Il
sogno di una carriera piena di vittorie, l'impegno quotidiano in
campo e in allenamento, e improvvisamente, quando sembra finalmente
il momento di essere arrivato a toccare il cielo con un dito, da un
momento all'altro, ecco trovarsi con un pugno di mosche in mano per
un errore o per uno sbaglio personale.
Ci sono però anche quelle storie in cui purtroppo a decidere per te è solamente il destino, a volte pieno di bellissime sorprese, a volte capace di farti rinunciare alle cose o ai sogni che più ami.
E
sono proprio queste ultime le storie raccontate all'interno del
documentario “Zero a Zero”, diretto da Paolo Geremei e dedicato a
tre storie realmente accadute che vedono protagonisti tre ex
calciatori degli Allievi Nazionali della Roma: DANIELE ROSSI, MARCO
CATERINI e ANDREA GIULI CAPPONI.
Un
documentario, Zero a zero, che invitiamo assolutamente ad andare a
vedere, e in cui viene raccontata la storia di questi tre ragazzi
che, se da una parte purtroppo vedono andare in frantumi il sogno
della propria vita, dall'altra non mancheranno di dimostrare il
proprio coraggio, togliendosi anche qualche piccolo sassolino dalle
scarpe.
DANIELE
ROSSI e MARCO CATERINI diventano campioni d'Italia con la formazione
degli Allievi Nazionali della ROMA battendo il MILAN per 2-0 (grazie
proprio a una rete di ROSSI al 50° minuto di gioco, e a una rete di
RUSSO al 74° minuto) nella finale di CITTÀ
DI CASTELLO del 27 Giugno 1993 l'uno in porta, l'altro in avanti al
fianco di FRANCESCO TOTTI. Il sogno per entrambi è quello di
sfondare in Nazionale e nel mondo del calcio professionistico. Ma la
strada è tutta in salita...
MARCO
CATERINI è il portiere di quella ROMA vincente, destinato a grandi
cose in Nazionale UNDER 16, dov'è titolare davanti a GIGI BUFFON.
Una serie di vicisssitudini più grandi di lui metteranno a dura
prova il suo orgoglio.
ANDREA GIULI CAPPONI ha già
qualche presenza in Nazionale Under 17 quando viene portato in ritiro
con la prima squadra nel 1994. Dorme in stanza con Giuseppe Giannini.
E' felice, ma 17 anni sono pochi, forse troppo pochi, per sapersi
gestire al meglio.
Le
tre storie di DANIELE, MARCO e ANDREA sembrano abbastanza diverse tra
loro, eppure hanno qualcosa in comune: nello sport, sono molti gli atleti che non ce l'hanno fatta a mostrare il proprio talento, che a causa di episodi sfortunati o di decisioni avventate sono arrivati a un passo dal traguardo. Un intervento di un avversario, un atteggiamento troppo sicuro, una scelta sbagliata: la carriera dei tre ragazzi si è decisa in pochi momenti. È possibile che il successo sia una questione di tempi giusti? Quanto conta la fortuna e quanto il carattere?
Il documentario, come possiamo leggere nel pressbook, ripercorre le loro intense carriere attraverso interviste ai genitori e agli allenatori, filmati di repertorio e pedinamenti nella loro realtà quotidiana, cercando di (far) rivivere un sogno che non si è avverato. Per qualcuno il risveglio è stato graduale, per altri è stato uno shock: ciascuno dei ragazzi racconta cosa vuol dire confrontarsi con la realtà.
Attraverso il loro sguardo, Zero a Zero vuole quindi capire cosa ci vuole per raggiungere il successo. Numeri statistici e analisi tecniche non bastano ad arrivare ad una risposta. Saranno le parole dei ragazzi a permettere allo spettatore di entrare nelle loro vite: la verità sta nelle sfumature delle loro risposte, nelle loro voci emozionate che raccontano aneddoti belli e dolorosi, e nei loro occhi vivi mentre raccontano storie fatte di gioie, paure, speranze e bellissime ferite ancora aperte.
