Cari amici,
si dice sempre che gli occhi dei
bambini siano in grado di vedere o trasmettere quelle cose che magari
noi adulti non diciamo loro, per protezione, o per affetto nei loro
confronti. Basta uno sguardo, vedere un volto, una espressione, e
loro riescono subito a capire, anche senza parlare, quale espressione
o stato d’animo possa esserci in quella data situazione. E magari
usano anche un disegno per esprimere una sensazione, un dato di
fatto, che magari nessuno ha detto loro, ma che essi, attraverso un
momento, o un’immagine hanno intuito.
Prendiamo il disegno sopra raffigurato.
Raffigura una casa e sopra di essa, due angeli:una donna, e un
angioletto più piccolo. Quanta tristezza c’è dietro questo
disegno… La tristezza che deve aver suscitato anche nel Presidente
della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO, che si dice si sia commosso nel
vedere questo disegno, un disegno che purtroppo, nella sua crudezza,
descrive quanto vissuto dal piccolo LEONARDO.
LEONARDO stava in casa quella
maledetta sera del 29 Giugno 2009, quando purtroppo una esplosione di
una cisterna di GPL ha portato purtroppo in via Ponchielli, e in via
Porta Pietrasanta, lo scenario di una tragica rappresentazione,ha
portato via quasi tutta la sua famiglia, perdendo sua madre, e il
fratellino più piccolo. Ha rischiato di perdere anche suo padre il
piccolo Leonardo, ma per fortuna suo padre ora sta meglio, e ha
potuto ricominciare a occuparsi di lui.
Sono passati ormai tre anni, cari
amici, da quella maledetta notte del 29 Giugno 2009, quando il treno
merci 50325, proveniente da TRECATE, e diretto a GRICIGNANO,
contenente quattordici cisterne di gas GPL, deragliò nella stazione
di VIAREGGIO, portando con se morte (32 vittime) e distruzione.
Tre anni in cui la città ha provato
faticosamente a risollevarsi da quella immane tragedia, ma la ferita
resta ancora impressa dentro ognuno di noi.
Un 29 Giugno, che purtroppo già in
passato aveva portato profonda tristezza nel cuore dei viareggini
(come non dimenticare il 29 Giugno 1960, quando un immenso incendio
distrusse i vecchi hangar, tra via Machiavelli, e via Cairoli, nella
prossimità della stazione ferroviaria). Allora, però,
fortunatamente la città si seppe rialzare, e il Carnevale ritornò
nel 1961 più bello di pria, un conto è dover convivere con il
dolore della perdita di una persona cara.
Eppure, sembrava una sera come tante
altre…
Non dimenticherò mai quello stridio di
freni del treno merci, così forte come non avevi mai sentito in
passato. Quante volte avevi sentito frenare un treno merci, ma mai
con quella intensità, a tal punto che non si riusciva neanche a
sentire cosa dicesse la televisione. Poi il silenzio. Poco dopo, vedi
muoversi leggermente le carrozze del merci e poi una nuova frenata.
Non puoi immaginarti che in realtà una tragedia c’è già stata,
con il merci che ha già deragliato, e quel muoversi leggero del
merci, non è un ripartire del treno, ma è uno staccare
disperatamente la motrice dalle cisterne da parte dei ferrovieri che
viaggiavano su essa. Ormai una cisterna delle 4 deragliate è già
collassata a terra, e andando a terra, ha beccato in pieno un
picchetto, che l’ha completamente trinciata, con il GPL, che esce
senza pietà sul terreno, e si propaga nei dintorni. Nessuno può
immaginare che in quell’attimo in silenzio, in realtà i due
ferrovieri stiano correndo disperatamente verso il muro della
stazione, e, scavalcandolo, si fossero diretti disperatamente verso
il primo edificio abitato, la CROCE VERDE, chiedendo aiuto,
segnalando che una cisterna sta perdendo GPL, e che rischia di
saltare tutto da un momento all’altro. Pochi minuti dopo, una serie
di sinistre esplosioni, eccheggiano nella città di Viareggio,
portando con se fuoco, morte e distruzione.
