La
Formula 1 sbarca in Brasile per la penultima tappa del mondiale 2017.
Teatro della sfida è il circuito di Interlagos, sito
nell'omonimo quartiere di San Paolo, e sede del Gp dal 1973 al 1980
(edizione 1978 esclusa), e poi dal 1990 a oggi, dopo esser stato
riveduto in alcuni tratti (nel 1978, e dal 1981 al 1989 la corsa si è
disputata sul circuito di Jacaparegua, sito a circa 30 Km a sud ovest
di Rio De Janeiro).
Singolare
la disposizione del tracciato (4309 metri da ripetere 72 volte):
seppur in altura (800 m sul livello del mare, dato comunque inferiore
a quello del Gp del Messico), il circuito è situato tra due laghi
artificiali, il Guarapiranga e il Billings: da qui il
nome Interlagos. Lungo il tracciato più volte nel corso degli anni
si sono presentati dei dossi, al punto da costringere lo scorso anno
gli organizzatori a riasfaltare la pista: è molto probabile che
l'origine di questi dossi sia da addebitare proprio alla natura del
terreno così fragile tra i due laghi.
Uno
dei problemi maggiormente emersi nel corso della scorsa stagione (in
particolare in gara) era stata la difficoltà della pista a drenare
l'acqua, in caso di forti piogge. Ricorderete, infatti, le due
interruzioni di gara, e addirittura le 6 safety car
entrate per l'impossibilità da parte di numerosi piloti a tenere la
macchina in pista, andando così in aquaplanning. Proprio per questo
motivo, il Direttore di Gara, Charlie Whiting, ha inviato alle
squadre una nota in cui viene comunicato l'inserimento di ulteriori
canali di scolo proprio nelle zone dove lo scorso anno l'acqua faceva
fatica a defluire: in particolare nel primo settore alle curve 2
e 3, e nell'ultimo alle curve 12, 13, 14 e 15 che portano le
monoposto verso il traguardo.
Passando
a un'analisi rigorosamente tecnica, la pista di Interlagos
richiede un carico aerodinamico medio-alto: se da una parte nel
primo e terzo settore ci sono due rettilinei in cui è necessario
avere la massima velocità, dall'altra nel secondo settore è
fondamentale avere della trazione per poter affrontare al meglio la
serie di curve in successione che caratterizzano questo tratto di
pista.
LA SCELTA
DELLE GOMME.
Come
sempre tre le mescole che la Pirelli porterà in pista:
Supersoft, Soft e Medie (come possiamo vedere dalla grafica uscita
in queste ore sulla pagina Fb del gommista milanese). La scelta
di queste mescole è legata sostanzialmente alle notevoli
sollecitazioni laterali e longitudinali che fanno innalzare al
massimo le temperature delle gomme, non consentendogli mai di fatto
di riposarsi. In particolare, occhio alla posteriore destra:
in gara è quella più sollecitata, e di conseguenza quella
destinarsi ad usurarsi prima.
Da
rilevare anche la differente reazione di comportamento delle mescole
selezionate: mentre la Soft (riconoscibile dalla banda gialla)
è una High Working Range e necessita quindi di temperature di
esercizio piuttosto alte quantificabili tra 115° e 145°, Medie e
Supersoft possono lavorare con una temperatura di esercizio più
basse essendo delle Low Working Range.
Nella
fattispecie la Supersoft lavora con una temperatura di esercizio
compresa tra 85° e 115°, mentre la Media tra 105° e 135°. La
Mercedes che in passato ha dimostrato più volte di avere di
difficoltà a mandare in temperatura le gomme per via dello scarso
grip generato se vorrà fare un buon giro in qualifica dovrà
inevitabilmente scaldare bene le gomme nel primo e secondo settore
del giro di riscaldamento, per poi tirare al massimo dalla mescola
nel terzo settore dalla curva 12-13 in poi in modo da arrivare a
tutta velocità al termine del rettilineo di partenza.
INTERLAGOS E
I TITOLI MONDIALI ASSEGNATI.
Quando
pensiamo a Interlagos, non possiamo non pensare ai titoli mondiali
qui assegnati. Se fino al 2003 la gara veniva disputata tra Marzo
e Aprile, a partire dal 2004 la gara è stata spostata tra Ottobre e
Novembre per evitare il rischio di piogge torrenziali, dopo
quanto avvenuto nell'edizione 2003, con una gara caratterizzata da
numerosissimi incidenti, e vinta in maniera rocambolesca dalla Jordan
di Giancarlo Fisichella.
In
ben 6 occasioni, il titolo iridato si è deciso qui. La prima volta è
stata nel 2005, con Alonso che, arrivando terzo con la sua
Renault dietro alle McLaren di Montoya e di Raikkonen, può
aggiudicarsi matematicamente il suo primo titolo piloti.
