Cari amici,
in questi giorni di riposo forzato da
Internet e da Facebook, dando una guardata a diversi newsmagazine, mi
ha molto colpito la storia di un giovane ragazzo austriaco,
colpevolmente ignorata dai principali media sportivi italiani (a eccezione di EXTRA TIME della GAZZETTA DELLO SPORT), e che
a giudizio di chi scrive rappresenta non solo una bellissima lezione
di vita, ma anche e soprattutto una bellissima dimostrazione di come
lo sport possa essere l’incentivo, la motivazione a non mollare
mai. Anche quando le montagne sembrano insormontabili.
Il protagonista di questa nostra storia
è un ragazzo austriaco di 21 anni, MARTIN HOFBAUER, impiegato nel
settore dell'agricoltura meccanica e grande appassionato di calcio,
cresciuto a GSCHAID, un piccolo paesino che si trova vicino GRAZ.
Il sogno di Martin è quello di
diventare calciatore, e così riesce ad entrare nella squadra locale,
l’UFC MIESENBACH, che milita nel campionato dilettanti della
Stiria.
Due anni fa, nel 2011, a soli 19 anni,
improvvisamente la storia di Martin cambia. Durante una partita di
calcio avverte un dolore al piede destro. Un dolore che, partita dopo
partita, si fa sempre più intenso. Un ortopedico consiglia al
ragazzo di mettere un plantare, ma il dolore resta stabile, non
passa.
Nel novembre 2011 Martin si sottopone
così a una biopsia: il verdetto purtroppo è molto duro. La biopsia
avrebbe purtroppo rivelato un tumore alle ossa del piede destro di
ben 13 cm. Il ragazzo inizia, a questo punto, la chemioterapia, ma il
dolore al piede destro resta implacabile nonostante il tumore sia
stato ridotto a 5 cm.
Nel marzo 2012 i medici decidono così
di amputare la parte inferiore della gamba destra dal polpaccio in
giu. In seguito all’amputazione del piede destro sparisce il
fortissimo dolore e con esso, purtroppo, il sogno di Martin di
giocare a calcio.
Quest’ultimo, però, non demorde. Il
suo sogno è quello di tornare a giocare a calcio. Ed è intenzionato
a realizzarlo. Anche se con una gamba imputata.
Martin ricorda infatti la storia di uno
sciatore austriaco, MATTHIAS LATZINGER, che nel 2008, in seguito a
una caduta, subì l’amputazione di una gamba, ma che in seguito
divenne campione paralimpico. Decide così di incontrare LATZINGER.
L’incontro tra i due sportivi, grazie
all'interessamento di un compagno di squadra di Martin, così avviene
e in questa occasione lo stesso LATZINGER incoraggia il ragazzo a non
mollare, dicendogli che quanto prima indossando una protesi sarebbe
potuto tornare a giocare a calcio, realizzando così il proprio
sogno.
Nel maggio 2012 Martin indossa così la
protesi e man mano comincia prima a provarla e poi a prenderci sempre
più abitudine.
A settembre torna ad allenarsi con i
suoi compagni di squadra sempre nel MIESENBACH, che lo ha aspettato
in questi mesi, e un mese dopo, a Ottobre, durante la partita di
rientro, segna persino un goal.
Sembrerebbe tutto fatto, il superamento
del brutto momento, il ritorno in squadra, il goal al rientro… E
invece manca ancora qualcosa.
Martin non vuole nascondere la sua
protesi, inizialmente coperta sia dal calzettone che dalla tuta, ma
non vuole neanche che la squadra possa rischiare una qualunque
sanzione per colpa sua. Così decide di inviare una richiesta alla
FIFA.
Tre mesi fa, a Marzo, la risposta
ufficiale: la FIFA autorizza MARTIN a poter giocare con la protesi, a
patto che essa non rappresenti un pericolo né per il giocatore
stesso, né per i suoi compagni di squadra, né per i suoi avversari,
e che venga verificata dall’arbitro prima dell’inizio della
partita.
Una storia, quella di Martin, che ci
insegna quanto la forza di volontà possa essere fondamentale nel
superare u brutto momento, ma ancor più ci dimostra il ruolo
positivo che può assumere lo sport e il calcio, se vissuto
serenamente.
Rüdiger Franz Gaetano
Herberhold
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