Lo stadio CIBALI di CATANIA. |
Clamoroso al Cibali! Quante volte ci è
capitato di ascoltare questa celeberrima affermazione per evidenziare
la vittoria da parte di una squadra data per sfavorita alla vigilia
di una data partita, o comunque un risultato assolutamente
inimmaginabile. Dietro questa frase, pronunciata per la prima volta
alla radio, il 4 Giugno 1961 durante un CATANIA-INTER, si nasconde
una storia. Una storia in cui a prevalere, come vedremo, sono i
sentimenti di una squadra di calcio, il Catania, ferita
nell’orgoglio che poi si prenderà la sua rivincita. A quella
squadra di calcio e alla sua storia è dedicata questa puntata
storica di SPUNTI DI SPORT.
PROLOGO.
Prima di raccontare quanto accadde
quella Domenica 4 Giugno 1961, dobbiamo fare idealmente con la nostra
macchina del tempo un ulteriore passo indietro.
Domenica 29 Gennaio 1961. Allo Stadio
San Siro di Milano si affrontano nella 17° e ultima giornata del
girone di andata l’INTER, guidata da HELENIO HERRERA, e il
neopromosso CATANIA, guidato da CARMELO DI BELLA. Si tratta di una
sfida di alta classifica, essendo l’INTER in testa alla classifica,
e il CATANIA terzo, a due punti dal battistrada nerazzurro. In ballo
il titolo di campione d’inverno. La partita si rivelerà una vera e
propria debacle per la formazione etnea, che perse 5-0 contro i
nerazzurri, e con ben 4 autoreti! L’Inter passò in vantaggio al
13° con MORBELLO,. Tra il 30° e il 42° minuto ben due autoreti del
giocatore del CATANIA, GIAVARA, fissarono il punteggio sul 3-0
nerazzurro. Nella ripresa, proseguì la debacle catanese con altre
due autoreti, realizzate al 69° da GRANI, e all’81° da CORTI che
fissarono il punteggio sul 5-0 finale a favore degli uomini allenati
da HERRERA.
Queste le immagini di quella gara.
Al termine della gara il tecnico
nerazzurro definì la formazione etnea una squadra di telegrafonici.
Questo provocò una forte rabbia da parte dei giocatori rossoazzurri.
Come raccontò qualche anno fa MEMMO PRENNA, centrocampista e leader
di quel CATANIA, "per come avevamo giocato Herrera forse
aveva pure ragione, quattro autoreti sono un po’ troppe. Ma ci
siamo guardati in faccia promettendoci vendetta".Sentimento,
la vendetta nei confronti dell’INTER, che traspare anche dalle
dichiarazioni di MARIO CASTELLAZZI "Eravamo un gruppo unito,
Prenna era un vero capitano anche fuori dal campo. Ci invitava a casa
sua, eravamo decisi a vendicarci”). Una vendetta, quella del
CATANIA, che sarebbe arrivata molto prima del previsto.
LA RIPETIZIONE DI JUVENTUS-INTER.
Come non bastasse la voglia di
rivincita della società etnea, un'ulteriore questione caratterizza
la vigilia di CATANIA-INTER: la ripetizione di JUVENTUS-INTER. E qui
bisogna aprire un'ulteriore parentesi.
Grazie a un brillante girone di
ritorno, la JUVENTUS era riuscita a passare in testa alla classifica
e con 4 punti di vantaggio sull'INTER, seconda in classifica. Il 16
Aprile 1961 si giocò, al Comunale di Torino, lo scontro diretto tra
le due formazioni. Una gara decisiva anche ai fini del campionato. Se
avesse vinto la Juve, i bianconeri sarebbero passati a + 6
sull'Inter, chiudendo praticamente il campionato. Se avesse invece
vinto l'Inter, i nerazzurri di Herrera si sarebbero riportati a 2 punti dalla JUVENTUS e
riaperto quindi il campionato. C'è grandissima attesa tra i tifosi
bianconeri per questa partita. Forse anche troppa, a tal punto che il
Comunale è talmente zeppo di gente (circa 10.000 persone in più di
quante effettivamente ospitabili) venuta a vedere la partita che ben
quattro ingressi dello stadio cedono, e la gente si sistema ai bordi
del campo, in modo da poter assistere alla gara. L'Inter chiede di
non giocare, ma l'arbitro Gambarotta fu irremovibile: si gioca
ugualmente. Dopo però la prima mezz'ora, e sul punteggio di 0-0,
l'Inter chiede e questa volta ottiene la sospensione della gara, e la
vittoria a tavolino. La Juventus non ci sta e presenta un ricorso.
Nel frattempo l'Inter rimonta nei confronti della Juventus. Arriviamo
così all'ultima giornata di campionato, in programma il 4 Giugno
1961, con INTER e JUVENTUS a pari punti con l'INTER impegnata a
CATANIA in una sfida dall'esito apparentemente scontato, e la
JUVENTUS impegnata in casa contro il BARI.
Alla vigilia della sfida contro il
CATANIA, il 3 Giugno, ecco il colpo di scena: la Commissione
d'Appello accetta la tesi difensiva della JUVENTUS. Secondo
l'avvocato VITTORIO CAISSOTTI DI CHIUSANO, che rappresentò la
società bianconera, non
solamente, infatti, l’invasione è stata pacifica ma la Juventus
non aveva la minima responsabilità oggettiva per quanto accaduto in
quanto non aveva venduto più biglietti di quelli consentiti. Questo
comportò non solamente il fatto che l'INTER di fatto tornò a -2
dalla JUVENTUS (JUVENTUS 46 punti; INTER 44), ma anche il fatto che
la partita venisse rigiocata il successivo 10 Giugno. Una decisione
che generò, inutile dirlo, numerose polemiche, alimentate anche dal
fatto che all'epoca Umberto Agnelli fosse non solo presidente della
JUVE, ma anche della FEDERCALCIO.
