Cari amici,
con oggi prende il
via qui in pagina una nuova rubrica quotidiana, PUNTI & SPUNTI.
In questo spazio affronteremo quotidianamente uno dei principali
argomenti della giornata o della settimana e mi ci terrei veramente
molto potesse diventare uno spazio di confronto sui singoli
argomenti, un po' come è sempre stato finora qui in pagina fan.
Uno spazio dove, a
differenza di alcuni post che ho letto negli ultimi tempi, non vorrei
fosse la maleducazione e l'arroganza a prevalere, ma uno spazio dove
poter esprimere in modo CIVILE ed EDUCATO le proprie opinioni. A
volte saremo d'accordo, a volte meno, ma quello che vorrei in questo
spazio è che non mancasse mai una cosa: il RISPETTO reciproco. Anche
quando non la pensiamo nella stessa maniera.
L'argomento
che ho scelto per inaugurare questa nostra rubrica è subito assai
delicato. Avrei potuto scegliere un argomento molto più leggero ( e
non ne sarebbero mancati!), e invece vorrei
soffermarmi un momento su quanto successo ieri in occasione del derby
tra SALERNITANA-NOCERINA nel girone B della 1° divisione del
campionato di LEGA PRO. Un'occasione per fare anche una
considerazione un po' più ampia, e su cui mi piacerebbe potessimo
confrontarci tutti insieme come dicevo sopra in modo civile ed
educato.
Da un po' di tempo a
questa parte ho la sensazione che il calcio stia sempre più
mettendosi nelle mani di pseudotifosi o teppisti (chiamateli come
volete), che nulla hanno a che vedere con i veri tifosi, con insomma
i veri appassionati di calcio.
Per carità, anche in
passato poteva capitare di assistere a qualche sfottò tra le curve
(e fin qui non ci sarebbe nulla di male, essendoci sempre stati nel
mondo del calcio), ma la sensazione che ho, sempre più forte, è che
in tal senso si stia sempre più tirando la cinghia. Con la
sensazione che prima o poi la cinghia si strappi del tutto,
rompendosi in maniera inesorabile.
Se ci fate caso, negli
ultimi 20-30 anni, abbiamo cominciato ad assistere sempre più a una
vera e propria escalation della violenza. Dai classici sfottò in
curva nel corso degli anni sono cominciati a venir fuori delle vere e
proprie offese quali il tristemente divenuto celebre coro “Lavali
Vesuvio”, le offese riferite alle vittime della strage di Superga,
le offese riferite alle vittime dellastrage dell'Heysel, le offese
nei confronti dell'attuale dirigente juventino Gianluca Pessotto, e
altre atrocità varie.
Non solo. Quello che una
volta era un vero piacere (andare a vedere una partita con le proprie
famiglie allo stadio)
si sta purtroppo trasformando più in molti casi in una vera e
propria guerriglia urbana. Per fortuna, in molte realtà è ancora
possibile poter assistere serenamente a una partita di calcio, ma non
sempre purtroppo è così. Mi ricordo quando 18 anni fa con sincera
e profonda tristezza venne data notizia della morte del tifoso
genoano Vincenzo Spagnolo, ucciso a coltellate dall'ultras del Milan,
Simone Barbaglia fuori dallo stadio Marassi. Quello che all'epoca
poteva essere un gesto isolato, la lotta tra alcuni ultras, purtroppo
è sempre più divenuta una triste abitudine. In occasione dei match
clou non mancano notizie di accoltellamenti di fronte o comunque nei
pressi dello stadio come nel caso del derby romano ma non solo; come
ad esempio è successo ieri allo Juventus Stadium dopo il solito coro
relativo al Vesuvio da parte di alcuni pseudotifosi juventini, il
lancio di seggiolini e porte dei bagni svolto da altrettanti
pseudotifosi napoletani, con 4 tifosi bianconeri ricoverati in
ospedale. E tutto questo, cari amici, per una partita di calcio!!!
Ma
il peggio, purtroppo, era già avvenuto. E qui arriviamo al derby di
ieri tra Salernitana e Nocerina.
In
seguito alla rivalità abbastanza forte tra le due tifoserie il
Prefetto aveva vietato l'accesso allo stadio Arechi da parte dei
tifosi della Nocerina, per paura potessero verificare degli scontri
all'interno dello stadio. Ebbene, cosa hanno trovato di meglio da
fare alcuni pseudotifosi della Nocerina (i veri tifosi sono
tutt'altra cosa)? Vanno a minacciare di morte i giocatori della
Nocerina e i loro parenti nel caso in cui i giocatori fossero scesi
in campo. La società a questo punto avverte immediatamente il
Prefetto, che invità la squadra a stare calma, e rinvia 'inizio
della partita di 40 minuti circa. Arriviamo così all'inizio del
derby, che vedrà la gara fermarsi dopo venti minuti, la vittoria a
tavolino per la Salernitana, in quanto la Nocerina cambia ben 3
giocatori dopo 1 minuto di gioco, e in quei venti minuti si fanno
male ben 5 giocatori su 11, e alcuni ultras della Nocerina che
festeggiano in piazza tranquillamente come avessero vinto gridando
“Abbiamo vinto noi”.
Purtroppo
questa volta hanno vinto loro, ma a perdere non è stata solo la
società Nocerina, con le dimissioni dell'intero staff societario e
tecnico, non è stata solo la Lega Pro.
No,
cari amici: purtroppo a perdere è stato l'intero calcio italiano.
Purtroppo anche ieri abbiamo assistito all'ennesima conferma di come
un branco di teppisti possa condizionare una partita di calcio. E
questo è un segnale purtroppo pericoloso per il nostro calcio. E la
cosa che mette veramente rabbia è che in tutto questo le società
stanno ferme. Non si sa se per interesse (a chi conviene mettersi
contro gli ultras) o per effettiva impotenza.
Se
c'è qualcuno che perde in tutto questo andazzo, alla fine sono
proprio loro: i Tifosi con la T maiuscola, o meglio ancora i veri
appassionati di calcio, che magari vorrebbero andare allo stadio a
seguire la partita con la propria famiglia e per tifare serenamente i
propri idoli, e che invece purtroppo non possono per paura che
succeda loro qualcosa e che, come successo in passato in occasione di
un GENOA-SIENA, siano costretti a scappare a gambe levate dallo
stadio stesso.
Intendiamoci:
la mia non vuole una sparata a zero a presicndere nei confronti del
mondo Ultras, né fare una pericolosissma generalizzazione, perchè
per fortuna ci sono Ultras e Ultras.
Anche
all'interno della tifoseria di una singola squadra di calcio ci
possono essere infatti schiere di Ultras più pacifiche e impegnate
anche in alcuni casi in iniziative veramente molto lodevoli (e a cui
ci farebbe anche piacere dare spazio),
e schiere più “estreme”, per cui non si può fare tutto
d'un'erba il fascio.
Una
cosa, comunque è certa, e qui vado a concludere: non si può più
andare avanti così. Una partita di calcio non può continuare ad
essere uno stato di guerriglia urbana. Non importa per quali motivi,
ma non si può continuare così. Il rischio, sempre più concreto,
sempre non lo abbiamo già raggiunto, sarebbe quello di un vero e
proprio allontanamento della tifoseria quella buona, quella più
civile ed educata dagli stadi. E in quel caso non avrebbe vinto
nessuno, ma un po' avremmo perso tutti. E in particolare avrebbe
perso lui: quello sport che tanto amiamo, e che tanto ci fa
emozionare e sognare. Insomma: il calcio.
Rüdiger
Franz Gaetano Herberhold
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