Gli Ultras della GRADINATA NORD del GENOA, vittime, assieme ad altre 6 tifoserie, di una vergognosa truffa. |
Con
che coraggio si può speculare sulla salute di un bambino? O peggio
ancora, sulla salute del proprio figlio? Da quando questa mattina, ho
appreso della truffa che purtroppo ha colpito gli ultrà del Genoa,
ed altre sei tifoserie, non faccio altro che pormi questa domanda. E
più ci penso, più la risposta è sempre la stessa: un atteggiamento
del genere è assolutamente vergognoso. Per carità, il momento
economico purtroppo è molto duro, la crisi si fa sentire, ma nulla
può giustificare il comportamento di questo padre.
Un
fatto, quello di Genova, che mi ha estremamente colpito nei suoi
gesti, ma che al contempo mi ha riportato alla mente un altro
episodio, altrettanto vergognoso, verificatosi a Viareggio, pochi
mesi dopo la strage della stazione ferroviaria. Anche in quel caso
era indirettamente coinvolto un bambino. Per carità, in quel caso,
la turffa venne sventata sul nascere, ma resta comunque la profonda
amarezza nel dover constatare, in entrambi i casi, la tendenza a
speculare sulla salute di un bambino. E questo, se vogliamo, è una
cosa che dentro fa ancora più male.
LA
TRUFFA AI DANNI DEGLI ULTRAS DEL GENOA E DI ALTRE 5 TIFOSERIE.
Torniamo
però a parlare del caso di Genova. La truffa, scoperta martedì 9 Aprile, prende
il via alcuni mesi fa. Un padre, F.R., tifoso del Genoa, a fine anno
si rivolge a un club di tifosi rossoblù della Gradinata Nord, “Figgi
do Zena” (Figli del Genoa), chiedendo aiuto. Il figlio, Matteo,
purtroppo, sta molto male, soffre di una patologia gravissima al
polmone destro e solo l'intervento chirurgico in Svizzera (peraltro
assai costoso) può salvargli la vita. Gli Ultrà del Genoa decidono
di dare una mano a questo padre, e, coinvolgendo anche altre
tifoserie (i rivali della SAMPDORIA, ma anche INTER, MILAN ,JUVE e
ATALANTA) riescono non solamente ad aprire una sottoscrizione, non
solamente riescono a mettere in piedi una onlus, denominata “Un
cuore grande così”, ma, grazie alla vendita di cappellini,
magliette, e altri gadget, riescono a ottenere 45.000 euro. I
rimanenti 25.000 Euro necesari per l'intervento vengono messi a
disposizione dal Genoa Calcio, con la società e i giocatori rossoblù
che, desiderosi di aiutare il piccolo Matteo, mettono ciascuno a
disposizione un contributo in denaro.
Il
piccolo Matteo, dunque, può essere operato. Poco tempo dopo, gli
Ultras del Genoa vanno a trovare Matteo e suo padre, e trovano il
piccolo pieno di bende, con tante medicine sul comodino. Il padre
spiega agli ultras che l'intervento è andato bene pur con qualche
complicazione, che avrebbe comportato l'assunzione di medicine
supplementari dal valore di 150 euro. Nelle ultime settimane però,
qualcosa cambia improvvisamente. Arrivano alcune denunce in Procura
che segnalerebbero come in realtà Matteo,a parte una lieve forma di
asma, in realtà starebbe bene, e sopratutto non aveva minimamente
bisogno di essere operato. A livello cautelativo la Procura blocca
circa 27.000 Euro, si rivelerà una mossa provvidenziale.
Le
indagini, partite dalla Procura, e conclusesi martedì, con
l'iscrizione di F.R nel registro degli indagati, conferma la bontà
dei sospetti: Matteo, a parte la lieve forma di asma, sta veramente
bene, e sopratutto non è mai stato realmente operato al polmone
destro. I 43.000 euro mancanti sono stati spesi dal padre per
ripianare i propri debiti. Come accerteranno le indagini, la madre di
Matteo, separata dal marito, non sapeva nulla di questa truffa. La
stessa famiglia di Matteo restituirà i 43.000 euro mancanti.
Nonostante questo, però, giustamente F.R. ha ricevuto un avviso di
garanzia per truffa. Al processo si costituiranno parte civile sia
gli Ultras del Genoa, sia la stessa società rossoblù.
Rüdiger
Franz Gaetano Herberhold
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