LA
RIVINCITA DEL CATANIA.
Una formazione tipo del CATANIA 1960/61. |
Polemiche
o non polemiche, quindi, il 4 Giugno 1961 CATANIA e INTER scesero in
campo allo stadio CIBALI di CATANIA. Per i nerazzurri l'assoluta
necessità di vincere, in modo tale da potersi giocare lo scudetto
nel recupero della gara contro i bianconeri il successivo 10 Giugno.
Queste
le formazioni che scesero in campo agli ordini del signor DE MARCHI
di FROSINONE.
CATANIA:
Gaspari,
Michelotti, Giavara, Ferretti, Grani, Corti, Cacelfo, Biagini,
Calvanese, Prenna, Castellazzi.
INTER:
De
Pozzo, Picchi, Facchetti, Bolchi, Guarnieri, Balleri, Bicicli,
Lindskog, Firmani, Corso, Morbello.
La
partita, visto anche il 5-0 dell'andata, sarebbe dovuta essere una
formalità per gli uomini di HELENIO HERRERA. Nessuno però tenne
conto della voglia di rivincita, o meglio di vendetta, degli uomini
di DI BELLA, desiderosi di far pagare ai nerazzurri l'umiliazione
subita nella gara di andata. Come già scritto all'inizio, brucia
troppo ai giocatori, sia quel 5-0 subito all'andata, sia quella
dichiarazione di Herrera, che, come già scritto, aveva definito i
giocatori etnei come una squadra di telegrafonici. E così i
giocatori alla vigilia della sfida decidono di preparare da soli la
sfida tenendo fuori persino i dirigenti e il loro allenatore, DI
BELLA. Troppa la voglia di vendetta, troppa la voglia di rivincita.
Come
racconta l'allora terzino del CATANIA, MICHELOTTI in un articolo
uscito qualche anno fa sulla GAZZETTA, "Qualche giorno prima
della partita vennero i dirigenti ad offrirci un premio doppio
se avessimo lasciato vincere l’Inter. Ci alzammo tutti in piedi:
'No, ci dispiace. Ce la giochiamo'. E giocammo alla morte". E
così fu. I giocatori catanesi giocarono la partita della vita contro
l'INTER, e battendo di fatto tutti i pronostici che la vedevano
perdente contro l'INTER, riuscirono a vincere contro i nerazzurri,
probabilmente anche storditi dalla decisione di far ripetere la
partita contro la JUVENTUS, battendoli per 2-0, grazie alle reti
segnate al 25° da Castellazzi ( "Me lo ricordo benissimo,
respinta della difesa dell’Inter, stop di petto e tiro a volo
all’incrocio, Me ne annullarono un altro, presi una traversa.
Poteva finire anche 4-0", questo il ricordo del giocatore), e al
70° da Calvanese ("Ricordo che fu un golazo, anche se ho
dimenticato come si sviluppò l’azione", il ricordo del
giocatore).
Per
l'Inter questa sconfitta rappresentò una vera e propria mazzata, in
quanto, in virtù del pareggio casalingo della JUVENTUS contro il
BARI e la loro contemporanea sconfitta, fu la JUVENTUS ad
aggiudicarsi lo scudetto. La ripetizione della sfida ormai andava
fatta, ma ai fini del campionato non serviva più a nulla. Così,
anche per polemica nei confronti della decisione presa, l'INTR mandò
in campo contro la JUVENTUS la formazione PRIMAVERA. Per dovere di
cronaca, la JUVENTUS battè l'INTER 9-1. Da segnalare, però, che se
quella partita rappresentò la partita di addio per l'allora
giocatore della JUVENTUS, GIAMPIERO BONIPERTI, in casa INTER fece il
suo esordio, bagnato peraltro con una rete, un giovanissimo SANDRO
MAZZOLA. Ma questa, come direbbe, MICHAEL ENDE, è un'altra storia.
CLAMOROSO
AL CIBALI: CHI A DIRLA?
Dunque,
la celeberrima frase CLAMOROSO AL CIBALI venne detta alla radio il 4
Giugno 1961 per commentare la clamorosa e inaspettata sconfitta
dell'INTER contro il CATANIA. Ma chi fu a pronunciarla? A distanza di
52 anni, rimane un mistero. Nel 1961 la divisione radiofonica della
RAI non registrava come oggi le proprie radiocronache, per cui non si
sa chi fu l'autore di questa espressione divenuta ormai celebre. I
più sostengono che fu SANDRO CIOTTI, c'è chi, come EZIO LUZZI,
sostenne che si trattò di NICCOLÒ
CAROSIO.
Sperando
di farvi cosa gradita, andiamo a vederci questo filmato, in cui le
grandi voci di TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO (passando da
RICCARDO CUCCHI, a CLAUDIO FERRETTI, da EZIO LUZZI a LUIGI COPPOLA,
all'indimenticabile ALFREDO PROVENZALI) raccontano quell'episodio.
Indipendentemente,
però, da chi fu a dire quella frase, CLAMOROSO AL CIBALI, resta
un'interiazione arrivata intatta fino ai giorni scorsi, anche se
inevitabilmente legata a quel CATANIA-INTER di 52 anni fa.
Rüdiger
Franz Gaetano Herberhold
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