovanili del Nacional, in seguito non solo ai
numerosi infortuni che hanno minato la squadra ma anche alle ottime
performance mostrate nella squadra giovanile, Matias viene convocato
in prima squadra dal tecnico Alvaro Gutierrez. Bellissime le parole
spese nei confronti di questo giovane ragazzo sia da parte del tecnico della squadra
giovanile, Ricky Rodriguez “Matias è un esempio per
tutti. Ed è anche un ottimo giocatore”, sia
da parte dello stesso tecnico della prima squadra del Nacional
“Matias avrà
l’opportunità di mettersi in mostra, così come ha fatto nelle
giovanili. D’altra parte se l’ho chiamato è perché se l’è
meritato”.
Una
storia, quella di Matias, che sta emozionando molto il Paese, così
come era accaduto lo scorso anno quando lo stesso giocatore aveva
raccontato davanti alle telecamere di Telethon Uruguay la sua storia.
“Uso la protesi sin da
bambino, mi permette di fare tutto e sentirmi come gli altri.
All’inizio la usavo sempre, anche quando giocavo, perché non
accettavo di essere diverso. Quando iniziai a giocare nel Rocha mi
vergognavo di mostrarmi a maniche corte davanti ai miei compagni.
Beh, un giorno la protesi mi cadde mentre correvo e decisi di giocare
senza. La scagliai via per la rabbia e, da quel momento, mi resi
conto che potevo tranquillamente mostrarmi alla gente senza sentirmi
diverso. Da allora gioco sempre senza protesi.Bisogna saper convivere
con il destino che la vita ci riserva, accettarlo e cercare sempre di
fare tutto il possibile per superare gli ostacoli.”
Matias, dunque, potrebbe debuttare tra pochissime ore in campo contro
la squadra uruguayana del River Plate. Nel caso così fosse, non
sarebbe la prima volta che un giocatore uruguyano giochi senza
avambraccio. Pensiamo ad esempio a un grande campione quale Hector
Castro, il quale nonostante la perdita dell'avambraccio destro a 13
anni a causa di un incidente con la sega elettrica, riuscì a giocare
comunque ad altissimi livelli laureandosi campione olimpico nel 1928,
e vincendo due anni dopo la prima, storica edizione dei mondiali
battendo in finale l'Argentina per 4-2, e dove Castro segna proprio
il quarto e ultimo goal della formazione guidata da Horacio Alberto
Suppici.
Ma
non solo. Per Matias, giocare qualche minuto di partita equivarrebbe
all'esaudire un altro grande sogno: giocare qualche minuto al fianco
del suo idolo, vecchia conoscenza del nostro calcio: ALVARO RECOBA.
“Per me è un mito, mi sono sempre ispirato a lui”,
afferma il giovane centrocampista del Nacional.
L'augurio veramente sincero di chi scrive, è che Matias possa
finalmente realizzare il suo sogno andando in campo. Una cosa,
comunque è certa: a prescindere da quanto accadrà in campo, Matias
ha già vinto la sua battaglia, regalando a tutti noi una bellissima
lezione di sport, ma sopratutto di vita.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold
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