Come nasce l'idea di girare ZERO A ZERO? Queste in merito le principali dichiarazioni del regista, Paolo Geremei, riportate sul pressbook del film.
Il documentario, come possiamo leggere nel pressbook, ripercorre le loro intense carriere attraverso interviste ai genitori e agli allenatori, filmati di repertorio e pedinamenti nella loro realtà quotidiana, cercando di (far) rivivere un sogno che non si è avverato. Per qualcuno il risveglio è stato graduale, per altri è stato uno shock: ciascuno dei ragazzi racconta cosa vuol dire confrontarsi con la realtà.
Attraverso il loro sguardo, Zero a Zero vuole quindi capire cosa ci vuole per raggiungere il successo. Numeri statistici e analisi tecniche non bastano ad arrivare ad una risposta. Saranno le parole dei ragazzi a permettere allo spettatore di entrare nelle loro vite: la verità sta nelle sfumature delle loro risposte, nelle loro voci emozionate che raccontano aneddoti belli e dolorosi, e nei loro occhi vivi mentre raccontano storie fatte di gioie, paure, speranze e bellissime ferite ancora aperte.
Come nasce l'idea di girare ZERO A ZERO? Queste in merito le principali dichiarazioni del regista, Paolo Geremei, riportate sul pressbook del film.
Non
so perché ho deciso di fare questo film ma so quando è iniziato
tutto: un giorno di ottobre di due
anni fa, passando davanti ad un negozio a Roma e riconoscendo Andrea
alla cassa.
Nel
quartiere lo conoscevo di vista (e di fama) da anni. Dopo un
lunghissimo minuto immobile,
ho
chiamato un amico comune e mi sono fatto dare il suo numero; dopo tre
giorni l’ho chiamato: “sono curioso di sapere la tua storia: me
la racconti?”.
I
mesi seguenti ho incontrato almeno altri dieci ragazzi che hanno
giocato nelle Giovanili di grandi squadre ma per nessuno ho provato
grande interesse o empatia.
Un
giorno, un conoscente mi ha detto: “se vuoi raccontare queste
storie, devi sentire Caterini”.
Poi,
mi sono ricordato che a Trastevere c’era un ragazzo che anni prima
divideva la maglia numero 10 con Totti e che il capitano lo andava
spesso a trovare a casa: tale Daniele Rossi.
Non
posso dire che sia stato semplice convincere i ragazzi a superare le
diffidenze verso uno strano regista, abbastanza simpatico ma forse
troppo curioso.
Qualcosa
però è successo, per far dire a uno di loro,
settimane dopo: “Magari torno per qualche ora sotto i
riflettori. C’ero abituato ai riflettori, ci sono stato per anni,
all’improvviso si sono spenti. Quando
iniziamo?”.
L’aspetto
che più mi ha convinto a raccontare queste storie è stato il
rendermi conto che mentre io a 17 anni sceglievo dove andare in
vacanza, loro prendevano decisioni che avrebbero cambiato le loro
vite; che a 25 avevano gia’ una vita alle spalle; che a 35 sono
uomini con qualcosa da insegnare.
Non
ho utilizzato alcuna voce off – che avrebbe aiutato certi passaggi
drammaturgici - perché
ho
voluto che queste vite fossero raccontata solo dalle loro voci, da
quelle dei loro genitori e dei loro
allenatori.
Avrei
voluto fare tre film diversi; avrei anche voluto essere un po’ piu’
distaccato ma è stato impossibile.Meno male. Zero a Zero non è ciò
che diceva Marco, mentre ridendo mi presentava
ai
suoi amici e allenatori: “lui è Paolo, sta facendo un film sui
falliti”.
Non
è neanche un film sulla vittoria o sulla sconfitta.
È
una parte di una partita ancora da giocare.
Un documentario, Zero a Zero, che verrà proiettato mercoledì prossimo, 29 Gennaio, presso l'Associazione Culturale Apollo 11, sita in via Nino Bixio 80b a Roma alle 21 e che merita assolutamente di essere visto.
Sperando di fare cosa gradita, allego qui il trailer del documentario.
Rüdiger Franz Gaetano
Herberhold
Nessun commento:
Posta un commento