Non ve lo nascondo, amici miei: quando
sentii quelle esplosioni, di cui addirittura in grado di far tremare
il vetro della balcone della sala, pensavo si trattasse di qualcuno
che avesse usato dei fuochi d’artificio un po’ più forti. Non mi
sarei mai immaginato di vedere, dirigendomi verso il balcone, una
stazione illuminata a giorno, con una luce rossastra nell’aria, che
aveva quel non so che di sinistro. E poi, girandomi a destra,verso
via BURLAMACCHI, un grosso spavento:delle fiamme molto alte, che
sembravano quasi mangiare gli alberi circostanti. Nel frattempo,
senti correre lungo il condominio le persone che abitano le mansarde,
terrorizzate. E poi, la persona che stava sul tuo stesso piano, dire
“C’è stato un grosso scontro tra treni all’altezza della
sottostazione elettrica.”
Solo poche ore dopo, guardando via
Internet, tramite cellulare, scoprii l’amara verità, con le sirene
delle ambulanze, e dei vigili del fuoco che passavano di continuo
lungo la strada, e con il numero delle vittime che purtroppo cresceva
ora in ora sempre di più.
Per la città di VIAREGGIO, amici miei
carissimi, è stato un bruttissimo colpo, colpo che la città ha
cercato di affrontare stando tutti uniti. Purtroppo 32 persone hanno
perso la vita, ma è come se tutti noi avessimo perso qualcosa.
E in questi momenti, veramente molto
difficili, anche lo sport ha voluto dare il suo contributo, a
cominciare dal calcio, con l’ESPERIA VIAREGGIO, che, al suo primo
campionato di PRIMA DIVISIONE, ha voluto ricordare la strage della
stazione, ospitando per tutta la stagione il disegno sopra
raffigurato del piccolo LEONARDO PIAGENTINI.
Ma ancor più bello e toccante è stato
quanto accaduto un anno fa, Martedì 7 Giugno. In una giornata di
festa per l’hockey viareggino, con la conquista del primo scudetto
in assoluto della storia del CGC VIAREGGIO, i fratelli ALESSANDRO e
MIRKO BERTOLUCCI hanno voluto dedicare la vittoria dello scudetto ai
familiari delle vittime della strage della stazione, un gesto che gli
stessi familiari hanno fortemente apprezzato, perché, anche nei
momenti più belli, quale può essere la vittoria dello scudetto, il
pensiero è andato a quei 32 angeli della nostra città, che
purtroppo hanno perso la vita ingiustamente.
Siamo ormai arrivati, amici, al 29
giugno 2012, al terzo anniversario della strage della stazione.
Questa sera, alle 21:15 partirà dal piazzale della stazione
ferroviaria il lungo silenzioso corteo, che, dopo una breve sosta
alle 21:45 in Piazza Mazzini (sul lungomare della Passeggiata )per
alcuni interventi e ripartenza intorno alle 22:15 circa, si recherà
intorno alle 23:15 nel parcheggio della Pam, nei pressi del luogo
della tragedia, dove alcuni bambini leggeranno alcune poesie in
ricordo delle 32 vittime di cui verranno ricordati i nomi,e poi
aspetterà lo scoccare delle 23:48, ora della tragedia.
Una città che tutta unità, si
ritroverà per non dimenticare quella tristissima notte, ma che al
contempo leverà un unico grido unanime, affinché la città, ma
soprattutto i familiari delle vittime possano finalmente avere quella
giustizia che meritano veramente di tutto cuore.
Rüdiger
Franz Gaetano Herberhold
Un ricordo molto intenso e sentito, Ruggero. Comprendo cosa tu abbia provato allora e cosa ancora oggi provi: sono quelle tragedie che segnano per sempre chi le vive da vicino, pur non avendo familiari o amici coinvolti, e che più in generale segnano il tessuto sociale di una città, come capitato a noi di Genova con la recente alluvione e con tutte quelle che l'hanno preceduta, o con gli anni di piombo che dalle mie parti fecero molte vittime. La storia del disegno del bimbo è poi veramente toccante, oltre che estremamente triste: un bambino non dovrebbe mai né vedere né vivere sulla propria pelle una tragedia simile.
RispondiEliminaQuello che sorprende, ma nemmeno tanto conoscendo i meccanismi dei media italiani, è che questa sia diventata una tragedia di serie B: quasi dimenticata, rimossa, rievocata solo a livello locale. Eppure, come tu sottolinei, fu una carneficina. Ma si vede che per fare colpo ci devono essere grandi catastrofi naturali. Discorso simile, e forse anche peggiore, si può fare per la recente sciagura della Concordia: di cui si è parlato fin troppo, al contrario del caso di Viareggio, ma in termini addirittura ironici, con battutine di comici o presunti tali, mentre là sotto ci hanno lasciato la vita decine di persone. Ma l'importante era fare le caricature di Schettino...