Il campione olimpico dei 50 Km di marcia a PECHINO 2008, ALEX SCHWAZER, protagonista del caso di doping che ha coinvolto lo sport azzurro in queste ore. |
Una
grande delusione. Questa è la sensazione che si avverte
maggiormente tra i tifosi azzurri e non solo al termine della
giornata odierna. Una giornata che, a dire il vero, era stata foriera
di medaglie per gli Azzurri con l'ORO di NICCOLÒ CAMPRIANI nella carabina 50
metri, con l'ARGENTO di MASSIMO FABBRIZI nella FOSSA OLIMPICA TIRO AL
PIATTELLO, e con il bronzo negli ANELLI di MATTEO MORANDI. Era dai
tempi di YURI CHECHI, con il bronzo ad ATENE 2004, che l'ITALIA non
era più andata a medaglia per quanto concerne gli anelli.
Una giornata di
festa per i colori italiani, purtroppo rovinata nel pomeriggio dalla
notizia di un atleta italiano coinvolto in un caso di doping. Un
atleta italiano peraltro che sarebbe dovuto partire per Londra
proprio in queste ore.
Appena comincia
a giungere questa notizia, subito dal CONI giunge questo comunicato.
"Il
presidente, Giovanni Petrucci, sentito il capo delegazione, Raffaele
Pagnozzi, ha disposto l'esclusione immediata dalla squadra olimpica
di un atleta che non è ancora giunto a Londra. Per tale atleta
infatti il CONI ha ricevuto nel primo pomeriggio di oggi una notifica
di esito avverso per un controllo antidoping disposto precedentemente
dalla WADA. Il capo gruppo della disciplina interessata è stato
prontamente informato dal Coni per gli adempimenti di conseguenza".
Solo
nel tardo pomeriggio è arrivata fuori la notizia che nessuno si
sarebbe mai immaginato:ad essere coinvolto in un caso di doping è
proprio lui, ALEX SCHWAZER. L'atleta da cui meno ce lo saremmo
immaginato.
A confermare le indicrezioni che nel
frattempo stavano cominciando a filtrare, è proprio lui, con una
telefonata all'ANSA. «Meglio che non mi chieda come sto, ho
sbagliato... Volevo essere più forte per questa Olimpiade, ho
sbagliato. La mia carriera è finita».
IL CONTROLLO WADA.
Dunque, è proprio
lui, ALEX SCHWAZER, il campione olimpico dei 50 km di marcia a
PECHINO 2008, l'atleta italiano che non avrebbe superato il controllo
antidoping. Con maggior precisazione, SCHWAZER è risultato positivo
a marker o a metaboliti dell'EPO in un test effettuato dalla WADA a
sorpresa lo scorso 30 LUGLIO a OBERSTDORF in GERMANIA, nella
residenza della fidanzata dell'atleta, la pattinatrice azzurra
CAROLINA KOSTNER.
I PRIMI COMMENTI.
Dopo aver appreso
la notizia che era stato SCHWAZER l'atleta azzurro coinvolto nel caso
di DOPING, non sono mancate le prime dichiarazioni, a cominciare dal
presidente del CONI, GIANNI PETRUCCI, che da casa ITALIA a LONDRA,
ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.
"È una pagina che non avrei
mai voluto vivere. Risultati esaltanti, medagliere importante, tutto
stava filando per il verso giusto, ma questa è stata una notizia che
ci ha ferito. In due ore abbiamo deciso con Pagnozzi, ma non siamo
eroi o fenomeni. Siamo persone normali, serie e corrette. L'avevamo
detto: meglio medaglie in meno ma pulizia. L'onestà e la bontà non
sono un optional, abbiamo solo fatto il nostro dovere. Certo è una
notizia che farà il giro del mondo visto che parliamo del campione
olimpico uscente".
Rabbia
e amarezza nelle dichiarazioni del presidente della FIDAL
(FEDERAZIONE ITALIANA DI ATLETICA LEGGERA), LUCA ARESE. «Meglio
una medaglia in meno ma combattere questa situazione. È un bene aver
fermato Alex Schwazer prima della gara, così che la lotta al doping
ne esce rafforzata. Ha avuto se non altro il buon gusto di tenere
fuori la Fidal. Resta comunque il fatto che lui è un campione
olimpico, una di quelle figure che sono da esempio per tutti. Per
questo bisogna essere duri con chi commette errori del genere. Mi
dispiace ma nello sport non si può barare, anche se dobbiamo dargli
atto di aver riconosciuto le sue responsabilità. E' un grave errore
che gli costerà caro anche come persona. Non so dire che cossa possa
averlo spinto a questo: si allenava tanto, non capisco veramente, non
ne aveva bisogno. Gli auguro di sapersi riprendere".
Durissimo
il commento del suo allenatore, MICHELE DIDONI. "Meno
di un'ora fa Schwazer mi ha chiamato e mi ha detto che aveva una
notizia brutta, il fermato per doping è lui. Non ho neppure voluto
chiedergli perché l'ha fatto: non ci sono giustificazioni. A 28 anni
si è uomini, non più ragazzi. Alex deve crescere e cambiare vita.
Mi ha telefonato, continuava a ripetere puerilmente mi prendo tutte
le responsabilità senza capire che il suo gesto ricadrà su tanti.
Come il sottoscritto in quanto suo allenatore, la federazione, l'arma
dei carabinieri. Senza dimenticare i suoi cari, sua mamma oggi stava
per essere portata al pronto soccorso per la tensione del momento.
Mi sono fidato di lui, mi ha preso in giro, pensare che alcuni mesi
fa gli ho messo in braccio mia figlia Micol per il battesimo. Deve
crescere come persona altrimenti si troverà in difficoltà nella
vita".
Una delusione veramente forte anche per
tutti i suoi fan che, non appena hanno appreso la notizia, hanno
cominciato a riempire siti e social network insultando l'atleta
azzurro.
Una delusione, che non solamente ha
messo sotto choc l'intero sport azzurro alle OLIMPIADI, ma che
sopratutto pone diversi dubbi nelle menti degli appassionati di
sport: fino a che punto può essere credibile lo sport se anche in
discipline extracalcistiche come l'atletica cominciamo ad assistere
ad episodi come quello di oggi? Ai posteri l'ardua sentenza.
Rüdiger
Franz Gaetano Herberhold
Nessun commento:
Posta un commento