Si
può morire per una partita di calcio? Non riesco a trovare altre
domande di fronte alla drammatica notizia appresa ieri sera mentre
stavo preparando gli aggiornamenti NEWS per la pagina Fb del GUERIN.
Una
notizia che, non vi nascondo, mi ha completamente gelato il sangue.
Passino le rivalità tra tifoserie, gli sfottò, ma addirittura dover
perdere la vità per tifare questa o quella squadra è veramente
troppo. Vuol dire che purtroppo stiamo oltrepassando sempre più quel
pericoloso limite tra calcio e violenza. Sempre che non l'abbiamo già
oltrepassato.
Andiamo
con ordine provando a raccontare i fatti. Nel weekend appena
trascorso è iniziato il campionato svedese di calcio, l'ALLSVENSKAN,
per intenderci, l'equivalente della nostra SERIE A.
Tra
le varie partite in programma era in programma la sfida tra
l'HELSINGBORG e il DJURGARDEN.
A
dire il vero, già nella giornata di sabato si erano registrati i
primi tafferugli quando un centinaio di tifosi del DJURGARDEN erano
arrivati a HELSINBORG e non avevano trovato nulla di meglio da fare
che assaltare un pub del centro e scatenare una rissa con tanto di 5
feriti.
L'intervento
della polizia, con 3 tifosi del DJURGARDEN arrestati, sembrava aver
riportato un po' di quiete nella piccola cittadina svedese sita a
pochissimi km dal confine con la DANIMARCA.
Purtroppo
non è stato così.
Nella
giornata di domenica purtroppo sono ripresi in pieno gli scontri e
durante uno di essi un tifoso del DJURGARDEN, Stefan Isaksson, padre
peraltro di 4 bambini, è stato colpito varie volte alla testa
durante gli scontri. L'uomo è stato portato immediatamente
nell'Ospedale di HELSINGBORG, ma purtroppo per lui non c'è stato
nulla da fare.
Poco
prima delle 16 la portavoce della Polizia locale, EWA-GUN WESTFORD,
ha dovuto ufficializzare la notizia della morte dell'uomo «Posso
confermare che una persona è morta all’ospedale di Helsingborg
dopo essere stata ferita alla testa. Eravamo riusciti a separare le
due tifoserie, ma poi sono riuscite a sfondare e ad affrontarsi».
Nel frattempo allo stadio
OLYMPIA di HELSINBORG è in corso di svolgimento la partita di
campionato tra la squadra di casa e il DJURGARDEN. Il punteggio è
fermo sull'1-1. Il DJURGARDEN era passato in vantaggio per primo al
14° con PRIJOVIC, ma la gioia del vantaggio era duratra poco: dopo
circa 5 minuti, al 19°, i padroni di casa erano arrivati al pareggio
con ACCAM.
La partita era poi
proseguita piuttosto regolarmente fino a pochi minuti prima del
termine del primo tempo, quando comincia ad arrivare allo stadio la
notizia di un tifoso in fin di vita. I tifosi del Djurgaarden
cominciano allora a gridare ai tifosi dell'Helsinborg “Assassini!
Assassini!”e cheidono a gran voce la sospensione della partita.
Al 41° minuto l'episodio
che cambia la partita. Un uomo entra in campo correndo all'impazzita
da una curva all'altra. La polizia entra in campo, e riesce a
bloccare l'uomo. Nel frattempo, però, la situazione sugli spalti
degenera con decine di tifosi del DJURGAARDEN che lasciano le
tribune, probabilmente diretti verso la curva avversaria armati di
spranghe e fumogeni. La Polizia riesce ad evitare altri scontri, ma
la partita non riprenderà più. Vista la situazione così complessa,
l'arbitro dell'incontro, il signor HANSSON, fa rientrare
deifinitivamente le squadre negli spogliatoi.
Una dinamica, quella di
HELSINBORG-DJURGARDEN, che ricorda molto quanto avvenne durante il
derby LAZIO-ROMA del 21 Marzo 2004, quando la partita venne sospesa
in quanto sugli spalti era circolata la notizia che in uno scontro
tra tifosi prima dell'inizio della partita era stato ucciso un
bambino. Notizia rivelatasi poi falsa, a differenza di quanto
avvenuto in Svezia domenica.
Un episodio, quanto accaduto
domenica in Svezia, che speriamo di non sentire più. Sarebbe
opportuno, infatti, ricordarci quanto sia un autentico piacere
assistere a una partita di calcio. Già sono tante le difficoltà con
cui dobbiamo vivere ogni giorno. Non è giusto dover perdere la vita
a causa di una partita di calcio. Non è giusto.
Rüdiger
Franz Gaetano Herberhold
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