Lo
stesso pilota asturiano otterrà il bis l'anno successivo,
conquistando il titolo iridato grazie al secondo posto dietro alla
Ferrari guidata da Felipe Massa, e al quarto posto in rimonta di
Michael Schumacher, nel giorno in cui il campione di Kerpen abbandona
per la prima volta il mondo della Formula 1.
Nel
2007 è la Ferrari a festa festa con Kimi Raikkonen che si
aggiudica il titolo piloti. Fondamentale il gioco di squadra delle
Rosse, con Massa che farà comunque faticare il pilota finlandese
prima di cedergli la posizione. Massa protagonista anche nel 2008:
per un minuto, infatti, è lui a laurearsi Campione del Mondo,
senonchè grazie al doppio sorpasso sulle due Toyota di Trulli e di
Glock, sarà poi Hamilton ad aggiudicarsi il titolo iridato.
Nel
2009 è Jenson Button con la Brawn GP a laurearsi Campione del Mondo
con il quarto posto (dietro alla Red Bull di Webber, vincitore
della gara) e con l'ottavo posto del compagno di squadra Barrichello.
Nel
2012 è infine Sebastian Vettel su Red Bull a conquistare il titolo
iridato a Interlagos con 3 punti di vantaggio sul ferrarista Fernando
Alonso. Il pilota tedesco sarà autore di una rimonta, generata
da un contatto con la Williams di Bruno Senna, il quale tocca la Red
Bull, mandandola in testacoda, e con Vettel costretto a ripartire in
fondo al gruppo. Arriverà 6°, conquistando così i 3 punti
necessari a conquistare il suo terzo titolo iridato.
I MOTIVI
D'INTERESSE.
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Con i due titoli già assegnati (alla Mercedes il Costruttori ad Austin, ad Hamilton il Piloti in Messico) potrebbe risultare quasi difficile trovare un motivo d'interesse. Eppure qualche cosa da raccontare c'è ancora. A cominciare dalla lotta per il secondo posto. Grazie al secondo posto conseguito in Messico, Valtteri Bottas si è riportato a soli 15 punti da Sebastian Vettel, che sempre nella gara messicana ha dovuto dire addio alle sue residue speranze di titolo. Non c'è dubbio che sulla carta il pilota finlandese della Mercedes possa essere indubbiamente motivato, ma è altrettanto vero che con iol nuovo pacchetto aerodinamico introdotto in Malesia, è Hamilton più di lui a trovarsi molto più a suo agio con la monoposto, divenuta più aggressiva da guidare.
Con i due titoli già assegnati (alla Mercedes il Costruttori ad Austin, ad Hamilton il Piloti in Messico) potrebbe risultare quasi difficile trovare un motivo d'interesse. Eppure qualche cosa da raccontare c'è ancora. A cominciare dalla lotta per il secondo posto. Grazie al secondo posto conseguito in Messico, Valtteri Bottas si è riportato a soli 15 punti da Sebastian Vettel, che sempre nella gara messicana ha dovuto dire addio alle sue residue speranze di titolo. Non c'è dubbio che sulla carta il pilota finlandese della Mercedes possa essere indubbiamente motivato, ma è altrettanto vero che con iol nuovo pacchetto aerodinamico introdotto in Malesia, è Hamilton più di lui a trovarsi molto più a suo agio con la monoposto, divenuta più aggressiva da guidare.
Se
Vettel non commetterà errori e non incapperà in problemi tecnici
simil Malesia o Giappone, può sicuramente confermare la sua seconda
posizione in classifica.
Concludiamo,
infine, con il Mercato piloti. Con Norris (impegnato
domani con la Force India nella FP1) ufficializzato per il
prossimo anno terzo pilota McLaren al posto di Button, lo
sguardo di tutti è rivolto alla Sauber, dove secondo alcune
indiscrezioni potrebbero venir ufficializzati i piloti 2018. Se al
momento la soluzione più accreditata sembra essere una line-up
costituita da Ericsson (molto vicino alla cordata Longbow
finance, proprietaria dal Luglio 2016 del team elvetico) e dal
giovane talento della Ferrari Driver Academy Charles Leclerc
(fresco campione di Formula 2), con Wehrlein fuori, secondo
Motorsport.com non è da escludere neanche una possibile
sponsorizzazione Alfa Romeo all'interno della Sauber, con la Ferrari
fornitrice tecnica di cambio e power unit ovviamente aggiornata, e
con al volante non solo Leclerc ma anche Giovinazzi. Una cosa,
comunque è certa: i prossimi giorni saranno davvero decisivi per la
buona riuscita o meno della trattativa.
Rüdiger Franz Gaetano Herberhold
Twitter: @ruggero81
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